11. Sì vabbè, però l’inglese è più breve e più comodo.
RISPOSTA: Tra i tanti poteri soprannaturali che i devoti anglomani attribuiscono all’inglese ci sarebbe questa vera o presunta brevità. Anche quello è un argomento che fa acqua da tutte le parti e viene spesso sfoderato per nascondere impulsi narcisisti e il voler fare i fighi – senza rendersi conto del senso del ridicolo. Sul punto. Innanzitutto, davvero uno parla misurando i nanosecondi di ogni parola? Qualcuno ci spiega come si fa? La misuri prima di parlare o sul momento? Usi un cronometro o conti nella testa? E davvero misunderstanding è più rapido di malinteso? Babysitter di tata?
Qual è il nostro obiettivo, parlare nello stile di un telegramma? In secondo luogo, chiaro che l’inglese è più breve se gli italiani troncano arbitrariamente le parole. La Spending Review, se togli Review e lasci Spending, come fanno gli anglomaniaci, per un nativo angloparlante non significa più nulla. Anzi, significa proprio il contrario del significato originale. Lo stesso vale per la Champions (League), il basket (ball), il Recovery (Fund), il Board (of Directors) e così via.
Poi ci sono le creazioni, quelle da zimbelli totali, come droplet, che sebbene in inglese esista e significhi gocciolina, da solo non esprime assolutamente l’intero concetto di «distanza di sicurezza» inspiegabilmente conferito dagli eccitabili itanglesi. Ed infatti in inglese quello si chiama social distancing o physical distance.
Insomma, chiaro che qualcosa è più breve se te la inventi, o la deformi, e poi le attribuisci facoltà illusorie. Sulla presunta comodità. Di nuovo, l’elitisimo qui è nauseante, dato che per decine di milioni di italiani dire drive through covid durante la pandemia, oppure upskilling, insight, waning ed employer branding non dev’essere esattamente una filastrocca.
Cosa ci sia di comodo per un utente che non ha studiato inglese, e che ha bisogno di tutta la chiarezza e l’empatia di questo mondo, nel trovarsi di fronte una lettera del Day Hospital Breast Unit di un ospedale italiano, suppongo rimarrà un mistero. Un esempio tra mille è la confusione nella quale cadde il Presidente del Veneto Zaia quando si incasinò, nel 2020, tra la parola caregiver e l’immaginario cargiver. Da vergognarsi, altro che comodità.
Quelle espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore, che non corrispondono necessariamente a quelle de "Lo Schiaffo 321". Immagini tratte dalla rete.
Fonte: https://campagnapersalvarelitaliano.com/favole-itanglomani/
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