Artista: Tito Gobbi
Brano: Frò Diavolo
Anno: 1948
Artista: Tito Gobbi
Brano: Frò Diavolo
Anno: 1948
#17FRECCIATINECAUDINE
L'Ente Autonomo Volturno non avrebbe confermato l'ultima tabella di marcia con l'inizio dei lavori fissati a dicembre 2023. Ora si discute di ulteriori rallentamenti a causa di una complessità d'interventi. Sulla carta si intravede il 2025 all'orizzonte, sempre che gli altri passaggi vengano coronati da successi concreti.
Napoli se ne frega, Benevento è, in ogni caso, servita egregiamente come Caserta. Afragola cresce vertiginosamente, sfruttando anche le difficoltà della storica FBN. Solo l'Unione dei Comuni della Valle Caudina potrebbe giocare un ruolo incisivo, ma la consistenza di questo ente non dà certezze, né prospettive.
Eppure, quei treni sgangherati, sempre affollati e mai puntuali, ora affiorano tra i ricordi dei Pendolari e degli Occasionali, che da "dimenticati" si sono prima trasformati in "disagiati" per poi finire tra gli appiedati Caudini.
Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo
La Caudium Pagella è una rubrica goliardica e non che nasce per dare i voti ai personaggi e/o alle notizie del mese traendo spunto direttamente dalla stampa locale. Segnalaci qualcosa che a tuo parere merita di passare sotto le Forche Caudine de Lo Schiaffo 321. Non dimenticare la fonte e l'ironia.
10#MATERA
Provinciali, FdI. Mauriello certo, ballottaggio Iannotta-Mauro. Un candidato di Montesarchio ed uno di Sant’Agata de’ Goti. Ed una di Bucciano. Le Provinciali dalla prospettiva di Fratelli d’Italia parlano caudino. La Valle, infatti, esprimerà con quasi certezza tre candidature in vista della imminente corsa elettorale alla Rocca dei Rettori. Uno dei nomi uscirà – percentuale 100 su 100 – da Sant’Agata de’ Goti e, nel dettaglio, dalla rosa della maggioranza. Come era già stato abbondantemente anticipato nei giorni scorsi, la scelta del Senatore Domenico Matera, in interfaccia con la dirigenza del partito e gli interessati, cadrà su uno tra Michele Iannotta ed Alessandro Mauro, entrambi in forza alla squadra di governo capitanata dal Primo Cittadino Salvatore Riccio. Nelle prossime ore si scioglieranno le riserve con la opzione che varrà espressa su uno dei due profili. Dalla cittadina saticulana a quella capofila della Valle Caudina. In ovvia pole position vi è, come comprensibile dalle evoluzioni delle ultime ore, Gaetano Mauriello, fresco di adesione a Fratelli d’Italia. Il consigliere sarà un altro dei candidati che sarà piazzato sullo scacchiere dei meloniani. Attualmente tra le fila dell’opposizione, Gaetano Mauriello è stato per un decennio nella maggioranza guidata dall’allora sindaco Franco Damiano. Persona di forte contatto e di forte collegamento con il territorio, Mauriello ha sempre ottenuto importantissimi riscontri numerici in occasione delle varie competizioni elettorali che lo hanno visto impegnato in prima persona. Altro nome che dovrebbe andare a completare il terzetto di Fratelli d’Italia, poi, è quello di Giuseppina De Blasio. Attuale consigliere della Maggioranza di Bucciano, l’esponente è stata eletta nel parlamentino di paese nel Maggio 2023. (usertv.it)
9#PENSIONI E 13ESIME
Irpinia/Sannio: da domani in pagamento pensioni e tredicesime. Poste Italiane comunica che in tutti i tutti i 160 Uffici Postali della provincia di Avellino ed in tutti i 91 Uffici Postali della provincia di Benevento le pensioni del mese di dicembre, comprensive di tredicesima, saranno in pagamento a partire da venerdì 1. Per una migliore fruizione del servizio, è consigliabile, per il ritiro delle pensioni in contanti, seguire la turnazione alfabetica suggerita nell’avviso specifico posto all’esterno di ciascun Ufficio Postale, come nell’esempio: i cognomi dalla A alla C venerdì 1° dicembre, dalla D alla K sabato (solo mattina) 2 dicembre, dalla L alla P lunedì 4 dicembre, dalla Q alla Z martedì 5 dicembre. Le pensioni di dicembre saranno disponibili a partire da venerdì 1,anche per i titolari di un Libretto di Risparmio, di un Conto BancoPosta o di una Postepay Evolution che abbiano scelto l’accredito. I possessori di Carta di Debito associate a conti/libretti o di Postepay Evolution, quindi, potranno prelevare in contanti dai 75 ATM Postamat della provincia, senza recarsi allo sportello. Inoltre, i possessori di Carta di Debito associate a conti/libretti potranno usufruire gratuitamente di una polizza assicurativa che consente un risarcimento fino a € 700 all’anno sui furti di contante subiti nelle due ore successive al prelievo effettuato sia dagli sportelli postali sia dagli ATMPostamat. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.poste.it o contattare 06 45263322. (ilcaudino.it)
8#DE FALCO
L’Accademia Olimpica Beneventana di Scherma Maestro Antonio Furno brilla nella prima Prova Nazionale Paralimpica e Non Vedenti di scherma, svoltasi lo scorso fine settimana a Massa. Nella prova di spada Salvatore De Falco, schermidore del club beneventano, ha conquistato la medaglia di bronzo. Dopo un percorso lineare De Falco ha ottenuto l’accesso alle semifinali grazie ad un’ottima prova nei quarti di finale dove ha superato per 15-11 Michele Vaglini del Club SchermaPisa. In semifinale l’atleta campano ha alzato bandiera bianca dinanzi a Michele Massa dell’Accademia Scherma di Fermo che è risultato il vincitore della gara di spada. Nella stessa categoria da sottolineare l’ottima prestazione di Luigi Fioretti che è riuscito a centrare l’obiettivo di entrare tra i primi dieci in classifica. (labtv.net)
