Premetto che quello che scrivo qui è il frutto delle mie osservazioni e analisi e non vuole né imporre il mio punto di vista né ledere le opinioni e sensibilità altrui, che comunque rispetto.
Quello che io denuncio come "anglomania" non è solo un vezzo dei comuni parlanti, come qualcuno (non qui) vuole definire tale, ma è il frutto di un vero e proprio condizionamento voluto, un mezzo psicosociale con cui la cultura anglosassone s'impone su quella di altri Paesi, e a livello popolare fa perno proprio incutendo senso d'inadeguatezza e di ridicolo, stroncando, indirettamente, nel nascere il tentativo di tradurre.
Pertanto, ogniqualvolta si trovi "ridicolo" e "inadeguato" che qualcosa si possa tradurre o definire in italiano, pur utilizzando lo stesso traducente (che tra l'altro la maggior parte delle lingue adotta senza alcuno scetticismo, proprio perché ancora sentite, dagli stessi popoli, come lingue identitarie), allora lo scopo colonizzante dell'anglomania è stato raggiunto.
Tra l'altro, voglio sottolineare; risulta essere un metodo vincente, proprio perché viene controllato dagli stessi "parlanti" che, in modo più o meno consapevole, svalutano e delegittimano la propria lingua. D'altronde tutti possono notare come, attraverso i vari sistemi; informativo, pubblicitario e istituzionale (in ogni sua forma), si induca sistematicamente questa condotta dell'anglomania, da parecchio tempo. In particolare (visto che se n'è parlato di recente), volevo ancora aggiungere il fatto che qualsiasi tecnologia, per quanto se ne possa disquisire, fino a qualche tempo fa era normalmente definita nella propria lingua, poiché veniva, generalmente, costruita con radici, prefissi e suffissi spesso affini, quindi, per la maggior parte dei casi convertibili nelle lingue di destinazione.
Concludendo, volevo comunicare che, o il problema lo si osserva alla radice (sempre ammesso che si guardi dalla mia stessa angolazione), oppure non ci rimane che disquisire sul fastidioso "sintomo" dell'itanglese, che provoca la sensazione che più ci accomuna, quella dell'indignazione.
Quelle espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore, che non corrispondono necessariamente a quelle de "Lo Schiaffo 321". Immagini tratte dalla rete. Fonte: https://campagnapersalvarelitaliano.com/
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