La crisi del mondo moderno
Cap. 9 - Qualche conclusione
Riteniamo dunque opportuno affermare anche che, nel mondo occidentale, vi sono oggi degli indizi certi di un movimento che è ancora impreciso, ma che può e deve anzi sfociare normalmente nella ricostituzione di una élite intellettuale, a meno che non sopraggiunga rapidamente un cataclisma che gli impedisca di svilupparsi fino in fondo.
Vi è appena bisogno di dire che la Chiesa, in relazione al suo ruolo futuro, avrebbe tutto l’interesse a precedere in qualche modo un tale movimento, piuttosto che lasciare che le cose si compiano senza di essa e piuttosto che essere costretta a seguirlo tardivamente per mantenere un’influenza che minaccerebbe di sfuggirle.
Non c’è bisogno di porsi da un punto di vista molto elevato e difficilmente accessibile per comprendere che, in definitiva, sarebbe proprio la Chiesa a trarre i maggiori benefici nell’assumere un comportamento che, ben lungi dall’esigere il minimo compromesso dottrinale, le permetterebbe invece di sbarazzarsi di ogni infiltrazione dello spirito moderno, per di più, senza dover modificare alcunché all’esterno.
Sarebbe abbastanza paradossale vedere realizzato il Cattolicesimo integrale senza il concorso della Chiesa cattolica, la quale allora si verrebbe forse a trovare nella singolare condizione di dover accettare di essere difesa, dagli attacchi più terribili da essa mai subiti, da degli uomini che i suoi dirigenti, o almeno coloro che questi lasciano parlare in loro nome, avrebbero inizialmente cercato di screditare gettando su di essi i sospetti più infondati; e da parte nostra ci rammaricheremmo se questo accadesse; ma se si vuole che le cose non giungano a tal punto, per coloro che hanno le più gravi responsabilità in forza della loro posizione è tempo di agire in piena conoscenza di causa e di non permettere più che dei tentativi che possono avere delle conseguenze della più alta importanza rischino di trovarsi impediti dall’incomprensione o dalla malevolenza di alcune individualità più o meno subalterne; cosa che è già accaduta e che mostra, ancora una volta, a qual punto il disordine regni oggi dappertutto.
Prevediamo facilmente che non deriverà alcuna gratitudine da questi nostri avvertimenti, che noi esprimiamo in piena indipendenza ed in modo del tutto disinteressato; poco importa: noi continueremo comunque a dire ciò che dev’essere detto, quando si renderà necessario e nella forma che giudicheremo la più idonea per le circostanze.
Queste nostre considerazioni sono il compendio delle conclusioni a cui siamo stati condotti da certe «esperienze» molto recenti, intraprese, naturalmente, su un piano puramente intellettuale; esperienze sulle quali, almeno per il momento, non scenderemo in particolari, i quali, in fondo, sarebbero poco interessanti; ma possiamo affermare che, in ciò che precede, non vi è una sola parola da noi scritta senza prima aver riflettuto a lungo.
È bene che si sappia che sarebbe perfettamente inutile cercare di opporre a tutto questo delle arguzie filosofiche che vogliamo ignorare; noi parliamo seriamente di cose serie, non abbiamo tempo da perdere in discussioni verbali che per noi non hanno alcun interesse, ed intendiamo rimanere del tutto estranei ad ogni polemica, ad ogni diatriba di scuola o di partito, esattamente come rifiutiamo assolutamente che ci si applichi una qualunque etichetta occidentale, poiché non ve n’è nessuna che ci si addica; le cose stanno così, anche se questo potrà piacere o dispiacere a certuni, e niente potrà far cambiare questo nostro atteggiamento.
Ci resta adesso da rivolgere un avvertimento anche a coloro che, per la loro idoneità ad una comprensione superiore, se non per il grado di conoscenza effettivamente raggiunto, sembrano destinati a diventare elementi di questa possibile élite. Non c’è dubbio che lo spirito moderno, che è veramente «diabolico» in tutti i sensi, si sforza con ogni mezzo per impedire che questi elementi, oggi isolati e dispersi, riescano ad acquisire quella coesione necessaria per esercitare un’azione reale sulla mentalità generale; ne consegue che coloro che hanno già preso coscienza, più o meno completamente, dello scopo verso il quale devono tendere i loro sforzi, non devono lasciarsi fuorviare dalle difficoltà, quali che siano, che si ergono davanti a loro.
Coloro che non sono ancora giunti al punto a partire dal quale una infallibile direzione non permette più di scostarsi dalla retta via, hanno sempre da temere le deviazioni più gravi; è dunque necessaria la più grande prudenza, e diciamo volentieri che questa dev’essere spinta fino alla diffidenza, poiché l’«avversario», che fino a questo punto non è definitivamente vinto, sa assumere le forme più diverse e talvolta le più inattese.
