Marcello de Angelis si è dimesso dall'incarico in Regione Lazio dopo la bufera politica nata per una sua affermazione, legittima a nostro avviso, legata all'infame Strage di Bologna e per il passato "scomodo".
L'ostilità verso l'ex Bandido, cervello, voce e cuore di un Mondo differente, aveva raggiunto livelli grotteschi già con la petizione digitale del Partito Democratico laziale che ne chiedeva la testa. Una vera e propria gogna 2.0, nata solo per togliere il lavoro e la dignità all'ex direttore del Secolo d'Italia e del mensile Area, per citare qualcosina della sua lunga carriera.
Quando poi hanno scavato nel passato dell'ex TP, qualche settima fa, lui ha anche preso le distanze da alcune canzoni, tanto da affermare di provare imbarazzo ed orrore in riferimento a quei pezzi scritti in gioventù, perché negli ultimi vent'anni ha radicalmente cambiato la visione della vita, dell'umanità e di se stesso. Parole chiare, ma scivolate nel nulla, soprattutto dopo le vibranti ed incisive le proteste partite da Israele e dalla Comunità ebraica Capitolina. La bufera è stata alimentata dal "caso Julleuchter", il 'candelabro Yule' acceso in occasione della festa del Solstizio d'inverno, che cade appunto il 21 dicembre data della pubblicazione della foto, al centro degli scontri a suon di messaggi digitali sulla rete internazionale.
Riportiamo, infine, per la rubrica l'Occhio Nero, la lettera integrale dove porge le dimissioni irrevocabili. Nella missiva ci sono spunti su cui riflettere. Oggi è stata trasmessa da de Angelis al Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, anche lui con un passato da militante del Fronte della Gioventù, l'organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano.
«Prendo atto delle dimissioni di Marcello De Angelis dal ruolo di capo della comunicazione istituzionale della Regione Lazio. Lo ringrazio per il prezioso lavoro svolto finora e per il senso di responsabilità dimostrato", dichiara all'Ansa il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. "Così come ha la mia gratitudine - aggiunge - per aver messo al riparo l'istituzione che presiedo dalle inaccettabili strumentalizzazioni di queste settimane, pagando il prezzo per una canzone scritta 45 anni fa e rispetto alla quale ha manifestato pubblicamente tutto il suo imbarazzo e orrore. Testo, peraltro, già noto quando in passato aveva ricoperto ruoli come quello di parlamentare e direttore di testate».
"Posso testimoniare in prima persona l'evoluzione della personalità di de Angelis - dice ancora Rocca - Un percorso di maturazione, di autoconsapevolezza e di trasformazione interiore. Sicuramente tutto questo non può cancellare il suo passato, ma ha forgiato e continuerà a formare il suo presente e il suo futuro".
la lettera
«Egregio Presidente, dopo attenta riflessione, mi trovo nelle condizioni di dover fare una scelta di cui mi assumo tutta la responsabilità. Sono stato messo alla gogna per un post su Facebook in cui ho espresso perplessità su una vicenda giudiziaria sulla quale molti altri prima e meglio di me e in modo più autorevole si erano espressi in modo analogo.
Rivendico il diritto al dubbio e al dissenso anche se non posso negare di essermi espresso in modo inappropriato e per questo ho chiesto scusa.
Ho scatenato dure pressioni politiche contro l’istituzione che oggi rappresenti e pur nella consapevolezza che i tuoi avversari non hanno argomenti o la forza per importi le decisioni che auspicherebbero, la mia stessa coscienza è più forte e più legittimata di loro a chiedermi di fare un passo indietro. La mostruosa macchina del fango può stritolare chiunque e mi ha preso di mira mettendomi alla gogna e rovistando nella mia vita.
Ho pagato tragicamente per metà della mia esistenza per colpe che non avevo, ma non posso affrancarmi dall’unica cosa di cui mi sento vergognosamente responsabile: aver composto in passato un testo di una canzone che considero un messaggio di odio insensato nei confronti di esseri umani senza colpa, molti dei quali sono oggi miei amici e amiche, colleghi, vicini di casa, persone che apprezzo, ammiro, a cui voglio bene e persino miei familiari. Non so se potrò mai perdonarmi per questa cosa e non mi aspetto che lo facciano altri.
Non posso consentire che le mie responsabilità passate possano macchiare o offuscare lo straordinario lavoro che tante persone migliori di me stanno compiendo per il bene comune.
Ringrazio tutti i colleghi, molti appena conosciuti, che hanno voluto trasmettermi la loro vicinanza in questo difficilissimo momento, ma è con grande tristezza che ritengo che non ci sia altra scelta per me che riprendere la mia strada lontano da questa Istituzione nella speranza di chiudere i conti col mio passato e trovare il modo di riparare a qualunque mio passato errore.
Ti comunico pertanto le mie dimissioni con effetto immediato dall’incarico che mi hai voluto affidare, ringraziandoti della fiducia e sperando di aver dato al meglio il contributo professionale che ci si aspettava da me. Auguro alla Giunta e a tutto il consiglio e tutta la struttura di poter continuare al meglio il proprio lavoro con la dovuta serenità e col meritato riconoscimento». In fede, Marcello de Angelis.
"Occhio Nero, oenne"
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