ALLA GUERRA DEI TRE REGNI, VINCE SUN TSU
SE QUALCUNO SI ILLUDEVA DI FAR SCHIERARE XI, SI E’ SBAGLIATO. COMBATTONO SOLO GLI STUPIDI.
L’impero Asburgico, oltre all’Austria e all’Ungheria, comprendeva una serie di territori e regioni che coprono le aree oggi in contenzioso tra est e ovest: Boemia, Moravia, Slovacchia, Galizia, (oltre beninteso ai più vicini a noi: Transilvania, Slovenia, Croazia, Bosnia, Erzegovina, Croazia, Dalmazia) con non meno di dieci gruppi etnici differenti, 62 milioni di persone, unite dall’idea imperiale e gestite da dieci milioni di austriaci e otto di ungheresi.
La caduta, quasi contemporanea (1917 e 1918) dei due imperi -Austriaci e russi- che si contendevano il predominio in quell’area e il lungo congelamento della guerra fredda ha portato fino a noi il contenzioso che all’epoca fu risolto. Evito di tracciare la storia dell’Ucraina sulla quale ciascuno ha le sue idee e vengo al periodo attuale.
L’ANTEFATTO
Il governo statunitense, promosso il golpe di piazza del 2014 e insediati nel nuovo governo ucraino tre cittadini stranieri, (Natalia Jaresko, cittadina USA, al ministero delle Finanze, Aivaraso Abromavicius lituano, ex dipendente del Dipartimento di stato USA, Alessandro Kvitashvili, georgiano (dove fu nominata ministro dell’Economia una neo laureata americana), ritenne di aver vinto la partita in quella parte del mondo e di aver anche inibito alla Russia l’accesso al Mar Nero e quindi al Mediterraneo, dove avrebbe potuto contare sul solo porto di Tartous, in Siria.
Nikita Khrushev, che per tutta la carriera era stato segretario del Partito Comunista Ucraino (unico stato dell’URSS, assieme alla Bielorussia, rappresentato all’ONU assieme alla Russia), in una riforma amministrativa, aveva avuto la debolezza di attribuire la Crimea e la costa adiacente, con Odessa, all’Ucraina.
Trovandosi con una flotta e senza un porto, se non Sebastopoli in affitto, Putin si riprese quel che considerava suo, limitandosi alla Crimea. Adesso, dopo otto anni di tentativi di mettere all’ordine del giorno una regolarizzazione della situazione giuridica, ha commesso l’errore di ricorrere alla forza e – peccato ancor più grave- di usarla maldestramente.
L’errore strategico commesso dal governo americano del nord, sarà ancor più gravido di conseguenze , anche se nel medio termine: una serie di paesi, a partire dall’Ucraina e passando per l’Italia, sono in questi giorni attraversati da una nuova febbre patriottica e nazionalista, destinata nel medio termine a mettere in difficoltà le strutture governative attuali favorevoli agli USA.
I CONTAGIATI
Tra i paesi più “contagiati” e pronti a rituffarsi nelle politiche da “Questione d’Oriente” in cerca di perle, La Turchia e la Germania. Due ex imperi della grande guerra, in cerca di spazi politici ed economici, ma nell’ambito del Nuovo Ordine Mondiale.
Turchia: ex impero messo in crisi dalla grande guerra, ma salvata dall’attivismo nazionalista di Mustafa Kemal. Poi Ataturk, aveva avuto l’intelligenza di star fuori dal secondo conflitto e riconoscere la supremazia americana, aderendo al patto Atlantico e – grazie all’appoggio inglese- al Consiglio d’Europa.
La nuova crisi balcanica ha permesso ai turchi di lenire il vulnus della mancata accettazione in seno alla UE, ma di rientrare appieno nella politica europea e in posizione invidiabile, sia militarmente che dal punto di vista del diritto internazionale. Il problema Turco é capire quale sia lo spazio di manovra tra i due veri belligeranti (USA e Russia), al fine di preservare i propri interessi con entrambi.
Intanto, ha riconosciuto l’esistenza dello stato di guerra esistente tra Russia e Ucraina e questo le dà facoltà di chiudere gli stretti (Bosforo e Dardanelli) alle navi da guerra:
misura che soddisfa la richiesta di Zelenskiy e aiuta la Russia, inibendo la flotta occidentale che si é radunata nell’Egeo che é il punto più vicino alla zona dei combattimenti. Alle due portaerei la “Truman” USA e la “De Gaulle” francese, ieri é partita da Taranto per aggiungersi alla squadra la “Cavour” italiana.
