"Occhio Nero, oenne"
mercoledì 24 luglio 2024
Lo stato del Diritto - Intervista a Rachele Mussolini (2024) | OENNE
martedì 23 luglio 2024
GIACOMO PELLERITI - La voce del silenzio (1968) | CERERIS ARA
Artista: Giacomo Pelleriti
Brano: La voce del silenzio (1968)
Evento: Cereris Ara
Anno: 2016
lunedì 22 luglio 2024
VALLE CAUDINA - Torna Opulentia dal 27 luglio all'8 settembre. Analisi del Programmone 2024 | POLITICA
Otto è un numero speciale, un numero “magico”. Nella lingua italiana ha un suono dolce e “rotondo” ed è palindromo: da qualunque parte si inizia a leggerlo, è sempre uguale. È il numero atomico dell’ossigeno, l’elemento che rende possibile la vita. Otto sono i pianeti del nostro sistema solare: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. E otto sono le direzioni della Rosa dei Venti. Sono solo alcuni esempi. In realtà si potrebbe continuare molto a lungo a elencare casi, in tanti ambiti diversi, in cui il numero 8 ha un significato particolare: non per niente il suo segno grafico, ruotato di 90 gradi, diventa il simbolo dell’infinito. Ma c’è un luogo, nel mondo, in cui l’importanza dei significati simbolici e nascosti del numero otto raggiunge livelli per noi inimmaginabili ed è l'ottavo Opulentia Festival a Cervinara, in piena Valle Caudina (anche se la pagina non è stata ancora aggiornata ed è ferma alla Settima).
Il Festival Indipendente di Arte e Cultura, targato 2024, è sempre più vicino alla dimensione politica tipica delle vecchie Feste dell'Unità. Fino alla caduta del Muro di Berlino e del collasso del Comunismo Sovietico anche in Valle Caudina sventolavano il Primo Maggio le bandiere rosse e volavano le stelle filosovietiche. Oggi, invece, ci sono molti contenuti schierati e nessuna bandiera di partito. Il Direttore artistico Tommaso Bello ha scelto una linea tendenzialmente anti-Meloni, con venature Pentastellate e Piddine.
Naufragato il sogno di creare una rete Caudina per l'Arte e la Cultura, si punta a fare quadrato per tentare di dar vita ad un nuovo CentroSinistra o a qualsiasi formula adatta a contrastare il dilagare delle Destre, mai così forti in era Repubblicana, sia in Italia, sia in Valle Caudina.
Il tabellone anche quest'anno è stracolmo di eventi degni di nota. Spiccano, tra gli ospiti, personaggi di spessore nazionale che ancora una volta saranno accolti presso il Red Park di Via Variante a Cervinara, a due passi da San Martino Valle Caudina e Montesarchio.
Opulentia esordirà sabato 27 luglio alle ore 21 con la musica dal vivo de "Il Vero Lazzaro", con in apertura il gruppo esordiente Rugine Sedicimane. Gli incontri culturali saranno inaugurati il sabato successivo, 2 agosto alle nove e mezza di sera, da Gianluca Gotto, che analizzerà il concetto di felicità. Modera Angela Starace, impegnata nell'associazionismo "rosa".
Giovedì 8 agosto, invece, è la volta di #fermenticaudini, lo spazio riservato alla Nuova Caudium. Saranno presenti tutti i Sindaci della Valle Caudina in un atteso confronto introdotto dal direttore Tom Bello e moderato dal un gradito ritorno sulla scena del prof. Angelo Vaccariello, scrittore e nota firma della Valle, ora emigrato per lavoro. "La buona amministrazione è possibile" sarà il tema prettamente politico della serata che vedrà come ospiti il Sindaco di Bacoli, Josi Della Ragione e l'ex Sindaco di Roma, Virginia Raggi, icona del vecchio Movimento 5 Stelle.
Il giorno dopo, venerdì 9 agosto, ci sarà una serata musicale dedicata all'associazione "Le Sentinelle della Torre" di Montesarchio. Si esibiranno Marco Scarfiglieri in "Cassandra" e dopo un po' spazio alla tappa del "Costeillusioni Tour" con gli Uektati in concerto. Ancora musica, questa volta locale, con il duo "Eva & Gabriele" sul palco per una prestazione artistica dedicata anche alla raccolta fondi per l'Associazione Mabello, la realtà animalista che si fa carico, da anni e con mezzi di fortuna, della problematica del randagismo sul territorio.
