Meglio cambiare aria, a questo punto. Il chiaro messaggio universale di Milot sarà poi montato e gustato in altre città italiane ed europee. Sono pronte a vedere la luce altre chiavi dello stesso progetto, stando alle ultime notizie. La Chiave dell'acqua (The Water Key) la Chiave del Sogno (The Dream Key), la prima tra Asia ed Oceania, l'altra nelle Americhe. Insomma, l'onda artistica partita dall'Albania, passata per la Valle Caudina, ora toccherà tutto il pianeta. La chiave realizzata da Milot a Napoli è l'esempio di come una struttura monumentale e impressionante, realizzata in acciaio corten, possa creare discussioni spicciola. La Chiave di Oggi, alta dieci metri e larga venti, lascerà piazza Mercato in punta di piedi.
Chiave sì o chiave no? Così apriva Il Mattino sottolineando che la Napoli multiculturale è da sempre pronta alle critiche e alle lotte intestine. L'opera d'arte di Mirashi Milot, gettò il seme della discordia sui social e l'artista passò al contrattacco:
«Chiederemo al Comune di allungare la durata dell'installazione - spiegava Milot a Il Mattino - Dopo Napoli, la chiave arriverà in altre importanti città europee». Partenope, dunque, ha fatto da apripista per un progetto da 1 milione che punta a fare il giro di mezzo continente. «Il Comune precisa Milot non ha speso però nemmeno un euro».
I commenti non furono teneri ed il primo quotidiano della Campania riportò la serie di accuse rivolte alla artista, travolto da parole che pesano come macigni:
Sulla pagina del Comune di Napoli, al di sotto del post che raffigura la chiave di Milot (nome inglese: «Key of Today»), c'è un coro di contestazioni che diventano anche critiche politiche nei confronti dell'amministrazione. «L'utilità di questo mostro in Piazza Mercato? Questa amministrazione supera quella di Dema», si legge. Oppure: «Come esposizione di articoli per la casa aveva dignità di piazza monumentale?». Ancora: «Invece di valorizzare la piazza e renderla più vivibile sia per chi ci abita sia per i turisti» e ancora «dignità di piazza: concetto molto soggettivo a quanto pare». «Un mausoleo a cosa serve? Ai bambini per giocare? Agli anziani per sedersi?».
Sui social c'è anche chi teme che qualcuno, dopo l'imbrattamento delle Sfingi colorate d'azzurro, possa decorare anche la chiave arrotolata. Piazza Mercato, in ogni caso, dopo decenni di deserto e dopo i lavori Unesco, ritrova un'installazione artistica. Le difficoltà dell'area a ridosso di Palazzo Ottieri, dopo il restyling, non sono ancora state superate. L'indotto turistico stenta ad arrivare. L'opera di Milot, in quest'ottica, attrae curiosi. E riempie i vuoti.
Una chiave a spirale. Un passe-partout arrotolato, simbolo del fatto che le soluzioni non sono semplici. E non lo è, appunto, nemmeno l'installazione di un'opera d'arte.
«La chiave è arrotolata - spiega Milot a Il Mattino di Napoli - perché a essere un saliscendi è la vita stessa. La struttura è storta anche perché reputo che ogni chiave sia inutile. Si apra tutto, si abbattano i muri. È significativo che l'opera sia installata nella piazza di Masaniello».
Nella piazza Mercato esoterica e rivoluzionaria che, come avvenuto in passato, ha spesso rovesciato le regole della storia. Lo stesso destino di Milot, da migrante albanese cresciuto a Cervinara (dove fu accolto, ragazzo, in bottega da una famiglia del luogo), ad artista internazionale, dimostra la non linearità della storia.
«Le contestazioni - prosegue l'artista - fanno un po' il gioco delle parti: non ho problemi su questo. Ciò che conta sono il lasciapassare del sindaco e il parere della gente: i bambini del quartiere sono felici e ho fatto anche amicizia. A chi mi ha criticato ho risposto, tra l'altro, che io "sono contro l'indifferenza”. Quindi che la contestazione è meglio del silenzio. Voglio sottolineare che il Comune non ha speso niente. Tutti i costi sono stati sostenuti dalla Jean Wolf company, che ha pagato 1 milione per l'operazione».
