In Valle Caudina il problema dell'eccesso di velocità nei centri urbani è una piaga che apparentemente sembra irrisolvibile. Mentre dalle nostre parti si cerca solo la sterile polemica, sempre più città in Europa tirano il freno a mano abbassando il limite di velocità a 30 all’ora con le cosiddette ‘Zone 30’, al posto dei soliti 50 chilometri orari. Eppure, in alcune città d'Italia abbiamo iniziato a introdurre le ‘Zone 30’ nelle nostre città già a metà degli anni ’90.
Le Zone 30 nascono dall’idea che le strade sono spazi condivisi tra pedoni, ciclisti e macchine, in cui non sono queste ultime ad esserne le padrone. I vantaggi sono più di uno, tra cui ridurre l’inquinamento acustico, ma il vero motivo dietro la popolarità delle Zone 30 è senz’altro la sicurezza stradale. Semplice, perché da 30 a 50 km/h la probabilità di sopravvivere di un pedone investito diminuisce dal 90% al 15%. Sì, dal novanta al quindici, avete letto bene.
Siamo d’accordo che a nessuno (o quasi) piaccia rallentare. Vogliamo arrivare, senza "'ntuppi vari" da punto A a un punto B nel minor tempo possibile, ma forse pochi conoscono i numeri delle conseguenze di questa fretta alla guida. Infatti, in Italia ogni giorno circa una decina persone perde la vita a causa di un incidente stradale, molto spesso urbano. Poniamo l'attenzione, per quanto possibile, su una cosa importante a nostro avviso:
arrivare a Cervinara, San Martino Valle Caudina, Forchia, Luzzano, Cirignano, Rotondi, Montesarchio, Bonea, Arpaia, Roccabascerana, Airola, Moiano, Paolisi o Sant'Agata de' Goti nel minor tempo possibile è una questione di vita o di morte? Purtroppo, mettersi al volante da "scazuacani", a tutta velocità, potrebbe portare all'ultimo viaggio, quello dell'eterno riposo per intenderci. Il Gran Premio della Valle Caudina non dona coppe, medaglie e onori, anzi nasconde trofei macchiati di sangue e di lacrime.
Città 30
Per ridurre il numero e soprattutto la gravità degli incidenti, per rendere lo spazio urbano più vivibile e per permettere alle cittadine e ai cittadini di muoversi anche a piedi o in bicicletta in tutta sicurezza è nata «Città 30», il progetto simbolo di una rivoluzione culturale che trasforma la mobilità e le aree urbane rendendole più inclusive e meno pericolose, anche per i nostri amici a quattro zampe.
No, non si riduce tutto a una semplice riduzione del limite di velocità. Si tratta, infatti, di un intervento decisamente più ampio e complesso. Sulle colonne digitali di Moveo Telepass, un giornale di settore, si spiega perché e quali sono i vantaggi di una città a «Zona 30», potenzialmente adattabile in maniera sperimentale anche in Valle Caudina dall'Unione dei Comuni.
L’istituzione di una «Zona 30» secondo il Codice della Strada significa riequilibrare lo spazio pubblico, riducendo le aree per la circolazione delle auto a favore di quelle riservate alle piste ciclabili e ai percorsi pedonali, favorendo anche la creazione di aree adibite a scopi sociali.
È bene ricordare alle lettrici ed ai lettori de Lo Schiaffo 321 che la creazione di Zona 30 è un intervento promosso dall’Unione Europea. Si tratta di una misura richiesta direttamente dal Parlamento europeo che nella risoluzione approvata il 6 ottobre 2021 invita gli Stati membri a introdurre limiti di velocità di 30 km/h nelle zone residenziali e nelle zone con un numero elevato di ciclisti e di pedoni. L'invito potrebbe essere recepito anche nelle aree dell'entroterra meridionale, ovviamente con studi specifici, investimenti strutturali ed interventi di riqualificazione di molte piste ciclabili, abbandonate a se stesse.
