«Lascio un Partito che volutamente non tiene conto delle realtà territoriali dell’Irpinia. Mi domando - chiosa Ragucci - ma a Roma sanno ciò che accade in Irpinia? Come è gestito il Partito ad Avellino? Il commissario provinciale si ricorda quando il partito era al 2% quanti e chi eravamo ad Avellino? Il Partito è cresciuto grazie al nostro impegno e ai tanti altri che in maniera disinteressata si sono avvicinati e, non per tornaconto personale hanno lavorato sul territorio. La crescita del partito fa sempre piacere ma chi ci sputava addosso, chi ha utilizzato Alleanza Nazionale prima, la Lega e Forza Italia dopo, per scopi personali e familiari oggi gli date incarichi di vice commissario in Fratelli d’Italia, è una porcata che supera la decenza».
«Il mio rammarico - sottolinea l'ex Ragucci - è quello di aver contribuito, col mio modesto impegno, a questa Destra che ha smarrito i suoi valori intruppando personaggi che fanno politica per profitti personali e non solo. L’immenso Giorgio Almirante si rivolta nella tomba».
«Non ho mai chiesto nulla a livello personale - dichiara l'ex Missino - in tanti anni di militanza politica. La mia decisione è dovuta al fatto che non possiamo vedere sempre calpestata la nostra dignità politica con decisioni che vengono prese lontano da Avellino. Fratelli d’Italia mi ha profondamente deluso, ma ancora più deludente è il silenzio dei vertici nazionali del partito».
A Cervinara il CentroDestra è guidato in consiglio comunale proprio dal ribelle Ragucci, ma non si escludono eclatanti colpi di scena. Nei prossimi giorni vedremo le reazioni al clamoroso gesto, maturato in un momento di prestigio per la Destra in ambito nazionale. Sul territorio Caudino gli eredi della Fiamma Tricolore viaggiano a due velocità ben diverse. Da una parte c'è la Destra Sannita con il Senatore Mimmo Matera in prima linea, capace di fare il pieno di voti sul versante beneventano della Valle. I Patrioti della Nuova Caudium sotto la gestione avellinese, invece, non riescono a consolidarsi, anzi con l'abbandono e le critiche dell'Ingegnere di Castello, che ha raccolto l'eredità del Preside Gerardo Brevetti, al quale era intitolata la sezione cittadina post-missina, si trovano in una situazione di stallo.
Non ci sono spazi a Destra della Giorgia Nazionale ed è difficile pronosticare un passaggio dei Ragucciani nelle sezioni di Forza Italia o della Lega. Improbabili, tuttavia, sia il tuffo romantico nella Fiamma Tricolore, orfana di Pino Rauti, sia la scelta radicale di militare in Forza Nuova, Pro Italia, Exit o CPI.
«Al di là delle rassicurazioni di facciata - chiude il polemico Ragucci - dei vertici provinciali del partito, tra i militanti il malcontento è diffuso e nei prossimi giorni ci potrebbero essere altre clamorose prese di posizione. Non si può continuare ad assistere in silenzio e a dover accettare decisioni che francamente non comprendiamo che utilità possano portare al partito di Fratelli d’Italia».
La Destra in Valle Caudina ha una storia molto complessa e noi la conosciamo abbastanza bene. Le diatribe interne erano ampiamente pronosticabili, ma al momento ciò che esce allo scoperto è l'assenza totale di correnti in Fratelli d'Italia. Zero dissidenti. Non sembra esserci alcun tipo di discussione interna, eppure si attende la risposta ufficiale del partito alla luce delle pesanti dichiarazioni.
Una storia lunga oltre un Ventennio non può vedere la parola "fine" a suon di freddi comunicati stampa. La base militante e simpatizzante potrebbe scegliere addirittura altre formazioni politiche, interne al CentroDestra. Secondo indiscrezioni si vocifera di un risolutivo e polemico cambio di Provincia. Passare da Avellino a Benevento per pura protesta contro le scelte del Commissario, in modo tale da mettere a conoscenza la Federazione Capitolina delle ultime novità avellinesi e dare un segnale dal basso.
A nostro avviso servirebbe, invece, un Coordinamento NazionalPopolare di Base, tutto Caudino, ma collegato ovunque, per valorizzare questa Terra, oltre i tesseramenti, le tarantelle Avellinocentriche, le correnti retrò anni Novanta e le opposte fazioni nate con la "faccia storta" in seno alla creatura Meloniana. Senza una ferrea base ideologica, ahinoi, tutto risulta essere vano. Senza gerarchia crollano i movimenti.
Bisogna ascoltare il Popolo, crescere nelle strade e in ogni lembo d'Italia, tra la gente vera, non guardare solo ai sondaggi quotidiani. Statistiche che lasciano il tempo che trovano, soprattutto in un elettorato liquido, capace di dare e/o togliere, nel giro di qualche anno, milioni di preferenze prima al Partito Democratico, poi alla Lega di Salvini e al Movimento 5 Stelle. Chiaro?
Il cielo s'oscura, divampano le fiamme, dov'è la Destra dura e pura, un tempo senza paura?
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