sabato 30 aprile 2022
MEDIOEVO - Servi, padroni e contadini | Documentario
MATTEO BRANDI LEGGE ROBERTO SAVIANO - Il poeta dell'attico | PERLE
MARADONA veglia su Napoli #goliardia
ECOLOGIA - "Insieme è bello, ripulire e amare la Valle ancor più bello" | AMBIENTE
Cinque giornate ecologiche unitarie e trasversali in Valle Caudina a partire dall'8 maggio fino ad arrivare al 9 ottobre. Le battaglie a difesa dell'ambiente sono state organizzate dal nuovo Coordinamento patrocinato dalle amministrazioni comunali di San Martino, Cervinara, Paolisi, Rotondi e Roccabascerana. Le volontarie e i volontari saranno equipaggiati gratuitamente per ripulire le aree degradate della Nuova Caudium. Informazioni più dettagliate si possono richiedere alle singole associazioni aderenti all'interessante iniziativa comunitaria. Si inizia a Cervinara, l'8 maggio e il 5 giugno Paolisi sarà ripulita dall'onda verde. Il turno di Rotondi è fissato per il 3 luglio, prima di fermare le attività della rete ad agosto. Nessuna pulizia fino al 18 settembre a San Martino Valle Caudina. Chiude la programmazione il comune di Roccabascerana domenica 9 ottobre 2022.
Per le lettrici ed i lettori de Lo Schiaffo 321 riportiamo l'elenco completo delle realtà che compongono l'ossatura di questa neonata rete ecologista:
Pro Loco "Angelo Renna" Cervinara, Associazione Futura, Cervinara Trekking, Protezione Civile Cervinara, Terra Mia, Piccole Donne, Associazione La Sylvatica, Protezione Civile Paolisi, Pro Loco di Rotondi, Associazione per Vivere Campizze, Pro Loco San Martino Valle Caudina, associazione Pro Vita, Associazione Casali San Martino Valle Caudina, Associazione Gruppo Marta, Associazione La Piazzetta, Associazione Poeti e Musicisti, Associazione Regina della Pace, Associazione Voce delle Donne, Avellino Club Lupi Caudini, Associazione Culturale Interzona, Forum dei Giovani SMVC, Ordine Francescano Secolare e la Pro Loco Roccabascerana.
Riportiamo anche il comunicato integrale diramato dalla rete ambientalista, apparso oggi sulle maggiori testate giornalistiche locali e provinciali:
«La prima edizione delle giornate ecologiche "Insieme è bello, ripulire e amare la Valle ancor più bello" vede per la prima volta insieme le associazioni e le amministrazione dei cinque Comuni, Cervinara, Paolisi, Rotondi, San Martino Valle Caudina e Roccabascerana, costruire uniti un percorso di sensibilizzazione con un solo obiettivo:
creare una cultura del rispetto ambientale, di cura e amore per il nostro verde.
EcoTurismo
Questo ritrovato desiderio di vivere esperienze comuni nasce dalla consapevolezza che insieme è bello, così come dice il titolo, ma è anche necessario per creare una rete di intenti, di progetti, di condivisione per migliorare non solo la vita nella Valle Caudina, ma anche l'accoglienza e l'ospitalità di chi viene a farci visita».
Verranno coinvolti i bambini, gli adolescenti, i giovani con le loro famiglie. Ogni associazione - si legge in chiusura della prima nota - parteciperà attivamente a tutte le giornate programmate. Si ringraziano anche le Amministrazioni che hanno aderito alla iniziativa, garantendo supporto organizzativo e logistico. Siamo convinti che insieme si possa realizzare una Valle Caudina migliore e ancora più bella.
Riflessioni
Ottima iniziativa comunitaria, con uno spirito filoCaudinista evidente, ma che lascia il fianco a qualche perplessità proprio in seno all'Unione dei Comuni Caudini. Si notano le clamorose assenze di Montesarchio, Airola, Pannarano, Moiano, Arpaia, Forchia e Bucciano. Difficile digerire questa spaccatura evidente, in apparenza inspiegabile. Lo strappo "unionista" è un sintomo che non lascia trapelare un futuro unitario roseo, almeno a breve termine.
Qualsiasi giustificazione, utile per tentare di sminuire l'entità della frattura politico-amministrativa, risulta difficile da stigmatizzare, anche perché se l'unione fa la forza, la divisione della Città Caudina potrebbe ripercuotersi, in negativo, sul già vacillante equilibrio interno dei comuni inseriti in una struttura amorfa, partita male e caratterizzata dalla ferrea volontà, con la fascia tricolore, di anteporre la sovranità comunale al discorso prettamente comunitario, il più delle volte campato in aria.
Perché solo cinque Cittadine Caudine hanno aderito alla eco-rete? Cambia il sapone, ma la schiuma è sempre la stessa?
Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo
venerdì 29 aprile 2022
IL COVID 19 BLOCCA AUDAX CERVINARA - NAPOLI UNITED | Curiosità
Colpo di coda del Covid-19!
