Vi spiego, ho avuto una discussione molto polemica in merito, proprio sul cicatiello e sul gelato: pensandoci e ripensandoci sono arrivata alla conclusione che la qualità del gelato, se di qualità si può parlare, non è dovuta al fatto che il gelataio ha deciso di approfondire la sua conoscenza e quindi studiare le materie prime ed equilibrarle tra loro in modo da ottenere un prodotto ultimo ottimo (in buona parte dei casi), ma al fatto che abbiamo deciso di omologarci attraverso l'utilizzo delle basi industriali. Quando ho saputo della Sagra in Valle Caudina ero molto felice. Se prima era la mano e l'esperienza dell'artigiano a fare la differenza adesso credo che questa differenza la faccia la marca del semilavorato. Oltretutto mi chiedo quanta "verità" ci sia dentro un gelato morbido, cremoso e colorato...
É una serata di metà autunno, non fa più caldissimo ma è ancora piacevole fare due passi la sera. Finita la cena in casa come succede spesso durante la stagione calda decidiamo di uscire per prendere un gelato sapendo, visti i discorsi fatti mangiando, che saremmo rientrati in fretta per divertirci un po'. Decidiamo di andare a fare un giro alla Sagra del Cicatiello, con la speranza di trovare qualche buon gelato Caudino, magari proprio a San Martino Valle Caudina.
Così ci prepariamo e dopo essermi cambiato, la aspetto in sala che faccia altrettanto, cerco di distrarmi leggendo Lo Schiaffo 321 e pensando all'articolo sul racconto erotico alla Sagra della Castagna. Dopo un po' di tempo la sento uscire dalla camera ed infilarsi le scarpe per poi raggiungermi in sala. Il rumore dei tacchi mi fa già presagire i suoi intenti...
Come previsto i discorsi di prima han fatto effetto anche su di lei e si è preparata in modo da far salire per bene l'eccitazione del momento: vestito libertino nero con gonna sopra al ginocchio, calze leggere color carne e tacchi. Non proprio un abbigliamento per un'uscita da dieci minuti per un gelato alla Sagra del Cicatiello!
Mi si avvicina maliziosa al divano sporgendosi per darmi un bacio appassionato, le lingue si intrecciano e la mia mano sale lungo la coscia velata fin sotto la gonna. Ben presto mi accorgo che è senza mutandine perciò mentre continuiamo a baciarci inizio a giocare col suo clitoride con lei a cavalcioni sopra di me. Ora il dilemma è se continuare in preda dell'eccitazione oppure bloccarsi ed uscire come ci eravamo proposti.
“Vestiti carina amore, ma non esagerare!”, furono le mie ultime parole famose. “Vedrai che ti piacerò – lo sai che non ti ho mai fatto fare figuracce!” mi bisbigliò all’orecchio con voce dannatamente calda, mentre mi toccava la testa già dura. Ero consapevole che ancora una volta mi avrebbe provocato fino a farmi scoppiare di gelosia ed infatti come al solito aveva volontariamente esagerato!“Ma dove vuoi andare vestita così?!” feci io pieno di voglia. Aveva un abitino da discoteca, altro che sagra. Allaccio al collo, ma molto alla moda, scollato che lasciava scoperti seni e uno squarcio con l'ombelico in bella vista. Anche la schiena era praticamente nuda, quasi fino al suo sedere tondo e simpatico. Già immaginavo cosa le avrebbero detto per strada ed io mi eccitavo tutte le volte che tra fischi, urla e complimenti indecenti restava sempre lei al centro degli sguardi di tutto e di tutti.
LA SAGRA
Usciti da casa, dopo un tratto in auto, parcheggiamo e decidiamo di sfilare per il Corso della splendida cittadina Caudina. Lei camminava come un'attrice, mentre osservavo che ogni maschio della Valle Caudina se la mangiava con gli occhi. Mi eccitai, però, molto particolarmente quando decidemmo di entrare in un bar anni Ottanta. Era un locale poco distante dal centro della Sagra. Io sono originario di Montesarchio e la mia amichetta è di Benevento centro, ma conosciamo la zona perché ho amici e parenti anche nella Pro Loco, a cui faccio gli auguri per le cinquanta candeline.
