KATEHON: uno strumento di PUTIN
Katheon è ufficialmente una rivista russa di geopolitica. Paradossalmente il nome è di derivazione religiosa, infatti secondo le Sacre Scritture il “katheon” è colui che frena l’avvento dell’Anticristo e il trionfo del Regno del Male sulla terra.
I responsabili della rivista affermano che il termine si adatta perfettamente alla situazione odierna, avendo anche connotati politici, in quanto “il pensiero unico moderno e globalista cerca di allontanare i popoli dalla tradizione cristiana, sostituendola con altri credi materialistici ed antitradizionali che coinvolgono anche le azioni della politica”.
Questa affermazione appare quanto meno ambigua poiché proviene da un luogo, l’ex Unione Sovietica, dove la violenza antireligiosa e anticristiana ha avuto pochi paragoni nella Storia dell’umanità.
Nell’aprile del 2017 la Corte suprema russa ha vietato ogni attività e legittimità ai Testimoni di Geova, mettendo al bando i 200.000 praticanti e requisendone i beni. La legge anti-terrorismo proibisce inoltre qualsiasi attività pastorale o missionaria per chi possiede solo un visto turistico. Inoltre, proibisce l’attività di propaganda (catechesi, formazione, celebrazioni liturgiche) svolte in appartamenti privati. Quando la Chiesa ortodossa si mantiene in questi parametri, essa viene privilegiata e appoggiata, ma laddove avvia un discorso maggiormente pastorale, sociale, umanitario, formativo delle coscienze ecc., essa viene ancora privilegiata solo nella misura della sua funzionalità agli indirizzi statali. Ma non oltre.
Premesso che:
La macchina disinformatrice ex sovietica, dopo aver istigato per decenni l’intero Occidente verso posizioni antimericaniste, dopo aver subdolamente svolto attività para-pacifiste (mentre nel contempo la Russia si equipaggiava con le armi più letali esistenti), e dopo aver condizionato intere generazioni di sinistroidi dalla mente manipolabile e plasmabile, oggi si dedica a perseguire un obiettivo ambizioso:
espandere i propri territori a discapito di Nazioni sovrane, alimentando però l’opinione pubblica internazionale con alibi pretestuosi e metamorfici, al fine di apparire l’esatto contrario di ciò che in realtà è oggi l’Impero di Putin: un organismo politico marxista paradossalmente simbiotico con il capitale finanziario, così come è anche in Cina (seppure con modalità differenti).
Gli alibi che occorrono a Putin vengono costruiti con pazienza e determinazione, nel corso di decenni, mediante strumenti sia fisici che intellettuali, di cui la disinformazione e la mistificazione costituiscono il fiore all’occhiello.
E’ così che, mentre da un lato le riviste russe di geopolitica come Katheon tuonano da tempo contro il mondialismo che distrugge le identità nazionali, dall’altro iniziano percorsi di russificazione dei territori che vogliono fagocitare, come l’Ucraina, compiendo così veri e propri atti esattamente contrari a quanto predicato.
L’Ucraina orientale è aggredita quotidianamente da Putin che, con la scusa di andare in aiuto di coloro che si riconoscono nella sfera egemonica russa, occupa militarmente i territori e finanzia i cosiddetti separatisti.
Siamo di fronte ad un vero e proprio piano di espansione egemonica e territoriale, pianificata a tavolino dal nuovo Zar, con il supporto di organi mediatici, come appunto Katheon, di cui tracciamo ora, di seguito, un profilo strutturale.
COSTANTINO MALOFEEV è il Presidente, oltre che membro del consiglio di sorveglianza, di Katheon. Inoltre Malofeev è Presidente del consiglio di amministrazione del gruppo mediatico pro Cremlino Tsargrad (la TV in cui trovano spazio figure come Alessio Jones, noto per le sue teorie complottiste, e Alessandro Dugin, considerato un po’ come l’ideologo di Putin), oltre che suo finanziatore.
Costantino Malofeev è stato anche (guarda caso) uno dei finanziatori del separatismo nella regione più orientale dell’Ucraina e in Crimea. Il cosiddetto “Primo Ministro” della autoproclamata Repubblica popolare del Donetsk, Alessandro Borodai, era un suo collaboratore, così come lo era anche Igor Girkin, ex colonnello del FSB che si occupava della sicurezza durante le visite dello stesso Malofeev a Kiev e in Crimea, prima della annessione di quest’ultima alla Russia.
In realtà Borodai è un ultranazionalista, come Putin, che mira all’unità dei popoli slavi, anche con metodi coercitivi e con le armi, calpestando le identità nazionali di altri popoli sovrani. Borodai dichiarò ufficialmente di essersi recato in armi nell’est dell’Ucraina in un impeto patriottico che gli imponeva di aiutare quella parte di popolazione russofona di cui voleva difendere i diritti.