L'attesissima gara tra Audax Cervinara 1935e Napoli United è stata rinviata. L'Allegretto di Montesarchio non sarà affollato di tifosi domani pomeriggio alle ore 16.30 come conferma il comunicato stampa diramato qualche ora fa:
(Cervinara) – L’Audax Cervinara 1935 comunica agli sportivi che la gara prevista domani alle ore 16.30 contro il Napoli United è rimandata a causa di un numero consistente di calciatori tesserati positivi al Covid-19. Nelle prossime ore sarà ufficializzata la data del recupero della delicata partita che mette di fronte l’Undici di Mister Pasquale Iuliano ed il Napoli United di Diego Armando Maradona Jr, il figlio del Pibe de Oro. L’atteso incontro valevole per il primo turno dei Play Off di Eccellenza in Campania dovrebbe essere disputato in arco di tempo abbastanza breve. La calda piazza innamorata del Magico Cervo si sta mobilitando, nonostante tutto, per sostenere la squadra nell’importante spareggio regionale.
L'inaspettata notizia potrebbe etichettare questa gara come una delle ultime sfide sospesa a causa del Coronavirus. Sono rari i casi di partite slittate negli ultimi giorni. In ordine di tempo tra le ultime squadre fermate troviamo la Nuova Florida una società laziale, militante nel girone G di Serie D, che ha chiesto e ottenuto il rinvio delle partite contro Ostiamare Lido e Gladiator, riprogrammate rispettivamente al 1° e al 4 maggio, a causa di diversi casi di contagio all’interno del gruppo squadra.
In Sardegna la Villacidrese torna in campo, dopo una sosta lunga ben due settimane, per concludere un campionato ancora aperto:
The show must go on. Superata in parte l’emergenza Covid, la Villacidrese ritorna a giocare per recuperare la prima delle due gare rinviate a causa della positività riscontrate nel gruppo squadra. Domani, al Comunale di Villacidro, arriva la Monastir Kosmoto -si legge su un quotidiano sardo -per la sfida valida per la 31ª giornata del campionato di Eccellenza. La squadra di Graziano Mannu è ferma da due settimane esatte, quando perse di misura un altro recupero contro la Ferrini a Cagliari. Due giorni dopo la decisione di fermarsi da parte della società proprio alla vigilia del match contro la Monastir Kosmoto, in programma inizialmente sabato 16 aprile per il turno pre-pasquale. Per lo stesso motivo non si è giocato domenica in trasferta contro il Budoni. Ora, superato il periodo più critico, i gialloblù faranno ritorno in campo davanti ai propri tifosi.
Riflessioni
Ora la Cervinara amante dell'Audax 1935 è in attesa di sviluppi sulla vicenda che ha, momentaneamente, fermato la passione dei tanti appassionati di calcio. Nessuno si aspettava questo colpo gobbo di un virus che ha davvero rotto le scatole. Speriamo che questa sia l'ultima...
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SERGIO RAMELLI PRESENTE! 29 APRILE 1975/2022
Dott.ssa Coccia: La funzione del biologo nutrizionista e differenza col medico | SALUTE
tratto da Alimenti e malattie, di Roberto Andreoli
mercoledì 27 aprile 2022
16 - Dhammapada - L'Affetto - Audiolettura
Il Dhammapada - Versi della Legge (pāli, in sanscrito Dharmapada o anche Udānavarga), a volte tradotto come Cammino del Dharma, è un testo del Canone buddhista conservato sia nel Canone pāli (nel Khuddaka Nikāya del Sutta Piṭaka uno dei tre “canestri” del Tipitaka), sia nel Canone cinese (dove prende il nome di Fǎjùjīng, 法句經, e si trova nella sezione del Běnyuánbù), sia nel Canone tibetano (dove prende il nome di Ched-du brjod-pa'i choms, si trova sia nel Kanjur che nel Tanjiur). Questa opera è formata da 423 versetti raccolti in 26 categorie.
Si ignora il nome dell'autore, o meglio del compilatore, del Dhammapada non è possibile fissare se non molto approssimativamente la data della sua composizione, che risale all'epoca della formazione del canone Theravada, nel III secolo a.C.
Nonostante sia particolarmente venerato dalla scuola Theravāda, il Dhammapada viene letto anche da molti buddhisti appartenenti a scuole Mahāyāna, ed è molto popolare in ogni ambito del buddhismo. Dai tempi antichi fino ad oggi, il Dhammapada è stato considerato l'espressione più sintetica della dottrina del Buddha.
Vyāsa Audioletture
DANIELE SERRA - Soldato Ignoto (1921)
Artista: Daniele Serra
Brano: Soldato Ignoto
Anno: 1921
N.B. Il video inziale era di Dian, poi censurato.
Nuovo incendio alle porte della Valle Caudina! | AMBIENTE
Nuovo incendio alle porte della Valle Caudina!
Questa volta le fiamme hanno avvolto un’azienda che effettua il recupero ed il riciclaggio dei rifiuti elettronici e batterie ad Arienzo. I danni potrebbero essere notevoli stando alle prime voci e visti i mezzi di soccorso chiamati a domare le fiamme e circoscrivere il rogo per evitare il peggio.