Sabato 17 agosto sarà la volta di Coleman dal vivo, ma il concertone dei 99 Posse sarà la stella rossa brillante e fiammante di questa ottava tappa di un percorso sempre più orientato politicamente, come giusto che sia. Il gruppo napoletano risorto da qualche anno, nato nei Centri Sociali Occupati ed Autogestiti dei primi anni Novanta, saltellerà sul palco intonando le classike melodie posse, anche se l'assenza di Meg pesa e non poco.
L'affascinante sostituta, a quanto pare, nel tentativo maldestro di imitarla perderebbe di spontaneità canora, mentre fanno tenerezza i vekki kompagni, invecchiati, stempiati ed imborghesiti, con O'Zulù dimagrito dopo una dieta a base di base. Continuano, imperterriti, a minacciare di sparare un punto nero, causa rigurgito antifascista. Il bruciore di stomaco, a quanto pare, avrà contribuito alla fantastica dieta sub-Mediterranea del simbolo decaduto di una generazione, spenta a Genova nel 2001 ed implosa negli anni successivi, sotto i colpi del successo.
Il programmone messo a punto dalla Redazione de L'Altra Faccia, abbassa il volume della musica, mettendo da parte la fase ricreativa, per dare spazio ad un tris d'assi che prevede ben tre serate di indubbio spessore socio-culturale. Manuela Mazzariello, lunedì 26 agosto condurrà il convegno "L'AntiMafia sociale, il dovere della memoria" con Paolo Siani, fratello del compianto Giancarlo, giornalista ucciso dalla Camorra, Brizio Montinaro, fratello di Antonio, capo scorta del Giudice antimafia Giovanni Falcone, ucciso il 23 Maggio 1992 nella strage di Capaci e l'ambientalista Franco La Torre, figlio di Pio assassinato in Sicilia dalla Mafia.
Doppio incontro il 3 agosto ed il primo settembre alle 18:30 con autori di prestigio nazionale . Ritornano, infatti, l'irriducibile Tonino Padellaro, navigato editorialista de "Il Fatto Quotidiano" ed il coriaceo Alessandro Di Battista, ex Pentastellato, scrittore ed opinionista televisivo. Due seratine abbastanza stimolanti; una dedicata alla presentazione di "Solo la verità. Lo Giuro Giornalisti Artisti Pagliacci", l'ultimo lavoro del celebre Tonino, giornalista e saggista italiano un tempo sotto l'ala Sinistra delle penne rosse.
"I giornali contengono giornalisti - si legge nel lancio - che a cena degustano in allegra compagnia biscottini intinti nel dolce sapore delle disgrazie altrui, e si scambiano notizie che nessuno mai pubblicherà. ‘Solo la verità lo giuro. Giornalisti - artisti - pagliacci’, l’ultimo libro di Antonio Padellaro. In edicola in abbinata a il Fatto Quotidiano (...e a Cervinara ndr)!.
Nel 1968 Padellaro divenne giornalista professionista all'Ansa, per poi lavorare al Corriere della Sera dal 1971 al 1990 come redattore, inviato e responsabile della redazione della Capitale. Nel 1990 passò a "L'Espresso", ricoprendo il ruolo di vicedirettore della rivista, un tempo molto amata dai reduci del Pci, dei Pds, dei Ds, dei Progressisti e affini. Nel 2001 ha partecipato, con passione ed abnegazione, alla rifondazione de L'Unità, la storica testata del Partito Comunista Italiano, che ha diretto egregiamente dal 2005 al 2008. Dopo il triennio post-bolscevico ha fondato "Il Fatto Quotidiano", diretto in prima persona dal 2009 al 2015. Attualmente è l'editorialista di un progetto che, però, sta notevolmente calando, dopo un fragoroso successo di pubblico.
Da segnare sull'agenda Caudina il secondo appuntamento con Alessandro Di Battista, moderato sempre dal Direttore Tom Bello. Il confronto sarà dedicato alle pagine di attualità geopolitica scritte dall'ex delfino Grillino, ossia "Scomode verità: dalla guerra in Ucraina al massacro di Gaza". Un bellissimo libro, stando alla critica, edito dalla Paper First, adatto per chi vuole approfondire argomenti attuali nella visione dell'autore, che da sempre si batte per la pace e per la giusta considerazione degli ultimi del pianeta.
«“Scomode verità: dalla guerra in Ucraina al massacro di Gaza” è il mio ultimo libro - scrive l'autore di fede Laziale nella presentazione al pubblico. È già in ristampa, segno che tante persone vogliono approfondire determinate tematiche e non si fidano più dell’informazione mainstream. È un libro che spero possa fornirvi elementi per leggere il presente. È un libro che prende posizioni nette. È un libro contro la guerra e contro chi continua ad alimentarla. È un libro che ricorda chi sono veramente gli oppressi e chi coloro che opprimono. È un libro che mostra il vero volto di Israele e che rammenta tutti i diritti negati al Popolo Palestinese. È un libro che spiega il funzionamento del complesso militare e industriale statunitense e del sistema mediatico che ne tutela gli interessi. È un libro al quale tengo tantissimo. Spero possa piacervi!».