"Tu si' 'a chiave 'e ll'acqua!" - Si legge in una discussione legata alla Chiave dell'acqua che vedrà luce tra Asia ed Oceania. Peccato che Milot non abbia scelto proprio Napoli per dare senso anche ad un antico modo di dire in napulitano che sta ad indicare la "indispensabilità" di una persona, per specifiche "qualità" a lui ascritte. Celebre il verso dedicato al "Pibe de Oro" contenuto nell'inno "Maradona è meglio 'e Pelè" che così recitava: "Maradona si' Napule già: tu si' 'a chiave 'e ll'acqua pe ce fa campà".
A Napoli una volta si diceva che ’e ccannole surano (“i tubi dell’acqua …sudano”). Si esprimeva così quel fenomeno della termodinamica per cui, a causa della differenza di temperatura tra l’interno del tubo e l’ambiente esterno, si forma la condensa, che altro non è se non l’umidità dell’aria che dallo stato di vapore acqueo diventa acqua. Le goccioline sui tubi ricordano davvero il sudore, per cui la fantasia popolare ha parlato di sudore dei tubi stessi. Probabilmente l’espressione viene dall’italiano comune trasudare, magari usato nella stessa errata interpretazione del fenomeno. Ma a noi piace pensare che a Napoli tutto abbia vita, e che i tubi soffrano il caldo e perciò sudino. Un altro equivoco è quello che fa chiamare chiave terrestre la “chiave d’arresto” dell’acqua.
A proposito di chiave dell’acqua, quando qualcuno risolve brillantemente un difficile problema, gli si dice: Si’ stato ’a chiave ’e ll’acqua!, e si pensa che l’intervento risolutivo di quella persona abbia funzionato come la chiave dell’acqua che fa uscire il prezioso liquido per permetterci di fruirne.
L’espressione è stata illustrata recentemente da Raffaele Bracale, che ha svelato come in realtà essa derivi da una corruzione di chiave ’e ll’arco, cioè la chiave di volta, quella pietra sagomata ad hoc per incunearsi in alto al centro di un arco tra le ultime due delle pietre (o “conci”) che messe una sull’altra ai due lati costituiscono appunto l’arco. La chiave di volta o chiave d’arco costituisce l’elemento decisivo che scarica sui due pilastri laterali tutto il peso che può essere messo sopra l’arco stesso.
Roma, Milano o Torino?
Madrid, Berlino o Bruxelles?
Dopo il rifiuto del sindaco di lasciarla al Mercato fino a settembre, in pratica solo un paio di mesi in più rispetto al previsto, il clamoroso passo falso in Provincia di Avellino con un'installazione rimossa all'ultimo minuto ed il Vandalo idiota in Valle Caudina ora si pianifica un saggio rientro a casa.
Tant'è vero che molto presto sarà esposta un'altra Chiave anche a Scutari, il luogo culturalmente più importante per la nazione albanese, considerata "La culla della cultura albanese" detta pure la "Firenze dei Balcani". Probabilmente la scelta di tornare nel Mbretnija Shqiptare ed onorare la capitale culturale dell'Albania appare la migliore opzione per il futuro di Alfredo e del suo eccellente gruppo di lavoro.
RIFLESSIONI
Infine, massima solidarietà verso Alfredo Mirashi Milot per la pessima accoglienza ricevuta a Napoli, fatta di durissimi attacchi, scivolati anche sul personale. L'arte può piacere o meno, ma il rispetto verso l'artista deve essere la base su cui ragionare, discutere o criticare, ma non offendere e sminuire. Onore alle ragazze ed ai ragazzi della Pro Loco Angelo Renna che nel capoluogo di Regione si sono distinti per calore e colore. Un lampo di vitalità in situazioni grigie ed antipatiche.
«Mi ha fatto male! - esclamò Milot lasciando tutti basiti - La scultura può non piacere, ma perché scrivere “la chiave è una chiavica come l'artista”? Sono insulti gratuiti che amareggiano».
Përpara artit shqiptar, herët a vonë edhe mirashi i madh do të gjejë dimensionin dhe hapësirën e tij artistike e shpirtërore.
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