Tre squadre dei Vigili del Fuoco, con due autobotti e tanto sacrificio, sono intervenute celermente dalla sede centrale del Comando di Caserta, dal distaccamento di Marcianise e dal comando di Benevento. Presente sul posto per i rilievi anche il nucleo NBCR, ossia quello specializzato con interventi nucleari, batteriologici, chimici e radiologici.
Il Comitato Salute e Ambiente di Airola e della Valle Caudina, tramite la pagina ufficiale dell'associazione, oltre a riportare la notizia, ha annunciato l'invio di una segnalazione diretta all'Arpac e al Ministero competente, alla luce dell'ennesima ferita ambientale, in un contesto già martoriato da roghi e morti legate alla maledetta e infame "malattia".
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Cinghia di trasmissione culturale RIAVVIATA!
Lo Schiaffo 321 torna a macinare "articoli" e a diffondere il solito pensiero controcorrente tramite questa cinghia di trasmissione culturale. La pausa forzata, questa volta, è dovuta ad articolati problemi di carattere amministrativo/burocratico con la rete.
Il lungo silenzio, però, è stato utile per riflettere e approfondire tematiche e quant'altro possa essere utile alle nostre lettrici e ai nostri lettori. Apprezziamo le decine di messaggi piovuti in "redazione digitale" e siamo fieri di aver dato vita ad una piattaforma fuori da qualsiasi schema precotto, capace di dare un altro punto di vista, oltre le etichette, i dogmi perpetui ed i preconcetti intoccabili. Non invalicabili.
Lo Schiaffo 321 è...
Diretto. Goliardico. Irriverente. Socialista. Eretico. Distaccato. Europeista. Mediterraneo. Lungimirante. Essenziale. Folle. Educativo. Informativo. Trasversale. Controcorrente. Intelligente. Strafottente. Vivo. Ambientalista. Aggregativo. Esplicito. Futurista. Passionale. Giusto. Brigante. Audace. Camerata.
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lunedì 25 aprile 2022
RIECCOCI! Torna LO SCHIAFFO 321!
martedì 12 aprile 2022
LA TRASMISSIONE (CULTURALE) SARA' RIPRESA AL PIU' PRESTO POSSIBILE (LoSchiaffo321)
domenica 10 aprile 2022
D'ANNUNZIO (1987) | cinema
La storia è ambientata tra Roma e l'Abruzzo tra il 1889 e il 1892. Il giovane Gabriele D'Annunzio, reduce da successi letterari, acclamato come poeta e rappresentante del dandismo romano, sente che il suo amore per la contessa Maria Gravina è ormai finito. Una sera a teatro, durante il concerto dell'amico Francesco Paolo Tosti, D'Annunzio si innamora della giovane Elvira Fraternali Leoni detta Barbara, e così inizia una nuova stagione di passione per il poeta. Tuttavia D'Annunzio inizia lasciarsi andare, la sua penna diventa sterile, così prova a cercare ispirazione nuovamente nel suo Abruzzo selvaggio, incontrando l'amico Francesco Paolo Michetti nel cenacolo del Conventino a Francavilla.
Michetti lo rimprovera di essere negligente, di aver perso l'audacia del periodo del romanzo "Il piacere"; così D'Annunzio torna tra le braccia di Barbara, volendo intraprendere una crociera in Grecia con gli amici Scarfoglio e la Serao, per ricercare ancora l'ispirazione. Presto però si renderà conto, scontrandosi anche con il marito di Barbara, che occorre abbandonare la sua passionale avventura per tornare a comporre e ad essere ispirato.
Dott.ssa Coccia: Come ho affrontato il contagio e sono guarita | SALUTE
tratto da Alimenti e malattie, di Roberto Andreoli
MEDIOCRITAS - ANTINCENDIO dossier di Legambiente e la Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale | AMBIENTE
Lo Schiaffo 321 rispolvera la rubrica MediocritaS e punta l'attenzione sul dossier curato da Legambiente e SISEF, la Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale. Per combattere un fenomeno così devastante serve la formazione del cittadino. Riflettere sull'ultimo lavoro dei Cigni gialloverdi è un momento doveroso di analisi e confronto per unire le forze contro gli incendi.
Buona lettura.
L’Italia brucia. Da alcune settimane, diversi incendi si stanno allargando raggiungendo estensioni raramente osservate in Sardegna, Sicilia e Calabria (Regioni che primeggiano nelle graduatorie di Legambiente sugli Ecoreati) ma anche in Abruzzo, dove gli incendi hanno percorso i boschi delle province di L’Aquila e Pescara. Il 25 luglio, nonostante l’impiego di numerosi mezzi aerei e personale antincendio, l’incendio di Montiferru in Sardegna presentava una superficie di 10.000 ettari in espansione (macchia 34%, pascoli 33%, boschi 12%, aree agricole 22%).
L’incendio di Pescara che ha interessato la Riserva Dannunziana ha investito strade e case e spinto le persone a fuggire sulla spiaggia, una dinamica che spesso è risultata fatale (incendio di Peschici nel 2007, o in Grecia nel 2018). Questi eventi vengono definiti “estremi”, in quanto superano la capacità di controllo, con una intensità superiore ai 10.000 kW/m ed una velocità di propagazione oltre i 3 km/h, e sono caratterizzati da elevati impatti e rischi.
