venerdì 8 settembre 2023

Un fascio di note. La Musica alternativa di Destra in Italia (vista da Sinistra) cap. 3 | POLITICA

Un fascio di note. La Musica alternativa di Destra in Italia (vista da Sinistra)
Terza parte dell'analisi sulla Musica Alternativa Italiana, però vista dagli avversari. La Valle Caudina fu il trampolino di lancio di quasi tutti i gruppi attivi verso la fine degli Anni Settanta. Complessi alternativi, schierati coraggiosamente a Destra, che con chitarra, voce e batteria hanno cercato di tenere in vita un'area differente.

Buona lettura e buon ascolto.


3 - I gruppi

La produzione vera e propria di musica alternativa inizia attraverso la formazione, nel 1974, del Gruppo Padovano Di Protesta Nazionale (Gpdpn), formato da cinque ragazzi del Fronte della gioventù e del Fuan di Padova: Loris Lombroni, Fabio Ragno, Gigi Toso, Roberto Meconcelli e Mario Bortolozzi. L’attività del gruppo si inserisce a pieno titolo all’interno di quella transizione avvenuta a livello musicale in cui i giovani militanti di destra utilizzano il canto come momento aggregante e in cui intendono, come dice uno dei componenti della formazione, Mario Bortolozzi, «cantare il presente e onorare il passato con parole più comprensibili», per quella generazione (26).

Nei concerti Gigi Toso, che non canta, presenta il gruppo sulle note di Knockin’ on heaven’s door di B.Dylan, Roberto Meconcelli suona il banjo e Loris Lombroni, Fabio Ragno e Mario Bortoluzzi si cimentano alla chitarra. Fra la fine del 1975 e gli inizi del 1976, i componenti del Gruppo Padovano Di Protesta Nazionale rimangono coinvolti in numerose campagne di arresti, perquisizioni e processi per ricostituzione del partito fascista. Così il gruppo, anche a seguito dell’uscita per vicende personali degli unici componenti della formazione che rimangono estranei alle inchieste, arricchito di nuovi elementi, Paolo Favero e a Junio Guariento, subisce una trasformazione nella sua compagine originaria. 

In questo modo, nel dicembre del 1977, la nuova formazione esordisce a Roma al Teatro delle muse in quello che è anche l’unico e ultimo concerto del gruppo. Quindi, il Gpdpn si scioglie e due dei suoi ex componenti formano la Compagnia dell’anello, che si presenta a Campo Hobbit I già nel giugno del 197727. Dal punto di vista della produzione, il Gruppo Padovano Di Protesta Nazionale, prima di confluire in questa nuova formazione, produce pochi brani, fra i quali, Jan Palach, La foiba di San Giuliano, Padova 17 giugno (28), La ballata del nero, mai incisi ufficialmente, ma che faranno parte della prima musicassetta della Compagnia dell’anello, dal titolo, Dedicato all’Europa (29).

Quest’ultima formazione, il cui nome trae ispirazione dall’omonimo libro di J.R.R. Tolkien, si arricchirà di nuovi elementi nel corso degli anni – ancora oggi è in attività – come per esempio Stefania Paternò, Fabio Giovannini e Adolfo Morganti fino ad arrivare a nove componenti. La produzione del gruppo, che può essere considerata insieme a quella degli Amici del vento (di cui parleremo a breve) basilare all’interno della corrente artistica “alternativa”, è molto vasta.

Uno dei brani più famosi della Compagnia dell’anello è stato Il domani appartiene a noi che rappresenta anche uno degli slogan più popolari della giovane destra di quegli anni; esso diviene un «simbolo identificante e un percorso politico. Una canzone che è riuscita ad imporre un concetto innovativo proprio nel lessico della destra politica, introducendo il passaggio psicologico dal ricordo e dalla testimonianza alla possibilità di incidere nuovamente nella storia» (30). Come se si passasse «dal ghetto – duro, pesante, ma in fondo rassicurante – […] [al] mare aperto della politica come un’avventura tutta da costruire» (31)

L’origine del brano risale al primo Campo Hobbit a Montesarchio quando il neonato gruppo e Stefania Paternò pensano di fare un adattamento per chitarra e in lingua italiana di Tomorrow belong to me di Giovanni Kander e Federico Ebb, una delle canzoni di Cabaret, il famoso film musicale di B. Fosse. L’aria di quella canzone sembra che ha tratto origine, a sua volta, da una ballata popolare del Quattrocento, entrata, poi, a far parte del repertorio del Movimento giovanile tedesco degli inizi del Novecento (32).

