domenica 12 febbraio 2023

SALVATORE CLEMENTE - "Dolly Dimples", il falsario Caudino, primo pentito contro la Mafia Corleonese al "servizio" dei Servizi segreti americani | PERLE

SALVATORE CLEMENTE
"Dolly Dimples", il falsario Caudino, primo pentito contro la Mafia Corleonese al "servizio" dei Servizi segreti americani.

L'arresto di Matteo Messina Denaro, l'ultimo mafioso appartenente ai Corleonesi, ha riportato la lotta alla Mafia dello Stato al centro della discussione in tutta Italia e non solo. La clamorosa operazione ha scatenato il solito vespaio di polemiche politiche che, francamente, lasciano il tempo che trovano. 

Qualche anno fa, precisamente nel 2016, il compianto Angelo Marchese, direttore responsabile di UserTv, giornalista e fotografo professionista, aveva pubblicato un interessante articolo sui Cervinaresi cattivi, conosciuti per le loro malavita nelle cronache nere della criminalità d'Oltreoceano. Quel mondo criminale lontano nel tempo, ma grazie alla vicenda MMD, è tornato prepotentemente nelle case degli Italiani, Valle Caudina compresa.

Vito Cascioferro e Salvatore Clemente

Il prezioso lavoro di Angelo Marchese, che riportiamo sulle colonne de Lo Schiaffo 321, lanciò alla ribalta alcuni personaggi alquanto scomodi, partiti dalla Valle Caudina, precisamente da Cervinara, per sbarcare negli Stati Uniti d'America e combinarne di tutti i colori. 
Salvatore Clemente, fu un fine falsario di Dollari al servizio della prima cellula mafiosa della Famiglia di Giuseppe Morello, membro di punta della famigerata Mano Nera, arrestato dall'italoamericano Joe PetrosinoJoe di Padula era l'iconico poliziotto del Dipartimento di Polizia di Nuova York che mise le manette alla terribile banda di manoneristi
Infatti, finirono in gattabuia elementi di spicco come Vito Cascioferro, l'esperta Stella Frauto, regina dei bigliettoni  falsi, il criminale Andrea Romano, titolare del saloon di Prince Street e Salvatore Clemente, il Cervinarese implicato in questa era movimentata. Totore sguazzava tra le tarantelle a stelle e strisce con i due fratelli minori, partiti in fretta e furia da Cervinara per dare man forte al maggiore impegnato in prima linea tra rivoltelle, truffe, pizzo e pedinamenti.

Salvatore Clemente, detto Dolly Dimplesdivenne un prezioso informatore dei servizi segreti statunitensi nei successivi trent'anni, dopo il clamoroso arresto.
Giuseppe Morello
 
L'obiettivo iniziale della Morello Gang era la contraffazione della valuta statunitense in barba ai capitalisti dello Zio Sam. Un'occupazione molto pericolosa che portò Clemente a diventare il fulcro della filiale seguita dai servizi segreti di Nuova York. Gli agenti vennero appositamente addestrati per rilevare banconote fasulle e rintracciare segretamente spacciatori di strada della terribile Mano Nera.

Salvatore Clemente

o'PENTITO

Salvatore Clemente è conosciuto nel mondo della storia criminale per essere stato uno dei primi membri della Malavita internazionale a cooperare con le autorità. Il Caudino, affiliato alla banda criminale del Corleonese Morello, era tra i migliori esperti di numismatica dell'epoca. Adorava lo studio delle banconote, nonché della carta moneta e fece impazzire i migliori cervelli dei servizi segreti, a caccia di quei delinquenti cresciuti anche nella terra delle Forche Caudine e dei Briganti

