Giuseppe Villacci è il Caudino più famoso del Novecento, nel bene e nel male, negli Stati Uniti d'America ed in mezzo mondo, soprattutto nella storia della criminologia internazionale ed in quella letteraria, senza dimenticare quella del grande schermo.
Incredibilmente, manca qualsiasi collegamento con sua Terra d'origine, ossia la Valle Caudina e più precisamente Cervinara. L'incredibile scoperta è saltata fuori in una delle tante ricerche in rete, subito confermata da una pagina virtuale dove sono elencati tutti i Cervinaresi più famosi all'estero.
Il mistero questa volta è legato alla sua totale assenza tra i personaggi storici della zona. Probabilmente il nome ed il cognome americanizzati hanno spiazzato tutti i ricercatori e gli storici amanti di esistenze da raccontare come quella di Joseph Valachi, nato esattamente centoventi anni fa. Joe era uno dei mafiosi più importanti e conosciuti all'ombra della bandiera a stelle e strisce.
Salito all'onore delle cronache per essere stato un membro di spicco dell'organizzazione mafiosa capeggiata da Vito Genovese e per aver svelato tutti i segreti dei confratelli criminali.
Appartenere all'olimpo delle cosche, però, non lo ha reso famoso da queste parti. Purtroppo, i cattivi Cervinaresi sono stati elencati solo nel prezioso libro di Angelo Marchese, "Cervinara, storie di Uomini", ma non c'è nulla su questo personaggio unico nel suo genere. Il caro Angelo, deceduto e non dimenticato, mai come ora, avrebbe potuto sostenere questa sete di notizie storiche.
Il figlio di Caudini Cervinaresi emigrati verso la fine dell'Ottocento nella difficile Grande Mela, ricordò così il suo giuramento per entrare a far parte di Cosa Nostra:
«Quando mi siedo si siede tutta la tavolata. Qualcuno mi mette davanti sul tavolo una pistola e un coltello. Ricordo che la pistola era una calibro 38 e il coltello era un pugnale. Dopodiché [Salvatore] Maranzano (all’epoca capo assoluto delle famiglie della mafia italo-americana, ndr) fa segno d’alzarci di nuovo e tutti noi ci prendiamo le mani e lui dice qualcosa in italiano. Poi ci sediamo e lui si volta dalla mia parte e, sempre in italiano, parla del coltello e della pistola. “Questo significa che tu campi di pistola e coltello e che muori di pistola e coltello”.
Poi mi chiede: “Con quale dito spari?”. Dico: “Questo qui”, e muovo l’indice destro. Mi stavo ancora chiedendo che cosa volesse significare quando lui mi dice di fare una coppa con le mani. Poi ci mette dentro un pezzo di carta e l’accende con un fiammifero e mi dice di ripetere con lui, mentre muovo il pezzo di carta su e giù: “È così che morirò se tradisco il segreto di cosa nostra”».
Valachi è la storpiatura, forse voluta, del cognome Caudino Villacci e questa scelta ha tutelato la sua riservatezza, paradossalmente, per tantissimi anni. Nato ad Harlem, quartiere di Manhattan, Valachi entrò giovanissimo, nel 1919, nella gang dei "Minute Man", specializzata in furti, per poi passare con la "Banda dei Ratti".
Nel 1923 fu arrestato dopo una rapina e si dichiarò colpevole: condannato a 18 mesi di reclusione, ne scontò la metà. Uscito dalla Banda dei Ratti, Valachi si unì alla "Banda irlandese", che agiva in pieno giorno sulla 116° strada, ma li abbandonò perché li riteneva senza alcun senso degli affari.
Valachi morì chiuso dietro le sbarre, eppure il suo nome è entrato nelle case di tutto il mondo. Ripetiamo. Tutto il mondo. Perché? Il misterioso Cervinarese costretto a lasciare la terra natia insieme alla sua umile famiglia, ufficialmente, è stato il primo sul pianeta a dare un nome alla Mafia. La divulgazione del termine "Cosa Nostra", stando agli esperti, porta la sua firma. "Peppino da Cervinara" ebbe il coraggio di smascherare la cricca di Vito Genovese e Lucky Luciano, giusto per fare qualche nome di spessore del fetido crepuscolo della malavita d'Oltreoceano.
Addirittura al Caudino ribelle venne dedicata una pellicola davvero da guardare ed analizzare meticolosamente: Joe Valachi - I segreti di Cosa Nostra, libero adattamento del libro biografico "The Valachi Papers", in italiano "La mela marcia", edito da Mondadori nel 1972 e scritto da Peter Maas, il celebre giornalista autore anche della biografia dell'agente di polizia Frank Serpico, da cui è tratto il celebre capolavoro con Al Pacino.