Successivamente, nel 1980, il terzo Campo Hobbit chiude con una versione musicale aggiornata e perfezionata della canzone, la cui esecuzione colpirà Giovanni Forti che dalle colonne dell’“Europeo” scrive: «Nella notte si leva un canto suggestivo prima mormorato a voce bassa, poi ripreso da tutti a gole spiegate» (33). Dall’analisi delle strofe della canzone si riesce a intendere come questo brano sia potuto diventare un vero e proprio inno della destra dagli anni Settanta fino ai nostri giorni. Emergono infatti le tematiche “tradizionali” della destra neofascista italiana e europea: la “Fede”, la “Terra dei padri”, la “Tradizione”.

Un’altra canzone del gruppo degna di nota è Sunglasses policemen’s blues, più nota come Police’s blues, che rappresenta un brano che in qualche modo appartiene più al primo periodo della musica alternativa, poiché è una ballata scritta in uno stile goliardico e cabarettistico; tratta delle inchieste della magistratura e delle “pressioni” delle forze dell’ordine sui militanti della destra politica sotto l’egida del reato di ricostituzione del partito fascista. Nel pezzo, in modo scanzonato, infatti, vengono descritti quali sono i “meccanismi”, i “congegni” attraverso i quali, in un’escalation esilarante ed estremamente divertente, gli agenti di polizia, indossando degli occhiali speciali – perché riescono a scovare le piste più “nere” – arrivano ad arrestare tutti, proprio tutti.

Sunglasses policemen’s blues

Nel 1983, la Rai dedicherà al gruppo un servizio di presentazione del loro primo Lp: Terra di Thule, nel corso della trasmissione Primissima, durante la quale, per illustrare le canzoni della band, verranno mostrati alcuni disegni di Hugo Pratt 34. Dal 1984, ai nostri giorni il gruppo terrà molti concerti. Nel 1986, alcuni suoi componenti daranno vita alla formazione Alchemia Cheltha 35.

Nel novembre 2002, La Compagnia dell’anello fonderà anche un’associazione culturale con sede a Padova con lo scopo di contribuire a realizzare una sempre più capillare diffusione della musica alternativa, fuori dai circuiti commerciali.

Un altro gruppo, la cui produzione è abbastanza significativa, è quello degli Amici del vento. La storia di questo complesso è legata a Carlo Venturino, un giovane militante milanese, studente di medicina, che inizia a scrivere canzoni per poi esibirsi nella sede del circolo Alternativa nazionale o nel locale degli Arditi a Milano36. Quindi nel 1976, proprio su iniziativa di Carlo Venturino, nasce il gruppo, di cui entra a far parte, la fidanzata Cristina Constantinescu, come cantante, il fratello Marco Venturino alla seconda chitarra e Guido Giraudo, un dirigente del Fuan milanese, come presentatore.

Amici del Vento in Valle Caudina

La loro prima canzone è intitolata Nel suo nome, dedicata a Mikis Mantakas, un giovane studente greco, militante del Fuan Caravella di Roma rimasto ucciso il 28 febbraio 1975 a colpi di pistola nel corso degli scontri fra militanti di estrema destra ed estrema sinistra in un assalto alla sede del Msi di via Ottaviano a Roma, durante lo svolgimento del processo contro alcuni componenti di un’organizzazione di estrema sinistra, Potere operaio, accusati del cosiddetto rogo di Primavalle (37). Il testo della canzone è ispirato a una lettera scritta dalla ragazza di Mantakas dopo la sua morte (38). Alcune strofe della canzone recitano così:

Ragazza che aspettavi un giorno come tanti,

un cinema e una pizza, per stare un po’ con lui,

dai apri la tua porta, che vengo per parlarti:

“Sai, stasera, in piazza….. erano tanti, e….

il tuo ragazzo è morto ….è morto questa sera”.

