lunedì 13 giugno 2022

René Guénon - La crisi del mondo moderno | Cap. 4 parte I - Scienza sacra e scienza profana

La crisi del mondo moderno
Cap. 4 - Scienza sacra e scienza profana

Abbiamo detto prima che, nelle civiltà che possiedono il carattere tradizionale, l’intuizione intellettuale è a capo di tutto; in altri termini, è la pura dottrina metafisica che costituisce l’essenziale mentre tutto il resto vi si ricollega come conseguenza o a titolo di applicazione ai diversi ordini delle realtà contingenti.

Lo stesso accade per le istituzioni sociali; e, d’altra parte, la stessa cosa è vera anche per ciò che attiene alle scienze, vale a dire alle conoscenze attinenti al dominio del relativo; scienze che, in queste civiltà, possono essere considerate solo come delle semplici dipendenze e, in qualche modo, come dei prolungamenti o dei riflessi della conoscenza assoluta e principiale. In tal modo, ovunque e sempre viene rispettata la vera gerarchia: 

il relativo non è considerato come inesistente, il che sarebbe assurdo, ma è preso in considerazione nella misura in cui merita di esserlo, ed è collocato al suo giusto posto, che può essere solo un posto secondario e subordinato; e in questo stesso relativo, vi sono poi dei gradi molto diversi, a seconda che si tratti di cose più o meno lontane dal dominio dei principi.

Ne consegue che, per quanto attiene alle scienze, ci troviamo di fronte a due concezioni radicalmente diverse e perfino incompatibili fra loro, che possiamo chiamare: la concezione tradizionale e la concezione moderna; noi abbiamo avuto spesso occasione di accennare a queste «scienze tradizionali», che esistettero nell’antichità e nel Medio Evo e che esistono tuttora in Oriente, mala cui stessa idea è totalmente estranea agli Occidentali moderni. Occorre aggiungere che ogni civiltà ha avuto delle «scienze tradizionali» di un particolare tipo, che gli era proprio, poiché in questo caso non ci troviamo più nell’ordine dei principi universali, a cui si riferisce solo la metafisica pura, bensì nell’ordine degli adattamenti, nel quale, per il fatto stesso che si tratta di un dominio contingente, si deve tener conto dell’insieme delle condizioni, mentali e di altro tipo, che sono proprie di tale o di tal altro popolo, e diremmo perfino di ogni determinato periodo dell’esistenza di uno stesso popolo, poiché, come abbiamo visto in precedenza, vi sono delle epoche in cui si rendono necessari dei «riadattamenti». Quest’ultimi non sono altro che dei cambiamenti di forma, che non toccano in niente l’essenza stessa della tradizione; della dottrina metafisica, solo l’espressione può essere modificata, in un modo che è ben paragonabile alla traduzione da una lingua ad un’altra; quali che siano le forme che essa riveste per esprimersi, nella misura dell’esprimibile, vi è sempre assolutamente una sola metafisica, come vi è un’unica verità. Ma, allorché si passa alle applicazioni, naturalmente la questione è diversa: con le scienze, al pari che con le istituzioni sociali, ci si trova nel mondo della forma e della molteplicità; ed è per questo che si può dire che a forme diverse corrispondono veramente scienze diverse, anche quando esse, almeno parzialmente, trattano lo stesso oggetto. 
I logici hanno l’abitudine di considerare una scienza come interamente definita dal suo oggetto, il che è inesatto per eccesso di semplificazione; e in effetti, nella definizione di una data scienza deve anche rientrare il punto di vista dal quale il suo oggetto viene considerato

Vi è una moltitudine indefinita di scienze possibili e può accadere che diverse scienze studino le stesse cose, ma sotto degli aspetti anche molto diversi, quindi con dei metodi e con delle intenzioni talmente diverse da farne delle scienze realmente distinte. Questo può accadere, in particolare, per le «scienze tradizionali» appartenenti a civiltà differenti, scienze che pur essendo paragonabili fra loro, tuttavia non sempre sono assimilabili le une alle altre, e spesso è solo abusivamente che possono essere chiamate con lo stesso nome. 

