martedì 30 maggio 2023

LE CHIAVI DI MILOT - Polemiche, critiche ed attacchi ad progetto da 1 milione di euro | #perle

«Chiederemo al sindaco di lasciarla al Mercato fino a settembre, un paio di mesi in più rispetto al previsto».

Risposta negativa. Ultimo giorno? 30 giugno. Napoli saluta Milot, nessuna proroga per la Chiave dell'Unità che lascerà Piazza Mercato per chissà quale destinazione di prestigio. Purtroppo, non è stata nemmeno presa in considerazione la proposta di allungare l'installazione fino a settembre.

Troppe polemiche, fitta pioggia di critiche e pesanti discussioni per una Chiave che non ha aperto i pulsanti cuori mediterranei della gente, ma ha acceso un vivace dibattito politico.
 
La "piazza" non avrebbe gradito la permanenza dell'opera, troppo invasiva, soprattutto durante i festeggiamenti per il terzo scudetto del Napoli Calcio. La gente non ha apprezzato a fondo la mastodontica emozione in acciaio dell'artista albanese, adottato da una Campania che per ben tre volte ha messo al centro della discussione l'arte di Milot.


Si avvia così alla fine la terza uscita ufficiale campana di Miloshi, capace di arrivare burrascosamente sulle colonne de Il Mattino e di Leggo, dando così un inaspettato taglio nazionale alla spinosa vicenda. Un percorso artistico davvero complicato per Alfredo, il famoso scultore fuggito dal Comunismo albanese sull'iconico barcone ad inizio anni Novanta. La“Key of Today” rappresenta il simbolo della vita, della rinascita di una società aperta a tutto e a tutti, al dialogo, al confronto. 
Tuttavia, questa volta l'immancabile ironia dei Napoletani, condita da un'elevata dose di sarcasmo, ha bollato l'ennesima avventura artistica milotiana.

piazza mercato

CAUDIUM
La Valle Caudina è stata la seconda Patria per Alfredo, giunto in Provincia di Avellino, dopo mille peripezie, a casa di una Famiglia Cervinarese che ha dato una importante svolta alla carriera del promettente giovanotto. Milot appartiene ad una ricca dinastia nordalbanese di chiare idee anticomuniste. 

Cervinara aprì le porte dell'accoglienza all'intraprendente profugo, dando spazio alla sua prima Chiave in Valle Caudina dopo tanto sacrificio. Dopo l'iniziale clamore a Cervinara, però, non si è visto chissà quale turismo a seguito della "Chiave Inutile", anzi l'opera nel tempo è stata anche vergognosamente vandalizzata da uno sconsiderato, tale Leo, armato di vernice turchese in bomboletta e spinto da una abbondante dose d'imbecillità cristallina.

IRPINIA
 
MERCOGLIANO
Archiviato l'amaro episodio Caudino, arriva la lunga e a dir poco grottesca telenovela tra il Gruppo di Lavoro Artistico di Milot, la Provincia di Avellino dell'ex presidente Bianciardi e l'ostico Comune di Mercogliano, ridente cittadina a due passi dal Capoluogo Irpino. Una chiave davvero enorme, ma scomparsa nel nulla. Prima promossa con enfasi e poi rimossa in fretta e furia dalla rotonda mercoglianese che in effetti apre le porte dell'Irpinia al mondo. 

Una pagina davvero contorta, caratterizzata da una serie di scelte opinabili ed oggettivamente superficiali. Le istituzioni locali, con il classico tira e molla burocratico, sono state capaci di mettere in ginocchio il progetto legato all'installazione permanente dell'incredulo Milot, pronto ad affidarsi al Tar. 
Eppure, l'artista continua a "parlare" di quest'opera abortita in malo modo. La rabbia per l'occasione sfumata è comprensibile, anche se c'è ancora una labile speranza di poter vedere la scultura in qualche angolo della Provincia di Avellino, molto probabilmente nel Mandamento.
 

Meglio cambiare aria, a questo punto. Il chiaro messaggio universale di Milot sarà poi montato e gustato in altre città italiane ed europee. Sono pronte a vedere la luce altre chiavi dello stesso progetto, stando alle ultime notizie. La Chiave dell'acqua (The Water Key) la Chiave del Sogno (The Dream Key), la prima tra Asia ed Oceania, l'altra nelle Americhe. Insomma, l'onda artistica partita dall'Albania, passata per la Valle Caudina, ora toccherà tutto il pianeta. La chiave realizzata da Milot a Napoli è l'esempio di come una struttura monumentale e impressionante, realizzata in acciaio corten, possa creare discussioni spicciola. La Chiave di Oggi, alta dieci metri e larga venti, lascerà piazza Mercato in punta di piedi. 

In rete si trovano articoli sulla bufera sulla chiave a piazza Mercato, scatenata dai tanti commenti negativi sull'opportunità dell'installazione.

Chiave sì o chiave no? Così apriva Il Mattino sottolineando che la Napoli multiculturale è da sempre pronta alle critiche e alle lotte intestine. L'opera d'arte di Mirashi Milot, gettò il seme della discordia sui social e l'artista passò al contrattacco:

 «Chiederemo al Comune di allungare la durata dell'installazione - spiegava Milot a Il Mattino - Dopo Napoli, la chiave arriverà in altre importanti città europee». Partenope, dunque, ha fatto da apripista per un progetto da 1 milione che punta a fare il giro di mezzo continente. «Il Comune precisa Milot non ha speso però nemmeno un euro». 