Vito Cascioferro

Nel 1912, anno di fondazione dell'Unione Sportiva Avellino, Clemente fu il primo pentito a rivelare che erano cinque famiglie a gestire il potere occulto ed illegale in ambito internazionale della Grande Mela. Un particolare questo che contraddice la storia comune, secondo cui le famigerate cinque famiglie della Mafia furono create solo nel 1931, soprattutto dopo la feroce repressione in Italia del Prefetto di Ferro. Il primo nemico della MafiaCesare Mori, fu capace di mettere in ginocchio la Piova in Sicilia, senza tralasciare la fittissima rete di contatti d'Oltreoceano, proprio con il mondo delle Bande e delle Logge legate a percorsi iniziatici di vari livelli esoterici. Nel 1926 il prefetto Mori, su ordine di Mussolini per annientare i Padrini, arresta proprio l'inafferrabile Cascioferro. Processato in tribunale per numerosi crimini, Vito l'anarchico siculo, si alzò in piedi e disse:
"Signori, poiché non avete potuto ottenere la prova di nessuno dei numerosi crimini che ho commesso, vi siete ridotti a condannarmi per l'unico che non ho mai commesso".

Onn Vituzzo fu condannato a trascorrere il resto della sua vita in carcere e morì di sete dietro le sbarre, durante i bombardamenti Angloamericani a Napoli degli anni Quaranta. 

Il 21 maggio 1902, invece, Don Vito Cascioferro fu arrestato con l'accusa di contraffazione insieme alla banda Frauto/Clemente. Fu trovato con una pistola carica e ottanta dollari in denaro reale. Avevano fabbricato migliaia di soldi illegali in uno stabilimento di Hackensack a Nuova York. In America riuscì a sfuggire alla condanna dopo che nessuno dei testimoni al processo riuscì a identificarlo. Presentò un alibi secondo cui lavorava in una cartiera locale e ne uscì indenne.

Dolly Dimples alias Totore Clemente, fu il Cervinarese che ebbe il coraggio di schierarsi contro tutto l'organigramma delle cinque famiglie ai vertici del potere a Nuova York. La sua vicenda mette in difficoltà la storia ufficiale. Appare fuorviante datare la nascita delle cinque famiglie negli Anni Trenta durante il Proibizionismo. Parliamo di una piramide fatta di piramidi, attiva tuttora grazie ad una struttura ben precisa e collaudata, con tanto di capomafia ufficiale, consigliere, vicecapo e vari capiregime di zona. Lucky Luciano, alla luce dei fatti, per evitare tarantelle come quelle d'inizio secolo causate dal pentito Caudino, creò anche un cinico e massiccio Gran Consiglio, esclusivo e verticistico, accessibile solo alle più potenti, ricche, sanguinarie e conosciute Famiglie italoamericane.
Riportiamo per le lettrici ed i lettori de Lo Schiaffo 321 l'articolo integrale a firma di Angelo Marchese, apparso su UserTv.

Buona lettura. Noi lanciamo un sorriso verso il Cielo per ricordare il compianto Angioletto Marchese, Amante della Nostra Terra. Questo articolo è dedicato alla sua Memoria.

La foto nella quale quasi sicuramente compaiono i nostri “compaesani”, fu scattata, in occasione di un vertice “camorristico”, dietro al ristorante Santa Lucia a Coney Island, sede della banda denominata Neapolitan Coney Island Gang) cit. Angelo Marchese.
I cervinaresi “cattivi”

Tra le decine e decine di cervinaresi, riportati alla ribalta da Alfredo Marro (direttore da più di 30 anni del periodico Il Caudino),  nel suo libro Biografie cervinaresi, e tra quelli da me trovati e riportati alla ribalta sulle pagine, sia del Caudino che di UserTv, non sono mai comparsi, fino ad oggi, i nomi dei “cattivi.

