La satira politica nelle ultime settimane si è scagliata contro il nuovo simbolo del Partito Democratico, la giovane esponente della sinistra arkobaleno fluida, la Elly Schlein eletta a sorpresa a capo della segreteria Piddina.
Sono piovuti discutibili insulti sia dalla sinistra moderata, sia da alcune frange destroidi. Una scelta risultata di pessimo gusto. Colpire l'aspetto fisico di una persona è un atto vile, fronteggiare le opinioni e le idee altrui è il sale del dibattito culturale e politico, necessario per cercare di garantire un futuro degno alle Nuove generazioni.
La discussa bellezza del nuovo segretario del Partito Democratico, Elly Schlein, ha coinvolto a malincuore anche il mitico Pippo Franco, il simpatico artista di origini Irpine al centro di polemiche proprio per il suo non essere di sinistra e per i meme antipd arrivati ovunque.
Pippo de sinistra?
Assolutamente no, anzi era malvisto dai rossi e avvicinare il volto storico dello spettacolo popolare italiano, etichettato per anni "a destra", come icona della nuova sinistra democratica è un azzardo.
Tra l'altro Pippo aveva un ruolo principale all'interno del Bagaglino, la celebre compagnia teatrale e televisiva non schierata a sinistra. O meglio non valorizzata dalla feroce critica sinistroide dell'epoca. Discorsi che oggi appaiono senza apparente logica, ma fino a qualche anno fa, purtroppo, erano turbolenti fiumi di parole e di inchiostro quotidiani e perpetui. Un ostacolo, a quanto pare, quasi insormontabile da superare e difficile da gestire nel mondo della Rai nell'era della Prima Repubblica.
PIPPO E GIORGIA
Pippo Franco fin dagli anni Settanta è stato velatamente osteggiato da sinistra e sospettato di essere addirittura alternativo, pur essendo uno dei principali cabarettisti e conduttori della televisione ancora in vita. La sua candidatura alle elezioni comunali di Roma, in una lista civica a sostegno del candidato di Centrodestra Enrico Michetti e la recentissima foto con l'Onorevole Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio in carica, hanno riportato a galla questa storia, alquanto singolare alla luce della becera copertina goliardica che proponiamo, ma non condividiamo.
Il Bagaglino
«I politici facevano a gara per venire da noi», disse Pippo nel 2019 a «I Lunatici». Soltanto uno non si presentò mai in platea: Bettino Craxi. «Pensavo non gli piacessimo, ma quando ho avuto modo di conoscerlo mi ha mostrato molta simpatia. Credevo che a lui il nostro programma non piacesse perché c’era un nostro attore che lo imitava e gli somigliava parecchio, invece mi ha fatto capire che lo gradiva, esprimendo anche un senso dell’umorismo che non conoscevo».
Eppure, nel 2009 l'ex studente poliedrico dell'Artistico a Roma, prese le distanze da tutte le fazioni, senza però essere ascoltato più di tanto: “Non sono, come spesso mi capita di venire etichettato, un comico di destra”, sosteneva a Il Giornale nel 2009. “Amo poter cambiare idea, non sono legato a ideologie e non sono legato a fazioni politiche. Il Bagaglino è stato tacciato di essere di destra, solo perché noi artisti non eravamo né di destra né di sinistra, mentre all’epoca c’era una satira politica di sinistra”, disse l'artista dal sangue Irpino alla stampa, spiegando che le critiche erano colpa del “pensiero unico”:
“Abbiamo lavorato in un’epoca in cui, se non eri di sinistra, eri di destra. Non è vero, noi eravamo soltanto totalmente liberi”, ha detto, spiegando che quello che contava per lui era il pubblico, punto, e “con 14 milioni di spettatori non ha alcun senso la definizione di destra o di sinistra”.