La popolarità per il gruppo arriva nel 1977 con la produzione della prima audiocassetta, incisa con mezzi non professionali, Trama nera. La diffusione del nastro avviene anche grazie alla cassa di risonanza del periodico, “Candido”, di cui Guido Giraudo è il vicedirettore, e della milanese Radio University. Il gruppo acquista anche una certa fama attraverso molti concerti, tenuti in Italia e fuori dai confini nazionali, in Spagna (invitati dalla formazione Fuerza nueva) e in Germania (39). Anche la canzone che dà il nome all’intero album, Trama nera, diviene molto famosa tanto da vincere un premio indetto da una radio libera di Milazzo, come brano più ascoltato dell’anno (40).

Con uno stile irridente, questo brano deride quella che è considerata la “mania” dei mezzi di comunicazione e dei magistrati di “inventare” «trame nere» o di congetturare la presenza di presunti complotti «fascisti» in ogni situazione.

Trama Nera

Anche lo stile della ballata Incontro è ironico, ma il tema non è quello espresso in Trama nera. Nel brano, vengono descritti quelli che i giovani di sinistra chiamano i “sabati della spranga” a Milano; viene raccontato un particolare incontro fra un giovane e una sconosciuta ragazza – vestita di grigio e dalle curve procaci.

INCONTRO

Quella conoscenza nel giovane, protagonista della canzone, provoca un forte sconvolgimento, la cui natura e la cui origine, però, sono rivelate solo al termine del brano. Così viene svelata la reale identità della procace ragazza: una Hazet 36, la chiave inglese usata dagli extraparlamentari di sinistra durante gli scontri contro i componenti delle formazioni di destra in quegli anni. Questo incontro, alla fine, avviene con quella democrazia, “costruita” dal regime, a cui il protagonista della canzone non sente di appartenere.

La fama degli Amici del vento si riconferma, oltre che con la partecipazione ai Campi Hobbit, anche attraverso la pubblicazione, nel 1978, del secondo album: Girotondo (41). Tuttavia, l’attività del gruppo terminerà nel 1983 con l’improvvisa morte in un incidente stradale del suo fondatore, Carlo Venturino. Nel 1993, il fratello Marco, riprenderà ad esibirsi e pubblicherà una terza musicassetta contenente le canzoni rimaste inedite. Poi nel 1995, gli Amici del vento terranno un concerto a Ceriale in provincia di Savona ottenendo una risonanza a livello nazionale (42); anche il Tg2 farà un servizio sull’evento. Nel 1997, in occasione del ventennale dalla nascita della musica alternativa, gli Amici del Vento e La Compagnia dell’anello si esibiranno in una lunga performance (43). La formazione si riunirà per tornare sul palco in altri concerti anche nel 2010 e nel 2013.

La Musica alternativa è anche appannaggio di artisti provenienti dal Sud d’Italia: i Vento del Sud. La formazione, guidata da Gianni Procida, Rosario Striano e Salvatore Barone (autore dei testi), già componenti del gruppo cabarettistico Masaniello, nel 1977 si presenta a Campo Hobbit I, con un nutrito repertorio, fra cui Europa Nazione, Mikis, Uomo nero e Eri un rosso (44)

L’anno successivo il gruppo si scioglierà, lasciando inedita la maggior parte della sua produzione. Negli anni avvenire, Gianni Procida si presenterà come solista ai Campi Hobbit (45). I Vento del sud affrontano nelle loro canzoni anche tematiche sociali, come per esempio in Storia vera di un giovane, (scritta sulle note di Marinella di Fabrizio de André) si narra la vicenda di un giovane di Napoli – la stessa città da cui proviene il gruppo – che ha perso il lavoro. A quel punto, il ragazzo inizia, in cerca di sostegno, una peripezia continua dal sindacato, al partito, alle istituzioni fino ad arrivare ad essere arrestato poiché, resosi conto della strumentalizzazione operata nei suoi confronti da tutti coloro a cui si è rivolto, si ribella. Le parole della canzone, trasposte ai giorni d’oggi, sembrano fotografare la situazione di tanti giovani disoccupati.