Ha anche dichiarato di NON avere alcun legame con il Cremlino, ma è noto che nel 2002, secondo un articolo della Pravda, Borodai è stato nominato vicedirettore dell’FSB (la Polizia segreta russa nata dalle ceneri del KGB).
Ha lavorato per il giornale Zavtra, ultranazionalista, celebrando le glorie del passato della Russia e sostenendo apertamente l’allargamento delle frontiere russe, in modo da estenderne il territorio. Ha svolto un ruolo chiave nell’annessione della Crimea alla Russia, collaborando con il Primo Ministro separatista Sergio Aksyonov.
Igor Girkin, conosciuto anche con il nome di Igor Strelkov è stato per alcuni mesi il comandante dei ribelli nella città di Slov’jans’k e in seguito della milizia Popolare di Donec’k. Membro attivo delle organizzazioni armate fuorilegge che operano nell’Ucraina orientale, è stato definito dalle autorità governative un terrorista, ed è stato soggetto a sanzioni e misure restrittive da parte dell’Unione Europea, tra cui il divieto di accesso a qualunque paese dell’Unione.
Tornando a Malofeev, è anche Presidente di “Safe Internet League”, una ONG nata per censurare le informazioni su Internet. Sulla pagina internet della Ong si legge:
Lo scopo di Safe Internet League;
Sradicare contenuti pericolosi attraverso l'auto-organizzazione della comunità professionale, i membri del mercato Internet e gli utenti privati. Naturalmente gli intenti censori e critici, così come le intenzione di creare “liste nere” che limitino l’utilizzo della rete, rientrano nella discrezionalità totale della ONG (o supposta tale). Safe maschera i suoi intenti censori dietro un facciata in cui afferma di combattere non solo l’estremismo ma anche la pornografia su Internet. I siti che diffondono contenuti dannosi sul web, secondo le valutazioni della ONG, possono essere censurati e chiusi. Le autorità russe, che sono dietro a questo progetto di controllo dell’informazione, tentano così di impedire qualsiasi forma di associazionismo e di dissidenza democratica che possa minare il potere di Putin.
Nel luglio 2014 l’Ucraina aprì un procedimento penale contro Malofeev, accusandolo di finanziare “gruppi militari illegali” nell’Ucraina orientale, che a quel tempo combattevano contro l’esercito nazionale ucraino. Per questo motivo è stato inserito nell’elenco dell’Unione Europea delle persone sanzionate durante i disordini filo-russi del 2014 in Ucraina.
Il 19 dicembre 2014, lui e la sua compagnia “Marshall Capital Partners”, sono stati inseriti anche nella lista di Controllo delle Società straniere sottoposte a segnalazione (OFAC) negli Stati Uniti. Nella Tv di Malofeev, Tsargrad, trova spazio un collaboratore di nome Alessandro Dugin, la cui avversione per l’Unione Europea è nota, essendo un teorico della fondazione di un impero euro-asiatico, denominato Eurasia.
Dugin, considerato il braccio destro di Putin, è convinto che la modernizzazione liberale europea vada verso la liberazione dell’individuo nei confronti dei suoi vincoli, per cui esso diventa libero dal vincolo di genere, di famiglia, di società, e di tradizione spirituale.
La lotta al liberalismo e l’Eurasia sono quindi i parametri che alimentano l’ambizione russa di ritornare sulle terre ex sovietiche, dal Baltico al Mar Nero, dalla Manciuria al Tibet, dalla Mongolia all’Oceano Indiano, arrivando ad avere una sorta di protettorato sull’Europa, instaurando o restaurando un dominio su popolazioni non russe. Qualche anno fa ho scritto un post sull’Eurasiatismo, che potete leggere al seguente LINK :
EURASIATISMO
In realtà la disinformazione operata da Putin, come sempre pone la questione esattamente al contrario di come effettivamente è in realtà.
Infatti l’universo delle sinistre europee sta producendo un danno esattamente opposto, poiché ingloba milioni di esseri umani, spersonalizzandoli, e creando un enorme gregge di pecoroni, da poter manipolare a piacimento, e incrementandolo con l’immigrazione selvaggia di popolazioni afro islamiche. Altro che liberazione dell’individuo!
Perdendo le rispettive identità popolari, i Cittadini europei rafforzeranno il potere delle elite politiche della sinistra, anziché indebolirlo come prospetta Putin.