7#PALLOTTA
Cervinara: Paola Pallotta lascia la maggioranza che sostiene il sindaco Lengua. E’ giunto il momento di fare chiarezza! Ho sempre sostenuto l’amministrazione, ho sempre mostrato lealtà alla stessa e al Sindaco. Ho sempre rispettato il ruolo altrui a discapito anche del mio. Ora però, dopo tre anni di questa esperienza amministrativa, devo a malincuore prendere atto di un fallimento, sia sul piano politico che sul piano delle relazioni umane. Lo scrive in un comunicato stampa la consigliera Paola Pallotta. Non si può fingere. Devo purtroppo prendere atto che non siamo stati messi nelle condizioni di operare al meglio e per come avremmo potuto. Per tutte queste e per altre vicissitudini, è per me intollerabile continuare a fingere. La politica non può essere legata al caso, a nascondersi dietro ai tecnicismi degli uffici o alle inadempienze altrui e trovare sempre la scusa di lasciare il tutto inalterato, ad oltranza. Ricordo a me stessa e agli altri che questa compagine continua ad andare avanti imperterrita, pur avendo un dissenso profondo già nell’organo esecutivo della Giunta e in diversi consiglieri eletti in maggioranza, ma si continua a far finta che il problema non esiste, anzi questo, molte volte, diventa alibi per non condividere scelte e decisioni. Tutto questo, chiaramente, va a discapito di una intera comunità. I problemi, ahimè, non si risolvono da soli e il tempo può solo aggravarli e fare finta che tutto vada bene vuol dire solo affrontare le questioni amministrative con ipocrisia. Io non sono più disponibile a continuare a mentire né a me stessa né agli altri. Solo come esempio, voglio ricordare che questa amministrazione non è mai stata nella possibilità di tenere una riunione di Giunta con tutti i componenti nominati dal Sindaco, ma il problema non c’è. Lascia la maggioranza. Sono stata eletta dai cittadini consigliere comunale, con le elezioni amministrative 2020, e ho, finora, rispettato la volontà popolare, ma per coerenza non posso continuare a stare nel gruppo di maggioranza se dello stesso non ne condivido più l’indirizzo. Pertanto, sebbene mi sarebbe più comodo, del resto come si è abituati a fare, rimanere in maggioranza e scalpitare per i malumori, ho deciso di dichiararmi indipendente, non avendo mai avuto lacci e lacciuoli in questa amministrazione a cui nulla devo. (ilcaudino.it)
6#OPERAI
LA PROTESTA «In fabbrica fa freddo»: i lavoratori incrociano le braccia. Si sciopera in tre grandi stabilimenti: Denso, IIA e Aurubis. Morsa: «La condizione dei lavoratori interne alle aziende metalmeccaniche in provincia di Avellino, continua subire peggioramenti costanti». «Le condizioni climatiche registrate lo scorso 27 novembre all’interno della Denso non rispettavano i requisiti minimi di sicurezza per poter effettuare la prestazione lavorativa da parte delle maestranze». E’ per tale ragione che i dipendenti ieri mattina hanno incrociato le braccia. La stessa protesta nei c’è stata in altri due importanti stabilimenti: Aurubis e IIA. «L’azienda Denso, come è noto, in applicazione dell’articolo 2087 del CC è “obbligata a tutelare la salute e l’integrità fisica e morale del lavoratore adottando nell’esercizio dell’impresa tutte le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie”». Tutto questo secondo i lavoratori non avviene. Che infatti lunedì si sono trovati in «una condizione di impossibilità ad espletare la prestazione lavorativa per responsabilità aziendale». E denunciano che «il periodo di fermo produttivo del 27 è stato causato dalle ataviche disorganizzazioni aziendali vanno retribuite integralmente così come previsto del decreto legge 81/08 e dalla giurisprudenza consolidata». Ancora: «Sarebbe utile, nello fattispecie, che l’azienda eviti di fantasticare soluzioni diverse che sarebbero in ogni caso illegali», dicono gli operai. Ad intervenire sulla questione anche il segretario della Fiom di Avellino, Giuseppe Morsa: «La condizione dei lavoratori interne alle aziende metalmeccaniche in provincia di Avellino, continua subire peggioramenti costanti, al punto le maestranze di tre importanti aziende hanno incrociato le braccia in questa settimana per rivendicare diritti e dignità», spiega. «Lunedì i lavoratori della Denso si sono fermati perché l’azienda non era in condizione di riscaldare gli ambienti di lavoro, con l’obiettivo di risparmiare soldi per il riscaldamento», afferma Morsa. Ieri invece si sono fermati i lavoratori dell’Aurubis e della IIA. Stesso copione della Denso: «Disorganizzazione e poco rispetto di chi lavora». «Questa rabbia, - dice il segretario - merita una risposta da parte delle aziende. Occorre che il sistema secondo il quale a pagare le inefficienze siano sempre i lavoratori non può continuare ad esistere». Morsa sottolinea che «i lavoratori, quelli che generano la ricchezze per l’azienda e per il Paese meritano una trattamento diverso, per questo la FIOM proseguirà la battaglia al fianco dei lavoratori per la dignità ed il salario. I lavoratori, quelli che generano la ricchezze per l’azienda e per il Paese meritano una trattamento diverso, per questo la FIOM proseguirà la battaglia al fianco dei lavoratori per la dignità ed il salario». (orticalab.it)
5#DE LUCA