La terza serata, prevista per il 3 settembre alle 18:30, sarà condotta da Gianni Colucci, caporedattore Irpino de "Il Mattino" di Napoli che sorseggerà un caffè politico con l'ex Presidente della Camera, il Pentastellatissimo Roberto Fico, tra i pionieri in Campania dei Grillini, orfani di Beppe Grillo e della buonanima di Casaleggio.
Le ultime giornate del Festival, tuttavia, non prevedono altre esibizioni musicali, ma una varietà di argomenti, che passano dall'intolleranza politica, alla danza, senza tralasciare i giochi gonfiabili per bambini allietati dal giocoliere di dischi Max Zucaro.
La brava giornalista Giusy Iachetta, in coppia con Franco Pitaniello di "UserTv", darà l'atteso riconoscimento alle "Sette meraviglie della Valle Caudina", che resistono e non emigrano via da questa Terra. Durante l'evento è previsto il ritorno del salotto letterario con Gigino De Magistris da Napoli. Emanuele Troisi si divincolerà all'interno del "Labirinto di Napoli" con Annalisa Di Nuzzo, antropologa culturale e autrice del libro "Napul'è. Piccola antropologia partenopea".
Da seguire con molta attenzione, a nostro avviso, la tavola rotonda moderata da Angelo Vaccariello, ex firma pungente de "In Cammino", "Il Denaro", "Il Caudino" ed ora curatore di una rubrica di economia su "Il Riformista". All'ordine del giorno l'analisi del netto successo di Fratelli d'Italia, un tema cardine per le opposizioni. Ospiti in Via Variante il discusso direttore di (AntiFa)npage, Francesco Cancellato e Antonella Beccaria, giornalista di punta de "Il Fatto Quotidiano". "Il Vento soffia ancora...a Destra", non è un richiamo alla canzone di Pierangelo Bertoli degli anni Settanta, bensì rappresenta un chiaro riferimento a "Fischia il vento", la canzoncina partigiana, il cui testo scritto da Felice Cascione, nome di battaglia Megu, inneggiava alla giustizia sommaria durante la guerra civile del 43/45:
«Se ci coglie la crudele morte, dura vendetta - recita l'inno funesto - verrà dal partigian; ormai sicura è già la dura sorte del fascista vile e traditor. Ormai sicura è già la dura sorte del fascista vile traditor. Cessa il vento, calma è la bufera, torna a casa il fiero partigian, sventolando la rossa sua bandiera; vittoriosi, al fin liberi siam! Sventolando la rossa sua bandiera, vittoriosi al fin liberi siam!»
In questa circostanza l'odio politico 2.0 sarà analizzato, anche in virtù delle ultime inchieste che hanno portato a galla alcune peculiarità di rare frange all'interno della Destra di Governo, capace di sfiorare il 30% delle indicazioni di voto con Giorgia Meloni ben salda al timone della Penisola, isole comprese. I risultati democratici evidenziano un forte consenso per la Fiamma Tricolore moderna e Conservatrice, che marcia spedita nel portare alla follia tutto l'Arco Costituzionale del momento.
Chiude il ciclo di conferenze Teresa Vaccariello con "La Storia di Angela" dal titolo emblematico: "Andarsene. Il coraggio di cambiare". Ospiti dell'ultimo spezzone dell'ottava edizione Paolo Miggiano, direttore di "Terra Somnia Editore" e la scrittrice Marilena Lucente, insegnante di materie letterarie all'Istituto Terra di Lavoro di Caserta e ricercatrice in Pedagogia. La prof. Marilena illustrerà i metodi ed i principi di un'educazione fatta attraverso il cinema, il teatro e la narrazione. Miggiano si presenta, senza peli sulla lingua, nella biografia ufficiale:
"un uomo controcorrente, che crede nelle persone e nell'affermazione dei diritti di libertà. Dentro ad una divisa grigio verde i fumi dei lacrimogeni, gli spari, le botte - quelle prese e quelle date - la guerriglia nelle piazze di Milano, Genova, Torino, Roma, Reggio Calabria, Aspromonte, Palermo e le gambe che gli tremano ed il cuore che batte, forte. Rammenta i compagni feriti e quelli caduti e pensa che è fortunato che non sia toccato a lui. E poi apprende che un intellettuale, Pier Paolo Pasolini, aveva parlato di lui e di quelli come lui e aveva detto che, mentre a Valle Giulia (1968 e lui era ancora un bambino) altri giovani facevano a botte con quelli come lui, egli stava - “simpatizzava” - dalla sua parte, perché i poliziotti sono figli di poveri. E capisce che può farcela, che c’è, forse, una strada, per ottenere i diritti, che ancora non ha. Ed è su questi ideali, che Paolo Miggiano ha camminato.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, su proposta dell'ex Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppi Conte del M5S, con Decreto del 2 giugno 2018, ha conferito l’Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” all'illustre personalità che chiuderà questa Festa dell'Unità moderna. La cerimonia di chiusura sarà dedicata alle coreografie delle corpo di ballo della Scuola di Danza di Annamaria Germano in stretta collaborazione con il Centro Sportivo Fisio.