Va da sé, che la differenza è anche più considerevole se, invece di paragonare fra loro delle «scienze tradizionali», che almeno hanno tutte lo stesso carattere fondamentale, si volesse fare un paragone fra queste e delle scienze come quelle concepite dai moderni; a prima vista, può sembrare talvolta che abbiano lo stesso oggetto, ma in effetti la conoscenza che questi due tipi di scienze forniscono rispettivamente di tale oggetto è talmente diversa che, ad un più attento esame, si esita ad affermare ancora la loro identità, perfino sotto un certo aspetto solamente.

Per far meglio comprendere la questione è utile fornire alcuni esempi. Per primo esaminiamo un esempio dalla portata molto vasta, quello della «fisica», tenendo presente come la concepivano gli antichi e come la intendono i moderni; e in questo caso non c’è neanche bisogno di uscire dal mondo occidentale per notare la profonda differenza che separa le due concezioni. 

Il termine «fisica», nella sua accezione originaria ed etimologica, non significa altro che «scienza della natura», senza alcuna restrizione; si tratta dunque della scienza relativa alle leggi più generali del «divenire», poiché «natura» e «divenire» in fondo sono sinonimi, ed è proprio così che l’intendevano i Greci ed in particolare Aristotele; se esistono delle scienze più specifiche riferite allo stesso ordine, esse sono allora delle «specificazioni» delle fisica, relative a tale o a tal altro ambito più strettamente determinato. 

Si ha già dunque qualcosa di molto significativo nella deviazione che i moderni hanno fatto subire a questo termine «fisica», impiegandolo per designare esclusivamente una particolare scienza fra diverse altre, tutte ugualmente scienze della natura; questo fatto è da ricollegare alla frammentazione che abbiamo già segnalato come una delle caratteristiche della scienza moderna, a quella «specializzazione» generata dallo spirito analitico e spinta al punto da rendere veramente inconcepibile, per coloro che ne subiscono l’influenza, una scienza che si interessi della natura vista nel suo insieme. 

Molto spesso non è mancato chi ha fatto notare alcuni degli inconvenienti derivati da tale «specializzazione», e soprattutto la ristrettezza di vedute che ne è una inevitabile conseguenza; ma sembra che coloro stessi che se ne sono resi conto si siano comunque rassegnati a considerare tutto ciò come un male necessario, a causa dell’accumulo di tanti dettagli conoscitivi, tali che nessun uomo sarebbe in grado di abbracciare con un sol colpo d’occhio. Ora, essi non hanno compreso, per un verso, che questi dettagli conoscitivi sono insignificanti in se stessi e non meritano che ad essi si sacrifichi una conoscenza sintetica, la quale, quand’anche si limitasse ancora al relativo, sarebbe di un ordine molto più elevato; per altro verso, che l’impossibilità che si riscontra nell’unificare la loro molteplicità deriva solamente dal fatto che ci si è interdetti di ricollegarla ad un principio superiore e dal fatto che ci si ostina a procedere verso il basso e verso l’esteriore, mentre invece, per avere una scienza che possieda un reale valore speculativo, sarebbe necessario muoversi esattamente nel senso opposto.

Se si vuol dunque paragonare la fisica antica, non a ciò che i moderni designano con lo stesso nome, ma all’insieme delle scienze della natura così come sono definite al giorno d’oggi, poiché è a quest’insieme che la prima dovrebbe corrispondere in realtà, è opportuno notare subito, come prima differenza, la divisione in molteplici «specialità» che, per così dire, sono estranee le une alle altre. Nondimeno, questo è solo l’aspetto più esteriore della questione, e non si può certo pensare che basterebbe riunire tutte queste scienze specialistiche per ottenere un equivalente dell’antica fisica. 