“Le dichiarazioni che ha fatto Conte ieri mi sono sembrate sinceramente molto ragionevoli, molto equilibrate e serie. Mi pare che su questa base si possa ragionare per costruire un’alleanza credibile per governare l’Italia“. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca commentando positivamente la visita di ieri del leader del M5s al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. “Per governare questo Paese – ha detto De Luca – non bastano gli slogan e una riedizione di Lotta Continua, occorre mettere in piedi un programma che, partendo dalla povera gente, dal mondo del lavoro, sia credibile anche per il sistema delle imprese, per i ceti professionali, per i ceti dinamici del nostro paese e, in ogni caso, per la maggioranza degli italiani, altrimenti la strada per il governo rimane chiusa“. “Io sono un po’ all’antica, sono un po’ in difficoltà con le nuove terminologie. L’importante è che non andiamo verso il camposanto, perché quello non sarebbe produttivo per l’Italia“. Con una battuta il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, commenta la definizione del presidente del M5S Giuseppe Conte di “campo giusto” a proposito dell’alleanza di sinistra su cui ha lavorato ieri a Napoli in un lungo colloquio con il sindaco Gaetano Manfredi. “Io parlerei – ha detto De Luca – sempre in termini molto più semplici, di alleanze politiche. Alleanze, coalizioni, sono cose che si capiscono. Perché questa definizione dei campi rinvia a un linguaggio della sinistra ‘pipi’, radical chic, senza chic“. (anteprima24.it)
4#BENZINA
Sosta con il suo tir sulla Telesina e gli prosciugano i serbatoi del carburante. Il personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Telese Terme, a seguito di articolate indagini, ha individuato e deferito alla competente A.G. una persona per il furto di carburante sottratto dai serbatoi di un camion condotto da un autista straniero che aveva parcheggiato il proprio autoveicolo nell’area di sosta di una stazione di servizio ubicata lungo la strada statale 372 “Telese Caianello”, in territorio della provincia di Benevento. Il camionista, dopo aver rifornito il proprio automezzo, lo aveva parcheggiato e, quindi, si era allontanato. Tornato sul posto, si era posto alla guida dello stesso, notando che l’indicatore del livello carburante segnava inspiegabilmente lo “zero”. Si era, quindi, recato presso gli Uffici del Commissariato di P.S. dove aveva sporto denuncia, attivando le indagini del caso. Il personale della Polizia di Stato, anche grazie alle immagini riprese dalle numerose telecamere di sicurezza installate lungo l’importante arteria stradale, riuscivano a ricostruire l’accaduto. (retesei.com)
3#PEDIATRI
Liste sature per i pediatri. E da Montesarchio si viene dirottati su Sant’Agata de’ Goti. Che non si trova certo dall’altra parte del globo ma che manco è a portata di tasca, in ispecie se si parla di neonati e bambini in tenera età. La testimonianza di ciò che è un profondo disservizio è quella che viene dalla cittadina capofila della Valle Caudina dove si è materializzato il disagio patito da una coppia che, ai principi del mese di Ottobre, ha visto venire alla luce la sua piccola. “Qualche giorno fa – ci viene raccontato - mia moglie si è recata all’Asl di Montesarchio per l’assegnazione di un pediatra. Innanzitutto presso lo sportello dedicato vi sono altri adempimenti e quindi ore di attesa (con la bimba di un mese a casa che necessita della mamma). Ma questo il male minore – espone ancora il nostro lettore - Una volta giunto il suo turno, giunto grazie al coinvolgimento della nonna che pazientemente ha dovuto fare tre ore di fila, le è stato riferito che ad oggi Montesarchio è presidiato da soli due pediatri che tuttavia sono in esubero con liste di attesa già lunghe”. Di conseguenza, qui viene l’amara novità, “l’unica disponibilità sarebbe stata per un pediatra di Sant’Agata de’ Goti, Comune a 17 chilometri di distanza da Montesarchio con una percorrenza di circa 30 minuti di auto. Adesso – si interroga correttamente il cittadino - com’è possibile immaginare che per visitare un neonato, magari febbricitante, bisogna sobbarcarsi 30 minuti di auto per raggiungere il proprio medico curante? Dove magari ci sarà necessità di ulteriori attese per riceve assistenza?”. Domanda più che legittima rispetto ad una “situazione” che non pare tenere conto delle difficoltà che si hanno nella gestione di un bebè, in ispecie quando questi è alle prese con i frequenti malanni legati alla condizione di neonato. Si aggiunga la necessità di ricevere i controlli legati alla prima fase di vita, situazione cui mamma e papà stanno sopperendo privatamente. “Inoltre – ci ricorda chi ci contatta - senza un pediatra assegnato non può effettuare vaccini e eco anche, esame tipico della prima fase di vita del neonato. Trovo tutto sconcertante e penso questo sia un paese che faccia tutt’altro che favorire la natalità”. V’è poco altro da aggiungere. (sannioinforma)
2#TRUFFE
A Sant’Agata de’ Goti non c’è pace: dopo i furti e la rapina, scatta l’sos truffe. Dai furti a raffica che si sono succeduti sul territorio passando per le rapine e le truffe. Meglio dirsi, nel caso di specie, a quelle tentate. Martedì pomeriggio, in particolare, due uomini si sono portati in una casa non lontana dal Centro medico Erre spacciandosi per postini che avrebbero dovuto recapitare una pseudo-raccomandata. (ilsannioquotidiano.it)
1#REATI