Al fine di promuovere l’uso sicuro della strada è anche necessario prevedere maggiori investimenti sui sistemi di controllo di velocità, applicare sanzioni più rigide e puntare sull’applicazione del principio della “tolleranza zero” per la guida in stato di ebbrezza visto che l’alcol è implicato nel 25% circa della totalità dei decessi sulle strade. Multe senza pietà, invocate in questi giorni da tantissimi cittadini esasperati e preoccupati per la situazione apparentemente fuori controllo.
Le Zone 30 portano a decongestionare i centri urbani e a ridurre la componente motorizzata privata. Se guardiamo ai costi dell’incidentalità e utilizziamo la nuova parametrizzazione di ACI, ISTAT e Ministeri interessati, noteremo che il costo sociale degli incidenti 2021, ad esempio, è di € 14,6 miliardi, di cui 9,15 sono a carico delle strade urbane. Un dimezzamento dell’incidentalità porterebbe a un risparmio di € 4,6 miliardi annui. La riduzione del limite di velocità nelle aree urbane a 30 km/h, inoltre, riduce il rumore e ingrossa le casse comunali.
Il limite di velocità a 30 limita il rischio di collisioni riducendo la distanza di arresto delle auto da 29 a 13 metri, ampliando l’angolo di visibilità verso gli spazi laterali da cui possono sopraggiungere pedoni e i ciclisti, e diminuendo notevolmente la gravità degli impatti in caso di incidente.
Città asfaltata Caudina
Per migliorare il livello di qualità della vita delle cittadine e dei cittadini bisogna ripensare il concetto di Città "asfaltata" Caudina. Zona 30 non vuol dire solo ridurre il limite di velocità, ripetiamo, ma potrebbe adattare l’intero contesto urbano Caudino ad una diversa concezione di uso dello stesso. Per dirla con parole diverse, la “Città Caudina 30” non disincentiverebbe l’uso delle automobili, bensì tutelerebbe l'incolumità degli stessi amanti delle quattro o due ruote.
È più corretto dire che queste linee guida incentivano la mobilità attiva, penalizzata in Valle Caudina dall'assenza di una fitta rete autonoma di mezzi pubblici e/o privati, utili a nostro avviso per unire la Nuova Caudium concretamente dal basso, magari anche a zero emissioni. Lo stato comatoso, tra l'altro, in cui versa la linea ferroviaria è emblematico, altro che Caudio-Metropolitana!
PNSS
Il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2030 (PNSS), approvato dal CIPESS su proposta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dovrebbe essere il pane per i denti delle Istituzioni locali e dei Sindaci dell'Unione dei Comuni. Lo scenario Caudino non è ricco di esempi concreti per contrastare la piaga della guida spericolata, almeno fino ad ora, pur considerando l'impegno encomiabile della Polizia Municipale Caudina.
Milano, Parigi e Brusselle hanno imposto il limite urbano di 30 chilometri orari. Cervinara, San Martino, Tufara Valle, Montesarchio, Forchia, Paolisi, Rotondi o Airola, invece, come affrontano e contrastano il problema?
Se ne infischiano del euro-progetto, che applicato con fermezza potrebbe portare ad un sostanziale aumento del rispetto dei limiti di velocità, nonché alla riduzione significativa dei feriti gravi e dei decessi, specialmente in aree critiche come l'Appia che attraversa la Nuova Caudium?
RIFLESSIONI
La Città Caudina potrebbe rivoluzionare l'assetto dei trasporti locali per promuovere il concetto di «Città Caudina 30», introducendo il limite a 30 chilometri orari su tutte le strade scambiate per piste di Formula Uno, oltre che nei centri abitati e nei luoghi di aggregazione. Bisogna mirare a promuovere un'alternativa valida e prendere la palla al balzo per una progettare, per il futuro prossimo, una Eco-Rete Caudina di trasporti efficiente, sostenibile e nazionalpopolare.
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