domenica 23 ottobre 2022

M. le parole del figlio del secolo - Il discorso di Napoli (24 ottobre 1922) | STORIA#1

M.le parole del figlio del secolo

Luca Marinelli
sarà Benito Mussolini in ‘M. Il figlio del secolo’ su Sky. La serie di Giole Wright, adattamento dell'omonimo romanzo di Antonio Scurati, è divisa in otto puntate prodotte da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Pathé. A breve arriverà in esclusiva su Sky e in diretta solo su NOW in Europa

La serie ripercorrerà la storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al famigerato discorso di Mussolini in parlamento dopo l'omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti nel 1925. Offrirà inoltre uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni personali, tra cui quelle con la moglie Rachele, l’amante Margherita Sarfatti e con altre figure iconiche dell'epoca. Come il romanzo, la serie racconterà la storia di un paese che si è arreso alla dittatura e la storia di un uomo che è stato capace di rinascere molte volte dalle sue ceneri - si legge nella presentazione della rete televisiva straniera.


Storia e storiografia

Nell'uso corrente il termine storia, ricordiamo, viene usato indifferentemente per designare due insiemi che in realtà hanno significati diversi e per alcuni aspetti opposti. Per non cadere in questo grossolano equivoco, occorrerebbe distinguere la storia - propriamente detta, che è un insieme di fatti accaduti (res gestae) - dalla storiografia, che invece è un insieme di forme di scrittura e interpretazione di quei fatti. Per loro natura la storia è oggettiva mentre la storiografia è soggettiva, dal momento che di uno stesso fatto si possono dare diverse interpretazioni. Chiaro?
Lo Schiaffo 321, in occasione del Centenario della Marcia su Roma, ha deciso di approfondire il tema storico con le parole pronunciate dai protagonisti diretti e l'analisi delle vicende sul territorio Caudino, Irpino e Sannita. Lo studio della Storia Contemporanea viene facilitato, a nostro avviso, dal tuffo nei documenti originali, essenzialmente perché spesso le interpretazioni sono legate alle emozioni degli studiosi, alle esigenze delle case editrici o alle reazioni comunitarie post-belliche. Intanto, cento anni fa a Napoli, il 24 ottobre 1922 iniziò la Marcia su Roma.
Buona lettura!


Il discorso di Napoli
Mancano quattro giorni alla Marcia su Roma: la rivoluzione è già in cammino verso la vittoria finale. A Napoli il 24 ottobre 1922 si raccolgono quarantamila fascisti e ventimila operai fra l'entusiasmo della popolazione. Sul sito In quella giornata preannunziatrice di vittoria il Duce pronuncia il seguente discorso rivolto al popolo napoletano e alla Nazione. Le tracce vennero messe insieme nel corso della loro esistenza della famiglia Adamoli. Il curatore del sito di famiglia ci apre le porte per un suggestivo viaggio nel tempo e nella memoria, realizzato grazie al copioso materiale storico di famiglia conservato gelosamente.

Fascisti! Cittadini!

      Può darsi anzi è quasi certo che il mio genere di eloquenza determini in voi un senso di delusione in voi che siete abituati alla foga immaginosa e ricca della vostra oratoria. Ma io da quando mi sono accorto che era impossibile torcere il collo alla eloquenza mi sono detto che era necessario ridurla alle sue linee schematiche ed essenziali.

      Siamo venuti a Napoli da ogni parte d'Italia a compiere un rito di fraternità e di amore. Sono qui con noi i fratelli della sponda dalmatica tradita ma che non intende arrendersi; sono qui i fascisti di Trieste dell'Istria della Venezia Tridentina di tutta l'Italia settentrionale; sono qui anche i fascisti delle isole della Sicilia  e della Sardegna tutti qui ad affermare serenamente categoricamente la nostra indistruttibile fede unitaria che intende respingere ogni più o meno larvato tentativo di autonomismo e di separatismo.

    Quattro anni fa le fanterie d'Italia maturata a grandezza in un ventennio di travaglio faticoso le fanterie d'Italia fra le quali erano vastamente rappresentati i figli delle vostre terre scattavano dal Piave e dopo avere battuto gli austriaci con l'ausilio assolutamente irrisorio di altre forze si slanciavano verso l'Isonzo; e solo la concezione assurdamente e falsamente democratica della guerra poté impedire che i nostri battaglioni vittoriosi sfilassero sul ring di Vienna e per le arterie di Budapest!