Il conservatorismo nazionalista di Putin e di Dugin, mascherato da una sorta di paterno interesse verso le identità e le sovranità nazionali, e verso gli interessi, la salute culturale, intellettuale, e sociale, delle popolazione, in realtà non è altro che una mera volontà di espansione della sfera di influenza post sovietica.
Alessio Jones, è un conduttore radiofonico americano, collaboratore della TV Tsargrad, che contribuisce all’opera di disinformazione del regime russo mediante i suoi articoli di stampo complottistico, sostenendo teorie antiamericane e cospirazioniste.
Questi personaggi (Alessio Jones, Alessandro Dugin, Igor Girkin, Alessandro Borodai) sono solo alcuni dei figuranti che collaborano al disegno politico di Katheon e del suo anfitrione, il miliardario Costantino Malofeev. Altri collaboratori di Katheon, membri del Consiglio di sorveglianza, sono:
LEONIDA SAVIN, che è stato anche redattore del sito e della rivista Katheon, è un analista geopolitico, redattore capo di “Journal of Eurasian Affairs” e capo del “Movimento eurasiatico” internazionale. I suoi articoli sono smaccatamente filorussi e apertamente a favore dell’Eurasiatismo.
SERGIO GLAZYEV è un economista russo, “consulente presidenziale” di Putin. Con le sue teorie alimenta l’odio fra etnia ucraina ed etnia russa, dichiarando addirittura che il Governo ucraino è sorretto dall’ideologica nazista, e definendo le milizie irregolari russofone che hanno aggredito il Donbass come cittadini coraggiosi che esprimono il loro dissenso.
Quindi secondo le sue folli dichiarazioni gli aggressori russi sarebbero in realtà cittadini indifesi aggrediti dai nazisti del Governo di Kiev. La disinformazione espressa in questi termini raggiunge i più alti livelli di menzogna mai visti prima, e contribuisce al disegno egemonico propagandato da Katheon e da Putin.
LEONIDA RESHETNIKOV è Direttore dell’Istituto russo di Studi strategici. Anche in questo caso le sue affermazioni sono deliranti. Dichiara infatti quanto segue: “ ... gli Stati Uniti vogliono in ogni modo dividere la Russia … ". Quindi, dopo aver aggredito con le armi l’Ucraina orientale meridionale ed essersi impossessati della Crimea, ora i Russi danno la colpa agli Stati Uniti...
L’idea sovranista e nazionalista di Putin passa quindi attraverso la violenta annessione di popolazioni altrettanto sovrane come la Cecenia, la Georgia, la Crimea, l’Ucraina, e poi chissà, l’Estonia e la Lituania?
ANDREA KLIMOV è Membro del Consiglio della Federazione Russa ed è anche responsabile esteri del Partito di Putin “Russia Unita”.
Il leader leghista Matteo Salvini , sembra essere l’anello di congiunzione italiano tra Dugin, Katheon, e il leader russo Vladimiro Putin. Sono infatti note le posizioni di Salvini che più volte ha espresso la sua contrarietà alle sanzione europee contro Putin, che giudica come un leader di riferimento.
ZURAB CHAVCHAVADZE è un principe Georgiano, ora Preside della Scuola di San Basilio Magno, di ispirazione monarchica e zarista. La scuola è finanziata da Malofeev, allo scopo di preparare una nuova elite russa. Il padre di Chavchavadze fu internato in un gulag per 25 anni, ma questo non impedisce all’ex Principe di riconoscere Putin, ex colonnello del KGB, come leader “inviato da Dio”.
Da quanto scritto finora risulta quanto mai chiaro che Katheon NON può essere una fonte attendibile di notizie, in quanto è chiaramente uno strumento di diffusione e di propaganda, oltre che di repressione, delle politiche legate all’espansionismo russo.
L’egemonia che Putin vuole estendere (con l’uso della violenza) si avvale anche di strumenti di mistificazione come Katheon, per dissimulare la realtà dei fatti, esattamente come sta accadendo in Ucraina. Meraviglia che leader occidentali come Matteo Salvini, che peraltro conduce battaglie da me condivise, si sia lasciato suggestionare dalla aurea di sovranità che avvolge Putin.
La sovranità nazionale e popolare, in effetti, è proprio ciò che Putin sta calpestando, con l’uso dei carri armati e delle armi. I suoi feroci militari hanno raso al suolo la Cecenia, stuprando e mutilando, uccidendo civili inermi, e deportando la popolazione. I suoi miliziani hanno prima istigato, poi condotto alla guerriglia, la parte di popolazione russofila del territorio orientale ucraino meridionale. Lo stesso stereotipo si ripete in Georgia e forse, Dio non voglia, si ripeterà in Lettonia e in Lituania.
Dissenso
DOMENICA 4 MARZO 2018
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