La lettera integrale di Giorgia Meloni ai vertici di Fratelli d'Italia: «Non c’è spazio, in Fd’I, per posizioni razziste o antisemite, come non c’è spazio per i nostalgici dei totalitarismi del ‘900»
Ecco a Voi il testo integrale della lettera inviata dal Presidente del Consiglio, onorevole Giorgia Meloni, ai vertici di Fratelli d'Italia dopo le aspre polemiche e i pesanti attacchi all'indomani dell'inchiesta di Fanpage:
Carissimi dirigenti di Fratelli d’Italia,
come moltissimi di voi sono arrabbiata e rattristata per la rappresentazione di noi che è stata data dai comportamenti di alcuni giovani del nostro movimento ripresi in privato. L’ho detto e ripetuto decine di volte, ma casomai ce ne fosse bisogno lo ripeto: non c’è spazio, in Fratelli d’Italia, per posizioni razziste o antisemite, come non c’è spazio per i nostalgici dei totalitarismi del ‘900, o per qualsiasi manifestazione di stupido folklore. I partiti di Destra dai quali molti di noi provengono hanno fatto i conti con il passato e con il Ventennio Fascista già diversi decenni fa e a maggior ragione questo vale per un movimento politico giovane come il nostro, che fin dalla sua fondazione ha peraltro fatto la scelta di aprirsi a culture politiche compatibili con la nostra, accogliendo persone che arrivavano anche da percorsi politici diversi da quello della Destra storica.
Fratelli d’Italia non è mai stato un movimento rivolto al passato. Da sempre, noi, siamo interessati solo al futuro della nostra Nazione.
Non siamo come vorrebbero dipingerci. Non lo siamo noi e non lo sono i nostri ragazzi di Gioventù Nazionale. Abbiamo un movimento giovanile forte, sano, colorato, curioso e aperto. I nostri ragazzi, che a volto scoperto e la faccia pulita, con volantini e iniziative, difendono la Libertà nelle scuole e nelle università dalla violenza e dall’arroganza della Sinistra, sono i primi a essere danneggiati da questa brutta storia.
Proprio per questo, non c’è alcuno spazio tra le nostre fila per chi recita un copione macchiettistico utile solo al racconto che i nostri avversari vogliono fare di noi.
Noi abbiamo fatto della trasparenza e della coerenza i nostri tratti caratteristici. Noi facciamo quello che diciamo e siamo quello che appariamo. Non c'è trucco e non c’è inganno. Chi crede che possa esistere una immagine pubblica di Fratelli d’Italia che non corrisponde ai suoi comportamenti privati, semplicemente, non ha capito cosa siamo, e dunque non è il benvenuto tra noi. E la nostra linea è da sempre molto chiara. Nel 2019 abbiamo aderito con totale convinzione alla risoluzione del Parlamento Europeo “sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”, con la quale si condannavano senza esitazione tutte le dittature del ‘900 (Nazionalsocialismo, Comunismo e Fascismo). Un passaggio doveroso e necessario a superare l’odio che ha attraversato l’Europa e guardare a un futuro di pace e libertà.
L’adesione a questa importante risoluzione europea segnava lo spartiacque per tutte le forze politiche del continente tra chi ha deciso di lasciarsi alle spalle il passato e chi invece vive ancora di nostalgia e rancore. Ma, per noi – a differenza di quanto accaduto in altri partiti politici, che hanno attraversato questo momento con accesi dibattiti interni, e hanno visto alcuni dei loro esponenti astenersi – è stato naturale votarla. Si è trattato di uno dei molti atti, delle molte prese di posizione che rendono cristallina la nostra posizione sulla storia del ‘900. Una posizione che non intendo mettere in discussione. Non ci siamo mai, realmente, preoccupati di questo, perché il nostro sguardo era già da tempo rivolto altrove.
Nel 2017, con il congresso nazionale di Trieste, abbiamo stabilito che Fratelli d’Italia non sarebbe stato solo il partito della destra italiana, ma che sarebbe stato qualcosa di più. Il movimento dei patrioti italiani. Di tutti i patrioti, a prescindere dalla loro provenienza politica.