Ma lo spazio politico più complesso e irto di ostacoli é certamente quello con L’Unione Europea. Due anni fa il presidente Emanuele Macron dichiarò la “morte cerebrale” della NATO e Tajip Erdogan si era distinto litigando coi greci e rifiutando di avvallare l’attacco alla Libia. Adesso si impone una scelta tra Europa e NATO e l’ago della bilancia é nelle sue mani. Vuole fonti energetiche indipendenti e un mercato per le sue imprese. Une può averle dall’occidente e l’altro da Oriente...
Germania: Anche se strumentalmente criticata dal presidente Zelenskiy per aver continuato le importazioni di gas russo e per pretesi ritardi negli aiuti, la Germania ha effettuato una inversione a 180° in materia di politiche di Difesa e il 27 febbraio scorso, il neo cancelliere Olaf Scholz dichiarava che questo attacco alle porte dell’Europa rappresenta una “Zeitenwende” (cambiamento di epoca) .
La sua ministra degli Esteri Annalena Baerbock, verde, confermava giunto il tempo per “cambiare atteggiamento in materia di politica estera e sicurezza”.
Il cambiamento epocale abbandona due insulsi luoghi comuni pacifisti che sostenevano che “uno stato debole che non minaccia nessuno é al riparo da minacce”. La seconda idiozia: “il miglior modo di sottrarsi alla minaccia nucleare é di essere privi di tali armi”. Questi i verdi tedeschi di ieri. Da noi in Italia, questi belati provengono dal Quirinale e dallo Stato Maggiore della Difesa, benché siano al governo da oltre sette anni e nella NATO da settanta.
Non é la militarizzazione che conduce alla guerra. I nostri padri antichi lo sapevano i signori che ci governano, contestano questa saggezza dettata da tremila anni di esperienza e puntano all’appiattimento acritico e servile che contraddistingue gli italiani dal 1500.
La riflessione che si impone e che é dimostrata dagli eventi di marzo e dai fatti Yugoslavia e di Siria (e del Nord Corea) é un’altra: chi ha in dotazione armi nucleari é indipendente e intoccabile. Chi no, no.
La conseguenza immediata del nuovo atteggiamento tedesco, comunque, é l’allineamento del bilancio della Difesa al 2% del bilancio, ossia 75 miliardi, che porterebbero la Germania ad essere il terzo bilancio della Difesa più importante al mondo, dopo gli USA e la Cina.
Questo, senza contare i cento miliardi stanziati a un fondo ” per la difesa” non di competenza del ministero omonimo: ricostruzione dell’Ucraina o armamento nucleare? Lo sapremo anche troppo presto.
L’obiettivo strategico della Germania, é quindi l’acquisizione della posizione di primo della classe nello schieramento USA e leader regionale europeo, con tanti saluti alle chiacchiere di Afd sull’autonomia decisionale tedesca, a quelle di Johnson con le sue patetiche imitazioni di Churchill e ai capricci elettorali di Macron. L’obiettivo tattico, é l’acquisizione dell’Ucraina – o di quel che resterà dopo la spartizione- nella propria sfera di influenza a completamento del proprio spazio vitale.
IL CONTENZIOSO E I CONTENDENTI
La vicenda va inquadrata riportando pari pari “Le Monde Diplomatique” dello scorso mese di febbraio per la penna di Davide Teurtrie (autore di un libro sul Ritorno della potenza russa edito da Colin) , poco prima dell’inizio dello scontro:
Il malinteso risale al crollo del blocco comunista del 1991. Logicamente, la scomparsa del patto di Varsavia, avrebbe dovuto portare alla dissoluzione della NATO, creata per far fronte alla “minaccia sovietica” (la Francia era d’accordo). Ma gli Stati Uniti hanno spinto allora verso l’allargamento a est delle strutture NATO per consolidare il loro predominio in Europa.
Nel 99, la NATO, (sempre sotto comando statunitense) effettua il suo primo allargamento integrando Polonia, Ungheria e Cecoslovacchia e annunzia il proseguimento del processo verso la frontiera sovietica. Nel frattempo, la NATO, interviene militarmente e senza l’accordo del Consiglio di sicurezza dell’ONU, e questo trasforma la NATO, (organizzazione fino allora difensiva) in una alleanza offensiva, il tutto in violazione del diritto internazionale.
– Nel 2003 L’invasione dell’Irak da parte di truppe americane (basata su una menzogna- tutti si ricordano di Colino Powell, segretario di Stato del Presidente Giorgio Bush, brandente una falsa fiala di antrace , davanti all’assemblea ONU) , costituisce una nuova violazione del diritto internazionale, denunziata da Parigi, Berlino e Mosca congiuntamente.
