FDI CAMPANIA - La Destra merita di più. Poche luci e troppe ombre per il partito della Meloni in Campania.
L'impercettibile aumento in percentuale di FdI rispetto alle politiche è poca roba se si considera che proprio sul territorio campano il partito dei Fratellini continua a navigare al di sotto della media nazionale ed il tutto avviene facendo finta di non vedere la spinta propulsiva data semplicemente dalle preferenze robotiche della gente grazie al nome di quella Santa Donna di Giorgia Meloni.
Indipendentemente dal leggerissimo calo di consensi registrato in Campania, rispetto alla precedente tornata elettorale 2022, il partito regionale guidato dalla coppia Iannone/Cirielli, oltre che regalarci una comunità abbastanza frastagliata, spesso litigiosa e spaccata in Federazione, si trova a dover fare i conti con una figuraccia politica, a memoria d'uomo, senza precedenti, viste le splendide percentuali da capogiro della Vecchia Fiamma.
Lo Schiaffo 321 aveva preannunciato la disastrosa sconfitta della Destra Meloniana ai piedi di Montevergine, protagonista in negativo nell'unico capoluogo di Provincia campano con le urne aperte. Ad Avellino, incredibilmente, nemmeno la magica Giorgia è riuscita a dare uno slancio concreto per la corsa a Sindaco. Il tonfo, con tanto di simbolo ufficiale in corsa alla Comunali, è un risultato fin troppo deludente e controcorrente per FdI. Un misero 3.7% per il simbolo della Meloni ed un 4,2% con il modesto Modestino.
Un'altra mazzata tra capo e collo è stata la mancata elezione al Europarlamento di Ines Fruncillo, Presidente Provinciale Irpina di Fratelli d'Italia. Eppure, almeno sulla carta, la Fruncillo avrebbe dovuto avere il sostegno incondizionato del vice Ministro Cirielli, dell'ex commissario provinciale, l'onorevole Iannone, del senatore Caudino Mimmo Matera, senza dimenticare la vicinanza comunicativa in alcuni eventi del Ministro Lollobrigida.
Insomma, Ines avrebbe avuto tutte le carte in regola per arrivare in alto, ma si è classificata solo ottava, superata dalla Raffaella Docimo, esponente della comunità Partenopea, che al suo interno lascia trapelare qualche mugugno sulla linea regionale adottata a Salerno. L'affermazione di Gambino, con quasi centomila preferenze, è emblematica per capire la situazione ingarbugliata dietro il sorriso della Giorgia Nazionale, entusiasta per l'ottimo risultato in tutta la Penisola, isole comprese, ma perplessa per le dinamiche della Campania, un tempo, Felix.
In un solo colpo la soldatessa Fruncillo ed i suoi capi Salernitani sono riusciti a mortificare la comunità militante Irpina e a bruciare la figura di uno storico dirigente come Modestino Iandoli, il quale ha pagato questa scelta controproducente probabilmente per rispettare la gerarchia di partito, per onorare la vecchia militanza politica e forse per togliersi erroneamente i classici sassolini dagli anfibi di qualche antica tarantella legata ai tempi di Alleanza Nazionale. Modestino si è prestato ad un gioco politicamente suicida, portando FdI alla disfatta totale nella fantomatica corsa alla fascia Tricolore. Ora si attende, almeno, di elemosinare un posticino in consiglio comunale.
Il tutto è ancora in bilico, ma sotto gli occhi di tutti c'è l'amarezza di Iandoli, nonostante la sua iniziale euforia nel porsi come rappresentante di ferro della Meloni, A nulla sono valsi i manifesti con la Presidente del Consiglio, né tantomeno il comizio Capitolino ha sortito gli effetti sperati. Un brutto colpo per Ines e probabilmente uno dei pochi capitomboli elettorali per Giorgia. Bene ricordare le parole di Cirielli esternate poco prima dell'ultima tornata elettorale:
“Modestino Iandoli, dirigente storico della destra avellinese e amministratore cittadino di esperienza è un profilo autorevole come candidato a Sindaco di Avellino. FdI rivendica la guida della città dopo il grande risultato ottenuto alle ultime politiche risultando di gran lunga il primo partito del Centro Destra. Mi auguro che sul suo nome possano convergere anche le altre forze alleate. Lo dichiarò alla stampa l’on. Edmondo Cirielli, deputato eletto in Campania”. “La città dopo i recenti avvenimenti ha bisogno di riacquistare serenità; per questo serve una figura autorevole che ponga le basi di una rinascita”.
L'unico spiraglio di luce in questo disastro d'area potrebbe arrivare dalla componente interna e minoritaria del partito guidata da Nello Mainolfi, che plaude al buon risultato del ribelle Vincenzo Quintarelli, ex commissario cittadino di Fdi Avellino. L'avvocato Quintarelli è stato il secondo tra i candidati a consigliere con 121 preferenze all'interno di Patto Civico per Avellino, un'aggregazione di esponenti di un Centro Destra che nel Capoluogo è completamente allo sbando al punto tale che in tanti iniziano a rivalutare e a guardare con interesse le mosse del consigliere Petitto che spesso e volentieri ha dimostrato di avere un fiuto particolare per la politica locale.
Inoltre, la fazione interna d'opposizione, con capo a Mainolfi, è riuscita ad entrare a Strasburgo grazie alla duplice affermazione di Michele Picaro e Denis Nesci. La Destra in Campania, alla luce dei fatti, potrebbe crescere a dismisura ed affermarsi...solo con un taglio netto degli inetti.
Scritto da Giovanni Mauriello
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