I commenti non furono teneri ed il primo quotidiano della Campania riportò la serie di accuse rivolte alla artista, travolto da parole che pesano come macigni:

Sulla pagina del Comune di Napoli, al di sotto del post che raffigura la chiave di Milot (nome inglese: «Key of Today»), c'è un coro di contestazioni che diventano anche critiche politiche nei confronti dell'amministrazione. «L'utilità di questo mostro in Piazza Mercato? Questa amministrazione supera quella di Dema», si legge. Oppure: «Come esposizione di articoli per la casa aveva dignità di piazza monumentale?». Ancora: «Invece di valorizzare la piazza e renderla più vivibile sia per chi ci abita sia per i turisti» e ancora «dignità di piazza: concetto molto soggettivo a quanto pare». «Un mausoleo a cosa serve? Ai bambini per giocare? Agli anziani per sedersi?».
Sui social c'è anche chi teme che qualcuno, dopo l'imbrattamento delle Sfingi colorate d'azzurro, possa decorare anche la chiave arrotolata. Piazza Mercato, in ogni caso, dopo decenni di deserto e dopo i lavori Unesco, ritrova un'installazione artistica. Le difficoltà dell'area a ridosso di Palazzo Ottieri, dopo il restyling, non sono ancora state superate. L'indotto turistico stenta ad arrivare. L'opera di Milot, in quest'ottica, attrae curiosi. E riempie i vuoti. 

Una chiave a spirale. Un passe-partout arrotolato, simbolo del fatto che le soluzioni non sono semplici. E non lo è, appunto, nemmeno l'installazione di un'opera d'arte. 

«La chiave è arrotolata - spiega Milot a Il Mattino di Napoli - perché a essere un saliscendi è la vita stessa. La struttura è storta anche perché reputo che ogni chiave sia inutile. Si apra tutto, si abbattano i muri. È significativo che l'opera sia installata nella piazza di Masaniello». 

Nella piazza Mercato esoterica e rivoluzionaria che, come avvenuto in passato, ha spesso rovesciato le regole della storia. Lo stesso destino di Milot, da migrante albanese cresciuto a Cervinara (dove fu accolto, ragazzo, in bottega da una famiglia del luogo), ad artista internazionale, dimostra la non linearità della storia.

«Le contestazioni - prosegue l'artista - fanno un po' il gioco delle parti: non ho problemi su questo. Ciò che conta sono il lasciapassare del sindaco e il parere della gente: i bambini del quartiere sono felici e ho fatto anche amicizia. A chi mi ha criticato ho risposto, tra l'altro, che io "sono contro l'indifferenza”. Quindi che la contestazione è meglio del silenzio. Voglio sottolineare che il Comune non ha speso niente. Tutti i costi sono stati sostenuti dalla Jean Wolf company, che ha pagato 1 milione per l'operazione». 

"Tu si' 'a chiave 'e ll'acqua!" - Si legge in una discussione legata alla Chiave dell'acqua che vedrà luce tra Asia ed Oceania. Peccato che Milot non abbia scelto proprio Napoli per dare senso anche ad un antico modo di dire in napulitano che sta ad indicare la "indispensabilità" di una persona, per specifiche "qualità" a lui ascritte. Celebre il verso dedicato al "Pibe de Oro" contenuto nell'inno "Maradona è meglio 'e Pelè" che così recitava: "Maradona si' Napule già: tu si' 'a chiave 'e ll'acqua pe ce fa campà".

A Napoli una volta si diceva che ’e ccannole surano (“i tubi dell’acqua …sudano”). Si esprimeva così quel fenomeno della termodinamica per cui, a causa della differenza di temperatura tra l’interno del tubo e l’ambiente esterno, si forma la condensa, che altro non è se non l’umidità dell’aria che dallo stato di vapore acqueo diventa acqua. Le goccioline sui tubi ricordano davvero il sudore, per cui la fantasia popolare ha parlato di sudore dei tubi stessi. Probabilmente l’espressione viene dall’italiano comune trasudare, magari usato nella stessa errata interpretazione del fenomeno. Ma a noi piace pensare che a Napoli tutto abbia vita, e che i tubi soffrano il caldo e perciò sudino. Un altro equivoco è quello che fa chiamare chiave terrestre la “chiave d’arresto” dell’acqua.

A proposito di chiave dell’acqua, quando qualcuno risolve brillantemente un difficile problema, gli si dice: Si’ stato ’a chiave ’e ll’acqua!, e si pensa che l’intervento risolutivo di quella persona abbia funzionato come la chiave dell’acqua che fa uscire il prezioso liquido per permetterci di fruirne.

L’espressione è stata illustrata recentemente da Raffaele Bracale, che ha svelato come in realtà essa derivi da una corruzione di chiave ’e ll’arco, cioè la chiave di volta, quella pietra sagomata ad hoc per incunearsi in alto al centro di un arco tra le ultime due delle pietre (o “conci”) che messe una sull’altra ai due lati costituiscono appunto l’arco. La chiave di volta o chiave d’arco costituisce l’elemento decisivo che scarica sui due pilastri laterali tutto il peso che può essere messo sopra l’arco stesso.

Roma, Milano o Torino? 

Madrid, Berlino o Bruxelles?

Dopo il rifiuto del sindaco di lasciarla al Mercato fino a settembre, in pratica solo un paio di mesi in più rispetto al previsto, il clamoroso passo falso in Provincia di Avellino con un'installazione rimossa all'ultimo minuto ed il Vandalo idiota in Valle Caudina ora si pianifica un saggio rientro a casa.

Tant'è vero che molto presto sarà esposta un'altra Chiave anche a Scutari, il luogo culturalmente più importante per la nazione albanese, considerata "La culla della cultura albanese" detta pure la "Firenze dei Balcani". Probabilmente la scelta di tornare nel Mbretnija Shqiptare ed onorare la capitale culturale dell'Albania appare la migliore opzione per il futuro di Alfredo e del suo eccellente gruppo di lavoro.

RIFLESSIONI

Infine, massima solidarietà verso Alfredo Mirashi Milot per la pessima accoglienza ricevuta a Napoli, fatta di durissimi attacchi, scivolati anche sul personale. L'arte può piacere o meno, ma il rispetto verso l'artista deve essere la base su cui ragionare, discutere o criticare, ma non offendere e sminuire. Onore alle ragazze ed ai ragazzi della Pro Loco Angelo Renna che nel capoluogo di Regione si sono distinti per calore e colore. Un lampo di vitalità in situazioni grigie ed antipatiche.

«Mi ha fatto male! - esclamò Milot lasciando tutti basiti - La scultura può non piacere, ma perché scrivere “la chiave è una chiavica come l'artista”? Sono insulti gratuiti che amareggiano». 