– Negli anni seguenti, gli Stati Uniti annunciano di voler installare elementi del loro scudo antimissili in Europa dell’Est, in contrasto con l’atto fondante Russia - Nato (firmato nel 1997) che garantiva Mosca da nuove installazioni militari permanenti occidentali. (commento: non penso che gli americani siano pronti ad accettare una base militare russa vicina alla loro frontiera, ad esempio in Messico)
–Aprile 2008 Gli USA esercitano una forte pressione sugli alleati europei per approvare il desiderio di Georgia e Ucraina di far parte della NATO, mentre la maggior parte degli ucraini si dichiara, all’epoca, contraria
–Allo stesso tempo, gli USA spingono a riconoscere l’indipendenza del Kosovo, non riconosciuto da gran parte della comunità internazionale (una ex provincia serba dell’ex Yugoslavia strappata per intervento militare NATO l’accordo del Consiglio di sicurezza ONU), il che costituisce un altra violazione del diritto internazionale, perché, all’epoca, si tratta giuridicamente, di una provincia serba (commento: é appena il caso di ricordare che la creazione di questo stato artificiale che é il Kosovo, non riconosciuto da gran parte della comunità internazionale, ha permesso agli Stati Uniti di installarvi la più grande base militare d’Europa, vicina alla Russia).
Conosciamo il seguito, avendo gli occidentali aperto il vaso di Pandora dell’interventismo e della intangibilità delle frontiere sul continente europeo, la Russia, sentendosi accerchiata, interviene in Georgia nel 2008 e, poi, riconoscendo l’indipendenza dell’Ossezia del Sud e dell’Abkazia ecc.” Fine della citazione.
La Russia, vittima della sua stessa incompetenza amministrativa e giuridica (avrebbe potuto invocare gli articoli 52 e 53 della carta delle Nazioni Unite contro il risorgere del nazionalsocialismo rinunziare al diritto di veto) e con precedenti specifici in materia di soluzione violenta delle problematiche, é inciampata in una trappola ben congegnata. Pur sapendo che le potenze occidentali cercano ormai sempre di entrare in guerra con le vesti dell’aggredito, si é lanciata all’attacco, nella certezza di dover affrontare solo le sanzioni (probabilmente previste), ma sottovalutando il posizionamento di paese più odiato del mondo a seguito di una campagna propagandistica tempestiva (al punto di far pensare a un preordinamento) e di una violenza verbale inusitata persino tra belligeranti.
Gli Stati Uniti, rectius, il suo governo, hanno potuto, dopo un decennio e più di isolamento politico e morale, riuscire a coagulare nuovamente il “mondo libero” e la NATO attorno a un problema percepito da tutti. Adesso si sentono ancora una volta i leaders del mondo libero e hanno anche ottenuto il sospirato stanziamento del 2% del Bilancio per la Difesa da tutti i membri NATO, perfino dall’Italia e dalla Germania che scusandosi coi suoi precedenti guerrafondai, dava finora prova di zelo risparmiando all’osso sulle spese militari.
L’Ucraina: Dotata frettolosamente, ma in anticipo, di armi anticarro autoguidate a doppia carica esplosiva e con impatto dall’alto, di nuova generazione, e di una valanga di promesse di intervento che non possono esserci, si affida ai battaglioni della milizia ausiliaria, decretati come neonazysti, ma sono almeno nazionalisti esasperati, assistiti da tecnici occidentali ed eccitati da una propaganda martellante.
Hanno preso in contropiede un esercito che immaginava di procedere a un ingresso trionfale tipo Anschluß tentano ricatti morali e minacciano apocalissi nucleari spaventando i pantofolai dell’ovest. Solo che l’Anschluß funzionò perché Engelberto Dolfuss – il cancelliere austriaco- era stato ucciso in precedenza e la vecchia Europa stacca le sue protesi auditive e accoglie volentieri profughi.
Giovanni Biden Vladimiro Putin
Entrambi i duellanti hanno sperato di attrarre nella loro orbita la Cina e indurla a schierarsi in forma decisa a proprio favore. Millenni di saggezza politica del celeste impero hanno indotto il presidente Xi a rispondere con un motto di Confucio: “Chi ha messo il campanaccio all’orso, é lui che deve toglierglielo”.
Una cocente delusione per Giovanni Biden che vede sfumare la rielezione e un sospiro di sollievo per Vladimiro Putin che adesso – libero dall’incubo dell’isolamento- potrà vendicarsi, in casa e fuori, della figuraccia che gli han fatto fare.
Se vogliono compararlo ad un Bavarese, inizierà dalla notte dei lunghi coltelli dopo aver dimostrato che la stragrande maggioranza del popolo russo é con lui. Dovremmo chiedergli i nomi di chi ha fatto la spia per conto dell’URSS, che Mitrokhin diede al MI6 e che il vice premier Mattarella e il generale Siracusa evitarono di andare a chiedere per non distruggere il PD, PDS, DS.
Qualcosa mi dice che é pronto a darli.
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