9. È una moda passeggera.
RISPOSTA: La cui proporzione sta aumentando esponenzialmente. Per cui è come concludere che il Titanic si raddrizzerà perché sta affondando sempre di più. Per ogni pseudoanglicismo che cade in disuso (e magari alcuni ce ne sono anche, come footing, che comunque è stato rimpiazzato da jogging, per cui lasciamo perdere), ne entrano centinaia a valanga ogni anno.
E non solo. La cosa più preoccupante è che siamo già ben oltre lo tsunami di sostituzioni di singoli vocaboli che si notava a cavallo del nuovo millennio. Iniziano a notarsi sempre di più anglicismi (o pseudo tali) radicati a livello sintattico, o per citare il linguista Michele Lewis, in autentici «pezzi lessicali». Si pensi ai vari pseudo anglicismi nello stile di no gender, no vax, no mask. Si pensi alle sempre più numerose locuzioni nello stile di back to school, ready to eat, smart working, stepchild adoption, we are hiring, gender gap, family day, pet therapy, car sharing, baby gang, beachwear, mindful eating, bodyshaming, body positive, persino no green pass day. Sono ceffoni continui a preposizioni, articoli e strutture tipiche della lingua italiana.
In italiano ormai non si dice quasi più «essere contro qualcuno» o «contrario a qualcosa». Si dice «No» seguito dalla parola anglo. Non si dice più «Giornatà della quellochesia». È di rigore usare la parola inglese seguita da «Day». Non si dice più senza qualcosa, senza zucchero, senza Covid. Prendi una locuzione aggettivizzata in stile anglo, come sugar-free e come no, l’italiano si è arricchito.
Insomma, se di moda passeggera si tratta, lo è solamente nel senso che sta diventando la normalità assoluta e non un semplice andazzo nello stile del gergo dei paninari degli anni Ottanta.
Quelle espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore, che non corrispondono necessariamente a quelle de "Lo Schiaffo 321". Immagini tratte dalla rete.
Fonte: https://campagnapersalvarelitaliano.com/favole-itanglomani/
Nessun commento:
Posta un commento