Përpara artit shqiptar, herët a vonë edhe mirashi i madh do të gjejë dimensionin dhe hapësirën e tij artistike e shpirtërore.

 Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo



SottoFasciaSemplice - Rapida e precisa (1999)

SottoFasciaSemplice - Rapida e precisa

Gruppo: SottoFasciaSemplice

Album: Perseo

Brano: Rapida e precisa

Anno: 1999


 

lunedì 29 maggio 2023

Il Libro Perduto del Dio Enki - Tavoletta Ottava - Parte Seconda | AUDIOLIBRO

Ottava Tavoletta - Parte Seconda

Zaccaria Sitchin è stato uno scrittore azero naturalizzato statunitense. 

È stato autore di molti libri sulla cosiddetta archeologia misteriosa o pseudoarcheologia, e sostenitore della "teoria degli antichi astronauti" come spiegazione dell'origine dell'uomo. Le speculazioni di Sitchin, basate sulla sua personale interpretazione dei testi sumeri, vengono considerate pseudoscienza e pseudostoria dalla comunità scientifica, rifiutate da scienziati, storici e accademici.

Inoltre le teorie e i libri di Sitchin sono stati fortemente criticati per ragioni quali la mancanza di conoscenze o studi specifici sull'archeologia mesopotamica e sulla storia del Vicino Oriente antico, congiunta ad una metodologia difettosa nello studio dei testi antichi sumerici, traduzioni errate di tali testi e affermazioni astronomiche e scientifiche che non corrispondono alla realtà.

Egli attribuisce la creazione dell'antica cultura dei Sumeri ad una presunta razza aliena, detta Elohim (in ebraico) o Anunnaki (in sumero), proveniente dal pianeta Nibiru nei testi Sumeri e in quelli Babilonesi Marduk, un ipotetico pianeta del sistema solare dal periodo di rivoluzione di circa 3600 anni presente nella mitologia babilonese. L'esistenza di corpi celesti oltre Nettuno, di grandi dimensioni è comunque tuttora oggetto di dibattito, specialmente dopo la scoperta di Sedna.


 

domenica 28 maggio 2023

Antonio Pantano: vizi papali, sette segrete e retorica antifascista. | INTERVISTE

Antonio Pantano
vizi papali, sette segrete e 
retorica antifascista.
Intervista di Paolo Alberto Del Bianco registrata il 9 maggio 2023. 

ITALYA - Gli aiuti segreti della CIA all'Italia? In media circa 5 milioni di dollari l'anno dagli anni Quaranta... #perle

Gli aiuti segreti della CIA all'Italia sono stati in media di 5 milioni di dollari all'anno dalla fine degli anni '40 all'inizio degli anni '60.

Le ultimissime novità apparse sulle colonne de Il Digital National Security Archive rappresentano una perla nella  preziosa raccolta in rete di oltre 100.000 documenti declassificati che documentano le decisioni politiche storiche degli Stati Uniti d'America. DNSA fornisce un accesso autorevole ai documenti originali, la maggior parte dei quali precedentemente classificati e precedentemente non disponibili, che sono alla base delle decisioni cruciali che devono affrontare i presidenti da Enrico Truman a Barocco Obama. I ricercatori possono accedere direttamente ai documenti che hanno dato forma alle risposte a questioni che vanno dalle origini della Guerra Fredda agli attacchi terroristici al World Trade Center e al Pentagono, e oltre. Materiale utile anche per capire gli effetti coloniali anche in Valle Caudina e nel resto d'Italia, colonia angloamericana da un bel po' di tempo. Il Meridione era un feudo democristiano ed oggi appare spudoratamente angloamericanizzato

Gli aiuti segreti della CIA all'Italia sono continuati ben dopo il coinvolgimento dell'agenzia nelle elezioni del 1948 – fino all'inizio degli anni '60 – con una media di circa 5 milioni di dollari l'anno, secondo una bozza di studio storico del Dipartimento della Difesa pubblicato oggi per la prima volta dal National Security Archive presso la Giorgio Washington University

Clara Boothe Luce

Lo studio, desecretato nel 2016, si concentra sul ruolo di Clara Boothe Luce come ambasciatrice in Italia, 1953-1957. Oltre a supervisionare un programma di sostegno finanziario segreto ai governi centristi italiani, ha utilizzato l'aggiudicazione di contratti nell'ambito del programma di appalti offshore del Dipartimento della Difesa per indebolire la presa del Partito Comunista Italiano sui sindacati.

L'autore conclude che l'amministrazione Eisenhower, di fronte alla possibilità di una guerra civile in Italia o al Partito Comunista di salire legalmente al potere, era "disposta a intervenire militarmente solo se i comunisti prendessero il potere con la forza e solo di concerto con altre nazioni europee".

Il documento pubblicato oggi è stato scritto dal dottor Ronaldo D. Landa, precedentemente lavoratore con l'Ufficio dello Storico del Dipartimento di Stato e l'Ufficio Storico dell'Ufficio del Segretario alla Difesa. È una delle tre bozze che ha preparato per quest'ultimo ufficio che erano intese come capitoli di una monografia sulla politica degli Stati Uniti nei confronti dell'Europa durante l'amministrazione Eisenhower. Landa ha terminato le bozze nel 2011 e all'inizio del 2012. La revisione della declassificazione ha richiesto altri 3-4 anni. I limiti di budget hanno impedito il completamento e la pubblicazione del libro.

Questo intervento e due successivi - sulla politica degli Stati Uniti che portò alla Rivoluzione ungherese del 1956 e sulla sua politica durante la Rivoluzione ungherese - si concentrano su questioni di dimensione militare non trattate dai volumi della serie ufficiale, Storia dell'Ufficio del Segretario della Difesa. Sono di ulteriore interesse dato l'accesso dell'autore a documenti statunitensi classificati, sebbene i lettori noteranno che alcune informazioni sono state redatte dai revisori del governo degli Stati Uniti. Il dottor Landa ha anche ricercato una varietà di materiali aperti, tra cui il database CREST della Central Intelligence Agency, il Declassified Documents Reference System, il  Digital National Security Archive e i documenti britannici presso gli archivi nazionali di Londra.