Eccellono nell’arte, la figura di Onorio Ruotolo autore del Monumento Madre degli Eroi in villa comunale, il musicista Louis Ricci della Philarmonica di New York, il disegnatore-colorista Jon D’Agostino, nelle scienze quella del medico Michele Buonanni, nello sport il calciatore Pasquale Casale, il rugbista nazionale Andrea Miele, il tennista Potito Starace, nella prosa, poesia e letteratura, Carlo Bianco, Michele De Maria e padre Paul Christopher Perrotta, nella politica il barone De Bellis, il senatore Pasquale ClementeDomenico Clemente senza dimenticare, poi, tanti altri che hanno dato lustro a Cervinara. Nelle prossime settimane ve ne riproporremo certamente degli altri: letterati, scienziati, musicisti e artisti che, purtroppo, non vengono ricordati come dovuto.

A colmare il vuoto nella “categoria cattivi“, anche se non ne sentivamo la mancanza ma giusto per un dovere di cronaca, vengono  i nomi dei fratelli Salvatore, Carmine e Francesco Clemente che, nel primo ventennio del secolo scorso, sono stati uomini di spicco della malavita di Brooklyn e tra i venti uomini più pericolosi del Nord America.

In quegli anni operavano tre bande che si spartivano la New York del Proibizionismo e delle case di gioco clandestine: una formata dalla Mafia siciliana a est di Harlem controllata dalla famiglia Morello, la cosiddetta Mano nera, e le altre due composte da camorristi campani denominate Navy Street e/o Brooklyn Camorra che operava, prevalentemente, nella zona del porto, e la Neapolitan Coney Island Gang, che gestiva le sue attività dal ristorante Santa Lucia a Coney Island.

Le due bande confluirono, poi, in un’unica organizzazione per combattere con più forza la Mafia siciliana, che stava prendendo il controllo totale del racket a New York. La lotta fratricida che ne seguì è conosciuta come guerra tra Mafia e Camorra ed ebbe inizio il 17 maggio 1915 con l’omicidio di Giosuè Gallucci, definito il Re di Little Italy e, secondo molti, il confidente del poliziotto Italo-americano Joe Petrosino, che era stato assassinato nel 1909.

I camorristi non durarono molto, sia per la potenza di fuoco dei siciliani, sia per i continui tradimenti e pentimenti di molti affiliati. Fu in quel periodo che nacque la figura del pentito e il primo, secondo la storia, fu il napoletano Vaccaro, della banda dei “nostri” che agli inquirenti ne “cantò” di cotte e di crude.

I cervinaresi Salvatore Clemente, il maggiore dei tre fratelli chiamato Dolly Dimples nel clan, era giunto in America tra il 1902 e il 1903, e visto i grandi affari e la possibilità di facile arricchimento, richiamò nel 1906 dall’Italia i fratelli minori, Carmine di 22 anni, detto The Dude, e Francesco di 14 anni, ribattezzato Coney Island.

Nei documenti ufficiali dell’Inquiry del New Jersey, Salvatore ebbe un posto di rilievo nell’organizzazione camorristica e, secondo molti, fu anche vice-capo di Morano, al pari di Lauritano, Ricci e Vollero. Quattro vice-boss per altrettanti settori del crimine: prostituzione, gioco d’azzardo, pizzo e importazione di prodotti ortofrutticoli dall’ovest americano. Di Carmine, invece, si trovano pochissimi riscontri, nonostante figuri in varie inchieste di quegli anni. 

Giuseppe Morello

Il primato di “records”  (elementi di indagine accertati) spetta sicuramente al “piccoloFrank che, appena ventenne, già dimostrava la sua spietatezza. Esecutore, a volte anche mandante, di molti attentati intimidatori ed assassini, sia di commercianti riluttanti a pagare il pizzo, sia di avversari mafiosi e di “amici” passati al nemico Salvatore fu condannato ad una pena detentiva commisurata alla sua vita malavitosa. Per mia impossibilità a controllare vari documenti, di Carmine non ho trovato traccia. Ne trovo, invece di Frank che nel febbraio del 1918 fu assassinato in strada da un mafioso siciliano. (Angelo Marchese)

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immagini tratte dalla rete

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