La mia dolce fidanzata Sannita sapeva, per averlo letto su Tinder, che solitamente il retro di quel posto veniva frequentato da alcolisti non anonimi con il reddito di cittadinanza, da camionisti baffo Iveco, da Cervinaruoli reduci della Sagra della Castagna, da muratori di Pannarano accaldati con pance gonfie di birra Peroni, da distinti rattusi di Moiano e Bucciano, emigranti del ratta-ratta di ogni età. Tutti uniti dalla sana voglia di femmina, senza tanti fronzoli. Tuttavia, erano leggermente defilati dall'evento riuscito ad Illuminare la notte di molti paesi.
“Cuore, ti va se ci fermiamo a mangiare qui il gelato? Dicono che fanno il miglior pistacchio della zona, senza dimenticare le frauelle raccolte a chilometro sottozero” sorrise lei, birichina! “Voglio un pistacchio e fragola”.
“Piccola stella, grande monella, però qui servono solo birre, ma quale gelato! Non è un locale per coppiette. C'è tanta bella gente in paese. Ci sono giovani che si divertono e tante famiglie sorridenti. In quel bugigattolo ti sbranano peggio di un carcere mussulmano”, risposi io visibilmente eccitato. “Tutta brava gente, in effetti, ma con te in questo stato la Sagra, 'e filazzate 'e nucelle ed il cicatiello int'u'sughett paesano passano in secondo piano”.
polemika
La mia Lei senza neppure attendere rispose “Bè, che vuoi?! Io sono libertaria, democratica e secondo la Costituzione sono libera di fare qualsiasi scelta. Tu sei classista, forse sessista. Io ho votato Emma Bonino, ma solo perché credo in un mondo più europeo e meno populista”. Si aggiustò i capelli castano chiaro, come le migliori Castagne d'Irpinia ed entrò dentro quel lurido bar. Tre vecchi e sudati ex militanti comunisti della San Martino Rosso Bolscevico fiammante, appena la videro le lanciarono un fischio di prepotente indecenza: “Ehi! bella ciao, ti va se ci facciamo una bella cantata?”, esclamò uno dei tre toccandosi vistosamente il pakko dentro sporchi pantaloni macchiati di vino e terriccio. Erano talmente ubriachi da aver confuso la Festa dell'Unità di un tempo con la Sagra del Cicatiello.
“Vieni qua che ti sfiliamo quel bel vestitino nero che hai addosso! Hai votato la Meloni o no? Sei amica dello Scienziato? Ti facciamo vedere come sventolavamo le bandiere rosse nelle sfilate del primo Maggio”. Lei senza neppure curarsene si avvicina al bancone del bar e io dietro di lei. “Ti sei portata pure il cacciuttiello dietro, bella quatrana?” e intanto cantano a squarciagola Bella Ciao, rigorosamente in versione dialettale.
“Guardate che lui è il mio ragazzo - disse inferocita - ed è iscritto al Partito Socialdemocratico. Se non la finite chiamo il Maresciallo Mauriello e vi faccio fare chiù multe ca' a tutti 'e clandestini ca' e' mamm'vostre tengono annaccuvati sott'o'liett!”... Esclamò lei, visibilmente schizzata, mentre li sfotteva perché sapeva che anche in quella festa sarebbe stata come un trofeo di caccia tra i maschi più forti. Subito i tre si alzarono dal tavolo e si accostarono a lei. Avevano il sorriso di Renzi quando vede la Boschi.
La barista le urlò: “Ti piace il gelato? E allora prendi questo”. Le infilò il cono pistacchio e fragulella in bocca. “Ancora! Ancora! Siete dei luridi porci Caudini!” Urlò lei con voce di piacere “Sfondatemi di gelati, vi prego, sono la vostra quatrana ghiotta e gelataja!!! Fatemi tutto, ma conservatemi un piatto di Cicatielli fatti a mano, qualche litro di vino rosso piddì e un po'di carne affogata nel sugo. Alla fine siamo venuti alla Sagra del Cicatiello e la fame vien mangiando”.
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