RIFLESSIONI
Ottimo lavoro della squadra capitanata dal Direttore Artistico Tommaso Bello, capace di dar vita ad un programmone di tutto rispetto, nonostante la strada in salita e lo sbattimento di mesi, senza chissà quali aiuti. Proprio questa sera, per la presentazione ufficiale, erano presenti un buon numero di Opulenti Caudini.
Infine, invitiamo calorosamente le lettrici ed i lettori de Lo Schiaffo 321 a gustarsi, con stile ed elasticità, tutti gli appuntamenti proposti dal 27 luglio all'8 settembre, senza mai perdere il rispetto dell'avversario o sedicente tale. Il fermento culturale e politico, che in gran parte non condividiamo ideologicamente, è in ogni caso una "buona notizia" per i cervelli della Valle Caudina, al di là dei rispettivi colori più o meno sbiaditi o dalle bandiere scucite e strappate dal tempo. Ascoltare l'altra faccia, seppur minoritaria, di questa società per noi rappresenta un ulteriore passo in avanti socioculturale da estendere a tutta la comunità di un'area fin troppo abbandonata a se stessa.
Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo. Foto tratte dalla rete.
Dottoressa Eleonora Sellitto: «Menopausa: si può ancora fare? Come riscoprire l'intimità in menopausa». | SALUTE
sabato 20 luglio 2024
Hiroshima - le immagini sconosciute | documentario
venerdì 19 luglio 2024
BOIA CHI LO MOLLA! Campagna a difesa degli animali Caudini
giovedì 18 luglio 2024
Quale alternativa? | POLITICA
I massacri di civili proseguono ininterrottamente a Gaza (l'ultima strage qualche giorno fa a Khan Yunis). Chi non ha la fortuna di essere fatto a pezzi subito, muore spesso dopo una prolungata agonia per la mancanza di cure, perché quasi tutti gli ospedali di Gaza sono stati fatti saltare in aria e mancano gli approvvigionamenti di strumenti, medicinali, rifornimenti di base.
Tra Ucraina e Russia la guerra si fa sempre più incarognita, con vittime civili sempre più frequenti, sabotaggi, incendi dolosi, "incidenti" (ieri uno alla centrale nucleare di Rostov): un conflitto nato come un'operazione limitata, si trasforma ogni giorno di più in una costruzione psicologica dell'odio reciproco, e ciò allontana ogni trattativa di pace - anche laddove qualche tentativo in questa direzione fosse fatto.
Gli USA riportano rampe di lancio nucleari in Germania, dopo aver alimentato il riarmo più massiccio della storia in Polonia e Finlandia. In sostanza tutti i confini occidentali della Russia sono ora per essa una minaccia incombente, proprio mentre una guerra calda per procura è in corso in Ucraina. L'Europa si presenta sempre di più come l'ariete americano puntato contro la Russia. Finirà benissimo.
L'informazione pubblica ha raggiunto livelli di manipolazione senza precedenti. In Europa il controllo esercitato grazie al Digital Service Act sulle piattaforme social è venuto alla luce del sole dopo il rifiuto di sottostarvi di Elon Musk (tutti gli altri hanno acconsentito, senza clamori).
Tutti i giornali e le maggiori testate sono da tempo in caduta libera quanto a fruitori, ma chiaramente non sono più questi ultimi a pagare i costi di impresa. La quasi totalità dell'apparato mediatico italiano, e buona parte di quello europeo, è rappresentato da imprese economicamente bollite o alla canna del gas, che però vengono tenute in vita artificialmente come apparati di propaganda. (Tragicamente ancora molti non sembrano averlo capito e, per ignoranza o per pigrizia, continuano a illudersi di riuscire a distinguere nei notiziari ufficiali e ‘accreditati’ il vero dalla manipolazione.)
