Una tradizione secolare della Valle Caudina è stata riconosciuta come "Patrimonio culturale immateriale campano" ed inserita dall'illustre Comitato Tecnico all’interno dell'inventario per il patrimonio culturale immateriale campano (IPIC) per l’anno 2021. Esulta la comunità di San Martino Valle Caudina che grazie al lavoro della Pro Loco ha preservato per sempre un rito caratteristico del nostro territorio. La Pro Loco San Martino Valle Caudina corona il cinquantesimo anno di attività, dal 1972 al 2022, con un risultato di prestigio:
«È con grande piacere - annuncia la Pielle - che comunichiamo che “Il rito dei catuozzi” è stato inserito nell’inventario del patrimonio culturale immateriale campano (IPIC). Da sempre la Pro loco è impegnata nella salvaguardia e nella valorizzazione delle nostre tradizioni e proprio a tal proposito nel 2021 abbiamo fatto richiesta affinché il rito dei catuozzi venisse inserito nell’inventario del patrimonio immateriale della regione Campania ed oggi, con grande orgoglio, possiamo comunicare che la nostra richiesta è stata accettata».
Il Catuozzo è l’antico metodo messo in pratica dai Graunari dei Partenio per ottenere il prezioso carbone organico. Bisogna lavorare su modelli di sviluppo legati al mondo delle nuove imprese rurali, onde evitare e arginare lo spopolamento, frutto di un'emigrazione dilagante. Oltre a difendere la tradizione del Catuozzo si potrebbe puntare anche al rilancio del commercio del prezioso carbone organico, il tesoro dei graunari, ricercato costantemente dalla rete dei ristoranti stellati italiani e stranieri.
«C’è grossa differenza – dicono gli esperti - tra una bistecca fiorentina cotta su gas metano oppure su carbone organico tratto dal castagno del Partenio. La nostra è un’azione politica prima che economica. Recupero di memoria che altrimenti andrebbe persa, sapienza che la modernità sta cancellando».
L'Inventario cataloga il patrimonio culturale immateriale e le pratiche tradizionali connesse alle tradizioni, alle conoscenze, alle pratiche, ai saper fare della comunità campana, così come definite dalla Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 17 ottobre 2003, ratificata dall'Italia con legge n°167/2007.
Inoltre, tornando al discorso economico, ricordiamo che la filosofia del chilometro zero e la caccia ai prodotti naturali privi di additivi rendono i resti del Catuozzo molto appetibili e potenzialmente con una forte richiesta commerciale. Ovviamente, questo indotto non sarà come quello del passato, ma si potrebbero sviluppare tante altre attività collaterali, dal turismo Caudino all'eco-didattica, oltre alla creazione di un canale capillare per vendere il prodotto senza trattamenti chimici. Commercio, occupazione, turismo e tradizioni per offrire il meglio della Valle Caudina agli ospiti e al Popolo Caudino stesso.
Ricordiamo alle lettrici ed ai lettori de Lo Schiaffo 321 che per “patrimonio culturale immateriale” si intendono le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il saper fare, gli usi sociali, i riti e momenti festivi comunitari, anche di carattere religioso, come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi, che le comunità riconoscono in quanto parte del patrimonio culturale campano, trasmettendoli di generazione in generazione, costantemente ricreati in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia in quanto senso d’identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana.
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