Ricordo ancora lo scherno che ci fu dedicato in quei giorni: “patrioti è una parola desueta, buona per un film su Garibaldi”, dicevano. Eppure oggi nessuno ripeterebbe quelle parole, perché la verità è che noi abbiamo segnato la rotta, costringendo tutte le forze politiche a definirsi, pian piano, “patriottiche”. Non basta. Con il congresso programmatico di Torino del 2019 abbiamo fatto una ulteriore evoluzione, aderendo al movimento conservatore. Una visione del mondo, dei valori condivisi, che pongono al centro l’uomo, la libertà, il rispetto della vita, l’identità. Ancora una volta lo abbiamo fatto con convinzione e non per calcolo politico, perché questa è la grande sfida delle società occidentali:
il confronto, la contrapposizione a volte, tra chi vuole guardare al futuro mantenendo le proprie radici e chi invece quelle radici vorrebbe estirparle reputando l’identità e l’appartenenza un ostacolo alla realizzazione di un mondo diverso (e vittima di un approccio ideologico).
Sono convinta che la costante crescita di Fratelli d’Italia sia il frutto di questo nostro lungo percorso. Del fatto che gli italiani vedano in noi la forza politica che più di ogni altra ha a cuore l’interesse nazionale, e che più di ogni altra difende i valori “conservatori” della terra, della vita, della famiglia, della libertà.
È per questo che gli italiani ci hanno dato la loro fiducia anche quando si è trattato di decidere a chi affidare le sorti della Nazione. I successi di questo primo periodo di Governo, confermati anche dal risultato delle elezioni europee, sono la dimostrazione che esiste una alternativa al lungo declino che ha vissuto l’Italia.
Siamo la testimonianza concreta che la Destra Conservatrice può ben governare in Patria e al contempo rafforzare il quadro di alleanze internazionali e attrarre i grandi investitori. Siamo la dimostrazione che la narrazione fatta dai grandi media e dagli osservatori di parte era falsa, che esiste una alternativa credibile alla palude socialdemocratica europea e occidentale.
È esattamente per questo che facciamo tanta paura, non solo in Italia, a chi vuole difendere lo status quo. È questa la grandiosa sfida che stiamo combattendo. È questa la rivoluzione per la quale molti di noi stanno sacrificando intere porzioni della loro vita, senza lamentarsi. Ed è questo, soprattutto, il motivo per il quale riceviamo attacchi di ogni genere, senza regole, senza limiti, senza esclusione di colpi.
Non possiamo fermare questi attacchi ma possiamo fare tutto il possibile per essere adeguati al ruolo che gli italiani ci hanno affidato. E’ un gioco duro, una battaglia difficile, per la quale bisogna essere disposti a molti sacrifici. Ma è anche una sfida entusiasmante, perché noi possiamo essere il cambiamento che da molto tempo aspettano gli italiani. Possiamo essere il grimaldello per la fine dei giochi di potere, delle lobby, dei privilegi di pochi sulla pelle dei molti.
Noi possiamo essere l’inizio dell’epoca del merito che viene prima della tessera di partito, dei doveri che non sono scissi dai diritti, della libertà che ha bisogno di responsabilità, del valore che ha bisogno di essere dimostrato e non si guadagna per semplice discendenza, dell’interesse nazionale che viene prima di quello di parte. Noi siamo un capriccio della storia, e per alcuni siamo un rischio e un problema, ma per moltissimi siamo la vera speranza rimasta.
In poche parole, il nostro compito è troppo grande perché si possa consentire a chi non ne ha compreso la portata di rovinare tutto. Non ho e non abbiamo tempo da perdere con chi non è in grado di capire cosa sia Fratelli d’Italia e quali siano le grandi sfide storiche della nostra epoca.
Non ho e non abbiamo tempo da perdere con chi vuole farci tornare indietro, o con chi ci trasforma in una macchietta. Non ho e non abbiamo tempo da perdere con chi, inconsapevolmente o meno, diventa uno strumento nelle mani dell’avversario. Chi non è in grado di capirlo, chi non ha compreso questo percorso, chi non è in condizione di tenere il passo, non può far parte di Fratelli d’Italia.