La copertina del noto settimanale tedesco Focus riportava questa settimana le immagini di profilo di Biden, Macron e Scholz, titolando "Die Selbstherrlichen", espressione traducibile come "Gli Autocrati" (o “Gli autoesaltati”). Il sottotitolo spiega: "Distaccati dalla realtà, irresponsabili, testardi. Come l’Occidente si sta gettando da sé nel caos.” (“Abgehoben, verartwortungslos, stur. Wie sich der Westen selbst in Chaos Stuerzt”).
Che quella descritta dal settimanale sia la realtà è oramai chiaro a molti, praticamente a chiunque non continui a nutrirsi dei media mainstream, e anche ad alcuni che ancora vi si abbeverano. Che ciò conduca l’Europa ad un futuro di impoverimento, indebitamento, deindustrializzazione, censura interna, guerra fredda e calda, e forse ad una catastrofe nucleare, è parimenti chiaro.
Ma allora perché niente si muove? Perché l’atteggiamento medio continua ad essere quello dell’accettazione acquiescente, del mugugno da social, della lamentazione sterile?
È semplice, perché tranne le esigue minoranze che percepiscono la sfera ideale in modo vivido, i più riescono a scegliere solo tra alternative pratiche immediatamente percorribili. E il sistema di potere attuale è riuscito ad assicurarsi, a colpi di finanziamenti (e definanziamenti) mirati e di governo dei media, che le alternative non ci siano, o siano invisibili o appaiano poco credibili.
Mai come ora c’è stato bisogno di capacità organizzativa politica, mai come oggi essa è stata ostacolata a mille livelli, dalla diffidenza diffusa dei più, alla depoliticizzazione giovanile, alla perdita di un qualunque retroterra culturale comune, alla confusione ideale e ideologica, alla schietta ignoranza politica.
Io non so se qualcuno dei progetti alternativi esistenti in Europa e in Italia avrà davvero filo da tessere nel medio e lungo periodo (il più promettente al momento sembra essere il Bündnis Sahra Wagenknecht), ma so per certo che senza una tale capacità progettuale, senza una capacità di sintesi e di individuazione chiara delle priorità, il destino europeo (e italiano) è segnato.
E chi si illude che basti l’associazionismo culturale e il gruppettarismo locale a cambiare le cose, per quanto possa essere mosso da nobili intenti, è parte del problema e non della soluzione.
Scritto da Andrea Zhok
Quelle espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore, che non corrispondono necessariamente a quelle de "Lo Schiaffo 321". Immagini tratte dalla rete. Fonte: Arianna Editrice
mercoledì 17 luglio 2024
Dott.ssa Coccia: Latte e derivati ed effetti sulla salute. Commento a uno studio del 2020 | SALUTE
tratto da Alimenti e malattie, di Roberto Andreoli
Guerre Atomiche al tempo degli Dei - "Pace sulla Terra" | AUDIOLIBRO
Il titolo non lascia adito a dubbi, “Guerre atomiche al tempo degli dei” che fa parte della famosa collana de “Le Cronache Terrestri”, ci guida attraverso fonti storiche documentate alla conoscenza della vera storia dell’umanità, diversa da quella che ci è stata affibbiata per puri giochi di potere politici e religiosi. In questo volume Sitchin si sofferma sull’analisi di tutte quelle fonti storiche che ci narrano di antichi Dei scesi dal cielo, gli Anunnaki, che durante la loro permanenza sul nostro pianeta scatenarono guerre tra loro per la supremazia, terminando con un olocausto nucleare i cui effetti sono visibili ancora oggi e confutati da evidenti fotografie satellitari.
Esperto in lingue semitiche, lo scrittore riesce come sempre ad appassionare il lettore esponendo teorie rivoluzionare, poggiandosi sulla traduzione delle tavolette d’argilla assiro-babilonesi, dei geroglifici egizi, del Vecchio Testamento scritto in ebraico antico, dei rotoli del Mar Morto e di tutti i testi di quei popoli antichi che hanno voluto lasciarci una testimonianza del passato, di quando gli Dei camminavano tra gli uomini e con loro scendevano in guerra contro altri Dei. (WWB)
lunedì 15 luglio 2024
Stati Uniti d'America: la percezione e la realtà | POLITICA
J. Kirby a Sky: "Quello che il resto del mondo vuole vedere e cioè una leadership americana sulla scena globale" (1)
J. Biden: "Non c'è posto negli USA per questo tipo di violenza"(2)
LA REALTà
"Nel 2023, circa 43.000 persone sono state uccise dalla violenza armata, con una media di 117 morti al giorno. La brutalità della polizia persiste, ed almeno 1.247 morti sono stati attribuiti alla violenza della polizia, segnando un nuovo massimo dal 2013, ma il sistema di responsabilità delle forze dell’ordine rimane praticamente inesistente. Pur contando meno del 5% della popolazione mondiale, gli Stati Uniti rappresentano il 25% della popolazione carceraria globale, guadagnandosi il titolo di “Stato carcerario”.