Il National Security Archive è grato al Dott. Landa per aver reso disponibili queste bozze di studi in modo che potessero diventare parte dell'esplorazione accademica in corso del ruolo degli Stati Uniti in Europa durante una fase critica della Guerra Fredda.

Documento 1

"Colpi di cannone Luce": Lotta al comunismo in Italia, 1953-1956 11 dicembre 2011

Fonte: Ufficio Storico, Ufficio del Segretario alla Difesa

Progetto di studio storico del Dott. Ronaldo D. Landa sulla politica statunitense nei confronti dell'Italia dal 1953 al 1956.

Documento 2

Bibliografia di lavoro per "Shots from a Luce Cannon" 13 maggio 2011

Fonte: Ufficio Storico, Ufficio del Segretario alla Difesa

Bozza di bibliografia allegata allo studio del Dott. Ronaldo D. Landa sulla politica statunitense nei confronti dell'Italia dal 1953 al 1956.

NOTA D'AUTORE

Il mio lavoro di storico al Dipartimento di Stato (1973-1987) e all'Ufficio del Segretario alla Difesa (1987-2012) mi ha reso consapevole che gli sforzi statunitensi negli anni del secondo dopoguerra per ridurre il potere del Partito comunista italiano , così come altri aspetti della politica statunitense, non sono stati adeguatamente trattati nei  volumi Foreign Relations of the United States e in altre pubblicazioni. Ho quindi cercato di ampliare la gamma del materiale ricercato, principalmente utilizzando i documenti della CIA ed esaminando attentamente la vasta collezione personale di Clara Boothe Luce presso la Biblioteca del Congresso e i documenti presso gli archivi nazionali dal suo mandato come ambasciatrice.

È necessaria una correzione a pagina 2. Luce è stata la seconda, non la prima, membro donna del Comitato per le forze armate della Camera. A pagina 53, ho lasciato aperta la questione se la sua affermazione di soffrire di avvelenamento da piombo fosse genuina o una bufala. Il secondo volume della biografia di Sylvia Jukes MorrisPrice of Fame  (2014), sostiene in modo convincente che fosse autentico. Ronaldo D.Landa. Le opinioni espresse nei contributi degli ospiti riflettono esclusivamente l'opinione del rispettivo autore e non corrispondono necessariamente a quelle della redazione de Lo Schiaffo 321. fonte: nsarchive


Una rivoluzione geometrica | POLITICA

L’introduzione del sistema maggioritario nel 1993, imposta da una spinta moralizzatrice antipolitica, pretendeva in modo surrettizio di sovrapporre concettualmente, da un lato, il proporzionalismo elettorale e la rappresentatività e, dall’altro, il maggioritario e la governabilità. Dopo 30 anni, sappiamo che le cose sono andate diversamente. Le interruzioni dei governi Berlusconi (1994 e 2011), Prodi (1998 e 2008), Letta (2014), Conte (2019 e 2021) costituiscono prove inconfutabili del fallimento della retorica maggioritaria che non ha garantito la governabilità.

Gli insuccessi strutturali del maggioritario – con ribaltoni, “golpe” pilotati, cambi di casacca giustificati dal divieto dell’obbligo di mandato – si sono incaricati di dimostrare non l’inefficacia di un sistema elettorale funzionante in altre realtà più consolidate, bensì l’inapplicabilità di una asserita proprietà taumaturgica alla realtà italiana.

Preso atto di ciò, quel che si vuole qui proporre è una integrazione della dialettica destra-sinistra: essa normalmente viene dispiegata come un continuum di punti collocati lungo una linea con agli antipodi le posizioni estreme di sinistra e di destra che rispondono – ecco il nocciolo – a temi esclusivamente politici (es. immigrazione, sicurezza, geopolitica, bioetica, relazioni internazionali).


L’integrazione consiste nell’aggiungere l’altro fondamentale criterio in grado di dividere le posizioni tra una sinistra e una destra: l’elemento economico. Anche l’aspetto economico, cioè, va coniugato alle dialettiche posizioni di destra e di sinistra. Da un punto di vista topologico, il risultato ottenuto consiste nel passare, quindi, da una retta ad una superficie, un piano cartesiano dove l’asse delle x misura da sinistra a destra le posizioni politiche e l’asse delle y misura dal basso (la sinistra) verso l’alto (la destra) quelle economiche.

Tale passaggio meta-politico dalla retta al piano presenta l’indubbio merito di meglio evidenziare una molteplicità di posizioni che l’approccio lineare finisce per occultare o marginalizzare, nonché di renderle più riconoscibili (e preferibili) dal corpo elettorale. Infatti – e qui veniamo all’oggetto del nostro intervento – la riconduzione delle questioni politiche ed economiche alle dimore di destra e di sinistra permette di definire quattro aree sul piano cartesiano. Quattro poli di attrazione ai quali riferire, grosso modo, le sensibilità politico-partitiche, ferme restando le numerose posizioni intermedie, soprattutto quelle collocate sui rispettivi crinali di separazione.

Iniziando il nostro percorso in senso orario, la prima area (o quadrante) in basso a sinistra è occupata da soggetti politicamente ed economicamente di sinistra. Qui troviamo gli epigoni dell’egualitarismo del merito e dei risultati, dell’immigrazione ideologicamente intesa come arricchimento, del meticciato etnico e culturale, della bioetica à-la-carte, dell’eskimo in redazione, dell’indiscriminata equidistribuzione delle ricchezze personali e dei popoli, dell’appiattimento retributivo, dell’antagonismo e dell’invidia sociale, della ricchezza come colpa. È qui che il destino coincide con l’utopia egualitaria.