Avellino: attività anticrimine della polizia, raffica di Daspo, nelle ultime settimane un’attenta attività della polizia di Avellino. Nell’ambito di una sistematica attività finalizzata a prevenire la commissione di reati in genere e colpire quei soggetti che, per tenore di vita e pregiudizi di polizia, appare verosimile possano continuare a delinquere mettendo in pericolo il vivere ordinato e sereno della collettività, la Polizia di Stato ha condotto nelle ultime settimane un’attenta attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni illeciti che hanno portato all’irrogazione di numerosi provvedimenti di prerogativa del Questore. In particolare sono stati adottati: 2 provvedimenti Da.CUR (cd Daspo Willy), su proposta della Divisione di Polizia Anticrimine della Questura di Avellino, nei confronti di due soggetti pregiudicati, dimoranti in provincia, rispettivamente di 50 e 29 anni, indagati per reati di tentata estorsione, lesioni personali e danneggiamento in concorso, ai danni del titolare di una bar, sito in Mercogliano, il quale tra l’altro era stato aggredito e refertato presso il locale nosocomio per lesioni subite; 2 avvisi orali di cui il primo su proposta del Commissariato di Cervinara nei confronti di un soggetto con a carico pregiudizi per percosse, minacce, diffamazione, calunnia e violenza, lesioni personali e circonvenzione di persona, l’altro invece su proposta dei militari dell’Arma di Carabinieri di Montella, nei confronti di una persona con a carico pregiudizi per rissa, stupefacenti ed oltraggio. In entrambi i casi i soggetti sono stati ritenuti idonei a fondare giudizio di pericolosità e di allarme sociale, entrambi identificati nel corso dell’attività di controllo del territorio; 2 avvisi orali su proposta dei militari dell’Arma de Carabinieri di Baiano, nei confronti di due soggetti indagati per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di coltelli a serramanico, tirapugni e cartucce a pallini cal. 36. All’irrogazione dei provvedimenti si è giunti a seguito di perquisizione domiciliare nel corso della quale venivano rinvenute alcune dosi di sostanza psicotropa del tipo hashish nonché due piante di cannabis in piena fioritura; 2 avvisi orali, su proposta della Divisione di Polizia Anticrimine nei confronti di due soggetti di Avellino, indagati per reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I due giovani pochi giorni orsono erano stati tratti in arresto da personale della Squadra Mobile perché colti in flagranza di reato, intenti a spacciare hashish: nella circostanza a seguito di perquisizione personale venivano trovati in possesso di nove stecche di hashish mentre la successiva perquisizione domiciliare consentiva di rinvenire, oltre a denaro in contanti per 250 euro anche due panetti della medesima sostanza, bilancini di precisione e materiale per il confezionamento delle singole dosi; 1 avviso orale, su proposta della Divisione di Polizia Anticrimine, per un 63enne del capoluogo, gravato da precedenti specifici, destinatario nel decorso mese di novembre, della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ai propri congiunti, ai luoghi frequentati dagli stessi con l’ulteriore divieto di comunicare con i predetti con qualsiasi mezzo; 2 avvisi orali, sempre su proposta della Divisione di Polizia Anticrimine, nei confronti di due giovani, 19enne l’uno, 27 l’altro, che nel decorso mese di ottobre erano stati tratti in arresto in quanto indagati per aver danneggiato, per futili motivi, alcuni componenti presso un’area di servizio dando fuoco nella circostanza all’autovettura del titolare dell’attività. (ottopagine.it)
La proto-radio Caudina nacque nel gelido mese di gennaio del 1977 e per magia, grazie al modulatore potenza da appena 3.0 Watt, all'alimentatore ovviamente stabilizzato e alla mitica antenna Ground Plane, per la gamma 88/108 MHz, prese forma nell'etere una radio libera che riusciva a coprire quasi tutta la Valle, toccando le porte delle città di Avellino, Benevento e Caserta.
Siamo così andati avanti nei tre anni seguenti, fino ad arrivare alla serata di domenica 23 novembre 1980 ore 19,34 quando ai microfoni di "Radio City Sound" (nome ufficiale della radio) 88.700 Mhz in effemme c'era il caro amico Eduardo, il quale conduceva il programma dei risultati sportivi della giornata. Ad un tratto ci fu un forte boato (sisma in Irpinia e Basilicata n.d.r.) ed iniziò a tremare tutto!Ci raccontò successivamente l'amico Eduardo che il braccio del giradischi dove in quel momento stava suonando la canzone di Stewie Wonder "Master Blaster", e non è uno scherzo, saltava e girava in tutte le direzioni! Ci furono danni ingenti alla struttura e alle apparecchiature tecniche, le quali finirono rovinosamente sul pavimento. Da quel momento venne tutto spento e la radio fu temporaneamente abbandonata.
Riflessioni
La Radio ufficiale della Città Caudina è viva. Manca la Città Caudina come entità politica organica al territorio. Sono già passati due mesi dall'importante incontro politico in Regione Campania. Dopo l'entusiasmo ed i buoni propositi, a dire il vero, non c'è ancora traccia di una ferrea volontà di rinascita dell'Unione dei Comuni Caudini. Magari un passaggio sulla radio "ufficiale" dell'Unione Caudina per ricordare i giorni del silenzio "unionista" potrebbe risultare utile, oltre che sarcastico, per dare vita ad Piano Maestro per lo sviluppo dell'entroterra Caudino.