Come è potuto accadere?
Quali sono le cause?
Cosa si può fare per governare questo tipo di incendi?
Leggendo i commentatori e la stampa, c’è chi si concentra sulle cause di innesco, chi sulla mancata prevenzione e scarsa applicazione della legge quadro sugli incendi boschivi 353/2000, chi sulla assenza di gestione dei territori agro-silvo-pastorali sempre più infiammabili, chi sui cambiamenti climatici a scala globale. Hanno tutti un po’ di ragione! Tuttavia, per comprendere, e quindi governare il fenomeno incendi, non serve concentrarsi sulla singola causa.
Gli incendi sono infatti un “fenomeno complesso” che nasce dalla interazione tra eventi con una dimensione spazio-temporale estremamente diversa: dalla contingenza di una vettura che prende fuoco a bordo strada, ai cambiamenti decennali dell’uso del suolo a scala di paesaggio, al riscaldamento globale in atto dalla fine dell’800. La complessità dei processi in gioco rende molto difficile trovare soluzioni semplici e facili da comunicare. Per non affrontare questa complessità, si finisce col puntare l’indice e parlare solo di dolo, o di inefficienza dei sistemi di sorveglianza anche se l’emergenza criminale, soprattutto in alcune Regioni, e l’azione di incendiari è una parte fondamentale della causa degli incendi boschivi. Secondo i dati del Rapporto Ecomafia 2021 di Legambiente, nel 2020 sono stati percorsi 62.623 ettari (+ 18% rispetto all’anno precedente) con 4.233 reati accertati (in crescita del 8,1% rispetto al 2019) con 552 persone denunciate per reati di incendio doloso e colposo (+ 25,2% rispetto al 2019) e solo 18 persone arrestate.
Ricondurre il fenomeno alla sola criminalità o agli atti di incendiari o di piromani, non deve essere una semplificazione del problema che è molto più ampio e investe tutta la filiera della prevenzione in cui il governo del territorio, la gestione del nostro patrimonio verde e la prevenzione devono essere tenuti assieme per capire il fenomeno e trovare le soluzioni per governare il fenomeno degli incendi estremi in un contesto di cambiamento climatico.
Da tempo Legambiente e SISEF (Società italiana di scienze ed ecologia forestale) promuovono la cultura della prevenzione e una strategia di governo integrato degli incendi basata sui seguenti punti.
- Governo Integrato degli Incendi: Il governo degli incendi boschivi in Italia necessità della integrazione/coordinamento, a livello regionale e nazionale, fra i settori dedicati alla previsione, prevenzione, informazione, addestramento, lotta, indagine e ricostituzione post - incendio. L’elevata separazione delle competenze (ripartite fra servizi e agenzie foreste e protezione civile regionali, corpi forestali delle regioni e province autonome, carabinieri forestali, protezione civile nazionale, volontariato, vigili del fuoco, enti parco e comunità montane) ha portato ad una marcata frammentazione del governo incendi e difficoltà di coordinamento. Si osserva la mancata integrazione fra la pianificazione dell’emergenza e delle attività di lotta agli incendi con la pianificazione territoriale in ambito agro-silvo-pastorale e di conservazione dell’ambiente. E’ necessaria una verifica dell’applicazione della legge quadro sugli incendi boschivi (L. 353/2000) con una approfondita analisi della filiera istituzionale che la governa anche alla luce della riforma che ha accorpato il Corpo Forestale dello Stato ai Carabinieri e trasferito competenze ai Vigili del Fuoco. Riteniamo necessario, ad esempio, un ruolo attivo della DG Foreste del MIPAAF (che nel 2000 non c’era) per sostenere l’integrazione della prevenzione e mitigazione degli incendi con le altre fasi del governo incendi (previsione, lotta) istituendo un tavolo inter-istituzionale che promuova il coordinamento fra i settori amministrativi e tecnico-scientifici, regionali e nazionali, che si occupano di incendi.
- Piani forestali di indirizzo territoriale: riteniamo che nel secondo livello di pianificazione forestale introdotto dal TUF “Piani forestali di indirizzo territoriale” (Art.6 c.3, D.lgs.34/2017) possa essere integrata la pianificazione forestale per la prevenzione degli incendi boschivi. Infatti, i “Piani AIB regionali” (Art.3 L.353/2000) o i “Piani di gestione forestale” (Art.6 c.6, D.lgs.34/2017) hanno una scala non adeguata. I Piani forestali di indirizzo territoriale sono il giusto strumento per definire le aree esposte al pericolo incendi (con un livello di analisi e dettaglio adeguato ad un piano territoriale e in accordo con quanto definito dai Piani AIB regionali) e individuare le aree dove integrare misure di selvicoltura preventiva con altre misure forestali (es. produzione di legno, protezione diretta), le misure per l’attività pastorale e agricola, e quelle per la tutela della biodiversità nel Parchi Nazionali, Riserve regionali e siti della Rete Natura 2000. In fase di discussione del tavolo Filiera foresta legno, intendiamo portare un contributo per la definizione di linee guida per integrare la pianificazione della prevenzione incendi nei piani territoriali.