Nel secondo quadrante in alto a sinistra troviamo i soggetti politicamente di sinistra, ma con il portafogli a destra. È l’area ove maggiore è la concentrazione di potere, di affarismo e di coscienze rese immacolate dalla tessera di partito giusta. È il tempio dei cosiddetti poteri forti, dalle grandi banche alle industrie, dai gruppi editoriali progressisti all’intellettualismo militante, dagli chef stellati ai registi “impegnati”, passando per cattedre universitarie utilizzate come intolleranti sezioni del partito della decostruzione woke. È l’area dove si confondono i costosi desideri con i diritti civili ad esercizio individuale. È qui che si abitano i quartieri ZTElly, con un occhio all’armocromia senza però abbandonare la più prosaica armocrazia.

È, insomma, il luogo d’elezione – nella doppia accezione del termine – della casta dirigente, dei tanti proni alla dittatura della globalizzazione, i quali da essa – sia in termini economico-finanziari sia socio-culturali – traggono vantaggi e privilegi. È il luogo per eccellenza agli antipodi dei valori identitari e comunitari, percepiti – questi ultimi – come fastidiosi ed ingombranti fardelli del passato ed ostacoli per il futuro.

Nella terza area in alto a destra trovano posizione soggetti politicamente ed economicamente di destra. Si tratta dell’ambito dove perbenismo di facciata e benessere sono intrecciati da una fitta rete di relazioni sociali e chiusure mentali, dove tradizione ed affari si puntellano vicendevolmente, spesso sotto il comodo riparo di un associazionismo partitico o religioso. È un’area che combatte a parole una globalizzazione che erode porzioni di sovranità politica e culturale, ma che con essa conclude affari, traendo ingenti profitti dalla corsa al ribasso dei diritti sociali e dal dumping fiscale. È l’area – al pari della seconda – incline alle sirene atlantiste ed europeiste, insofferente alle ragioni sindacali o alla critica del neoliberismo.

Il quarto quadrante in basso a destra è occupato da soggetti politicamente di destra ed economicamente di sinistra. È l’area caratterizzata dalla gerarchia dei valori – a cominciare da quella dell’intelletto –, dalla tutela del merito, dalla preminenza dell’etica, dal senso dello Stato, dall’affermazione del primato identitario e comunitario, dalla rivendicazione di sovranità politica ed economica, dalla condanna delle dittature sovranazionali, dall’auspicato posizionamento dell’economia sotto il controllo della politica, dall’attenzione al lavoro e alla sua difesa contro gli attacchi delle speculazioni finanziarie, dalla tutela dei diritti sociali conquistati dai lavoratori, dalla protezione del risparmio nazionale contro l’affarismo dei banchieri, dall’attuazione di modelli partecipativi, dalla solidarietà intergenerazionale.

È, insomma, l’area della sensibilità sociale e sindacale, della coniugazione di una sana concorrenza economica temperata dall’azione delle categorie. Che, coerentemente, riconosce al CNEL la funzione primaria di custodia della competenza, della professionalità, della rappresentanza degli interessi e delle istanze del mondo della produzione e del lavoro.

La quadripartizione dell’agone politico-economico che abbiamo proposto consente sinteticamente di cogliere con nettezza alcune dinamiche altrimenti meno comprensibili. Poiché il secondo quadrante può essere validamente reputato l’area funzionale alla diffusione del pensiero unico e del neoliberismo – e, quindi, allo smantellamento delle sovranità politiche ed economiche nazionali – esso finisce per esercitare un irresistibile richiamo dalle aree limitrofe, la prima e la terza.

Trovandosi il quarto agli antipodi del secondo quadrante – il vero avversario con cui misurarsi – compito dell’azione identitaria e comunitaria sarebbe, allora, quello di svolgere una efficace azione magnetica di segno opposto: forte del suo patrimonio ideale, dovrebbe cercare di attrarre consenso dal primo quadrante su condivisi argomenti economico-laboristi di opposizione alla dittatura della finanza e all’egemonia neoliberista. Analogo approccio dovrebbe coinvolgere il terzo quadrante, stavolta su temi politici quali, ad esempio, la difesa dell’identità culturale nazionale, la lotta all’immigrazione disordinata, la salvaguardia di territori e popolazioni dall’impianto federalista.

Soltanto attraverso questa “contaminazione attiva”, il quarto quadrante – che potrebbe configurarsi graficamente come il cono inferiore di una clessidra (essendo quello superiore costituito dalla seconda area) – potrebbe accogliere, nel tempo, il consenso proveniente dalla prima e dalla terza area e così conseguire l’auspicato svuotamento progressivo del cono superiore. Alla politica e all’economia sinora considerate si potrebbe aggiungere un altro elemento: la cultura. È proprio il quarto quadrante, difatti, quello che meglio può coniugarsi alla funzione qualitativa di una cultura non conformista, una cultura rispettosa della ricchezza della tradizione, una cultura critica verso le degenerazioni della politica e dell’economia, verso la mediocrità e l’omologazione del mainstream.

Un solo spunto di riflessione si vuole proporre: le recenti vicende del Salone del libro di Torino. L’irruzione di un gruppo di sedicenti femministe invasate da teorie gender che impedisce la presentazione del libro del ministro Eugenia Roccella non è soltanto un episodio di inaudita gravità in una pseudo-democrazia a disagio con chi non condivide l’unica vulgata ammessa.

A prescindere dalle idee del ministro, ciò che è più pericoloso e che ben rappresenta il livello di degrado morale dei corifei del pensiero dominante è invece il comportamento ignavo del direttore del Salone – che non vale neppure la pena di nominare – incapace di condannare la violenza femminista e ben lieto di acquisire, in un promettente gioco di specchi, benemerenze antifasciste per futuri incarichi “culturali”, dopo essersi già fatto notare nel 2019 per aver estromesso dal medesimo Salone la casa editrice Altaforte.

Impedire il confronto delle idee, sottrarre il diritto di parola ad un ministro della Repubblica è squadrismo da anni Venti del XXI secolo, molto più pericoloso di quello di cent’anni fa, poiché beneficia – questo – di complicità culturali e coperture mediatiche radicate in sovrastrutture sociali difficili da smantellare. Si tratta di incrostazioni mentali che non possono essere rimosse con un voto politico o con lo spoils system. Per bonificare l’egemonia culturale al potere da ottant’anni, negata da chi la esercita, occorreranno decenni.