Le lotte politiche interne si intensificano mentre i partiti manipolano le elezioni attraverso il gerrymandering, portando per due volte alla “crisi degli speaker” alla Camera dei Rappresentanti, diminuendo ulteriormente la credibilità del governo, con solo il 16% degli Americani che si fida del Governo federale. Negli Stati Uniti ci sono 11,5 milioni di famiglie lavoratrici a basso reddito, ma il salario minimo federale non è stato ancora aumentato dal 2009.
Nel 2023, il potere d’acquisto di un Dollaro USA è sceso al 70% del suo valore nel 2009. Le famiglie a basso reddito faticano a permettersi beni di prima necessità come cibo, affitto ed energia, portando oltre 650.000 persone a sperimentare la condizione di senzatetto, raggiungendo un nuovo massimo: in RAPPORTO SULLE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI NEGLI STATI UNITI NEL 2023 a cura del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese ma compilato sulla base di sole fonti scientifiche statunitensi. (3)
Nel 2019-2020, secondo Mental Health America, il 20,8 per cento degli adulti negli Stati Uniti soffriva di una malattia mentale, pari a oltre 50 milioni di Americani. La maggior parte dei 108.000 decessi per overdose di droga stimati nel 2021 erano di adulti. (4)
Scritto da Stefano Vernole
Quelle espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore, che non corrispondono necessariamente a quelle de "Lo Schiaffo 321". Immagini tratte dalla rete. Fonte: ariannaeditrice.it
domenica 14 luglio 2024
René Guénon, Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi - 7. «L’uniformità contro l’unità» | CULTURA
Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi
7. «L’uniformità contro l’unità»
Se prendiamo in esame l’insieme di quell’ambito di manifestazione che è il nostro mondo, possiamo dire che in esso, man mano che si allontanano dall’unità principiale, le esistenze diventano sempre meno qualitative e sempre più quantitative; in effetti quest’unità, che contiene in sé tutte le determinazioni qualitative delle possibilità di tale ambito, ne è il polo essenziale, mentre il polo sostanziale, cui evidentemente ci si avvicina nella stessa misura in cui ci si allontana dall’altro, è rappresentato dalla quantità pura, con l’indefinita molteplicità «atomica» ad essa implicita, e con l’esclusione di qualsiasi distinzione che non sia numerica fra i suoi elementi.
Questo graduale allontanamento dall’unità essenziale può d’altronde esser considerato da due punti di vista, in simultaneità ed in successione: si potrà cioè esaminarlo, da una parte, nella costituzione degli esseri manifestati, in cui questi gradi determinano una specie di gerarchia tra gli elementi che vi appartengono o le modalità che loro corrispondono, e, d’altra parte, nello stesso svolgimento dell’insieme della manifestazione dall’inizio alla fine di un ciclo; va da sé che è a questo secondo punto di vista che intendiamo particolarmente riferirci.
Si potrebbe comunque, a questo proposito, rappresentare geometricamente l’ambito in questione mediante un triangolo, il cui vertice è il polo essenziale che è qualità pura, mentre la base è il polo sostanziale, cioè, per quanto riguarda il nostro mondo, la quantità pura, raffigurata dalla molteplicità dei punti della base di contro al punto unico del vertice; se si tracciano delle parallele alla base per rappresentare i diversi gradi d’allontanamento di cui parlavamo, è evidente che la molteplicità che simboleggia il quantitativo sarà tanto più marcata quanto più ci si allontanerà dal vertice per avvicinarsi alla base.
Soltanto, affinché il simbolo sia il più esatto possibile, occorre supporre la base indefinitamente distante dal vertice, anzitutto perché questo ambito di manifestazione è in se stesso veramente indefinito, e poi perché la molteplicità dei punti della base vi è per così dire portata al massimo; con ciò si potrebbe inoltre mettere in evidenza che tale base, ossia la quantità pura, non potrà mai essere raggiunta nel corso del processo di manifestazione, benché questo vi tenda senza sosta, e che, a partire da un certo livello, il vertice, cioè l’unità essenziale o la qualità pura, viene in qualche modo perso di vista, il che corrisponde precisamente allo stato attuale del nostro mondo.
Dicevamo prima come, nella quantità pura, le «unità» non siano tra loro distinte se non numericamente, ed in effetti non esiste altro mezzo per distinguerle; ma ciò dimostra che, in realtà, la quantità pura è veramente e necessariamente al di sotto di ogni esistenza manifestata.