- Integrazione con la politica agricola: riteniamo che per un più efficace governo degli incendi sia fondamentale una integrazione della politica forestale con quella agricola (primo passo del tavolo di cui al punto 1). Molti incendi derivano dall’uso illegale e inesperto del fuoco per fini agro-silvo-pastorali e l’abbandono dell’agricoltura e della pastorizia determinano un aumento del pericolo di incendi per accumulo del combustibile. L’agricoltura, tuttavia, deve essere considerata parte della soluzione: campi coltivati, orti, vigneti, aree pascolate possono ridurre l’infiammabilità a scala di paesaggio. Gli strumenti della Politica Agricola Comune come il Piano di Sviluppo Rurale (PSR), devono integrare le misure per l’agricoltura, la pastorizia ed per il settore forestale considerando anche i dettami della pianificazione per la previsione, prevenzione e lotta agli incendi boschivi (vedi punto precedente). Incentivare le misure in aree strategiche (es. attorno agli insediamenti rurali, lungo i percorsi preferenziali dei grandi incendi) deve essere considerata una opportunità nel governo degli incendi con ricadute sulla sicurezza ed efficacia della lotta attiva. In particolare, serve la regolamentazione dell’uso del fuoco per fini agro-silvo-pastorali in tutte le regioni. Queste pratiche sono di origine antica. Tuttavia, oggi vengono condotte senza regole ed applicate in un contesto diverso dal passato, con maggiore copertura, biomassa e zone di interfaccia urbano-foresta. Il risultato è un aumento degli incendi colposi nella maggior parte delle Regioni che generano conflitti e aggravano il lavoro dei sistemi antincendio regionali soprattutto negli anni più critici (es. 2007 e 2017). La tecnica del fuoco prescritto attuata da tecnici specializzati in aree definite da piani di gestione pastorale porterebbe a ridurre drasticamente gli incendi di origine agro-pastorale. Questo è quello che accade ad esempio sul versante francese delle Alpi Marittime: dalla fine degli anni ’80 l’Office National des Forêts pianifica il fuoco prescritto per fini pastorali in inverno, di concerto con consorzi pastorali per la gestione dei pascoli. Questo modello gestionale ha portato ad una drastica riduzione degli incendi di origine pastorale in quell’area, perché i pastori non hanno più motivo di usare il fuoco in estate e di nascosto.
- DDL sul Fuoco prescritto I programmi di fuoco prescritto avviati in diverse regioni hanno dato buoni frutti, soprattutto per l’aumento delle capacità tecniche e organizzative dei sistemi AIB regionali. La scala degli interventi, finora pianificati e realizzati su superfici limitate rispetto alle esigenze di prevenzione, non consente di verificare la loro efficacia se non in singoli casi studio. Riteniamo che i programmi di fuoco prescritto esistenti e nuovi vadano promossi investendo nella formazione di tecnici progettisti e operatori, includendo il fuoco prescritto nei Piani AIB regionali (Art. 3, L.353/2000), nei Piani dei Parchi e RNS (Art.8, 353/2000), e nei Piani Forestali di Indirizzo Territoriale (Art.6, c.3, D.lgs.34/2017), finanziando interventi nelle aree suscettibili agli incendi con le misure del PSR. Tuttavia, data l’elevata diversità dei sistemi AIB regionali, riteniamo che una modifica alla 353/2000 (come prevista dal DDL 576/2018) non sia la soluzione adeguata in quanto introdurrebbe norme difficilmente adattabili alle diverse realtà regionali (es. le competenze sul fuoco prescritto vengono stabilite a livello regionale). Una revisione della 353/2000 potrebbe dare una definizione di fuoco prescritto tale da assimilare questa tecnica alle “cure colturali ed opere antincendio”, e demandare alle regioni la disciplina della materia. Infatti, sono le regioni che dopo aver compreso come integrare il fuoco prescritto all’interno dei loro sistemi AIB devono legiferare per regolamentare la materia e stabilire le procedure e le competenze (es. chi fa la progettazione, chi dirige le operazioni etc.).
- Pascolo prescritto strumento di prevenzione utile negli ambienti mediterranei e in particolare in Sardegna dove la risorsa del pascolo può avere molteplici usi anche come strumento di riduzione del carico di combustibile quindi di selvicoltura preventiva sancito anche nell’art. 3 della L. 47/75 (oggi abrogata e sostituita dalla L. 353/2000). Il pascolamento con specie domestiche è stato finalmente riconosciuto come tecnica per prevenire il propagarsi degli incendi o evitare che una volta innescati diventino disastrosi. Tutte le specie pascolanti, bovini, ovini e caprini possono essere utilmente impiegate. Il pascolo può aumentare l’efficacia di taluni trattamenti, quali il decespugliamento, contribuendo a mantenere basso il volume dei cespugli. Il pascolo prescritto, in particolare delle capre, che si alimentano preferenzialmente di parti legnose o alte delle piante, ha il potenziale per essere uno strumento di gestione ecologicamente ed economicamente sostenibile per la riduzione locale dei carichi di combustibili ed è certamente un metodo efficace a quasi zero emissioni e senza alcun impatto negativo di tipo visuale (al contrario del fuoco prescritto).