Analogo è l’ostracismo preventivo e fuorviante che ha colpito Alain de Benoist, libero pensatore e saggista francese, reo di presentare, sempre al Salone di Torino, il suo libro, “La scomparsa dell’identità”. Un affronto che gli zelanti custodi del recinto ideologico e dell’egemonia dell’informazione non potevano tollerare. Non si può, allora, non rilevare che chi, senza conoscerlo, critica de Benoist – colui che da oltre quarant’anni presidia posizioni “oltre l’Occidente”, denuncia la perdita di memoria storica, nonché “la rottura tra l’opinione pubblica e la classe politica di tutte le tendenze, tra la sinistra e il popolo, cioè tra la sinistra e il socialismo, e tra la democrazia e il liberalismo” (“élements”, febbraio-marzo 2023, in “Diorama letterario”, marzo-aprile 2023, p. 4) – si dichiara cartina di tornasole della falsità e della connivenza tra capitalismo apolide, comunismo, uni-versalismo, estremismo ambientale, oligarchie finanziarie, deliri razziali dell’ideologia woke, transumanesimo, profanazione della natura, censura delle idee, cancel culture, demonizzazione e discriminazione dell’avversario, violenza intellettuale.

Ce n’è abbastanza per sostenere che la battaglia culturale da intraprendere è lunga e non facile. Per semplificare con una formula, ci permettiamo di individuare in quel percorso ideologico da Gobetti a Gramsci, che non ammette dissenso, il filone al quale opporsi. È dalla rivendicazione di un Risorgimento liberale e massonico incarnazione di un antifascismo intransigente che si giunge all’analisi gramsciana sulla struttura politica e culturale della società, con il fulcro incentrato sul concetto di egemonia di un gruppo sociale da esercitare sull’intera società.

Prendere le distanze dall’Occidente razionalista erede dei Lumi ed evitare le sirene liberal-progressiste e liberal-conservatrici – assieme alla logica egemonica di matrice marx-gramsciana che le sottende – deve costituire l’impegno per impedire di immolare e disperdere un patrimonio di valori politici, economici e culturali sull’altare della presentabilità talassocratica.

Le opinioni espresse nei contributi degli ospiti riflettono esclusivamente l'opinione del rispettivo autore e non corrispondono necessariamente a quelle della redazione de Lo Schiaffo 321. fonte: centroitalicum.com

sabato 27 maggio 2023

KARAOKETTO PCUS-PCI-PDS 1973-94 @SCHIAFFOLO #05 | GOLIARDIA

Leggilo @SCHIAFFOLO!

Le avventure di Schiaffolo saranno diffuse, soprattutto su #twitter

twitter.com/SchiaffoLo

 

ARISA - Non vado via (2023)

Arisa - Non vado via 

Artista: Arisa

Brano: Non vado via 

Anno: 2023

LEGGI LO SCHIAFFO 321!


 SENZA pubblicità

ARISA - Giorgia Meloni? Mi piace, ha molta cazzimma". | MUSICA

"Giorgia Meloni? Mi piace, ha molta cazzimma". 

Fiumi di parole e di attacchi verso la celebre cantante Arisa, ospite della prima puntata della nuova stagione de 'La Confessione' di Pietro Gomez sul Nove. Un'affermazione, dice l'artista italiana, che "andrà contro di me". Arisa, madrina del Pride nel 2022, incalzata dal conduttore proprio sul tema Lgbtqia e sulle posizioni della premier in merito, ha quindi spiegato che "secondo me lei si comporta come una mamma molto severa e spaventata. Una mamma che non è solo mamma di un figlio, ma di tre o quattro e allora bisogna" che Meloni faccia delle cose che vadano bene per tutti e quattro i figli, anche se a volte a uno dei quattro sembra che agisca" penalizzandolo.

"Vorrei cercare di ampliare la rappresentanza che abbiamo nei media della comunità Lgbtqia+ - ha quindi aggiunto Arisa alle agenzie di stampa-, che non è fatta solo di macchiette o di cose solo plateali, ma di gente normalissima, colta...Mi piacerebbe - sottolinea ancora la cantante - che le persone avessero la pazienza e l’amore" di farlo capire a  Giorgia Meloni, "perché lei è una tipa che ci può portare ad alti livelli, perché ha molta cazzimma". 

Subito dopo aver pronunciato questa frase, Arisa ha tentato di correggere il tiro smorzando l’elogio fatto alla presidente del Consiglio Meloni dichiarando consapevolmente. “Queste affermazioni andranno contro di me”. Ma del resto non è la prima volta che Arisa si lascia andare esprimendo simpatia e stima per Giorgia Meloni. “Una volta ho fatto un discorso sulla Meloni che i miei amici mi avevano sconsigliato di fare perché sarei stata additata come fascista. Ci vuole tempo e da parte nostra un cambio di atteggiamento, non sempre in lotta ma in dialogo”.

L’anno scorso Arisa era stata incoronata madrina del Pride 2022, ma quest’anno il clima potrebbe essere diverso. Le prime reazioni sul web alla sua uscita non sono state certo tenere, ma Arisa tira dritta per la sua strada. 

“Vorrei provare ad ampliare un po’ la rappresentanza sui media rispetto alla comunità LGBTQ+, che non è fatta solo di macchiette o scene plateali, ma di gente normalissima – ha affermato l'artista bella, brava ed intelligente-. Penso che dobbiamo smettere di spaventare, ma dimostrare che siamo gente wow. La gente che fa un certo percorso e che sceglie liberamente e fa una scelta così difficile, sviluppa una sensibilità maggiore, è un grande dono per la comunità”- ha concluso la cantante sotto la bufera della classika kultura di regime post-anni Novanta.

RIFLESSIONI

La libertà di schieramento, a quanto pare, è ancora un percorso minato da pesanti bufere mediatiche e appelli al dialogo, per fortuna fuori da ogni logica politica e partitica. Insomma, in una società sempre più liquida, non solo politicamente parlando, appare interessante la nuova prospettiva per la Destra Patryottica in salsa televisiva, teatrale e musicale. La Sinistra ed il mondo Cattolico dopo aver preso per decenni le redini dello spettacolo e della cultura italiana, lasciando in disparte chi non era allineato agli schemi del potere, ora iniziano a perdere terreno. Rossi e Scudocrociati solo da qualche tempo stanno regredendo dopo anni di dominio totale. Chi vivrà vedrà e magari ascolterà Arisa cantare alla prossima Festa Tricolore. 