GULLOTTA
Eppure l'apertura mentale della banda satirica di destra del Bagaglino spalancò il sipario ad un artista "rosso" come il grande Leo Gullotta, per lungo tempo legato a Rifondazione Comunista. Il Kompagno Gullotta dovette precisare, per l'ennesima volta, che non c'erano schemi precotti, ma c'era un clima libertario, figlio dell'avanspettacolo tricolore:
“Il passato e le idee di qualcuno - dichiarò Gullotta - venivano ciclicamente tirate fuori per etichettare gli spettacoli. Ma per me quella non è mai stata satira di destra. Era lavoro e divertimento, non m’importavano le idee politiche dei miei colleghi. Ho lavorato con professionisti incredibili come Pingitore, Pippo Franco e Oreste Lionello, per me un amico straordinario”.
er MORI
Pippo Franco ha lavorato a braccetto con Pier Francesco Mori, giornalista non bolscevico, ex redattore capo del settimanale Lo Specchio, autore e regista per cinema, cabaret e teatro. Mori è stato anche scrittore di testi di canzoni dell'area nera come la celebre "Avanti ragazzi di Buda". Scrisse tante sceneggiature e regie di migliaia di spettacoli ai quali hanno partecipato nomi importanti dello spettacolo italiano. Ricordiamo i principali protagonisti di un pezzo di storia della satira politica nostrana:
Oreste Lionello, Maurizio Mattioli, Enrico Montesano, Pino Caruso, Gianfranco D'Angelo, Leo Gullotta, Pamela Prati, Gabriella Ferri, Laura Troschel, Maria Grazia Buccella, Martufello, Manlio Dovì, Morgana Giovannetti, Manuela Villa, Sonia Grey, Bombolo, Valeria Marini, Carlo Frisi e il duo Battaglia e Miseferi.
PINGITORE
Nel 2013, invece, Pingitore ha vinto il Premio Acqui Storia con il libro Memoria del Bagaglino, dove racconta tutto questo percorso abbastanza tortuoso, ma vincente sotto l'aspetto degli ascolti. Proprio di recente, nel gennaio 2023, al Campidoglio di Roma ha conquistato meritatamente il Premio “Antenna d’Oro per la Tivvù”. Il sedicente "anarchico di destra", Francesco Pingitore, in un'intervista rilasciata nel 2014 al Secolo d'Italia sulla presunta tendenza a destra del Bagaglino dichiarò senza mezzi termini:
d- "Lei è considerato il capostipite della satira di destra, ma spesso ha dichiarato che la satira non deve avere connotazioni politiche. La pensa ancora così?
r- Penso che la satira non debba avere colori politici, tanto è vero che ho sempre dichiarato di fare una satira “anarchica” di destra. Ma siccome negli anni ho constatato che a sinistra c’era e c’è una satira militante e che un certo conformismo mentale induce ad esibire etichette in senso di sfida, allora sì, accetto la sfida ed esibisco ben volentieri l’etichetta della satira di destra.
TRAMA NERA
In realtà, a nostro avviso, la "trama nera" era alimentata soprattutto dal passato differente di Mario Castellacci, il creatore a metà anni Sessanta de "Il Bagaglino" insieme a Pierfrancesco Pingitore, Luciano Cirri, Raffaello Della Bona, Piero Palumbo e Gianfranco Finaldi. Pippo Franco a Roma si ritagliò un ruolo primario in quest'ambiente eretico, senza dubbio grazie alle sue indubbie qualità, più volte sfoggiate davanti al pubblico e alle telecamere.
CASTELLACCI
Castellacci ideò il geniale "Le donne non ci vogliono più bene", pezzo di successo durante la Repubblica Sociale Italiana, definito da Giorgio Bocca, “la più bella canzone del periodo della guerra”. Il testo venne composto nel 1944 dall'allora diciannovenne Mario, giovane allievo ufficiale della Guardia Nazionale Repubblicana. Fu lui a decidere di far cantare le prime strofe dagli uomini, cui rispondevano goliardicamente, con le ultime, le ausiliarie della RSI.
Altro che sfottò di bassa lega come quelli piovuti addosso al New Peeddy+.
Rispetto per Pippo e per il Bagaglino!
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