Accade che coloro che credono di essere sfuggiti al «materialismo» moderno vengano assorbiti da delle cose che, mentre sembrano opporsi ad esso, in realtà sono poi dello stesso ordine; e vista la conformazione mentale degli Occidentali, a questo proposito è opportuno metterli in guardia in modo particolare nei confronti dell’attrazione che possono esercitare su di loro i «fenomeni» più o meno straordinari; è da qui che derivano in gran parte tutti gli errori «neo-spiritualisti», ed è prevedibile che questo pericolo si aggravi ulteriormente, poiché le forze oscure che alimentano il disordine attuale trovano in ciò uno dei loro più potenti mezzi d’azione.
È anche probabile che non si sia più tanto lontani dall’epoca alla quale si riferisce la seguente predizione evangelica, da noi ricordata già altrove: «...perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti.».
Gli «eletti», come indica la stessa parola, sono coloro che fanno parte dell’«élite» intesa nella pienezza del suo vero significato; d’altronde, lo diciamo con l’occasione, è per questo che noi teniamo a questo termine «élite», nonostante l’abuso che se ne è fatto nel mondo «profano»; e questi eletti non possono essere ingannati, in virtù della «realizzazione» interiore alla quale sono pervenuti; ma non è lo stesso per coloro che, avendo in sé solo delle possibilità di conoscenza, sono propriamente solo dei «chiamati»; ed è per questo che il Vangelo dice che vi sono «molti chiamati, ma pochi eletti».
Noi entriamo in un tempo in cui diverrà particolarmente difficile «distinguere il grano dal loglio», ed effettuare realmente ciò che i teologi chiamano il «discernimento degli spiriti», a causa delle manifestazioni disordinate che via via si intensificheranno e si moltiplicheranno ed anche a causa della mancanza di vera conoscenza in coloro la cui funzione normale dovrebbe essere quella di guidare gli altri e che invece oggi sono troppo spesso delle «guide cieche».
Si vedrà allora se, in simili circostanze, le sottigliezze dialettiche saranno di una qualche utilità, e se basterà una «filosofia», foss’anche la migliore possibile, per arrestare lo scatenamento delle «potenze infernali»; ed anche questa è una di quelle illusioni dalla quale certuni devono difendersi, poiché vi è troppa gente che, ignorando che cos’è la pura intellettualità, immagina che una conoscenza semplicemente filosofica sia capace di rimediare a tutto e di operare il raddrizzamento della mentalità contemporanea, quando invece una conoscenza del genere, perfino nei casi più favorevoli, è appena l’ombra della conoscenza vera; e ve ne sono anche di quelli che credono di trovare nella stessa scienza moderna un mezzo per elevarsi verso delle verità superiori, quando invece questa scienza è precisamente fondata sulla negazione di queste verità.
Tutte queste illusioni sono altrettante cause di fuorviamento, e in tal guisa tanti sforzi sono effettuati in pura perdita: è così che molti di quelli che vorrebbero sinceramente reagire contro lo spirito moderno vengono ridotti all’impotenza, perché, non avendo saputo trovare i principi essenziali senza i quali ogni azione è assolutamente vana, si sono lasciati trascinare entro dei vicoli ciechi da cui non è più possibile uscire.
Coloro che riusciranno a vincere tutti questi ostacoli e a trionfare dell’ostilità di un ambiente opposto ad ogni spiritualità, saranno indubbiamente poco numerosi; ma, ancora una volta, non è il numero che importa, poiché stiamo parlando di un dominio le cui leggi sono del tutto diverse da quelle della materia.
Non è dunque il caso di disperare; e se non vi fosse neanche la speranza di giungere ad un risultato sensibile prima che il mondo moderno piombi in qualche catastrofe, questa non sarebbe comunque una ragione valida per non intraprendere un’opera la cui portata si estende ben al di là dell’epoca attuale.
Coloro che fossero tentati di cedere allo scoraggiamento, devono pensare che niente di ciò che è compiuto in quest’ordine potrà mai andare perduto, e che il disordine, l’errore e l’oscurità non possono averla vinta che in apparenza ed in maniera del tutto momentanea, poiché tutti gli squilibri parziali e transitori devono necessariamente concorrere al grande equilibrio totale e niente potrebbe infine prevalere contro la potenza della verità; la loro divisa deve essere quella adottata altre volte da certe organizzazioni iniziatiche dell’Occidente:
Vincit omnia Veritas.
Scritto da René Guénon
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