Una Donna è stata umiliata, picchiata e violentata senza pietà da un maiale di Benevento, originario della Costa d'Avorio, tratto in arresto dai Carabinieri della Stazione di Airola. I sanitari del 118 su richiesta delle forze dell'ordine hanno prestato i primi soccorsi alla giovane in evidente stato confusionale, senza scarpe ai bordi della strada. Un occhio tumefatto, lividi, graffi e lo zigomo destro malmesso sono le conseguenze della colluttazione sfociata in una viscida ed infame violenza sessuale.
La ragazza ivoriana ha riferito - si legge sul Corriere del Mezzogiorno - di essere stata violentata dal connazionale 31enne al rientro da Napoli in macchina. La pretesa sessuale avanzata durante tutto il tragitto veniva giustificata quale compenso per averla accompagnata in auto a Napoli e, di fronte al rifiuto della vittima, il 31enne con violenza l'ha costretta a subire atti sessuali contro la sua volontà, impedendole di gridare e richiedere aiuto finché la donna è riuscita a sfuggire alla presa dell'aggressore e a uscire dal veicolo, scappando a piedi.
Complimenti alle Forze dell'Ordine impegnate nell'azione risolutiva. Grazie alla minuziosa analisi dei fotogrammi del sistema di videosorveglianza della Valle Caudina, sono emerse le prove per procedere al fermo dell'aggressore. Purtroppo, in Africa la pratica dello stupro è un problema talmente diffuso da far dichiarare al presidente della Liberia, Giorgio Weah, ex calciatore e uomo simbolo della Liberia, nazione a due passi dalla Costa d'Avorio, in linea d'aria appena 488 chilometri.
Il presidente liberiano Giorgio Weah sono anni che urla ai quattro venti che la violenza sessuale è un’emergenza nazionale. Le nuove misure per combattere il grave sopruso, dopo un recente aumento di casi nel Paese dell’Africa occidentale, non riescono ad assicurare la sicurezza nazionale delle donne, vittime tutti i giorni di un numero vergognoso di casi quasi sempre impuniti. Un rapporto delle Nazioni Unite ha registrato 803 casi di stupro in Liberia e ha comunicato che solo il 2% dei casi di violenza sessuale ha portato a una condanna.
È stato il conseguente senso di impunità e retaggio dei 14 anni di guerra civile, dal 1989 al 2003, quando lo stupro era arma comune. Il Liberia’s Women Empowerment Network ha dichiarato che sono stati registrati almeno circa duecento casi ufficiali al mese.
Proprio in Costa d'Avorio esplose anche un grottesco grottesco di difesa dello stupro in televisione. Ivo de Mbella, l'autore del vergognoso appello, venne condannato a un anno di carcere con la condizionale per apologia dello stupro e attentato ai buoni costumi. Il famoso presentatore televisivo suscitò un’ondata di indignazione in Costa d’Avorio per la banalizzazione della violenza sulle donne dagli schermi televisivi in un contesto già complicato. In un orario di grande ascolto, De Mbella spiegò in che modo uno stupratore riusciva ad abusare delle sue vittime. Il tutto con l’aiuto di un manichino sotto gli sguardi increduli di mezza Costa d'Avorio.
La rabbia delle Donne sfociò in presidio davanti alla sede del Nuovo Canale Ivoriano per chiedere, semplicemente, la creazione di uno spazio televisivo per dare voce alle vittime e per sensibilizzare su stupri e violenze sessuali la popolazione di in un Paese in cui il tasso di analfabetismo è alto.
“La gente vede le cose in Tv e le riproduce”, ha spiegato l'attivista Fatima Sylla: “Usiamo la televisione per educare”. Emblematica la petizione messa in piedi per denunciare l’ospite, il canale televisivo e chiedere sanzioni. Cinquantamila firme in poche ore sono la conferma che la società sta cambiando. Appare più sensibile a queste delicate tematiche, ma assolutamente non incide nella realtà.
Per la cronaca in una dichiarazione, la direzione della NCI ha presentato le sue “sincere scuse”. Ha espresso il suo “attaccamento al rispetto dei diritti umani e in particolare di quelli delle donne”, il suo “profondo rammarico” e la sua “solidarietà con le donne vittime di violenze e abusi di ogni genere”.
NO MGF
Un aspetto da tener presente, per un'analisi approfondita sui problemi del gentil sesso straniero, è la disumana violenza invasiva che colpisce anche qui in Europa, ma in maniera silenziosa. La mutilazione genitale femminile comprende varie tipologie di pratiche escissorie dei genitali. Questa pratica prevalente in Africa sub-sahariana, presente anche nei paesi di religione islamica e di cui sono vittime donne e bambine, ha nefasti risvolti fisici e psicologici. Viene perpetrata anche dopo aver lasciato la
Attualmente, le MGF rappresentano uno degli ambiti di azione su cui la Comunità internazionale si sta concentrando ormai da anni, al fine di divulgare informazioni sui problemi connessi a tale pratica e, sul fatto che essa è strettamente radicata ad una violenza costante e ad un controllo che un certo tipo di società tribale, ancora oggi, attua ed impone sul corpo della donna.
riflessioni
Non bisogna scivolare sulla becera xenofobia, né guardare il mondo dall'oblò arcobaleno in groppa ad un unicorno arcobaleno. Si deve affrontare il problema dell'integrazione degli stranieri senza paraocchi e chiusure, soprattutto religiose.
In determinati casi solo l'inasprimento della pena per reati di stupro, violenza e lesioni nei confronti delle Donne potrebbe essere un deterrente efficace, ma senza un lavoro socioculturale degno di tal nome tutto è vano. La cooperazione internazionale non riesce a contenere la situazione. L'aiuto sul posto resta una delle poche alternative per bloccare questa tratta degli schiavi 2.0, troppe volte nascosta e spesso affrontata con metodi controproducenti, capaci di fomentare odio tra etnie, nonché notevoli incassi ai servi del Dio Danaro.
Lo Schiaffo 321 condanna qualsiasi forma di razzismo ed intolleranza, ma allo stesso tempo è ostile al buonismo di facciata, utile solo agli speculatori e grassatori di ogni estrazione politica e sociale. In effetti siamo tutti vittime del mondialismo capitalista, quello senza Patrie e contro le identità.
Esprimiamo la nostra solidarietà alla giovane ritrovata scalza e sanguinante sulla nostra storica Appia.
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