venerdì 4 marzo 2022

René Guénon - La crisi del mondo moderno | Cap. 2 - L'opposizione fra Oriente e Occidente


La crisi del mondo moderno
Cap. 2 - L'opposizione fra Oriente e Occidente

Uno dei caratteri particolari del mondo moderno è la separazione che si riscontra fra l’Oriente e l’Occidente; e nonostante abbiamo già trattato tale questione in maniera specifica, è necessario ritornarvi anche in questa sede, per precisarne certi aspetti e per dissipare alcuni malintesi. 

La verità è che vi sono sempre state civiltà diverse e molteplici, ciascuna delle quali si è sviluppata nella maniera che le era propria ed in conformità con le attitudini di un dato popolo o di una data razza; ma una tale distinzione non significa affatto opposizione, ed è possibile che fra civiltà dalle forme molto diverse possa esserci una sorta di equivalenza, dal momento che tutte si basano sugli stessi principi fondamentali, principi di cui esse rappresentano solo delle applicazioni condizionate dalle diverse circostanze.


È questo il caso di tutte le civiltà che si possono definire normali o anche tradizionali; fra loro non vi è alcuna opposizione essenziale, mentre le divergenze, se esistono, sono solo esteriori e superficiali. 

Per contro, una civiltà che non riconosce alcun principio superiore e che è persino fondata su una negazione dei principi, è, per ciò stesso, sprovvista dei mezzi per intendersi con le altre, dal momento che una tale intesa, per essere veramente profonda ed efficace, può solo stabilirsi dall’alto, vale a dire esattamente per mezzo di ciò che manca ad una tale civiltà anormale e deviata. 

Nello stato presente del mondo, abbiamo dunque, da un lato, tutte le civiltà che sono rimaste fedeli allo spirito tradizionale e che sono le civiltà orientali, e, dall’altro, una civiltà propriamente antitradizionale, che è la civiltà occidentale moderna.

Tuttavia, certuni arrivano a contestare che la stessa divisione dell’umanità in Oriente ed Occidente corrisponda ad una qualche realtà; ma, almeno per quanto riguarda l’epoca attuale, la cosa non sembra possa essere messa seriamente in dubbio. Innanzi tutto, che esista una civiltà occidentale, comune all’Europa ed all’America, è un fatto su cui tutti devono essere d’accordo, quale che sia il giudizio che si voglia esprimere sul valore di questa stessa civiltà. 

Per l’Oriente, invece, le cose sono meno semplici, poiché in effetti esistono, non una, ma più civiltà orientali; solo che è sufficiente che esse possiedano certi tratti comuni, quelli che caratterizzano ciò che noi abbiamo chiamato una civiltà tradizionale, e che questi tratti non si ritrovino nella civiltà occidentale, perché la distinzione e perfino l’opposizione fra Oriente ed Occidente siano pienamente giustificate. 

Ora, le cose stanno proprio così, ed il carattere tradizionale è realmente comune a tutte le civiltà orientali, per le quali noi ricorderemo, per fissare meglio le idee, la divisione generale che abbiamo adottata altrove, divisione che, anche se un po’ troppo semplificata, se si vuole entrare nei particolari, è tuttavia esatta quando ci si attiene alle grandi linee: 

l’Estremo Oriente, rappresentato essenzialmente dalla civiltà cinese, il Medio Oriente, rappresentato dalla civiltà indù, e il Vicino Oriente, rappresentato dalla civiltà islamica. 

Conviene aggiungere che quest’ultima, sotto molti aspetti, dovrebbe piuttosto essere considerata come intermedia fra l’Oriente e l’Occidente, e che molte delle sue caratteristiche la avvicinano perfino in modo prevalente a ciò che fu la civiltà occidentale del Medio Evo; solo che, se la si considera in rapporto all’Occidente moderno, bisogna riconoscere che essa vi si oppone allo stesso titolo delle civiltà propriamente orientali, e da questo punto di vista è ad esse che occorre dunque associarla.

È proprio questo il punto fondamentale su cui occorre insistere: 

l’opposizione fra l’Oriente e l’Occidente non aveva alcuna ragion d’essere quando anche in Occidente vi erano delle civiltà tradizionali; essa ha dunque un senso solo quando si tratta in modo specifico dell’Occidente moderno, poiché questa è molto più un’opposizione fra due attitudini che fra due entità geografiche più o meno chiaramente definite. 

In certe epoche, di cui la più vicina a noi è il Medio Evo, lo spirito occidentale somigliava parecchio, per i suoi aspetti più importanti, a quello che è ancora oggi lo spirito orientale, molto più che a ciò che è divenuto nei tempi moderni; la civiltà occidentale era allora paragonabile alle civiltà orientali, allo stesso titolo che queste sono paragonabili fra di loro. 

Nel corso degli ultimi secoli si è prodotto un cambiamento considerevole, molto più grave che tutte le deviazioni che abbiano potuto manifestarsi in precedenza in epoche di decadenza, poiché esso si è spinto fino ad un vero capovolgimento della direzione data all’attività umana; ed è esclusivamente nel mondo occidentale che tale cambiamento ha avuto origine

Di conseguenza, quando diciamo spirito occidentale, riferendoci a ciò che esiste attualmente, con tale espressione occorre intendere nient’altro che lo spirito moderno; e dal momento che l’altro spirito si è conservato solo in Oriente, ecco che possiamo chiamarlo spirito orientale, sempre in relazione alle condizioni in cui ci troviamo attualmente. 

Queste due espressioni, insomma, non esprimono altro che una situazione di fatto; e se appare chiaramente che uno dei due spiriti in questione è effettivamente occidentale, perché la sua comparsa appartiene alla storia recente, ciò non vuol dire che intendiamo esprimere un pregiudizio circa la provenienza dell’altro, il quale fu un tempo comune all’Oriente come all’Occidente, e la cui origine, a dire il vero, si confonde con l’origine della stessa umanità; 

in effetti è questo lo spirito che si potrebbe qualificare come normale, non foss’altro che per il fatto che ha ispirato tutte le civiltà che conosciamo più o meno completamente, ad eccezione di una sola: la civiltà occidentale moderna.

Scritto da René Guénon

La crisi del mondo moderno


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