- Responsabilizzazione e coinvolgimento dei cittadini: il governo degli incendi non deve essere solo responsabilità delle istituzioni e dei tecnici del settore. I cittadini possono essere parte attiva, in primo luogo coinvolgendo il volontariato non solo nella lotta ma anche nella prevenzione. I “contratti di responsabilità” sperimentati nel Parco dell’Aspromonte (vedi Piano AIB Parco 2013-2017, par. 7.1.2.6) e in altre aree protette sono un possibile strumento per coinvolgere il volontariato, ma anche proprietari di fondi, agricoltori e pastori, nel governo di territori particolarmente esposti agli incendi durante i periodi di massima pericolosità. Inoltre, i proprietari di fondi devono essere responsabilizzati nella gestione della vegetazione nei loro terreni, adottando i principi dell’autoprotezione2 dagli incendi, attraverso un servizio di supporto ai cittadini previsto istituzionalmente e incentivato nelle norme urbanistiche e di pianificazione attuativa degli insediamenti. Infine, i cittadini devono essere preparati a riconoscere il pericolo incendi (comunicato attraverso i bollettini regionali, nazionali ed europei) e imparare a rispondere con comportamenti adeguati nelle situazioni di emergenza riparandosi in luoghi predisposti con interventi forestali preventivi. Legambiente e SISEF sono impegnati in attività di comunicazione e sensibilizzazione dei cittadini su questi temi (es. Focus Incendi).
- Statistiche e catasto incendi: l’analisi delle statistiche sugli incendi è essenziale per la comprensione ed il governo del fenomeno. E’ necessario supportare i comuni nell’aggiornamento del catasto incendi ai sensi della Legge Quadro 353/2000. C’è la necessità di migliorare il sistema di raccolta, analisi e condivisione dei dati sugli incendi in Italia attraverso investimenti tecnologici e semplificazioni normative. Esistono modelli3 già disponibili per altri pericoli naturali che potrebbero essere utilizzati. Inoltre, c’è la necessità di sviluppare un sistema di raccolta sistematica di dati economici, sia rispetto ai costi di prevenzione e lotta sostenuti da Stato (inclusi i dati sugli infortuni), Regioni (compresi gli interventi legati alle Misure forestali nei Piani di Sviluppo Rurale) ed enti locali, sia rispetto alla quantificazione economica dei danni. Il tutto per meglio valutare il rapporto costi/benefici e dimensionare in maniera corretta gli investimenti, e fornire valori di riferimento per i sistemi di contabilità nazionale in campo ambientale.
- Pianificazione e progettazione del ripristino ecologico e funzionale: la ricostituzione postincendio è una fase delicata del governo incendi. Spesso viene affrontata in modo emotivo ed emergenziale, investendo risorse senza un piano di interventi e soluzioni tecniche adeguate caso per caso. Non sempre è necessario ricostituire in modo attivo le foreste dopo un incendio. La vegetazione forestale il più delle volte si ricostituisce da sola. Dobbiamo investire le risorse per il post-incendio in modo strategico, in situazioni che forniscono servizi ecosistemici fondamentali e in aree prioritarie. Per passare da un approccio che rincorre l’emergenza, ad una strategia di intervento post-incendio è necessario definire in fase di pianificazione territoriale, ancora prima che si verifichino gli incendi, le aree a priorità di intervento e le soluzioni tecniche più adeguate (es. come limitare attacchi parassitari, come avviare dinamiche di ricostituzione verso paesaggi meno infiammabili) e alle relative tempistiche per mantenere i servizi fondamentali. La pianificazione pre-incendio degli interventi di ricostituzione consentirebbe di realizzare interventi tempestivi (in anticipo rispetto alla prima stagione vegetativa post-incendio) contemplando eventuali procedure di deroga all’Art.10, c.1 della 353/2000.
- Pianificazione urbanistica e incendi: i piani urbanistici dettano le linee per l’espansione dei centri abitati, in coerenza con le normative e i vincoli regionali e nazionali, ma non tengono in considerazione il rischio legato agli incendi boschivi. Per questa ragione appare auspicabile che nei prossimi anni la pianificazione urbanistica venga informata dai piani forestali di indirizzo territoriale (vedi punto due) che identificano le aree esposte al pericolo incendi4 (probabilità di propagazione di grandi incendi). La stessa attenzione deve essere indirizzata alla rete stradale che svolge un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza della logistica dei mezzi di soccorso in caso di incendi di elevata intensità (si ricorda quanto accaduto in Portogallo nel 2017, con un numero elevato di morti a ridosso di un’arteria stradale).