Complimenti, impavida Arisa!

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo



venerdì 26 maggio 2023

LEGGI LO SCHIAFFO 321!

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SCOGLIERE DI MARMO - Vento (1987)

Scogliere di Marmo - Vento

Gruppo: Scogliere di Marmo

Brano: Vento

Anno: 1987

L'Italiano condannato all'Ergastolo in USA: cosa sappiamo sul caso Chico Forti? (PARTE 1) | documentario


L'Italiano condannato all'Ergastolo in USA: 
cosa sappiamo sul caso Chico Forti?
Enrico Forti, meglio conosciuto come Chico Forti (Trento, 8 febbraio 1959), è un ex produttore televisivo e velista italiano. Nel 2000 è stato condannato per omicidio negli Stati Uniti d'America. In Italia è nato un movimento innocentista a sua difesa, supportato da diversi media italiani anche se contestato da alcuni. (NL)

Le oscure origini del grande ripristino di Davos #2 | POLITICA

Davide Rockfeller e Maurizio Strong

L'organizzatore di gran lunga più influente dell'agenda della "crescita zero" di Rockefeller nei primi anni '70 fu l'amico di lunga data di Davide Rockefeller, un petroliere miliardario di nome Maurizio Strong.

Il canadese Maurizio Strong è stato uno dei primi propagatori chiave della teoria scientificamente errata secondo cui le emissioni di CO2 prodotte dall'uomo dai veicoli di trasporto, dalle centrali a carbone e dall'agricoltura hanno causato un drammatico e accelerato aumento della temperatura globale che minaccia "il pianeta", il cosiddetto riscaldamento globale.

In qualità di presidente della Conferenza di Stoccolma delle Nazioni Unite per la Giornata della Terra del 1972, Strong ha promosso un'agenda di riduzione della popolazione e abbassamento degli standard di vita in tutto il mondo per "salvare l'ambiente". Strong ha dichiarato il suo programma ecologista radicale: “L'unica speranza per il pianeta non è che le civiltà industrializzate crollino? Non è nostra responsabilità far sì che ciò avvenga? [6]

Questo è ciò che sta accadendo ora sotto la copertura di una pandemia globale pubblicizzata. Strong è stata una scelta curiosa per guidare un'importante iniziativa delle Nazioni Unite per mobilitare l'azione sull'ambiente, poiché la sua carriera e la sua considerevole fortuna erano state costruite sullo sfruttamento del petrolio, come un numero insolito di nuovi sostenitori della "purezza ecologica", come Davide Rockefeller o Roberto O. Anderson dell'Aspen Institute o Gianni Loudon della Shell.

Strong aveva incontrato Davide Rockefeller nel 1947 quando era un giovane canadese diciottenne e da quel momento la sua carriera si legò alla rete della famiglia Rockefeller.[7] Attraverso la sua nuova amicizia con Davide Rockefeller, Strong, all'età di 18 anni, ricevette una chiave Posizione delle Nazioni Unite sotto il tesoriere delle Nazioni Unite, Noah Monod. I fondi delle Nazioni Unite sono stati gestiti abbastanza convenientemente dalla Chase Bank di Rockefeller. Questo era tipico del modello di "partenariato pubblico-privato" che sarebbe stato implementato da Strong: guadagno privato dal governo pubblico. [8]

Negli anni '60 Strong era diventato presidente dell'enorme conglomerato energetico e compagnia petrolifera di Montreal noto come Power Corporation, allora di proprietà dell'influente Paolo Desmarais. Secondo quanto riferito, la Power Corporation è stata utilizzata anche come fondo nero politico per finanziare campagne di politici canadesi selezionati come Piero Trudeau, padre del protetto di Davos Giustino Trudeau, secondo la ricercatrice investigativa canadese Elaine Dewar. [9]

Vertice della Terra I e Vertice della Terra di Rio

Nel 1971 Strong è stato nominato Sottosegretario delle Nazioni Unite a Nuova York e Segretario Generale dell'imminente conferenza della Giornata della Terra, Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente umano (Earth Summit I) a Stoccolma, Svezia. Quell'anno è stato anche nominato amministratore fiduciario della Fondazione Rockefeller, che ha finanziato il suo lancio del progetto Stockholm Earth Day. [10] A Stoccolma è stato creato il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) con Strong come capo.

Nel 1989 Strong è stato nominato dal Segretario generale delle Nazioni Unite a capo della Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo del 1992 o UNCED ("Rio Earth Summit II"). Ha supervisionato la stesura degli obiettivi dell'ONU "Ambiente sostenibile", l'Agenda 21 per lo sviluppo sostenibile che costituisce la base del Great Reset di Nicola Schwab, nonché la creazione del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) delle Nazioni Unite. Strong, che era anche un membro del consiglio di Davos WEF, aveva fatto in modo che Schwab servisse come consulente chiave al Rio Earth Summit.

