AMIANTO - Negli ultimi 10 anni insieme a Franco Di Mare sono deceduti per malattie asbesto correlate circa 60mila persone | AMBIENTE
La scomparsa di Franco Di Mare, giornalista deceduto per un mesotelioma, ha portato alla ribalta nazionale il problema dell'amianto e delle malattie correlate come l'Asbestosi.
Negli ultimi 10 anni in Italia sono deceduti per malattie asbesto correlate circa 60mila persone. Nell'anno 2023 l'Osservatorio Nazionale Amianto ha censito circa 2000 casi di mesotelioma, con un indice di mortalità, rapportato ai cinque anni antecedenti, di circa il 93% dei casi. Nello stesso anno sono state circa 4000 le nuove diagnosi di tumore del polmone per esposizione ad amianto (al netto del fumo e degli altri agenti cancerogeni), con un indice di sopravvivenza (a cinque anni) stimato del 12% per un calcolo di circa 3500 decessi.
Si deve poi tener conto che l'amianto provoca asbestosi con ripercussioni cardiache - segnala l'Osservatorio in una nota - con un impatto che è stato censito nella misura di 500 decessi, cui vanno aggiunte le altre neoplasie, tra cui il cancro della laringe, della faringe, dell'esofago, dello stomaco, del colon, delle ovaie, e il colangiocarcinoma del fegato, con un impatto complessivo di più di 7000 decessi e di 10.000 nuovi malati.
La mappa del rischio
Ancora nel 2024 sono presenti 40 milioni di tonnellate di amianto all'interno di 1 milione di siti e micrositi, di cui 50mila industriali, e 42 di interesse nazionale. La situazione segnalata dall'Osservatorio è ancora più drammatica, in quanto il pericoloso cancerogeno è presente anche negli edifici di 2.500 scuole (stima 2023), all'interno delle quali sono esposti più di 352.000 alunni e 50.000 soggetti del personale docente e non docente.
Ancora, 1.500 biblioteche ed edifici culturali compresi almeno 500 ospedali (stima per difetto perché la mappatura ONA è ancora in corso), hanno componenti in amianto nelle strutture e/o negli impianti tecnici, in particolare termici, elettrici e termoidraulici.
Gli stessi acquedotti pubblici, compreso gli allacci, in tutto almeno 500.000 km di tubature, sono in cemento-amianto, e l'impatto è rilevante anche per effetto dell'erosione, dell'attività di manutenzione, dei terremoti e sciami sismici che causano la contaminazione dell'acqua potabile (l'amianto è cancerogeno anche se ingerito), e si somma anche al fatto che per usi antropici nelle famiglie e nelle aziende l'acqua evapora e contamina i luoghi di vita e di lavoro, anche con inalazione aggiuntiva all'ingestione.
Ogni anno ci sono 10mila nuove diagnosi, in prevalenza uomini, per motivi del loro impegno professionale e/o operai negli stabilimenti o nei siti militari e in particolare nelle regioni a maggior rischio che, con una media annua di casi diagnosticati compresa tra 1.500 e 1.800, sono la Lombardia, il Piemonte, la Liguria e il Lazio che rappresentano oltre il 56% dei casi segnalati.
Franco ha lottato fino all'ultimo contro l'amianto
"Se ne è andato Franco Di Mare. Aveva 68 anni ed è deceduto nella sua casa di Roma il 17 maggio 2024. E' stato un gigante del giornalismo italiano. Noto nel mondo per i suoi reportage nei luoghi di guerra. Uomini e donne continuano a morire in tutti i teatri di guerra", così l'Ona ha ricordato lo sfortunato personaggio nazionale.
Proprio grazie all'impegno di Franco Di Mare, il dramma dell'amianto fu portato alla conoscenza del pubblico. Infatti, l'Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) fu intervistato nel 2006 su Rai1. Fu proprio lo stesso Franco Di Mare a voler capire in cosa consisteva la capacità delle fibre di amianto di uccidere.
L'amianto, detto anche asbesto, uccide perché le sue fibre provocano asbestosi e cancro. Tra le neoplasia più aggressive "il più cattivo" è proprio il mesotelioma. Così lo ha definito proprio Franco da Fabio Fazio, nel corso della sua trasmissione "Che tempo che fa", il 28 aprile 2024.
Lo ricorderemo e sarà sempre vivo in noi e nella nostra memoria. Così, nel corso del convegno organizzato da questa associazione, che egli ha diretto magistralmente. Era il 23 novembre 2023, presso la Regione Lazio. Proseguiremo quello che fu l'impegno anche di Franco Di Mare, che purtroppo ha poi pagato sulla sua pelle l'incapacità di proteggere e di prevenire questi danni. Proseguiremo per la bonifica, per la ricerca scientifica e la cura e la tutela giuridica contro questo killer e per fermare la strage silenziosa. Sì, perché l'amianto è ancora presente in Italia, e lo è anche nella sede Rai di Roma in Viale Mazzini, 14.
Infatti, l'ONA ha dovuto piangere anche un'altra vittima dell'amianto in Rai: è, infatti, deceduto il Sig. Mariusz Sodkiewicz in data 13 maggio 2024, sempre per mesotelioma. In quest'ultimo caso, è palese che la fibra killer è stata respirata proprio all'interno della sede Rai di Roma in Viale Mazzini.
AMIANTO CHI MOLLA!
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