Il contesto generale impone un ripensamento delle strategie di gestione degli incendi, spostando l’attenzione, gli sforzi e gli impegni sempre più verso la prevenzione, che deve necessariamente integrare gli obiettivi a breve termine con quelli a medio-lungo termine per rispondere alle sfide climatiche e alla necessità di accrescere il nostro patrimonio foreste soprattutto nelle aree urbane.
Accanto alla prevenzione Legambiente e SISEF, ma anche tutta la comunità scientifica, ritengono strategica la ricerca sull’adattamento ai cambiamenti climatici, inteso come aggiustamento dei sistemi naturali e antropici agli eventi climatici attuali o attesi, con l’obiettivo di minimizzare i danni e massimizzarne i potenziali benefici. Fare ricerca sull’adattamento richiede il superamento della settorialità e della gestione a breve termine, promuovendo l’integrazione fra discipline e individuando soluzioni e prospettive a medio-lungo termine e sostenibili.
Questo si traduce, per esempio, nell’utilizzo di dati, strumenti modellistici e approcci innovativi che consentano di analizzare il rischio di un’area considerandone tutte le componenti e integrandole con la valutazione della coerenza fra le politiche che insistono su quel territorio. Il fine è quello di individuare e attuare misure specifiche, però strettamente connesse con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, in grado di rafforzare la resilienza degli ecosistemi e delle comunità al rischio di incendi boschivi in un contesto di cambiamenti climatici.
Nel nostro Paese non si parla mai di boschi (che coprono ormai il 40% del territorio) e non si parla di incendi, se non quando i boschi sono diventati cenere. Dobbiamo invece raccontare di boschi e disturbi in modo efficace (si pensi al caso della tempesta Vaia del 2018, nel Nord-Est) e, dunque, di incendi anche quando questi non sono accesi. Prevenzione, infatti, vuol dire educazione per ogni fascia d’età, formazione, coinvolgimento responsabile delle comunità, per evitare che la 'distrazione' diventi 'disastrosa', per sbarrare il passo all’incuria che sempre più domina i nostri paesaggi e alla criminalità organizzata, al teppismo, alla vendetta e alla devianza sociale che si maschera da psicopatologia incendiaria. Lo strumento principale di prevenzione e di lotta agli incendi è la creazione di un legame tra le popolazioni locali ed il bene bosco. Per creare questo legame non servono ulteriori sistemi vincolistici al contrario servono investimenti veri, ricerca, strumenti e tecnologie, semplificazione di procedure e competenze all’interno di una strategia complessiva definita in condivisione con le popolazioni locali ed i portatori di interesse.
Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo
note
- https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2021/08/DOSSIER-INCENDI-SISEF-Legambiente-2021.pdf
- https://www.legambiente.it/comunicati-stampa/incendi-i-nuovi-dati-ecomafia-di-legambiente-e-il-dossier-sisef/#_ftn1
- https://www.ntr24.tv/2021/11/16/il-rapporto-di-legambiente-il-virus-ecomafia-continua-a-contaminare-la-campania/
- https://www.legambiente.it/comunicati-stampa/incendi-i-nuovi-dati-ecomafia-di-legambiente-e-il-dossier-sisef/
Le verità nascoste di Rino Gaetano | documentario
MANZHARDA - La morte dei pesci (2013)
Gruppo: ManzHarda
Brano: La morte dei pesci
Anno: 2013
UNIONE DEI COMUNI CAUDINI - Prevenire gli incendi boschivi. Perché no? AMBIENTE
In questo momento di rinascita, dopo le norme liberticide legate all'emergenza sanitaria, bisogna porre l'attenzione dell'Unione dei Comuni Caudini (fantasma) sul problema degli incendi boschivi che sfregiano il Massiccio del Partenio ed il Massiccio del Taburno (reale). La Valle Caudina rientra, a pieno titolo, nelle bollenti statistiche basate sugli incendi nel 2021, ma appare tiepido il coordinamento tra enti, volontari ed istituzioni locali.
Pur essendo abbastanza scaramantici, dobbiamo affrontare ed analizzare la difficile tematica della difesa dell'Oro Verde e smetterla di lagnarci dopo.Basta sprecare inchiostro digitale sulle catastrofi annunciate. L'anno scorso con con una superficie di 120.166 ettari andata in fumo, dall'1 gennaio al 14 agosto scorso, l'Italia ha conquistato lo scettro di Stato più colpito in Europa dagli incendi nel 2021. Purtroppo, fino a settembre, si sono registrati altri casi sparsi in ogni angolo di verde della Penisola, Nuova Caudium e isole comprese. Anzi, proprio in Sicilia e Sardegna le percentuali sono spaventose. Oltre un terzo dei boschi bruciati nell’intera Unione Europea, pari finora a 358.024 ettari, appartengono alla Patria di Dante, Virgilio, D'Annunzio, Gentile, Pitagora e Giulio Cesare.
Encomiabile il forte impegno degli equipaggi dei Canadair e degli elicotteri della flotta aerea dello Stato, coordinati dal Dipartimento della Protezione Civile. Tuttavia, le statistiche parlano chiaro. Troppe le richieste di spegnimento di numerosi incendi boschivi con il supporto aereo alle operazioni svolte dalle squadre a terra. Il COAU, ossia il Centro Operativo Aereo Unificato, copre tutta la Nazione con tanto sacrificio e qualche difficoltà oggettiva.