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ASSENTI ALLE PROVINCIALI. PERDENTI ALLE COMUNALI? Le Forche Caudine della Destra Irpina dopo i disastrosi risultati del commissariamento salernitano.
Come da prassi e previsione i destroidi ad Avellino e Provincia continuano a vivere nella confusione più totale. La mancata presenza di FdI alle elezioni provinciali è la continuazione comico-drammatica della favola decennale, fantasiosa e mai monotona, della Destra Irpina. Come se non bastasse qualche Console dell'Impero ha puntato sul cavallo di Caligola ed ha consegnato la pseudo Federazione Biancoverde ad un Granata.
Per il bene di tutti, sia chiaro, bisognerebbe informare quelli di Roma Caput Mundi che ad Avellino le castagne e le nocelle non potranno mai diventare zuppe di pesce e impepata di cozze.
La tragicomica vicenda al centro del dibattito politico Avellinese sembra non avere fine e non si ferma nemmeno davanti l'evidenza dei fatti. Il CentroDestra ne esce con le ossa rotte, Fratellini in primis. In effetti la pezza al posto del nefasto buco fa ancora più riflettere sulle formule elettorali balbettate senza logica.
Il Commissario salernitano Iannone per analizzare il fallimento del CDX alle Provinciali Irpine si è affidato ad una nota che probabilmente è stata scritta dal degno erede del ragioniere Filini di fantozziana memoria. Nel testo si produceva una giustificazione di circostanza che attualmente è ancora in fase di studio al CERN di Ginevra. L'incomprensibile pensiero è stato poi confermato dalla sua vice Ines Fruncillo, la quale, dinanzi alle telecamere di Irpinia TV, ha dimostrato una notevole crescita comunicativa, grazie ai vari corsi di aggiornamento avuti con Italiani all'estero e successivamente con Forza Italia. Una capacità non indifferente di ripetere, con estrema lucidità e senza errori, le identiche parole del Iannone di mare.
Per carità, l'unità d'intenti è qualcosa di positivo in un partito in fase embrionale, ma se avviene solo in una parte di esso, l'atomo si scinde e qualcuno potrebbe sentirsi come un monaco tibetano in un concerto punk-rock dei Cccp.
A questo punto, dopo aver assistito all'aborto della immaginata lista "Moderati e conservatori" (in realtà più che immaginata era immaginaria), nonché dopo aver sentito le parole devastanti che suonavano stridule come l'arrampicamento sugli specchi con la scusante dell'inutile civismo politico, qualcuno si aspettava una battuta d'arresto, una riflessione al gusto di limoncello di Sorrento ed un bagno di umiltà dei capoccia. Beh, niente da fare. Il Commissario Salernitano ha deciso di strafare, riproponendo anche per le comunali di Avellino lo stesso disegno che non è andato in porto per la Provincia, affermando che con il Sindaco Festa di Avellino non si fa nulla, se non con la creazione in un eventuale progetto di Centro Destra ben definito dai simboli di partito, indefinito sulle reali possibilità di vittoria.
KUTUZOV
Nessuno può entrare nelle dinamiche tecniche della politica Avellinese se non conosce bene il territorio all'ombra dell'Orologio, né tantomeno si può sindacare su cosa sia giusto fare, ma qualcuno dovrebbe calmare il Commissario Granata, magari invitandolo a cena. Circolano voci che la vicenda possa avere profonde radici campanilistiche, di quelle che non gelano mai. Sembrerebbe che l'ostinazione antiavellinese sia figlia della sottile rivincita calcistica di Iannone. Pare che l'origine risalga alla rabbia legata, addirittura, al dramma del dopopartita del famoso derby regalato alla storia dalla doppietta nei minuti finali di Kutuzov ad inizio degli anni Duemila, quando i Lupi erano guidati da Zeman. Una spiegazione plausibile alla luce degli ultimi giorni, abbastanza agitati a causa di scelte opinabili e calate dall'alto.
Nelle ultime ore il Meloniano si è dovuto giustamente sorbire i mugugni e la stampa che gli ha fatto notare l'incoerenza con le tesi di alcuni esponenti di FdI, che a loro volta avevano già in precedenza avanzato strategie politiche esattamente opposte a quelle arrivate dalla lontanissima Salerno.
Inoltre, si dovrebbe avvisare il sopracitato Commissario Federale che la politica Avellinese è un laboratorio poliedrico in continua evoluzione, capace di mutare in modo repentino dall'oggi al domani. Quindi, mettere dei paletti oggi è senza senso, come è senza senso accendere la miccia per questo fantomatico Centro Destra Irpino, in passato sempre sconfitto a causa delle linee frutto di alleanze nazionali, distanti anni luce dal territorio cittadino ed infatti molto controproducenti per la stessa area di riferimento, simboli compresi.
labirinti
Per carità, il nobile romanticismo simbolico piace a tutti, ma ad Avellino non basta. Bisogna interpellare altri fattori per districarsi nei labirinti Irpini dove strategie e astuzie sono la base per uscirne a testa alta. E su questo giochetto d'abilità pragmatica, insito nell'anima dei (demo) cristiani, è strano vedere l'onorevole Gianfranco Rotondi (specialista di scuola scudocrociata nel viaggiar nei labirinti) titubante nel fare una tiratina d'orecchie al Commissario Granata.