Questa di un giovane è la storia vera

che è cominciata a Napoli una sera

quando senza saperne la ragione

è stato licenziato dal padrone.

Solo, senza una lira e disperato,

il poveretto è andato al Sindacato,

ma questi con la loro faccia tosta

gli hanno sbattuto in faccia ‘sta risposta:

“Noi non possiamo farci proprio niente!

Rivolgiti all’ufficio competente.

Noi difendiamo quelli già occupati

e non poveri cristi disgraziati”

Il poveretto stanco e denutrito

è andato sulla sede del Partito.

E questi qui per dargli un certo aiuto

gli han chiesto l’iscrizione e un contributo.

Gli han dato poi una tessera e un bastone

Gli han detto che si lui avea ragione

È colpa dei padroni e dei fascisti

che sono delinquenti e camorristi

Con la tessera in tasca e un bastone

con la bandiera rossa e il cartellone

è andato insieme ad altri e tutti in coro

organizzati a chiedere lavoro

È andato da Valenzi e alla Regione (46)

a chiedere una qualche occupazione

ma qui cortesemente gli han spiegato

che deve ritornare al Sindacato

Da qui lo hanno mandato in Prefettura

Avanti indietro e poi indietro avanti

lo prendono per fesso tutti quanti

ormai è un pupazzo a disposizione

di chi sfrutta la sua disperazione

Il poveretto quando l’ha capito

è andato sulla sede del Partito

m’avete preso in giro e malridotto

e allora mo’ facimmo un quarantotto

E chiamano così la polizia

che lo bastona e se lo porta via.

Da Verona invece arrivano gli Zpm (47). Al loro attivo tre musicassette autoprodotte: Una voce controvento del 1977, una uscita nel 1978 senza titolo e l’ultima Europea del 1989. Nel brano Una voce controvento si evidenzia il ruolo che ha la canzone nella società, ossia un manifesto ideologico (48):

Una voce controvento

A cavallo fra il tema dell’amore e degli ideali da perseguire è invece impostato il brano Boia chi molla, probabilmente la canzone più famosa del gruppo49. Le strofe della canzone recitano così:

BOIA CHI MOLLA

Mentre il timbro musicale dei gruppi fin qui descritti è nella maggior parte dei casi simile, poiché in generale la matrice rimane quella armonica o di origine cabarettistica, il vero gruppo rock della musica alternativa degli anni Settanta è quello dei romani Janus (nome ispirato al dio romano Giano). La band nasce nel 1976, su iniziativa del batterista Mario Ladich, che rimarrà sempre l’anima del gruppo nei suoi vari cambi di formazione. I Janus, infatti, hanno al loro attivo tre singoli, un Lp e un album; ogni lavoro è stato inciso con una formazione diversa. Nel dicembre del 1976, producono il loro primo singolo dal vivo con un registratore Revox a due piste con una formazione composta da chitarra, basso e batteria – classico complesso rock (50); in quella occasione per errore vengono chiamati Janum. L’anno successivo, il gruppo con una nuova formazione e con il nome corretto in Janus, esordisce a giugno a primo Campo Hobbit (51)