Il fenomeno degli incendi boschivi, per definizione tra le minacce ambientali più gravi nel Mediterraneo, può essere combattuto e contenuto con l'uso di strumentazioni tecnologiche avanzate e studi di settore coordinati sul territorio. In quest’ottica bisogna rafforzare le attività di prevenzione e di intervento delle Regioni producendo e aggiornando la cartografia della pericolosità d’incendio, anche mediante l’elaborazione di dati satellitari.
Il centro di competenza dovrebbe operare nel campo del telerilevamento aereo e satellitare per la protezione dell’ambiente e la sicurezza dei cittadini e delle imprese. Quest'ultime puntano, tra l'altro, sulla costosa formazione tecnologica del personale pari a ben18 milioni di euro:
Nei primi anni di attività i Centri di Competenza - si legge sul sito del Ministero dello sviluppo economico- hanno investito nell’infrastrutturazione delle sedi, nella strutturazione dell’offerta formativa e nell’attivazione dei bandi per i progetti di innovazione presentati da parte delle imprese. Sono stati erogati complessivamente circa 150 eventi formativi tra corsi, webinar ecc. Alcuni CC hanno realizzato linee pilota o dimostratori con cui formare e dimostrare le tecnologie 4.0 (test before invest) Sono stati attivati 14 bandi per progetti di innovazione delle imprese, con cui sono stati selezionati più di 140 progetti da finanziare per un ammontare complessivo di finanziamenti di circa 18 milioni di euro.
L'Unione dei Comuni dovrebbe munirsi di Centro di Competenza con diverse tecnologie di telerilevamento sia aereo con i droni, sia terrestre con tecnici e volontari. Pertanto, l’integrazione trasversale di sensori satellitari e aerei potrebbe essere una risorsa di fondamentale importanza. Infatti, mentre le coperture satellitari avvengono in giorni e ad orari prefissati, le tecnologie di telerilevamento aereo con i droni permettono, invece, di acquisire i dati in base alle esigenze contingenti, fondamentali per la gestione delle emergenze.
Ad esempio, un sensore termografico di ultima generazione rileva la temperatura superficiale con una risoluzione inferiore ai 50 centimetri e può operare anche con la presenza di incendi, grazie al fatto che il fumo è trasparente nell’infrarosso termico. Con sorvoli di droni nel corso di un incendio c'è la mappatura in tempo reale grazie al sensore ed è possibile identificare con precisione fronti di fiamma anche molto piccoli.
La possibilità di effettuare lanci d’acqua da elicottero o da Canadair basandosi sulle coordinate effettive delle fiamme e della vegetazione da bagnare potrebbe segnare una vera e propria rivoluzione, con la certezza di raggiungere sempre il bersaglio, rispetto all’attuale operatività a vista, necessariamente offuscata dalla coltre di fumo.
Sono centinaia gli incendi boschivi scoppiati dall’inizio dell’anno in Campania, un pessimo dato in linea con quello dello scorso anno. Migliaia di ettari di superficie forestale in cenere e tantissimi bastardi incendiari denunciati dai Carabinieri Forestali della Regione Campania, da sempre in prima linea nel contrasto ai reati ambientali. Altro esempio concreto sono gli oltre 21mila euro di sanzioni comminate per le violazioni ai divieti di accensione di fuochi nelle aree verdi nel corso degli oltre 1100 controlli disposti.
Grazie alla collaborazione con la Regione Campania, la Specialità Forestale dell’Arma dei Carabinieri è stata in grado di rinforzare i servizi di vigilanza e monitoraggio del territorio e nelle aree forestali e rurali più vulnerabili dove sono più frequenti gli incendi e gli interessi delle ecomafie palesi.
La Regione Campania, attraverso l’attuazione del regolamento forestale recentemente approvato, ha introdotto specifiche sanzioni per le violazioni agli obblighi da parte di proprietari di terreni e frontisti, di manutenere le scarpate e i cigli stradali.
De Luca ha imposto la creazione di fasce di protezione sgombre da vegetazione in prossimità di insediamenti produttivi, delle abitazioni e dei villaggi turistici e nelle aree adibite ad attività ricreative. In alcuni periodi è fatto divieto assoluto di accensione di fuochi in aree forestali e di bruciare residui vegetali o scarti derivanti dall’agricoltura e dalla manutenzione di parchi e giardini.
Le lettrici ed i lettori de Lo Schiaffo 321, se dovessero avvistare un incendio, sono invitati a segnalarlo celermente al numero di emergenza ambientale 1515 o al numero unico di emergenza 112; sempre disponibili il 115 del corpo dei Vigili del Fuoco e i numeri verdi dedicati delle strutture regionali di protezione civile.
Segnalare in tempo reale un incendio può fare la differenza e garantirne lo spegnimento immediato.
Esiste almeno una mappatura aggiornata della pericolosità d’incendio in Valle Caudina e quali zone dell'Unione hanno una maggior propensione alle fiamme e meritano attenzioni particolari?