I sostenitori dell’itanglese tendono spesso a contraddirsi. Non è inusuale che nella stessa frase neghino il fenomeno, o lo minimizzino, per poi però anche dire che è un’ottima cosa, bella, moderna, inevitabile, e «comune a tutte le altre lingue». Analizziamo una a una le gemme più tipiche alla fiera dell’anglomania.
19. L’italiano sopravvivrà a tutto.
RISPOSTA: Probabilmente, ma sarà ridotto a un creolo stile ex-colonia o, nella migliore delle ipotesi, a un vernacolo utile per chiedere se il sugo è pronto e se la nonna si è ripresa dalla bronchite. Nel 2019, il Sole 24 Ore pubblicò un articolo secondo cui il numero dei corsi la cui didattica è interamente nella lingua di Albione era arrivato a quota 440 in 55 atenei in rispetto ai 351 del 2018/19 e ai 339 del 2017/18.
Il punto di partenza fu un caso quasi isolato nel 2012, quello del Politecnico di Milano, la cui decisione di optare per l’inglese fece tanto scalpore da attirare l’attenzione della stampa internazionale (vedi foto sopra)
Di questo passo, nel giro di una generazione o due, gli italiani non sapranno esprimere nulla che sia più tecnico, accademico e scientifico nella loro lingua nativa, altro che «l’italiano si sta arricchendo».
Quelle espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore, che non corrispondono necessariamente a quelle de "Lo Schiaffo 321". Immagini tratte dalla rete.
Fonte: https://campagnapersalvarelitaliano.com/favole-itanglomani/
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