Terra di frontiera

Dal punto di vista musicale, i Janus sono molto preparati e nel loro repertorio non mancano brani esclusivamente strumentali, confezionati con sonorità vicine al progressive inglese (52). Nei loro pezzi, come Bandiere al vento, Viva l’Europa delle Aquile, Rivoluzione, Tempo di vittoria, poiché si dà più importanza al suono piuttosto che alle parole, i testi risultano essere molto stringati e corti. La popolarità dei Janus, comunque, durerà nel tempo, dando vita alla pubblicazione di un certo numero di raccolte, edizioni inedite e ristampe, come per esempio, nel 1997, Tributo a Janus, in cui alcuni complessi di musica alternativa reinterpreteranno i pezzi più famosi della band romana. Nel 2004, in una trasmissione della Rai dedicata al rock degli anni Settanta uno spazio sarà riservato ai Janus (53).

note

26 - Compagnia dell’anello, in Agenda 2007, cit. p. 43

27 - Gruppo padovano di protesta nazionale, in Associazione Culturale Lorien, visto il 28/10/2020.

28 - La canzone è dedicata a Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci uccisi dalle Brigate rosse nella sede del Msi di Padova il 17 giugno 1974. Il testo del brano è tratto dal volantino diffuso dai militanti del Fronte della gioventù della città veneta in seguito all’evento, in Trafiletto a Padova 17 giugno, in Agenda 2007, cit. p. 30.

29 - Gruppo padovano di protesta nazionale, in Associazione Culturale Lorien, visto il 28/10/2020.

30 - Filippo Rossi, Di là dall’acqua. Il nuovo CD della Compagnia dell’anello, in “Ideazione”, 6 dicembre 2002.

31 - Ibidem.

32 - L. Lanna e F. Rossi, Fascisti immaginari, cit., p. 228.

33 - Giovanni Forti, Come duce vogliamo il Signore degli anelli, in “L’Europeo”, n. 31, 29 luglio 1980.

34 - Proprio in concomitanza dell’uscita dell’album, La terra di Thule, il gruppo amplia la sua formazione e modifica anche, in qualche modo, la sua musica dal punto di vista strumentale: dall’uso iniziale di due chitarre si passa a una struttura musicale completa di tastiere, percussione e altri strumenti, in Adalberto Baldoni, Storia della destra. Dal postfascismo al Popolo della libertà, Firenze, Vallecchi, 2009, p. 247.

35 - Il gruppo è stato fondato da Massimo Di Nunzio e Maurizio Sebastianelli a Palestrina, in provincia di Roma, con l’intento di studiare e far conoscere la tradizione musicale nord-europea; propone un repertorio che affonda le sue radici prevalentemente nella cultura irlandese e nelle sonorità della tradizione celtica. Cfr. Alchemia Cheltha in Associazione Culturale Lorien, visto il 30/10/2020. Leo Valeriano, negli anni Novanta, dalle pagine del quotidiano “Il Secolo d‘Italia”, scriverà che questo tipo di musica, quella celtica, sembra che abbia in qualche modo veicolato il “ritorno” della musica alternativa di destra sia all’interno dell’ambiente che all’esterno. Infatti, specificherà: «Da qualche tempo a questa parte sembra essere rinata l’attenzione da parte degli ascoltatori di canzoni pregiate nei confronti di quella branca minore della cultura di destra che in passato fu chiamata musica alternativa. Si tratta di un modo di esprimere musicalmente testi poetici che deriva da molto lontano, dagli scaldi germanici ai bardi celtici, e che narra storie, avvenimenti e sentimenti legati all’interpretazione epica della storia e del senso eroico della vita. Una canzone d’autore che possiamo considerare tipicamente di destra solo perché viene avversata dalle sinistre e che potrebbe essere utile anche a diffondere messaggi politici», in Leo Valeriano, Torna la poesia in musica, in “Il Secolo d’Italia”, 21 maggio 1996. Si veda, anche Alessandra Longo, E la sera cantavamo Boia chi molla, in “La Repubblica”, 25 agosto 1995.

36 - Amici del vento, in Agenda 2007, cit., p. 43.

37 - Nella notte del 16 aprile 1973, i fratelli Virgilio Mattei di 22 anni e Stefano Mattei di 8 anni, figli di Mario Mattei, segretario della sezione del Movimento sociale italiano del quartiere romano di Primavalle, muoiono bruciati vivi durante un incendio appiccato alla loro casa. Saranno condannati tre componenti di Potere operaio, Achille Lollo, Marino Clavo e Manlio Grillo.

