sabato 21 ottobre 2023

MANSC - Gustatevi i tesori Caudini custoditi nel Museo Archeologico Nazionale della Valle Caudina | CAUDIUM

MANSC - Gustatevi i tesori Caudini custoditi nel Museo Archeologico Nazionale della Valle Caudina
I tesori dal valore inestimabile, custoditi all'interno del Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino, tornano all'attenzione del Popolo grazie al minuzioso e costante lavoro della locale dirigenza museale. Dalla pagina ufficiale del MANSC vengono diffuse le storie e le immagini dei favolosi reperti che non fanno da cornice al Vaso più bello del mondo, ossia quello di Assteas conosciuto come il Ratto d'Europa
Ricordiamo alle lettrici ed ai lettori de Lo Schiaffo 321 che la ricerca archeologica in Valle Caudina è strettamente legata al nome di Gabriella d'Henry. Nel 1964 l'attenta archeologa, in qualità di funzionario della Soprintendenza, avviò con successo l'esplorazione della ricca necropoli di Caudium a Montesarchio.
«Le indagini archeologiche, condotte a partire dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso nel territorio del Comune di Montesarchio, hanno fornito informazioni interessanti per una maggiore conoscenza della antica Caudium, non solo riguardanti la distribuzione topografica, ma anche nei contenuti culturali - sottolineano dal MANSC - che contraddistinguevano la comunità Caudina
Dalle ricerche emerse che Caudium, storica roccaforte, era in stretto contatto con Neapolis e la pianura campana. I nostri antenati erano particolarmente ricettivi verso le aree più progredite del versante magnogreco tirrenico. Infatti, le indagini di scavo effettuate sul territorio negli anni, hanno restituito significative evidenze della ricca necropoli a testimonianza della presenza dell'importante centro urbano sviluppatosi al centro della Valle. In copertina due significativi reperti ritrovati a Caudium e custoditi al MANSC.


Cratere Caudino

In Valle Caudina era molto diffuso il culto di Dionisio, il dio dell'estasi, del vino, dell'ebbrezza e della liberazione dei sensi. I Caudini veneravano l'essenza del creato nel suo perenne e selvaggio fluire, lo spirito divino di una realtà smisurata, l'elemento primigenio del cosmo, l'irruzione spirituale della ζωή greca, ossia l'esistenza intesa in senso assoluto, la frenetica corrente di vita che tutto pervade. La diffusissima entità divina è raffigurata sul cratere attico a figure rosse del 440 avanti Cristo, miracolosamente ritrovato nella necropoli Caudina nell'area di Montesarchio.

Dionisio era una divinità ibrida, vista la sua multiforme natura maschile e femminile, animalesca e divina, tragica e comica. Nel suo delirio mistico c'è la scintilla primordiale e istintuale presente in ogni essere vivente.  Elementi caratterizzanti anche nell'uomo civilizzato. Secondo i saggi, in effetti, la parte originaria e insopprimibile dell'Uomo riemerge ed esplode in maniera violenta, facendo danni, se repressa e non elaborata correttamente.

In realtà Dioniso deve ringraziare il filosofo Federico Nietzsche che nella Nascita della tragedia, creò la categoria estetica del dionisiaco, che divenne l'emblema delle forze naturali, vitalistiche e irrazionali, contrapponendola a quella dell'apollineo. Solo così venne elevato a dio della mitologia greca di maggior fortuna nella cultura contemporanea, in particolare nel Novecento.

Dionisio in azione

«Dioniso occupa un posto importante - chiosa il MASC - nel repertorio figurativo della ceramica attica e magnogreca. La maggioranza dei vasi attici sono utilizzati nel simposio per il consumo del vino, dono di Dioniso agli uomini. I Greci non bevevano il vino puro, ma lo mescolavano con l'acqua e per questa procedura il cratere aveva un ruolo essenziale. Nel simposio esso veniva posto al centro della sala da banchetto in mezzo ai bevitori, rappresentando un elemento di unione e condivisione del gruppo, l'appartenenza a una classe sociale che in quel rito conviviale si ritrovava e celebrava.

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo

immagini tratte dalla rete. 

Nessun commento:

Posta un commento