martedì 21 novembre 2023

VALLE CAUDINA - Ucraina sì. Italia no. Palestina boh? | POLITICA

VALLE CAUDINA - Ucraina sì. Italia no. Palestina boh?
Tre guerre, tre pesi e tre misure. I conflitti si combattono con varie armi, tra cui quella micidiale della propaganda, utile per legittimare gli inutili spargimenti di sangue civile e le ataviche viscide mire neocolonialiste. Il classico schema dei buoni contro i cattivi, ripetuto in ogni epoca. 
Dalla fine Seconda Guerra Mondiale, vinti e vincitori, occupati e occupanti, hanno tracciato il viatico che porta ai giorni nostri. Fino a qualche mese fa, ad esempio, il modello politicamente corretto era pro-Ucraina di Vladimiro Alessandro Zelens'kyj e anti-Russia di Vladimiro Putin. Poi qualcosina è cambiata. Radicalmente. Muta lo scenario bellico, non le solite coalizioni internazionali di appoggio morale, economico e militare.

dibattito
Nell'acceso dibattito che si sta creando in queste settimane sulla vergognosa questione Palestinese a nessuno è venuto in mente, invece, il sensato paragone tra la Repubblica Sociale Italiana ed il Nazionalismo che si respira a Gaza. 
RSI e Palestina, entità non riconosciute da molti governi in ambito internazionale, erano e sono legate alle rispettive patrie da un profondo vincolo di sangue. Eppure, i parallelismi sono evidenti: 80 anni (Italia) e 75 anni (Palestina) di devastante occupazione militare, per poi passare all'inesorabile colonizzazione dei territori nazionali.
La negazione di fatto del sacrosanto diritto all’autodeterminazione dei Popoli dovrebbe essere evidente. Le bombe della libertà, sganciate dalle potenze Demoplutocratiche, hanno donato lutti e lacrime alle famiglie Italiane ieri e a quelle Palestinesi oggi. Tra l'altro la combriccola guerrafondaia ha armato fino ai denti l'Ucraina contro la Russia. Per arrivare a cosa?

BENPENSANTI
A nessun benpensante sostenitore della “Resistenza ucraina” è venuto in mente di fare parallelismi con il Popolo Palestinese ed il pieno diritto alla sua esistenza contro l’occupazione belligerante con cui l'Israele reprime gran parte dei Palestinesi a suon di bombe, reali e mediatiche. Le stesse che polverizzarono la Penisola Italica, da Nord a Sud, comprese Napoli, Avellino e Benevento, senza risparmiare la Valle Caudina. Una vera e propria occupazione militare, politica e culturale, etichettata come liberazione, simile a quella di Israele, che alti rappresentanti delle Nazioni Unite hanno definito “un affronto al diritto internazionale”. Le 113 basi extracomunitarie rappresentano il sigillo ufficiale del dominio democratico Angloamericano. La Russia sta attuando lo stesso principio di Israele: occupare un territorio perché si sente attaccata da una popolazione ostile che può colpire il suo status quo. Entrambi non fanno forse la stessa identica cosa?


DIFFERENZE
Forse vi è una differenza: la Russia colpisce solo installazioni militari e lascia i civili disarmati (a meno che questi non sono stati messi tra le forze russe e le armi ucraine), perché è interessata a conquistare il regime; Israele, invece, colpisce senza distinzione, perché mira al completo annientamento del nemico, armato di lanciarazzi. Tredicimila morti, trentamila feriti, un milione e mezzo di profughi parlano da soli. La Russia è sottoposta a fortissime sanzioni da parte di tutto l’Occidente schierato con la Perfida Albione e le sue colonie d'oltreoceano. La Russia ha attaccato e occupato l’Ucraina decantandone lo storico diritto di prelazione su alcuni territori ucraini.


Israele non è sottoposta a nessuna sanzione, anzi, non rispetta neanche quelle date dall’ONU, nonostante abbia attaccato la Palestina, occupandola e riducendola sotto coercizione in stato di segregazione, vantando un diritto che si basa su una leggenda biblica, capace di dar vita ad un enorme carcere a cielo aperto detto Striscia di Gaza.
Ricordiamo pure che l’ONU definì il Sionismo una becera forma di razzismo, ma qualche anno più tardi, su pressante richiesta degli USA, tale dichiarazione fu annullata.
Va osservato che nel Consiglio di sicurezza dell’ONU siedono in permanenza USA, Russia, Francia, Inghilterra e Cina che hanno il diritto di veto per aver vinto, chi più e chi meno, la Seconda Guerra Mondiale. In totale il CdS ha emanato circa sessantanove risoluzioni concernenti la Palestina e/o Israele. Altre ventinove risoluzioni sono state bloccate dal veto degli USA perché erano sfavorevoli a Israele. Quasi sempre gli USA hanno richiesto delle modifiche attenuanti. Per questo motivo molte risoluzioni emanate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e concernenti Israele sono piuttosto blande e/o non sono imperative.

spaventapopoli
L’ONU ed il famigerato Consiglio di Sicurezza sono sempre stati perfettamente a conoscenza della situazione reale in quanto informati accuratamente dalle speciali commissioni di vigilanza o d’inchiesta delle Nazioni Unite create di volta in volta, come ad esempio il rapporto ufficiale dell’ONU sui territori occupati da Israele del 1995. 
Ciò non giustifica assolutamente, sia chiaro care lettrici e cari lettori, gli attacchi delle milizie sui civili e sugli inermi. Condannare il terrorismo infame di qualsiasi matrice non è scontato. Schierarsi dalla parte "sbagliata" non implica la legittimazione della resistenza, a dir poco controproducente. 
Nel 2023, quasi 2024, la multiforme diplomazia, a nostro avviso, dovrebbe risolvere i problemi, non crearli ad arte. Ricorrere allo scontro armato è una sconfitta per tutti. Il rischio nucleare, tuttavia, è uno SpaventaPopoli che potrebbe stravolgere le esistenze di tutto il Pianeta in pochi minuti fatali. 

L'Articolo 52 della Costituzione Italiana è abbastanza chiaro:
"La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino". La progressiva trasformazione profana della società "capitalista", dall'attacco ai Nazionalismi di inizio Novecento alla dilagante globalizzazione del Terzo Millennio, ha trasformato anche l’idea di difesa Patriottica. Riscatto sociale, voglia di libertà, senso di appartenenza ed identità nazionale hanno contribuito profondamente a riscoprire e rigenerare il sano concetto di Patria in Palestina, che risulta essere più o meno lo stesso che spinse i "giovani a difendere l'ultimo lembo patriottico" sotto il Tricolore Social-Repubblicano durante la guerra civile (43/45).
RIFLESSIONI
Il diritto alla Difesa nazionale è la prerogativa necessaria per la sopravvivenza di Popolo. Opporsi all’ingiusto esercizio del potere o al potere illegittimo rientra nell'ambito del "sacro dovere civico". 
In Valle Caudina, però, sventolano insieme bandiere sbiadite Ucraine e quelle grottesche della Pace arcobaleno. Per la Palestina, invece, si stende un velo pietoso insanguinato, da buoni "pacifinti"?
In Italya si aspettano le fasi finali dei Mondiali o degli Europei di calcio per riesumare un vessillo che senza "anima" diventa uno straccio, utile solo a ripulire le coscienze di una massa sottomessa, superficiale et servile. 
Pace e Giustizia per i Popoli oppressi.
Fermate le guerre.

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immagini tratte dalla rete

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