sabato 13 maggio 2023

Kebab? Ecco la composizione | CIBO


Intestino, polmoni, cuore, lingua, occhi, scarti di macelleria, ossa, sale e grasso animale? 

No, non è la ricetta della zuppa di una strega, ma gli ingredienti della “carne” di un Doner Kebab. Una moda spopolata in tutta Europa, compresa la Valle Caudina, il kebab è diventato il fast food più diffuso, da Londra a Barcellona, Roma, Berlino, Parigi, milioni di persone lo mangiano ogni giorno, senza sapere che cos’è e quanto pericoloso è per la salute.

Mahmut Aygun, emigrato in Germania dalla Turchia negli anni Settanta è stato uno dei primi fautori della diffusione di questo alimento nel nostro continente. Pare che, originariamente, nei paesi arabi dove è nato, il kebab fosse un piatto artigianale e rustico di carne, anche abbastanza fresco e nutriente, servito con verdure e salse speziate. Il Doner Kebab (ovvero la versione “da passeggio”, diffusa dalla Germania in tutta Europa, ndr), invece, non ha niente di nutriente, né di buono, purtroppo.

Quel sapore anche “non male” e a volte appetitoso, che chiunque abbia mangiato un kebab conosce, non è nient’altro il risultato della lavorazione della carne con quantità spropositate di grasso animale e spezie: questo è quello che inganna il palato. Chi è abituato a mangiare hamburger da McDonald od altre schifezze del genere, sa bene che il panino sembra buono: questo è solo un sapore indotto dal grasso utilizzato nel processo di lavorazione della carne.

Vi propongo i risultati di un’analisi condotta in Inghilterra da un equipe di scienziati e nutrizionisti e spero che vi facciano cambiare idea al momento di decidere se entrare in un “ristorante” che offre kebab.

– più del 50% dei Doner Kebab contiene carne diversa da pollo o vitello, la maggioranza dei kebab sono un miscuglio di carni diverse, tra cui quella di pecora e di maiale;

– a parte nei kebab realizzati con un’amalgama di carni di vitello, pollo, tacchino, pecora, maiale, in circa il 9% dei casi non si è potuta individuare con chiarezza la natura della carne utilizzata nel processo di triturazione;

– un kebab contiene tra il 98% (nel migliore dei casi analizzati) ed il 277% della quantità giornaliera di sale accettabile, oltre la quale la salute di un essere umano è a rischio;

– un singolo kebab contiene tra le 1.000 e le 1.990 calorie (senza considerare le verdure e le salse, ndr);

– un altro dato scandaloso è che ogni kebab contiene tra il 148% ed il 346% della quantità di grassi saturi assimilabili giornalmente da un essere umano (sempre considerando solo la carne, ndr);

Il testo integrale della ricerca è pubblicato qui in formato Pdf. La totalità dei kebab - scrive Matteo Vitiello - diffusi dalla Germania in tutta Europa, contengono una quantità elevatissima di conservanti ed additivi chimici, necessari per poter assicurare la conservazione del prodotto per mesi. Inoltre, durante il loro trasporto ed all’interno degli stessi stabilimenti dove sono venduti al pubblico, questi rotoloni di “carne” sono soggetti a gravi interruzioni della catena del freddo, in seguito a continui e ripetuti congelamenti e decongelamenti.


bufala?

Sulle colonne digitali di "Giornalaettismo" si parla proprio dell'articolo da noi riportato, con le dovute osservazioni tecniche. Analizzando la ricerca, pubblicata nel gennaio 2009 dall’agenzia inglese Lacors, si scopre che l’allarme vero in realtà è un altro, si legge nella replica. 

Sul numero dei kebab studiati, 494, un quarto conteneva solamente carne di pecora mentre erano 43, quindi meno del 10 per cento, la cui composizione è sconosciuta. O meglio, è ufficialmente “no result”, “nessun risultato”. 

Ma questo non sembra preoccupare granché i ricercatori. La circostanza ritenuta più grave è data dalla presenza di carne di maiale nei campioni analizzati. I musulmani, come tutti sanno, ritengono tale alimento impuro. Quindi non viene etichettato. Questo però porta ad una diffusione su larga scala di un prodotto “falso”, con la conseguenza natura che è impossibile determinare con certezza quanto maiale ci sia nel doner.


LE DIFFERENZE CON IL REGNO UNITO  
Non solo. E’ stata verificata una violazione generalizzata della legge inglese sull’etichettatura dei prodotti alimentari, datata 1996. Il risultato? 
E’ capitato che per alcuni prodotti fosse rilevata la presenza di carne non dichiarata, ed anche il contrario, ovvero che venissero certificati “ingredienti” in realtà non presenti. Per quanto riguarda invece l’apporto calorico, la ricerca elenca i dieci “kebabbari” più “pesanti” del Regno Unito, cioè quelli la cui carne è la più grassa e ricca di sale. Ma è necessario poi considerare che a differenza di quanto accade in Italia, da quelle parti i kebab vengono venduti secondo le “misure”, ovvero “piccolo”, “medio”, “grande”, con il paradosso per cui quello tecnicamente più pericoloso, ovvero il “large”, sia in realtà il più magro. Poteri del marketing. ( ...e del mondialismo alimentare n.d.r.)

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