Intanto, la Destra Irpina è in balìa degli eventi esterni. Per motivi extra politici non possono confidare nella mano della Senatrice Cosenza e nemmeno nel sostegno Senatore Matera, il quale sta dimostrando un massiccio spessore politico nell'ambito della Federazione Beneventana di Fratelli d'Italia. Il Popolo Meloniano della Verde Irpinia non può nemmeno confidare nel buon Cirielli, preso dai tanti impegni Ministeriali.
LINEE
La linea di Edmondo appare anch'essa in controtendenza rispetto alle ultime affermazioni, alquanto allucinanti, che sicuramente hanno 'mbriacato lo stesso Cirielli. Per salvare le castagne Irpine dal fuoco amico Salernitano bisognerebbe ascoltare i vertici ed i militanti del combattivo circolo di Avellino città. Tutto qui.
Giusto per essere precisi, con questo articolo, tipicamente goliardico e anticonformista, si vuole stimolare e stuzzicare la Destra Irpina con la speranza di vederla al più presto incamminata verso la strada della politica dei territori. Il Congresso Provinciale della Federazione Irpina potrebbe essere il banco di prova ideale per uscire da questa situazione particolare. Al momento la resa dei conti dei duemila iscritti alla Fiamma Tricolore è rimandata a dopo le feste (di Pasqua?).
VINO IRPINO
Infine, secondo i nostri esperti in materia, l'unico vero responsabile di questa folle pagina della politica destroide potrebbe essere l'abuso dell'ottimo vino di Avellino da parte dei vertici, geneticamente non abituati a queste tipiche usanze del posto. Il rinomato nettare degli Dei, soprattutto da queste parti, rende felici ed ottimisti, nonostante le profonde spaccature e le diverse vedute.
Sua eccellenza nel calice fa dire cose incomprensibili e fa vedere scenari politici che per gli esseri umani sono semplicemente irreali. D'altronde l'unione tra Avellino e Salerno è un sacrilegio che genera confusione metafisica.
La Redazione invita le protagoniste ed i protagonisti della vicenda a gustarsi una bella zuppa di pesce fresco annaffiato dal mitico Greco di Tufo, tra i migliori bianchi del mondo. Molto indicato quello di media struttura, affinato per cinque mesi in acciaio, più o meno in tempo per il futuro congresso. Al naso esprime note intense di fiori d'arancio, buccia di castagna, nocelle e richiami nostalgici. Al palato è morbido e succoso, con freschezza duratura e richiami fruttati e minerali molto intensi.
FRITTURA
Approfondiamo allora la tipologia di vini da poter abbinare anche alla frittura di pesce risolutiva. Il consiglio è quello di orientarsi verso vini fermi che abbiano quell’acidità giusta per contrastare il sapore del fritto di pesce, tesoro dei salernitani. Un ottimo vino bianco da degustare in questa occasione è la Falanghina del Sannio, visti gli ottimi risultati di FdI agli ordini di Mimmo Matera. Di colore giallo paglierino, questo vino è caratterizzato da un profumo intenso abbastanza persistente e presenta un mazzo floreale molto particolare: si potranno “sentire” note di gardenia e ginestra. Anche il richiamo alla frutta è forte: sentori di frutta esotica, di meloni tricolori e di pera anti-Pd si rintracciano facilmente in questo vino che in bocca è morbido, con una buona acidità. Ideale dunque per accompagnare una frittura di pesce, in qualsiasi versione, compresa quella Sovranista, moderata e Conservatrice.
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Gruppo: Scogliere di marmo
Brano: Lascia Stare
Anno: 1987 (festa della Contea)
Quando è stata scritta l’Apocalisse di Giovanni? E, soprattutto, quanto è importante saperlo? Riuscire ad accertarlo è in effetti importantissimo, più che per ogni altro libro del Nuovo Testamento: l’Apocalisse è infatti un libro profetico e accertarne, nei limiti del possibile, la datazione è cruciale per individuare il rapporto corretto tra profezia ed evento profetizzato.
Sulla datazione dell’Apocalisse gli esegeti sono divisi da tempo immemorabile. Due sono gli schieramenti principali: coloro che sostengono che l’Apocalisse è stata scritta negli anni 90 del primo secolo (all’epoca dell’imperatore Domiziano) e coloro che sostengono che è stata scritta negli anni 60 (quando era ancora in vita l’imperatore Nerone). Oggi, la maggioranza degli esegeti sostiene la tesi della datazione tardiva, ma non è stato sempre così: nel 19° secolo i sostenitori della datazione precoce erano sicuramente più numerosi [1].
L’argomento principale a disposizione dei sostenitori della data tardiva è un’affermazione di S. Ireneo di Lione, il padre della chiesa vissuto nel secondo secolo il quale, nel suo trattato Contro le eresie, affermò che l’Apocalisse “era stata vista” nell’epoca di Domiziano. Ma siamo davvero sicuri che Sant’Ireneo intendesse sostenere quello che gli è stato attribuito? Alla base della predetta controversia c’è infatti un problema di traduzione. Prima di affrontarlo però è opportuno fare una premessa. Una premessa riguardante il contesto storico nel quale è nata, ed è stata scritta, l’Apocalisse.
L’apostolo Giovanni scrive infatti per annunciare eventi che sono tanto terribili quanto, soprattutto, imminenti. Gli eventi principali descritti come vicini nell’Apocalisse sono infatti una grande persecuzione, che sarebbe stata scatenata di lì a poco contro i cristiani compartecipi con Giovanni “nella tribolazione”, e la caduta di Babilonia.
