La Venere Caudina ornava gli ambienti aristocratici della villa della gens Cocceio a Bonea ed ora è tornata al centro dell'attenzione generale perché ravviva il profondo legame con il nostro lontanissimo Passato, ricco di arte e cultura. La Cocceia era una gens Romana patrizia, originaria del centro Italia, ma con ramificazioni da queste parti.
I nostri Avi adoravano Venere, che secondo Omero fu la figlia di Zeus e Dione. Al contrario, Esiodo, mise in circolo un'altra versione dei fatti: Urano, mentre era in amplesso amoroso con Gea, fu scoperto da Crono che lo evirò, senza alcuna pietà. Il membro precipitò rovinosamente nel Mediterraneo di Cipro. Nell'impatto si trasformò in spuma bianca da cui nacque la Dea, quindi figlia del cielo, del mare ed ora anche della Valle Caudina.
La Venere Caudina si trovava presso la Soprintendenza di Caserta e Benevento e solo da qualche giorno è tornata a casa, questa volta a Montesarchio tra le braccia dell'importante Museo di spessore internazionale diretto in una maniera eccellente, visti i risultati positivi degli ultimi anni.
Il direttore del MANSC ed i Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale del Comando regionale della Campania hanno portato a termine un lavoro esemplare, grazie anche alla collaborazione del signor Pasquale Clemente. Quest'ultimo ha voluto restituire allo Stato un bene archeologico del territorio Caudino, mettendolo a disposizione della comunità. Un tesoro da custodire e valorizzare per alimentare il turismo, che potrebbe essere la carta in più della Nuova Caudium.
ONORE A VENERE!
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