L'interrogatorio del 24 febbraio 1864 di Della Gala
Nel processo del 24 febbraio 1864, Giona, D'Avanzo e Papa rigettarono ogni accusa d'aver fatto parte della banda. Solo Cipriano affermò: “ho corso la campagna onoratamente, non ho fatto estorsioni, ho ricevuto denari da diverse persone dabbene e con questo ho soddisfatto ai bisogni della banda”, poi, incalzato dal Presidente di Corte sul perché avesse scorso la campagna disse “per difendere il mio soprano”.
I quattro furono accusati di “estorsione di lire 204, pasta, sale e tabacco commessa a mano armata e del sequestro di Vincenzo d'Avanzo avvenuti il 23 maggio 1861, di grassazione di 314 lire e 50 centesimi ai danni del ricevitore della ferrovia di Cancello nella sera del 23 giugno 1861, di omicidio di Gennaro Ferrara commesso a Cancello il 27 luglio del 1861 e dei carabinieri Bartolo Cuminelli e Pietro Brocchieri uccisi la stessa sera a Cimitile, ed ancora dell'omicidio a Palma del bersagliere Federico Pellegrino il 31 agosto 1861 e nello stesso mese del saccheggio delle case di Giovanni e Michele Mascolo di Sasso, di grassazione di lire 12,750 il 2 settembre a Paolisi in danno di Giacomo e Pasquale Viscusi, di assassino di Francesco de Cesare avvenuto sul Taburno il 4 settembre, nonché di numerosi altri crimini”.
Cipriano respinse ogni addebito dichiarando: “non sono andato facendo queste lazzaronate”. La Gala fece rilevare: “si sta indagando su anni di guerra civile in cui per mantenere una colonna armata di cinquecento uomini era è indispensabile ricorrere a ricatti, sequestri e furti. Eppure c'è chi concesse denari di propria iniziativa e si vide scrivere il suo nome in un registro da Giovanni D'Avanzo: al ritorno di Francesco II chi aveva finanziato i combattenti sarebbero stati ripagati”. (12)
Note
Fonte: Alle radici del brigantaggio di Pietro Zerella Parte XX
Monte Taburno base dei reazionari Cipriano La Gala (qualche altra fonte Cipriano DELLA Gala)
(12) -C. Cimmino, pag.59). (da Storiografia- “I briganti Della Gala”. Analisi del brigantaggio (a cura di Angelo D'Ambra)
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