Riguardo alla persecuzione, ecco cosa dice Gesù alla chiesa di Filadelfia (Apoc. 3, 10): “Poiché osservasti la parola della mia perseveranza, anch’io preserverò te dall’ora della tentazione che sta per venire sull’intera terra abitata, per tentare coloro che abitano sulla terra”. Riguardo alla caduta di Babilonia, vedi tutto il capitolo 18 dell’Apocalisse. Gli esegeti preteristi ritengono che la persecuzione di cui parla Giovanni sia quella scatenata da Nerone nell’anno 64, e che la caduta di “Babilonia” prefiguri la presa e la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio da parte delle truppe Romane negli anni 66-70.
Riguardo al dato cruciale dell’imminenza degli eventi anticipati da Giovanni nella sua visione, riporto a seguire i corrispondenti passi dell’Apocalisse, che sono davvero impressionanti nel loro insistere su questo punto:
Apocalisse 1, 1: “Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi ciò che deve avvenire presto, e che significò inviandone l’annunzio mediante il suo angelo al suo servo Giovanni.
Apocalisse 1, 3: “Beato colui che legge e coloro che ascoltano le parole della profezia e osservano le cose scritte in essa! Il tempo infatti è vicino”.
Apocalisse 22, 6: “E mi disse: «Queste sono le parole degne di fede e veraci, e il Signore Iddio degli spiriti dei profeti mandò il suo angelo per mostrare ai suoi servi ciò che deve avvenire presto”.
Apocalisse 22, 7: “Ed ecco, vengo presto. Beato colui che osserva le parole della profezia di questo libro!”.
Apocalisse 22, 10: “E mi dice: «Non suggellare le parole della profezia di questo libro. Il tempo, infatti, è vicino”.
Apocalisse 22, 12: “Ecco, vengo presto, e porto con me la mercede che darò, per rendere ad ognuno come è la sua opera”.
Apocalisse 22, 20: “Dice colui che testimonia queste cose: «Sì, vengo presto». Amen; vieni, Signore Gesù”.
Secondo i preteristi, ed è questa l’esegesi che anch’io ritengo, il libro dell’Apocalisse annuncia ciò che Gesù aveva preannunciato nei Vangeli sinottici: la venuta del Figlio dell’uomo, che viene a giudicare – e a punire – la nazione israelitica che aveva rifiutato il Messia. Anche qui, riporto a seguire i passi in questione.
Matteo 26, 63-64: “Ma Gesù taceva. E il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se tu sei il Messia, il Figlio di Dio». Gesù gli risponde: «Tu l’hai detto; anzi io vi dico: ormai rivedrete il Figlio dell’uomo sedere a destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo».
Apocalisse 1, 7: “Ecco, viene con le nubi, e lo vedrà ogni occhio e quanti lo hanno trafitto, e gemeranno su di lui tutte le tribù della terra; sì, amen”.
Torniamo adesso al passo di Ireneo, che tanto ha fatto discutere gli esegeti. Si tratta di un passo grammaticalmente ambiguo, che ha dato luogo a traduzioni non solo difformi ma addirittura tra loro incompatibili. Riporto a seguire la traduzione latina, risalente al V secolo dopo Cristo (Contra haereses, V, 30, 3):
“Cum igitur tantam suasionem habeat hoc nomen Titan, tantam habeat uerisimilitudinem, ut ex multis colligamus, ne forte Titan uocetur qui ueniet, nos tamen non periclitabimur in eo nec asseueranter pronuntiabimus hoc eum nomen habiturum, scientes quoniam, si oporteret manifeste praesenti tempore praeconari nomen eius, per ipsum utique dictum fuisset qui et apocalypsim uiderat: neque enim ante multum temporis uisum est, sed pene sub nostro saeculo, ad finem Domitiani imperi”.
Questa la traduzione (dal latino) di Gian Luca Potestà per il volume I de L’Anticristo, pubblicato dalla Fondazione Lorenzo Valla [2]:
“Dunque, il nome Titano risulta tanto convincente e talmente verosimile, che in virtù di molti argomenti a sostegno arriviamo a concludere che forse colui che verrà si chiamerà Titano. E tuttavia nonostante ciò non ci metteremo a rischio a causa sua, né sosterremo in modo categorico che egli avrà questo nome; siamo infatti consapevoli che, se vi fosse stata necessità che il suo nome fosse proclamato nel nostro tempo, sicuramente lo avrebbe detto chi ha avuto la rivelazione, verificatasi d’altra parte non molto tempo fa, ma pressoché nella nostra epoca, alla fine del regno di Domiziano”.
A seguire presento invece la traduzione dello stesso passo ad opera di padre Vittorino Dellagiacoma (Edizioni Cantagalli)[3]:
“Per tutti questi motivi il nome Titano ha tanta verosimiglianza da farci supporre che l’Anticristo si chiamerà Titano. Ma noi non ci arrischiamo ad affermare che senz’altro avrà questo nome. Se fosse stato opportuno che al nostro tempo fosse annunziato apertamente il suo nome, esso sarebbe stato certamente espresso dal veggente dell’Apocalisse, il quale visse non molto tempo fa, quasi nel nostro secolo, alla fine del regno di Domiziano”. Come si può notare, per un traduttore (Potestà) a risalire alla fine del regno di Domiziano è “la rivelazione” (il testo dell’Apocalisse) mentre per l’altro (Dellagiacoma) è il suo autore. Chi ha ragione?