Un anno fa a Roma ci siamo trovati in un momento avviluppati da un'ostilità sorda e sotterranea che traeva le sue origini dagli equivoci e dalle infamie che caratterizzano l'indeterminato mondo politico della capitale. Noi non abbiamo dimenticato tutto ciò. Oggi siamo lieti che tutta Napoli questa città che io chiamo la grande riserva di salvezza della Nazione ci accolga con un entusiasmo fresco schietto sincero che fa bene al nostro cuore di uomini e di italiani; ragione per cui esigo che nessun incidente neppure minimo turbi la nostra adunata poiché oltre che delittuoso sarebbe anche enormemente stupido: esigo che ad adunata finita tutti i fascisti che non sono di Napoli abbandonino in ordine perfetto la città.

  L'Italia intera guarda a questo nostro convegno perché — lasciatemelo dire senza quella vana modestia che qualche volta è il paravento degli imbecilli — non c'è nel dopo guerra europeo e mondiale un fenomeno più interessante più originale più potente del Fascismo italiano.

      Voi certamente non potete pretendere da me quello che si costuma chiamare il grande discorso politico. Ne ho fatto uno a Udine un altro a Cremona un terzo a Milano. Ho quasi vergogna di parlare ancora. Ma data la situazione straordinariamente grave in cui ci troviamo ritengo opportuno fissare con la massima precisione i termini del problema perché siano altrettanto nettamente chiarite le singole responsabilità. Insomma noi siamo al punto in cui la freccia si parte dall'arco o la corda troppo tesa dell'arco si spezza!

Voi ricordate che alla Camera italiana il mio amico Lupi ed io ponemmo i termini del dilemma che non è soltanto fascista ma italiano: legalità o illegalità? Conquiste parlamentari o insurrezione? Attraverso quali strade il Fascismo diventerà Stato? Perché noi vogliamo diventare Stato! Perché il giorno 3 ottobre io avevo già risolto il dilemma.

 Quando io chiedo le elezioni quando le chiedo a breve scadenza quando le chiedo con una legge elettorale riformata è evidente a chiunque che io ho già scelta una strada. La stessa urgenza della mia richiesta denota che il travaglio del mio spirito è giunto al suo estremo possibile. Avere capito questo significava avere o non avere la chiave in mano per risolvere tutta la crisi politica italiana.
      La richiesta partiva da me ma partiva anche da un partito che ha masse organizzate in modo formidabile e che raccoglie tutte le generazioni nuove dell'Italia tutti i giovani più belli fisicamente e spiritualmente che ha un vasto seguito nella vaga ed indeterminata opinione pubblica.
      Ma c'è di più o signori. Questa richiesta avveniva all'indomani dei fatti di Bolzano e di Trento che avevano svelato ad oculos la paralisi completa dello Stato italiano e che avevano rivelato d'altra parte la efficienza non meno completa dello Stato fascista. Occorreva o signori affrettarsi verso di me perché io non fossi più ancora agitato dal dilemma interno.

      Ebbene: con tutto ciò il deficiente Governo che siede a Roma ove accanto al galantomismo bonario ed inutile dell'on. Facta stanno tre anime nere della reazione antifascista — alludo ai signori Taddei Amendola ed Alessio — questo Governo mette il problema sul terreno della pubblica sicurezza e dell'ordine pubblico!
      L'impostazione del problema è fatalmente errato. Degli uomini politici domandano che cosa desideriamo. Noi non siamo degli spiriti tortuosi e concitati. Noi parliamo schiettamente facciamo del bene a chi ci fa del bene del male a chi ci fa del male. 
Che cosa volete o fascisti? Noi abbiamo risposto molto semplicemente: lo scioglimento di questa Camera la riforma elettorale le elezioni a breve scadenza. Abbiamo chiesto che lo Stato esca dalla sua neutralità grottesca conservata tra le forze della Nazione e le forze dell'animazione. Abbiamo chiesto dei severi provvedimenti di indole finanziaria abbiamo chiesto un rinvio dello sgombero della zona dalmata ed abbiamo chiesto cinque portafogli più il Commissariato dell'aviazione. (continua)


Quelle espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore, che non corrispondono necessariamente a quelle de "Lo Schiaffo 321". Le immagini sono tratte dalla rete. Questo è un documentario a fini didattici, scientifici e culturali. La diffusione dei contenuti soddisfa i requisiti legali del "giusto utilizzo" o dell'insieme enumerato delle possibili difese contro un'azione per l'infrazione del diritto esclusivo ai sensi delle leggi vigenti sui diritti d'autore. Le norme nazionali ed internazionali permettono. altresì, la divulgazione di parti  singole o di opere intere, citando la fonte, per la ricerca e studio personale o a scopo culturale, didattico, scientifico, assolutamente non ai fini commerciali tramite pubblicità per conto di terzi. Articolo 70 – Legge 633/1941 sul diritto d’autore.

Fonte http://www.adamoli.org/benito-mussolini/pag0164-.htm

Prima parte - Speciale storico 1922-2022 ad uso didattico, scientifico e culturale.



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