Qui è opportuno fare appello a quello che Leibnitz chiama il «principio degli indiscernibili», in virtù del quale non possono assolutamente esistere due esseri identici, cioè somiglianti tra loro sotto tutti i rapporti; è una conseguenza immediata, come altrove abbiamo dimostrato, della illimitatezza della possibilità universale, la quale implica l’assenza di qualsiasi ripetizione nelle possibilità particolari; non solo, ma si può dire che due esseri supposti identici non sarebbero in realtà due, perché, coincidendo in tutto, sarebbero effettivamente un unico e stesso essere; di conseguenza, affinché gli esseri non siano identici ed indiscernibili, occorre che vi sia sempre fra loro qualche differenza qualitativa, cioè che le loro determinazioni non siano mai puramente quantitative.
Questo concetto Leibnitz lo esprime affermando che non è mai vero che due esseri qualsiasi differiscano solo numero, il che, applicato ai corpi, vale contro le concezioni «meccanicistiche» del genere di quella di Cartesio; e afferma inoltre che, se essi non differissero qualitativamente, «non sarebbero neanche degli esseri», bensì qualcosa di paragonabile alle porzioni, tutte simili fra loro, dello spazio e del tempo omogenei, le quali, del tutto prive di esistenza reale, sono state denominate dagli Scolastici entia rationis.
Si osservi tuttavia, a questo proposito, che neanche Leibnitz sembra avere idee abbastanza chiare sulla vera natura dello spazio e del tempo, perché, quando definisce semplicemente il primo come un «ordine di coesistenza» e il secondo come un «ordine di successione», egli li prende in considerazione soltanto da un punto di vista logico, che li riduce appunto a contenenti omogenei privi di qualità, e quindi di esistenza effettiva; egli cioè non tiene affatto conto della loro natura ontologica, vogliamo dire della natura reale dello spazio e del tempo come sono manifestati nel nostro mondo, quindi realmente esistenti in quanto condizioni determinanti di quel modo speciale di esistenza che è propriamente l’esistenza corporea.
La conclusione deducibile da quanto precede è che l’uniformità, per essere possibile, supporrebbe esseri sprovvisti di qualsiasi qualità e ridotti a semplici «unità» numeriche; ed è perciò che un’uniformità del genere non è mai realizzabile di fatto, e che tutti gli sforzi compiuti a tal fine, specie nell’ambito umano, possono avere l’unico risultato di spogliare più o meno completamente gli esseri delle qualità loro proprie, e di fare di essi qualcosa che assomiglia al massimo a semplici macchine, in quanto la macchina, prodotto tipico del mondo moderno, è appunto ciò che rappresenta, al più alto grado finora raggiunto, la predominanza della quantità sulla qualità.
Proprio a questo tendono, particolarmente dal punto di vista sociale, le concezioni «democratiche» ed «egualitarie» secondo cui tutti gli individui si equivalgono, supposizione assurda la quale induce a ritenere che tutti debbano essere ugualmente adatti a non importa cosa; questa «uguaglianza» non trova alcun esempio in natura, proprio per le ragioni da noi indicate, perché non rappresenterebbe altro che una similitudine completa fra gli individui; ma è evidente che, in nome di questa pretesa «uguaglianza», uno degli «ideali» alla rovescia più cari al mondo moderno, si cerca effettivamente di rendere gli individui tanto simili tra loro quanto la natura lo permette, e questo in primo luogo pretendendo di imporre a tutti una educazione uniforme.
Ma poiché, nonostante tutto, non si riesce a sopprimere completamente la differenza delle attitudini, è fuori questione che tale educazione non darà per tutti esattamente gli stessi risultati; ed è un fatto fin troppo vero che, nell’incapacità di dare a certi individui qualità che non hanno, essa è per contro altamente suscettibile di soffocare negli altri tutte le possibilità che superano il livello comune; in tal modo il «livellamento» si effettua sempre dal basso, e d’altronde non può essere diversamente poiché questo stesso livellamento non è che una espressione della tendenza verso il basso, cioè verso la quantità pura che si situa al di sotto di ogni manifestazione corporea, non soltanto al di sotto del grado occupato dai più rudimentali esseri viventi, ma ancora al di sotto di quella che i nostri contemporanei hanno convenuto di chiamare «materia bruta» la quale peraltro, manifestandosi ai sensi, è ancora lungi dall’essere interamente sprovvista di qualità.
L’occidentale moderno, del resto, non si accontenta di imporre a casa sua un tal genere di educazione; egli vuole imporlo anche agli altri, unitamente a tutto il complesso delle sue abitudini mentali e corporee, al fine di uniformizzare il mondo intero di cui contemporaneamente uniformizza l’aspetto esteriore mediante la diffusione dei prodotti della sua industria.