Una cosa è certa: il testo in questione ha dato luogo, nel corso dei secoli, ad un equivoco. Quello secondo cui Sant’Ireneo avrebbe affermato in modo chiaro che l’Apocalisse venne scritta al tempo di Domiziano. A questo punto riporto anche il testo greco originale:
“εἰ δὲ ἔδει ἀναφανδὸν ἐν τῷ νῦν καιρῷ κηρύττεσθαι τοὔνομα αὐτοῦ, διʾ ἐκείνου ἂν ἐρρέθη τοῦ καὶ τὴν ἀποκάλυψιν ἑορακότος οὐδὲ γὰρ πρò πολλoῦ χρόνου ἑωράθη, ἀλλὰ σχεδòν ἐπὶ τῆς ἡμετέρας γενεᾶς, πρòς τῷ τέλει τῆς Δομετιανοῦ ἀρχῆς”.
L’equivoco nasce dal fatto che lo stesso verbo – orào = vedere – è usato due volte: prima al participio perfetto, genitivo singolare, che coll’articolo “tou” diventa una relativa: “di colui che ha visto anche la rivelazione”, poi all’aoristo passivo, terza singolare, “fu visto” (eoràthe). Ora, mi sembra utile riferire il parere del preterista americano J. Rogers:
“Ireneo non voleva dire che la visione apocalittica venne vista in questa data tardiva [sotto il regno di Domiziano]. Ireneo voleva dire che vi furono contemporanei di Giovanni che vissero fino all’epoca di Ireneo (Policarpo, Ignazio, Papia, ecc.) che avrebbero conservato nella memoria quell’importante elemento conoscitivo se l’Apostolo lo avesse rivelato loro”[4].
Mio commento personale: tenderei ad essere d’accordo con Rogers. La volontà di Giovanni di tenere celato il nome della Bestia non si inferisce dall’eventualità che l’Apocalisse sia stata vista nell’epoca di Domiziano ma dal fatto che Giovanni ebbe, per quello che se ne sa, una vita molto lunga, e che quindi ebbe tutto il tempo, se avesse voluto, di rivelare quel nome. Tra gli eruditi che hanno invece sostenuto una data domizianea dell’Apocalisse proprio in base al passo di S. Ireneo, c’è il domenicano francese Ernesto Bernardo Allo, autore di un voluminoso commento pubblicato nel lontano 1921, commento che in quegli anni gli valse la nomina a consultore della Pontificia Commissione Biblica. A p. CCIV, leggiamo:
“…Inoltre – e questo è decisivo, mi sembra – Ireneo, se avesse voluto parlare della morte relativamente recente di Giovanni, non avrebbe scritto che «egli è stato visto …verso la fine del regno di Domiziano, poiché altrove egli dice espressamente che è vissuto ancora più a lungo, fino al regno di Traiano” (Contro le eresie, II, 22, 5).
Concludo questa rassegna di opinioni con il parere, molto più recente dell’esegeta J. Stolt: “Secondo Davide Aune nel suo recente, imponente commento, il commentatore del Nuovo Testamento J. Stolt, seguendo Wettstein, Novum Testamentum Gracecum (2:746), ha sostenuto che ‘colui che vide l’Apocalisse’ è il soggetto logico di eorathe e ha proposto che ciò che Ireneo aveva in mente era di commentare su quanto a lungo l’autore dell’Apocalisse aveva vissuto, non su quando egli aveva scritto l’Apocalisse. Questa è in realtà un’opinione sostenuta da vari studiosi a partire da Wettstein”[5].
Comunque lo si voglia giudicare, il passo di S. Ireneo ha avuto un’influenza immensa, difficilmente quantificabile, sulla ricezione dell’Apocalisse nel corso dei secoli. Gli esegeti che hanno accettato la data domizianea si sono però trovati di fronte alla difficoltà di spiegare in modo coerente, e soprattutto attendibile, i riferimenti di Giovanni all’imminenza e alla terribilità degli avvenimenti menzionati.
L’”ora della tentazione che sta per venire sull’intera terra abitata” è davvero riferibile all’epoca di Domiziano? E soprattutto, come collocare cronologicamente la caduta di “Babilonia”?
Perché, e questo va ricordato, non c’è durante il regno di Domiziano un evento catastrofico paragonabile a quello descritto da Giovanni. Il passo di Ireneo, per come è stato inteso dagli esegeti nel corso dei secoli, ha condotto gli studiosi ad un punto morto, perché ha disarticolato il legame, strettissimo nel testo di Giovanni, tra la profezia e gli eventi profetizzati.
Accantonati – o addirittura ignorati – i riferimenti cronologici costituiti dal regno di Nerone e dalla guerra giudaica, gli esegeti, influenzati – ma sarebbe meglio dire ossessionati – dal mito dell’Anticristo escatologico, hanno proiettato l’Apocalisse nel ben noto scenario costituito dalla “fine del mondo”, e per questo non hanno esitato a “spiegare” i riferimenti, precisi e inequivocabili, di Giovanni all’imminenza della venuta del Cristo giudice con una citazione, totalmente decontestualizzata [6], ripresa dalla seconda lettera di Pietro. La citazione è la seguente:
“Una cosa però non dimenticate, o carissimi: che un giorno solo presso il Signore è come mille anni e mille anni sono come un solo giorno” (2 Pt. 3, 8).
Quindi, secondo i predetti esegeti, quando Gesù nell’Apocalisse dice “vengo presto”, vuol dire che verrà…alla fine del mondo! A tal punto i pregiudizi riescono a velare la comprensione del testo biblico.
Scritto da Andrea Caracini
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