38 - Nell’ambiente, con il passare del tempo, si è diffusa la notizia che questa lettera è stata pubblicata sulle pagine de “Il Secolo d’Italia”; in realtà, la missiva è apparsa su “La sfida”, periodico del Fronte della gioventù, all’interno dell’articolo Morire a Roma, che contiene uno scritto della ragazza dello studente greco, Sabrina. Si tratta di una lettera aperta, composta all’indomani della morte di Mantakas, in cui la giovane ricorda il suo fidanzato e gli ultimi istanti passati insieme. Si veda, Sabrina, Morire a Roma, in “La sfida”, n. 9, 13 marzo 1975, p. 5.

39 - C. Di Giorgi, I. E. Ferrario, Il nostro canto libero, cit., p. 119.

40 - Ibidem.

41 - Dell’album fa parte anche la canzone Forchette nazionali, che rappresenta una critica contro il Psi. Queste sono alcune strofe della canzone: Partito partito, partito Socialista/ la migliore garanzia del mondo antifascista./ Forchette, forchette, forchette nazionali/ per arraffar miliardi senza pene fiscali.

42 - Parecchie testate si occuperanno dell’evento, si veda, fra i tanti, il reportage de “La Repubblica”, La musica di destra concerto a Ceriale, in “La repubblica”, 28 agosto 1995; Ilaria Cavo, Di scena in Liguria la musica di destra, in “Il giornale”, 26 agosto 1995; Agil, Concerto storico a Ceriale, in “La stampa”, 25 agosto 1995.

43 - A. Baldoni, Storia della destra, cit., p. 247.

44 - Si veda Vento del sud, in Associazione Culturale Lorien, visto il 04/11/2020.

45 - A. Baldoni, Storia della destra, cit., p. 248.

46 - Marco Valenzi è stato un uomo politico del Partito comunista italiano e sindaco di Napoli dal 1975 al 1983.

47 -La sigla Zpm è l’acronimo dei nomi dei componenti del gruppo: Zeno Corsaro, Paolo Scaravelli e Mario Luppi

48 - G. De Grassi, Mille papaveri rossi, cit., p. 246.

49 - Ivi, pp. 246-247.

50 -I brani contenuti nel disco sono Rivoluzione e Tempo di vittoria.

51- Janus, in Associazione Culturale Lorien, visto il 04/11/2020. Alla chitarra e voce c’è Stefano Recchioni, che rimarrà ucciso, il 7 gennaio 1978, a Roma, a seguito degli scontri fra estremisti e forze dell’ordine, scoppiati subiti dopo la cosiddetta strage di via Acca Larentia, nella sede del Msi della stessa via della capitale, in cui a seguito di un agguato, operato da estremisti di sinistra, moriranno gli attivisti di destra Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta.

52 - A. Baldoni, Storia della destra, cit. p. 248. Nel 1979, Mario Ladich aiuta Jack Marchal, artista eclettico, conosciuto soprattutto per essere stato il disegnatore del celebre “topo nero” emblema della rivista “La voce della fogna”, il principale periodico della Nuova destra, ad incidere un album dal titolo, Science et violence, in Echi di Francia, in Agenda 2007, p. 85. Sull’evoluzione musicale del genere rock in Italia che tocca tutto il panorama musicale italiano si veda Claudio Silingardi, Percorsi musicali negli anni Settanta, in “Clionet. Per un senso del tempo e dei luoghi”, 3 (2019) [14-01-2020], visto il 10/11/2020.

53 - Janus, cit.

Le opinioni espresse nei contributi degli ospiti riflettono esclusivamente l'opinione del rispettivo autore e non corrispondono necessariamente a quelle della redazione de Lo Schiaffo 321. tratto da: Un fascio di note. La musica alternativa di destra in Italia, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 50, no. 5, dicembre 2020, doi:10.48276/issn.2280-8833.5381


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