La biografia dell'emblematico figlio dell'emigrazione post-unitaria dall'entroterra Campano ha venduto milioni di copie. Mentre al cinema il Caudino, capace di sfidare la Piovra, era impersonato da un certo Charles Bronson. Presente anche nel "Il Padrino Parte II" come Frankie Pentangeli, l'altra opera ispirata alle deposizioni del coraggioso Uomo, capace di spargere sul suolo straniero sangue e lacrime, ma tuttavia onesto nel dare un senso alla sua vita con le sue parole taglienti, utili per mettere alla luce uno dei cancri della società, ahinoi, diffuso ovunque.
Valachi fu condannato per traffico di droga nel 1959 e condannato a 15 anni di reclusione. Nel 1962 mentre lui e il capo della famiglia Genovese, Vito Genovese, erano in prigione insieme, uccise un detenuto che pensava fosse un sicario inviato da Genovese. Fu condannato all'ergastolo, rischiando la pena capitale. Valachi divenne successivamente un testimone del Governo della Casa Bianca e l'anno successivo testimoniò davanti ad un comitato del Senato degli Stati Uniti, con ministro della giustizia Roberto Kennedy sugli scudi, in quelle che divennero note come le "Udienze Valachi". Ha divulgato informazioni precedentemente sconosciute tra cui struttura, operazioni, riti filo-massonici e di appartenenza.
In alternativa alla sedia elettrica, decise di rivelare tutto quello che sapeva su Cosa nostra all'FBI: per questo motivo, fu trasferito prima nel carcere di Westchester e successivamente, nel 1963, nella prigione di massima sicurezza di Forte Monmouth, nel Nuovo Jersey, dove confessò all’agente speciale dell’FBI James P. Flynn tutto ciò che sapeva sull'organizzazione mafiosa, rivelando per la prima volta che veniva chiamata con il termine italiano «Cosa Nostra», formata esclusivamente da italo-americani vincolati da un giuramento segreto e dedita alle più svariate attività lecite ed illecite, suddivisa in "famiglie" e diretta da una «Commissione», un comitato che governava l'associazione in tutti gli Stati Uniti.
La sua testimonianza fu così la prima grande violazione dell'omertà, il codice del silenzio mafioso e la prima prova concreta dell'esistenza della mafia italo-americana presso le autorità federali ed il grande pubblico. Valachi nacque il 22 settembre 1904 nell'area est di Harlem da Domenico Villacci e Maria Michela Casale. I suoi genitori erano emigranti italiani impoveriti provenienti da Cervinara, in provincia di Avellino. Suo padre era un alcolizzato violento e Valachi in seguito ha incolpato il suo passato e le sue radici "Caudine" per essersi rivolto alla criminalità organizzata.
Il 3 aprile 1971 Valachi morì di infarto. Stava scontando la sua pena presso il Federal Correctional Institution, La Tuna, ad Anthony in Texas. Fu sepolto quattro giorni dopo al Gate of Heaven Cemetery di Lewiston, Nuova York.
Abbiamo contattato l'associazione dedicata ad Angelo Marchese e abbiamo intensione di pubblicare un lavoro dedicato alla sua figura, ricca di spunti, di misteri e di fatti di cronaca che meritano una riflessione approfondita ed uno studio capillare. Di sicuro su queste colonne digitali ci sarà spazio per una serie di approfondimenti sulla vicenda per recuperare la storia maledetta e alquanto misteriosa di un figlio della nostra Terra, costretto a lasciarla per mille motivi e dimenticato negli ultimi anni dalla "sua" Valle Caudina.
Invitiamo le lettrici ed i lettori de Lo Schiaffo 321 a contattarci per qualsiasi informazione in merito al caso. La Redazione 321 è già al lavoro per costruire un percorso culturale ed antropologico legato a "Joe Cargo", primo pentito di mafia della storia.
Giuseppe Villacci, a nostro avviso, diede un sonoro schiaffo al mondo della associazioni segrete di stampo mafioso, mettendo alla pubblica gogna l'esistenza di un'organizzazione criminale e sanguinaria chiamata per la prima volta Cosa Nostra, ispirando addirittura il Padrino, oltretutto scatenando un intenso dibattito negli Stati Uniti ed in Italia, tranne che in Valle Caudina. Almeno fino ad ora.
Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo
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