Dalla musica alternativa al rock identitario
Dopo il periodo d’oro, in cui vi sono stati numerosi concerti, parecchia produzione di dischi e cassette, molti giovani cantautori che si cimentano in questa esperienza e la nascita di molteplici gruppi, già nei primi anni Ottanta, inizia il riflusso e l’entusiasmo si smorza.
Questo dipende, oltre che da motivi prettamente economici e strutturali, come il fallimento dell’idea di costituire un network fra le radio alternative con la conseguente chiusura di molte di esse e come la fine di alcune esperienze editoriali che hanno seguito da vicino il fenomeno musicale “alternativo” (come quella de “La Voce della fogna”), anche dagli effetti della repressione operata, a seguito della strage di Bologna, dalle forze dell’ordine e dalla magistratura sui movimenti neofascisti (66).
Il periodo rappresenta un momento di transizione che necessariamente conduce chi fa politica a destra ad accantonare le esperienze culturali, e parzialmente, anche la stessa militanza vera e propria.
Dopo questo periodo in cui la creatività artistica lascia il posto ad una sorta di revival costituito quasi esclusivamente dall’opera di alcuni militanti che si preoccupano di raccogliere i lavori già esistenti e “tramandarli” e che, in qualche caso, creano nuovi prodotti registrandoli in maniera rudimentale, negli anni Novanta il fenomeno muta ancora di segno. Nascono nuovi gruppi, si sviluppa la musica Oi, importata dall’Inghilterra e il Punk rock e lo ska evolvono (67).
Dal punto di vista politico, la destra neofascista diviene forza di governo, con la fine della prima Repubblica e la trasformazione del Msi in Alleanza nazionale. Questi fattori contribuiscono a ridisegnare una nuova identità politica nella destra neofascista.
Inoltre, le nuove tecnologie e lo sviluppo della rete internet hanno facilitato lo sviluppo e la diffusione di una nuova cultura alternativa che da semplice patrimonio culturale underground e semiclandestino con una propensione quasi esclusivamente elitaria diventa ormai alla portata di un pubblico più ampio. Così, la scena musicale appare più vivace e dalla musica alternativa vera e propria si passa al Rock identitario (68).
In ogni caso fra la Musica alternativa degli anni Settanta e il fenomeno musicale odierno del Rock identitario aldilà delle differenze stilistiche, vi sono molte continuità, poiché quest’ultimo rappresenta la naturale eredità di quella originaria esperienza che racchiude in sé il patrimonio culturale dei militanti della destra neofascista.
La musica alternativa all’epoca ha rappresentato l’unica forma di espressione in grado di tramandare idee, raccontare storie e trasmettere conoscenze che altrimenti non avrebbero potuto essere ricordate, dal momento che a destra non si è potuto beneficiare degli apparati e supporti culturali di cui, a sinistra, invece si è potuto usufruire. La musica in questo universo ha rappresentato il modo per “consegnare” un patrimonio e un armamentario culturale sommerso, rafforzando l’identità e il senso di appartenenza (69).
Il fenomeno che più di tutti oggi rappresenta un vero e proprio punto di partenza e insieme punto di arrivo del fenomeno musicale della destra militante neofascista di tutto il secondo dopoguerra fino ai nostri giorni è il portale Lorien: il portale dei Cantiribelli (attualità, storia, archivio della Musica non conforme). Alla base di questo archivio telematico vi è il lavoro dell’associazione culturale omonima (70).
Esistono molti archivi digitali ma certamente Lorien rappresenta il più completo fra tutti: sono presenti documenti, come i manifesti, le locandine, i testi delle canzoni, le biografie, le rassegne stampa che hanno interessato i protagonisti della scena musicale di destra dalle origini della musica alternativa fino a tutte le contemporanee diramazioni ed evoluzioni.
Le informazioni e i documenti che sono contenuti in questo archivio, estremamente ampio, diventano essenziali – accanto alla scarsa storiografia presente sul tema (71) – per lo studio di questo fenomeno che ha rappresentato e rappresenta un universo che attraverso la canzone, con una forte carica mitopoietica nei testi e una cura scarsa dal punto di vista della struttura musicale, ha voluto delineare la contestazione e la ribellione non solo verso un Governo, uno stile di vita, un approccio politico, ma contro i valori alla base del mondo moderno e della società sorta dalla seconda guerra mondiale.
NOTE
66 - All’interno de Il fronte della gioventù nasce un progetto culturale dal titolo Divisione Arte, abbreviato in Dart. Il Dart pubblica una sua fanzine “Opera al nero”, in cui vengono trattati argomenti musicali, vengono pubblicate recensioni, interviste e fumetti autoprodotti. Il movimento che gravita attorno a “Opera al nero” realizza anche le prime registrazioni musicali dei nuovi gruppi che promuove, come la band degli Intolleranza (nato a sua volta dal gruppo Hyperborea), si veda Domenico de Tullio, Centri sociali di destra. Occupazioni e culture non conformi, Roma, Castelvecchi, 2006, pp. 24-36.
67- Uno dei gruppi più importanti di questo genere è quello degli ZetaZeroAlfa; la band capitanata da Gianluca Iannone è il complesso di riferimento della Associazione di promozione sociale, Casa Pound.
68 - N. Antolini, Fuori dal cerchio, cit., p. 321.
69 - Il presidente dell’associazione è Guido Giraudo, componente degli Amici del vento.
70 - Fra i pochi lavori che trattano dell’argomento, possiamo citare il testo di C. Di Giorgi, I. E. Ferrario, Il nostro canto libero, cit., un altro libro sempre di Cristina Di Giorgi, Note alternative. La musica emergente dei giovani di destra, Roma, edizioni Trecento, 2008; esistono anche altri testi che rappresentano delle raccolte di testi e musica sotto forma di Cd, come per esempio Agenda 2007, cit. e Aavv, Voci contro vento, Roma, Fergen, 2012.
Le opinioni espresse nei contributi degli ospiti riflettono esclusivamente l'opinione del rispettivo autore e non corrispondono necessariamente a quelle della redazione de Lo Schiaffo 321. tratto da: Un fascio di note. La musica alternativa di destra in Italia, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 50, no. 5, dicembre 2020, doi:10.48276/issn.2280-8833.5381
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