In qualità di Segretario Generale della Conferenza delle Nazioni Unite di Rio, Strong ha anche commissionato un rapporto del Club di Roma, The First Global Revolution, scritto da Alessandro King, che ha ammesso che l'affermazione del riscaldamento globale della CO2 era semplicemente uno stratagemma inventato per forzare il cambiamento:

“Il nemico comune dell'umanità è l'uomo. Nella ricerca di un nuovo nemico che ci unisse, ci è venuta l'idea che l'inquinamento, la minaccia del riscaldamento globale, la scarsità d'acqua, la carestia e simili avrebbero fatto al caso nostro. Tutti questi pericoli sono causati dall'intervento umano ed è solo attraverso atteggiamenti e comportamenti modificati che possono essere superati. Il vero nemico, quindi, è l'umanità stessa. [11]

Il delegato del presidente Clinton a Rio, Tim Wirth, ha ammesso la stessa cosa, affermando:

“Dobbiamo affrontare la questione del riscaldamento globale. Anche se la teoria del riscaldamento globale è sbagliata, faremo la cosa giusta in termini di politica economica e politica ambientale”. [12]

A Rio Strong ha introdotto per la prima volta l'idea manipolatrice di "società sostenibile" definita in relazione a questo obiettivo arbitrario di eliminare CO2 e altri cosiddetti gas serra. L'Agenda 21 è diventata Agenda 2030 a settembre 2015 a Roma, con la benedizione del Papa, con 17 obiettivi “sostenibili”. Ha dichiarato, tra l'altro,

“Il territorio, per la sua unicità e per il ruolo cruciale che svolge nell'insediamento umano, non può essere trattato come un bene ordinario, controllato dai singoli e soggetto alle pressioni e alle inefficienze del mercato. Anche la proprietà privata della terra è uno strumento principale di accumulazione e concentrazione della ricchezza e quindi contribuisce all'ingiustizia sociale... La giustizia sociale, il rinnovamento urbano e lo sviluppo, la fornitura di abitazioni dignitose e condizioni salutari per le persone possono essere raggiunte solo se la terra viene utilizzata nell'interesse di tutta la società”.

In breve, la proprietà privata della terra deve diventare socializzata per la "società nel suo insieme", un'idea ben nota ai tempi dell'Unione Sovietica e una parte fondamentale del Grande Reset di Davos. A Rio nel 1992, dove era presidente e segretario generale, Strong dichiarò:

"È chiaro che gli attuali stili di vita e i modelli di consumo della classe media benestante - che comportano un'elevata assunzione di carne, consumo di grandi quantità di cibi surgelati e pronti, uso di combustibili fossili, elettrodomestici, aria condizionata in casa e sul posto di lavoro e alloggi suburbani - sono non sostenibile”.  [13]

A quel tempo Strong era al centro della trasformazione delle Nazioni Unite nel veicolo per imporre di nascosto un nuovo "paradigma" tecnocratico globale, usando terribili avvertimenti sull'estinzione del pianeta e sul riscaldamento globale, fondendo le agenzie governative con il potere aziendale in un controllo non eletto di praticamente tutto, sotto la copertura della "sostenibilità". Nel 1997 Strong ha supervisionato la creazione del piano d'azione a seguito dell'Earth Summit, The Global Diversity Assessment, un progetto per il lancio di una quarta rivoluzione industriale, un inventario di ogni risorsa del pianeta, come sarebbe stata controllata e come questa rivoluzione sarebbe stato raggiunto.[14]

A quel tempo Strong era co-presidente del Forum economico mondiale di Davos di Nicola Schwab. Nel 2015 alla morte di Strong, il fondatore di Davos Schwab ha scritto:

“È stato il mio mentore sin dalla nascita del Forum: un grande amico; un consigliere indispensabile; e, per molti anni, membro del nostro consiglio di fondazione. [15]

Prima di lasciare l'ONU per uno scandalo di corruzione del Food-for-Oil in Iraq, Strong è stato membro del Club di Roma, Amministratore dell'Aspen Institute, Amministratore della Fondazione Rockefeller e della Fondazione Rothschild. Strong è stato anche direttore del Temple of Understanding of the Lucifer Trust (alias Lucis Trust) ospitato presso la Cattedrale di St. John the Divine a Nuova York City,

“dove i rituali pagani includono la scorta di pecore e bovini all'altare per la benedizione. Qui, il vicepresidente Al Gore ha pronunciato un sermone, mentre i fedeli marciavano verso l'altare con ciotole di terriccio e vermi...” [16]

Questa è l'origine oscura dell'agenda Great Reset di Schwab in cui dovremmo mangiare vermi e non avere proprietà private per "salvare il pianeta". L'agenda è oscura, distopica e intesa a eliminare miliardi di noi "umani comuni".

Scritto da F. Guglielmo Engdahl

Guglielmo Engdahl è consulente e docente di rischio strategico, è laureato in politica alla Princeton University ed è un autore di best-seller su petrolio e geopolitica. È ricercatore associato del Centro di ricerca sulla globalizzazione (CRG). Sentiti libero di ripubblicare e condividere ampiamente gli articoli di Global Research.


NOTE

[6] M. Strong, Discorso di apertura al Summit della Terra di Rio delle Nazioni Unite , Rio de Janeiro, 1992, consultabile in http://www.infowars.com/maurice-strong-in-1972-isnt-it-our-responsibility-to- società-industriali-in-collasso/

[7] E.Dewar, Cloak of Green: The Links between key environmental groups, government and big business, Toronto, James Lorimer & Co., 1995, pp. 259-265.

[8] B. Akira, NAZIONI UNITE DI LUCIFER, http://www.fourwinds10.com/siterun_data/religion_cults/news.php?q=1249755048

[9] E.Dewar, op cit. P. 269-271.

[10] Ivi, p. 277.

[11] Cos'è l'Agenda 21/2030 Chi c'è dietro? Introduzione, https://sandiadams.net/what-is-agenda-21-introduction-history/

[12] L.Bell, Agenda 21: Il Summit della Terra delle Nazioni Unite ha la testa tra le nuvole, Forbes, 14 giugno 2011, https://www.forbes.com/sites/larrybell/2011/06/14/the-uns -la-vetta-della-terra-ha-la-testa-tra-le-nuvole/?sh=5af856a687ca

[13] J. Izzard, M.Strong, Climate Crook, 2 dicembre 2015, https://quadrant.org.au/opinion/doomed-planet/2015/12/discovering-maurice-strong/

[14] Cos'è l'Agenda 21/2030 Chi c'è dietro? Introduzione, https://sandiadams.net/what-is-agenda-21-introduction-history/

[15] M.Strong An Appreciation di Schwab, 2015, https://www.weforum.org/agenda/2015/11/maurice-strong-an-appreciation

[16] Dr. E. T. Karlstrom, The UN, Maurice Strong, Crestone/Baca, CO, and the “New World Religion, settembre 2017, https://naturalclimatechange.org/new-world-religion/part-i /