TROVATO LEO!
Le telecamere non risparmiano nessuno.
Il trentunenne vandalo Caudino, originario di Montesarchio, è stato "pizzicato" dal circuito di videosorveglianza Cervinarese installato con successo dal Sindaco Caterina Lengua. Aveva imbrattato la Chiave di Milot scatenando il putiferio mediatico in apertura di questo complicato 2022.
Una buona notizia, tuttavia, per l'artista albanese Alfredo Mirashi detto Milot, autore della Chiave "regalata" alla sua Cervinara, la cittadina che lo accolse dopo l'esodo dall'Albania all'Italia.
Lo scultore, sfuggito dalle grinfie del Comunismo, conosce bene la realtà dei profughi e le ultime vicende russo-ucraine hanno riacceso il dolore del passato. Le luci mediatiche della ribalta sulla guerra dell'est fanno riemergere ricordi e contesti che in molti vorrebbero rimuovere.
L’artista italo-albanese, rinato a Cervinara, in Europa è famoso soprattutto per le sue straordinarie sculture monumentali come quella di Cervinara. In ex Unione Sovietica venne premiato "Miglior artista dell'anno" anche per l'ultima opera d'arte in cantiere, ossia l'incompiuta Chiave di Montevergine, estirpata dalla rotonda di Mercogliano in fretta e furia.
Proprio in questo scenario di guerra le parole dell'autore di una delle sculture più grandi in Europa, realizzata in acciaio Corten da operai Caudini, sarebbero calzate a pennello e avrebbero avuto un senso. In guerra ogni messaggio è un'arma per la Pace.
“Non bisogna più tenere le porte chiuse, tutti devono avere la possibilità - sostenne Milot a Kiev- di realizzare i propri sogni”. Le sue Chiavi come installazioni si possono chiamare “Key of Unity” un messaggio di speranza per dialogo e pace tra i popoli.
Da incorniciare premiazione, sotto il patrocinio del Consolato di Ucraina in Italia con la sua rappresentante Oxana Polataitchouk. Quella magica giornata incoronò Milot miglior scultore degli ultimi dodici mesi di sculture. Al momento non si hanno notizie ufficiali sugli sviluppi della vicenda che vede la Chiave di Montevergine congelata.
Le opzioni sulla nuova collocazione della mastodontica opera artistica sono svariate. Bassissima la percentuale che vede un ritorno nel posto originario, ossia ai piedi di Montevergine. La logica spingerebbe verso altri lidi Irpini sotto la tutela della Provincia con sede ad Avellino, ma nessuna ipotesi è da escludere.
L'opera potrebbe addirittura anche cambiare suolo nazionale ed andare in Ucraina, terra sconvolta dalla guerra. Scarse, infine, le probabilità di vedere la Chiave di Milot dirottata in Palestina, Cina o in Valle Caudina.
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