A una Medaglia D’oro mai conferita!
Resistenza duosiciliana: Briganti o guerriglieri?
“Vinto oggi, non avrà pè miei vincitori amare parole, ma, un giorno noi ci ritroveremo faccia a faccia; poichè conservando in fondo all’anima tutte le mie convinzioni, attendo con fede l’ora della giustizia".
Per ironia della sorte invece, il cimitero di Cervinara espone all’entrata del suddetto camposanto, due lapidi dedicate a due carabinieri piemontesi, caduti sotto le armi dei nostri resistenti. Di fronte a questi due loculi giganteggia una lastra enorme, che riporta i nomi di oltre 200 caduti del luogo, morti non certo durante la resistenza borbonica Cervinarese, ma bensì da emigranti di stanza in Canada, frutto del sopruso e dell’invasione dei due carabinieri piemontesi e della barbara invasione militare sabauda.
Un paese alla rovescia
Il 29 e il 30 novembre del 1860 gli abitanti di Cervinara insorsero contro il governo piemontese, dando inizio al brigantaggio post-unitario del Partenio e della Valle Caudina. Ci è nota insurrezione di Cervinara del 29 e 30 novembre 1860, che ebbe per premessa la rivalità tra alcune famiglie di possidenti ci ricorda Vincenzo Cioffi fra i quali i quattro fratelli Giuseppe, Donato, Luigi ed Angelo Doria che complottarono con Giovanni Sacco, Angelo Romano, Giuseppe Cioffi e Tommaso Taddeo per contrastare la nobiltà cittadina liberale.
Il 29 novembre, capitanata dal sarto Domenico Cioffi e dai pastori Elia e Felice Taddeo, un’orda di contadini si gittò in paese per liberarlo. Non erano mancati i primi morti innocenti e quaranta furono gli arrestati. Fu così che a Ioffredo da uno scontro a fuoco con alcuni contadini persero la vita il garibaldino Francesco Mancini di Molfetta e un povero uomo anziano locale che per curiosità si era affacciato all’uscio della porta di casa, trovandosi al centro del conflitto a fuoco.
Ai primi di novembre 1862 si ammutina a Pratola Serra il 55′ reggimento di linea composto da ex soldati borbonici che si rivoltano al grido di: “VIVA FRANCESCO II e morte ai liberali”. Entrando a Cervinara, grande centro della Valle Caudina, insieme a centinaia di contadini abbattono gli emblemi sabaudi e danno alle fiamme gli stracci triculoriti!
L’indomani però forze soverchianti dell’esercito unitarista riconquistano il paese massacrando la popolazione inerme e dando fuoco a molte case e abitazioni!
Il garibaldino Antonio Binda, che partecipò a questo eccidio riporta tra le sue memorie questo episodio emblematico, che sarebbe meritevole di un conferimento di medaglia d’oro all’eroico nostro patriota caduto: Al corpo di guardia un uomo montava la sentinella.
Credendola guardia nazionale, i soldati, per convincersene, gli gridarono: VIVA GARIBALDI! a cui egli freddo e impassibile, con un eroismo degno di miglior causa, rispose, a voce alta e intellegibile: VIVA FRANCESCO II! Non ci volle altro: sebbene il capitano comandante la compagnia ordinasse ai soldati di non far fuoco e arrestarlo, molte fucilate partirono dai ranghi e cadde crivellato dalle palle, mormorando nei fremiti dell’agonia: VIVA FRANCESCO SECONDO!
Ritorneremo a essere noi nel momento in cui verranno rimosse le lapidi, i nomi, le piazze, le strade, le scuole, gli ospedali e tutto ciò che riguarda la memoria storica del nostro paese, indirizzata agli invasori padani, ai massacratori savojardi, ai banditi garibaldesi e riconoscendo i veri Eroi delle nostre terre, i nostri insorgenti, conferendogli una Medaglia d’oro al Valore, attribuendo loro vie, parchi, busti e edifici ai vari: Carmine Palombo, Francesco Iuliano Fasulo, Felice Taddeo, Pasquale Martone, Domenico Bello, Antonio Marro, Giocondina Marino, Carolina Casale, Domenico De Blasio, Giuseppe Cillo, Nicola Marchese, Francesco Cioffi , Saverio Piacente tutti di Cervinara.
Solo riscrivendo la storia vera, e rimuovendo i falsi miti, potremo riscattare noi stessi e il ricordo dei nostri avi.
Scritto da Fiore Marro
Va fatto senza ulteriore indugio, troppo tempo è passato.
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