Per tutti gli altri: ricordatevi quale è il nostro compito, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Servirà tanto lavoro, tanta dedizione, tanto sacrificio. Ma se sapremo essere all’altezza della sfida, vi prometto che la storia si ricorderà di noi, che l’Italia si ricorderà di noi, che ogni persona perbene che ha subito la logica degli amici degli amici, dei circoletti che decidono per tutti, dei due pesi e delle due misure, di un mondo nel quale se fai parte di una determinata corrente politica hai più diritti degli altri, ci dirà grazie per il coraggio e la forza che avremo saputo dimostrare.
Piedi a terra, testa alta, e sguardo rivolto sempre, e solo, avanti.
riflessioni
La storica letterina dell'Onorevole Giorgia Meloni chiude, in maniera definitiva, un lungo e tortuoso percorso politico nato il 3 dicembre 1946 nello studio di Arturo Michelini. Il Movimento Sociale Italiano qualche settimana dopo, il 26 dicembre, prese forma per una convergenza di interessi fra Democrazia Cristiana, Vaticano, Confindustria ed i servizi segreti inglesi ed americani.
La funzione del Movimento Sociale Italiano avrebbe dovuto essere circoscritta al ruolo di ponte fra i militari che avevano aderito alla Repubblica Sociale Italiana e quelli che si erano schierati con il Regno del Sud, per giungere ad una pacificazione basata sul presupposto che tutti avevano agito per il bene e la salvezza dell’Italia, sia pure militando in due schieramenti ufficialmente contrapposti. Invece, il corso della storia di quel mondo ha avuto un percorso molto difficile, entusiasmante e da rispettare per la coerenza ad oltranza messa in campo. Da allora sono passate tantissime stagioni politiche, molto spesso macchiate di sangue e sporche di colla per manifesti, magari con il neon sbriciolato dentro.
Milioni d'Italiani avrebbero perso tempo? Affatto. I vertici invisibili avranno avuto un'insindacabile logica abbastanza ambigua in quelle scelte, ma la base umana era ingenuamente schierata, anima e corpo, tra le barricate con i Tricolori sventolanti, nelle strade e nelle piazze di un'Italia che non esiste più. Milioni di cittadini Missini hanno continuato a combattere per la libertà di parola e per esprimere quel sentimento a difesa della Patria, uscita a pezzi dopo l'ultimo conflitto mondiale.
Fratelli d'Italya, nata dalle ceneri di Alleanza Nazionale, a sua volta sorta sulle rovine del Movimento Sociale Italiano, mette la parola FINE al presunto legame con il passato in Camicia Nera, che in effetti non appartiene, non apparteneva e non apparterrà agli Italyans di ieri, di oggi e di domani.
Eppure, Giorgia Meloni nel 2019 non osò fare "i conti" con l'indimenticato Giorgio Almirante, colui che non rinnegò e non restaurò, anzi scrisse testuali parole:
«Ancora atti vandalici (nella foto) dei soliti imbecilli contro il padre della Destra italiana Giorgio Almirante, questa volta a Castellammare del Golfo (Trapani). Ma si mettano l’animo in pace: non riusciranno mai a scalfire - sottolineò Giorgia - il ricordo di questo grandissimo patriota».
La Fiamma Tricolore "post-Repubblichina e Almirantiana" potrebbe anche scomparire dal simbolo del partito Meloniano per lasciare lo spazio ad un semplice e conservatore Tricolore Repubblicano. In soffitta pure Giorgio Almirante e Pino Rauti. Gianfranco Fini gongola, invece.
La Nuova Destra Conservatrice, rappresentata da FdI, ha rimosso con poco più di due paginette tanti anni di lotte e sacrifici, recidendo soprattutto quel cordone ombelicale con una frangia "differente", fatta di Donne ed Uomini che hanno finanche rischiato, quotidianamente, la pelle per accendere le luci, militare nei nuclei territoriali o nelle Federazioni, affiggere manifesti, spacciare volantini, ciclostilare giornali, andare ai comizi di Almirante o Rauti e mantenere sempre aperte le vecchie Sezioni del MSI o del Fronte della Gioventù. Il tutto non a caso in buona parte per difendere la memoria e l'onore di chi ha pagato a caro prezzo la difesa leale e disinteressata di un'Idea, la più audace, la più originale e la più Mediterranea ed Europea delle idee.
Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo
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