La verità è che è il punto di vista ad essere diverso, ed è in questo senso che vediamo apparire la differenza essenziale fra le due concezioni di cui ci stiamo occupando: la concezione tradizionale, dicevamo, ricollega tutte le scienze ai principi a titolo di applicazioni particolari, mentre invece è proprio questo collegamento che non è ammesso dalla concezione moderna. 

Secondo Aristotele, la fisica è «seconda» alla metafisica, vale a dire che ne è dipendente e che in fondo è solo un’applicazione, nel dominio della natura, dei principi superiori a questa natura stessa, e che si riflettono nelle sue leggi; e lo stesso può dirsi della «cosmologia» del Medio Evo. La concezione moderna, invece, pretende di rendere indipendenti le scienze, negando tutto ciò che le oltrepassa o, quantomeno, dichiarandolo «inconoscibile» e rifiutandosi di tenerne conto, il che praticamente equivale ancora col negarlo. 

In effetti, tale negazione esisteva già molto tempo prima che si pensasse di farla assurgere a teoria sistematica con nomi come quelli di «positivismo» e di «agnosticismo», di modo che si può dire che veramente è essa il punto di partenza di tutta la scienza moderna; ma è solo nel XIX secolo che si son visti degli uomini gloriarsi della propria ignoranza, dal momento che il proclamarsi «agnostici» non vuol dire altro che questo, e pretendere di interdire a tutti la conoscenza di ciò che loro stessi ignoravano; il che segnò una tappa ulteriore nella decadenza intellettuale dell’Occidente.

Scritto da René Guénon

La crisi del mondo moderno

1 commento:

  1. Ciao amici, mi chiamo Mimma Limongi di Salerno, Italia sono un medico chirurgo di professione, ho 52 anni per favore leggete attentamente le testimonianze della mia vita reale come ho restaurato il mio vecchio amore entro tre giorni dopo una preghiera di incantesimo d'amore, ho buone intenzioni per condividere la buona notizia qui E so che queste informazioni aiuteranno qualcuno a guarire un cuore spezzato e ripristinare una relazione di amore perduto entro tre giorni. Il mio soggiorno potrebbe essere simile Sono stato sposato con Hussien per anni ormai il mese scorso ha rotto con me, ho fatto di tutto per farlo tornare ad amarmi, ma tutto quello che ho fatto è stato vano, volevo tanto che tornasse perché abbiamo avuto due bambini piccoli insieme e lo amo così tanto che non posso senza di lui, gli ho chiesto tutto, l'ho promesso ma ha rifiutato. Ho spiegato il mio problema alla mia collega, è la mia migliore amica e mi ha consigliato di contattare la dottoressa igbinovia incantesimo d'amore che è l'unico che può aiutarmi, ma sono il tipo di persona che non crede mai che l'incantesimo d'amore esista o può funzionare, non ho avuto altra scelta che provare, ho inviato un messaggio doctorigbinovia93@gmail.com Email e whatsapp +12162022709 e viber +12066713285. Drigbinovia mi ha detto che poteva aiutarmi a riavere mio marito, che non dovevo preoccuparmi che tutto sarebbe andato bene prima di tre giorni lavorativi, ho seguito attentamente tutte le sue istruzioni su cosa fare a casa mia durante una preghiera di incantesimo d'amore nel mezzo di la notte. Il dottor igbinovia ha trasmesso un incantesimo d'amore e, sorprendentemente, il secondo giorno era intorno alle 05:00 Mio marito mi ha chiamato Sono rimasto così sorpreso che mio marito si è rifiutato di chiamarmi e non mi ha mandato un messaggio di testo nelle ultime tre settimane, all'improvviso ha ha chiamato per scusarsi con me e ha detto che sarebbe tornato a casa che gli mancava la sua famiglia, era così eccitato che l'ho accettato di nuovo

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