giovedì 29 settembre 2022

Ricettazione di opere d’arte: accusato il Soprintendente di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento! | DECORO

Mario Pagano, soprintendente di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento, antica Caudium compresa, è stato colto sul fatto dai Carabinieri mentre svendeva pezzi di inestimabile valore della nostra storia ai soliti sciacalli del settore. 
Pagano è in carica dal 2 dicembre 2019., dopo aver lasciato la direzione dei beni artistici e architettonici di Cosenza in Calabria. L'ex direttore degli scavi di Ercolano, nonché coordinatore del restauro e direttore ufficio studi a Pompei negli anni Ottanta, era preso dalla compra/vendita di preziosissimi vasi trafugati, risalenti al IV secolo avanti Cristo. Un centinaio di monete in bronzo provenienti da varie epoche e qualche rarissimo libro erano la merce da vendere al miglior offerente.

Il bottino, ovviamente, è riemerso "grazie" alla miriade di scavi clandestini in aree ricche di passato, proprio come la Caudium che giace sotto i piedi dei Caudini moderni, spesso distratti da futili problematiche di vita virtual-quotidiana. I tombaroli, invece, hanno sviluppato un olfatto fine per scovare tesori sconosciuti e quindi, più o meno, incustoditi.

FATAL PASTORANO

La mostra mercato di numismatica di Pastorano, in provincia di Caserta, è stata fatale: per Mario Pagano è scattato l’obbligo di dimora vista l'indagine che lo vede coinvolto con la grave accusa di ricettazione di opere d’arte. La notizia è rimbalzata in tutta Italia, lasciando a bocca aperta gli addetti ai lavori, ma non la stampa nazionale.
I Carabinieri avevano sospetti - si legge sull'edizione meridionale del Corriere della Sera - su uno dei venditori presenti alla mostra, un 70enne che è stato arrestato e colpito con Pagano dall’obbligo di dimora. I militari ipotizzavano in particolare che l’anziano commerciante d’arte vendesse reperti archeologici antichi sottobanco. Così, quando hanno visto che parlava e scambiava degli oggetti con un’altra persona, appunto il 64enne sovrintendente Pagano, è partito il blitz. I due sono stati prima arrestati in flagranza e poi raggiunti dalla misura dell’obbligo di dimora emessa dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura.

PARADOSSI

Il Caso Pagano fa tornare alla memoria un altro colpo gobbo ai Beni Culturali. Nel 2017 fece scalpore l'arresto del sedicente Paladino dell'archeologia della Magna Grecia, guida culturale di una banda di maledetti tombaroli, per fortuna sgominata nel crotonese dalle FdO. Anche in quella storia vergognosa c'era un 70enne a tirare le fila dell'organizzazione. Il presunto Paladino dell'archeologia procurava i reperti con scavi abusivi, con le tecniche dei tombaroli di sempre. Appena valutato il valore del saccheggio vendeva tutto sul movimentato mercato clandestino, capace di muovere cifre da capogiro.

Paradossalmente si trattava di un Paladino molto noto negli ambienti culturali e accademici per aver partecipato, quale relatore, a numerosi consessi, seminari e corsi, ergendosi senza remore a Paladino dell'archeologia meridionale. Un "militante" numismatico di prestigio, autore di alcuni ottimi volumi sulla monetazione 'Magno-Greca'. Il tombarolo calabrese era anche uno stimato perito in ambienti giudiziari. Dalle indagini l'uomo emerse la figura di una persona avida e ben introdotta nel mondo della ricerca clandestina di reperti archeologici. La scia di saccheggi è lunga e testimonia la gravità di un problema diffuso e radicato su tutta la Penisola, isole comprese.

Riproponiamo una parte di un interessante articolo apparso nel 2015 sulle nostre colonne digitali che calza a pennello per riflettere sulla situazione odierna:
I beni culturali costituiscono l’identità di un popolo, minare il patrimonio archeologico, storico e artistico di una nazione significa infliggere a quest’ultima una ferita permanente, producendo danni di assoluto rilievo ben al di là della materiale perdita delle opere sottratte alla fruibilità delle genti, indispensabili alle generazioni future per meglio comprendere il filone storico, culturale e sociale da cui provengono.

Il patrimonio culturale, quindi, quale espressione più alta del popolo che lo ha creato, va tutelato da tutti i cittadini. Per comprendere l’importanza dell'immenso patrimonio storico - artistico nazionale bisogna risalire all'eredità che ci hanno lasciato le grandi civiltà del passato. Non solo quella romana, indubbiamente la più importante, ma anche: gli Etruschi, i Sabini, gli Apuli, i Volsci, i Sanniti, i Dauni, gli insediamenti greci nell’Italia Meridionale (Magna Grecia) gli Elymi, etc., passando attraverso le grandi dominazioni barbariche dei Visigoti, gli Ostrogoti, i Longobardi e le influenze orientaleggianti (bizantina e araba), sino a giungere agli Stati pre-unitari, senza tralasciare il Rinascimento, epoca particolarmente ricca di artisti di valenza mondiale. Queste straordinarie testimonianze hanno reso l'Italia, oltre che la nazione più ricca in tutti i campi dell'arte nelle sue più varie espressioni, anche l'unica nel mondo con la più alta densità di beni culturali per chilometro quadrato, tanto da essere considerata un museo a cielo aperto.
Queste non sono parole mie ma l’introduzione alla raccolta di normative per i beni culturali scritta dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e consultabile sul gruppo Lo Schiaffo 321 alla sezione documenti.
Allora io continuo a chiedermi come sia possibile che tutte le istituzioni coinvolte, Comune di Moiano, Provincia di Benevento, Comunità Montana del Taburno, Ministero delle belle Arti e senza minore responsabilità, tutti i cittadini consapevoli possano lasciare in uno stato di abbandono e degrado ciò che anche la legge obbliga a tutelare.
A tal riguardo risulta dubbio anche il comportamento degli stessi “esperti” inviati dal ministero sul luogo del ritrovamento, in effetti si sono comportati così come tutti i tombaroli che hanno nel tempo razziato il territorio, tutti noi abbiamo almeno una volta sentito di ritrovamenti ai piedi del Taburno nel territorio tra Moiano e Sant’Agata, nessuno di noi sa cosa sia stato trovato, infatti i tombaroli cercano la tomba, ne prelevano il contenuto e rinterrano, proprio come hanno fatto gli inviati dal ministero, hanno prelevato i preziosi reperti (per portarli chissà dove con l’assoluta mancanza di interesse del comune di Moiano) prelevato gli intonaci con i preziosi affreschi, senza nemmeno preoccuparsi di scavare tutto intorno alle tombe, questo con un motivo evidentissimo: dato che è certa la presenza di una necropoli Sannita di grandi dimensioni, i tombaroli non hanno interesse a che ciò diventi di interesse del Ministero in quanto non potrebbero più avere a disposizione un serbatoio di tesori, chi è andato per conto del ministero sul luogo si è dimostrato “disponibile” con chi aveva il solo interesse di portare avanti il cantiere senza perdite di tempo. (qui il testo integrale)

Terremo informati le lettrici ed i lettori de Lo Schiaffo 321 sul Caso Pagano e sugli sviluppi che potrebbero coinvolgere anche il nostro amato territorio, potenziale meta di tombaroli. In tutte le salse.
La Valle Caudina, il Sannio e l'Irpinia hanno un patrimonio archeologico immenso ed il numero di reperti ancora sotto il suolo è incalcolabile. 
DIFENDIAMOLO!
ASSTEAS DOCET!


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immagini tratte dalla rete.

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