Ne deriva la conseguenza, solo in apparenza paradossale, che il mondo è tanto meno «unificato» nel senso reale del termine, quanto più diviene uniformizzato; ciò è assolutamente naturale in fondo, poiché, come abbiamo già detto, il senso in cui viene condotto è quello di una «separatività» sempre più accentuantesi; ma qui vediamo apparire il carattere «parodistico» che così spesso si incontra in tutto ciò che è specificamente moderno. In effetti, pur andando direttamente all’opposto dell’unità vera, poiché tende a realizzare ciò che ne è più lontano, questa uniformizzazione rappresenta una specie di caricatura di essa, e ciò in virtù del rapporto analogico per cui, come abbiamo detto fin dall’inizio, l’unità stessa si riflette inversamente nelle «unità» costituenti la quantità pura.
È appunto questa inversione che ci permetteva poco fa di parlare di «ideale» alla rovescia, ed è evidente che esso va effettivamente inteso in un senso ben preciso; non è che sentiamo in alcun modo il bisogno di riabilitare il termine «ideale», che i moderni usano indifferentemente più o meno per tutto, e specialmente per mascherare l’assenza di qualsivoglia principio vero, e di cui si abusa talmente che ormai è un vocabolo privo di senso; ma, nondimeno, non possiamo impedirci di osservare che, secondo la sua stessa etimologia, esso dovrebbe sottolineare una certa tendenza verso l’«idea», intesa in un’accezione più o meno platonica, cioè insomma verso l’essenza e versa il qualitativo, per quanto vagamente lo si concepisca, mentre di solito, come nel caso in questione, esso è preso di fatto per designare esattamente il contrario.
Dicevamo che la tendenza è quella di uniformizzare non solo gli individui umani, ma anche le cose; se gli uomini dell’epoca attuale si vantano di modificare il mondo in sempre più larga misura, e se effettivamente tutto diventa in esso sempre più «artificiale», è soprattutto in questo senso che essi intendono modificarlo, facendo pesare tutta la loro attività su un ambito il più possibile strettamente quantitativo.
Del resto, poiché si è voluto costruire una scienza tutta quantitativa, è inevitabile che le applicazioni pratiche derivate da tale scienza rivestano lo stesso carattere; sono queste le applicazioni il cui insieme è denominato generalmente «industria», e si può ben dire che l’industria moderna, sotto tutti i riguardi, rappresenti il trionfo della quantità, non soltanto perché i suoi procedimenti fanno esclusivamente appello a conoscenze d’ordine quantitativo e perché gli strumenti di cui si serve, cioè le macchine, sono fatti in modo da far intervenire il meno possibile considerazioni qualitative, mentre gli uomini che li mettono in azione sono essi stessi ridotti ad un’attività del tutto meccanica, ma anche perché, nelle stesse produzioni di questa industria, la qualità è interamente sacrificata alla quantità.
A questo proposito non saranno inutili alcune osservazioni complementari; e però, prima di arrivarci, proponiamo un’altra questione su cui ritorneremo in seguito: checché si pensi del valore dei risultati dell’azione esercitata dall’uomo moderno sul mondo, è un fatto, indipendente da qualsiasi apprezzamento, che tale azione riesce e conduce, almeno in una certa misura, ai fini che si propone. Se gli uomini di un’altra epoca avessero agito allo stesso modo (supposizione del tutto «teorica» ed in effetti inverosimile date le differenze mentali esistenti tra questi uomini e quelli di oggi), i risultati ottenuti sarebbero stati gli stessi?
In altri termini, affinché l’ambiente terrestre si presti ad una azione simile, non è necessario che, in qualche modo, vi sia predisposto dalle condizioni cosmiche del periodo ciclico in cui siamo attualmente, cioè non v’è qualcosa di cambiato nella natura di questo ambiente in rapporto alle epoche precedenti?
A questo punto della nostra esposizione sarebbe troppo presto per precisare la natura di questo cambiamento, e per caratterizzarlo altrimenti che come una specie di diminuzione qualitativa la quale dà maggior presa a tutto quanto appartiene all’ambito quantitativo; ma quel che abbiamo detto sulle determinazioni qualitative del tempo permette almeno di concepirne già la possibilità, e di capire che le modificazioni artificiali del mondo, per potersi realizzare, devono presupporre delle modificazioni naturali cui esse non fanno che corrispondere ed in qualche modo conformarsi, proprio in virtù della correlazione che costantemente esiste, nella marcia ciclica del tempo, fra l’ordine cosmico e l’ordine umano.
Scritto da René Guénon
7. «L’uniformità contro l’unità»
Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi