Riceviamo e pubblichiamo un interessante articolo dedicato ad una vergognosa tragedia nascosta, consumata ad appena un centinaio di chilometri dalla Valle Caudina. La Campania nel 1943 venne liberata a suon di bombardamenti sui civili e su interi paesi disarmati.
A Buccino tra le vittime troviamo addirittura dei pericolosissimi bambini che giocavano a pallone e sognavano ad occhi aperti, nonostante la Seconda guerra mondiale in atto. Il più piccolo aveva solo dieci mesi di vita. Per la cronaca...nessun colpevole!
Ringraziamo Paoletta, nostra affezionata lettrice e precisiamo che l'articolo è tratto da l'Ultima Crociata, bollettino dell'associazione nazionale famiglie e caduti della Repubblica Sociale Italiana.
Invitiamo tutte le persone, oltre i colori e la fazioni, interessate a contattarci per diffondere altre notizie simili, affinché la memoria non venga sepolta nel dimenticatoio del politicamente corretto o dell'umanamente scomodo.
BUCCINO 1943
Era il 16 settembre 1943, era passato da poco l'armistizio proclamato da Badoglio l'8 settembre che aveva gettato l'intero Paese nel caos. Era appena trascorsa una settimana dallo sbarco anfibio lungo le coste del golfo della città di Salerno della 5ª Armata statunitense del generale Marco Clark. Siamo a Buccino paese di cinquemila abitanti in provincia di Salerno, il giorno prima era stata avvistata una colonna di soldati tedeschi in ritirata.
Assiepati sotto i platani della strada statale, sotto la piazza, requisirono cibo e provviste alla popolazione perché costretti alla ritirata dopo aspri combattimenti contro le soverchianti forze nemiche in armamenti che uomini.
Il giorno dopo un aereo statunitense decollato molto probabilmente dall'aeroporto costruito in poche ore a Montecorvino, a pochi chilometri, dove erano stanziate parte delle truppe angloamericane dopo lo sbarco, arrivò nei cieli sopra Buccino.
Nel paese non vi erano truppe nemiche, ma solo dei bambini che nella piazza giocavano a calcio con una palla di pezza.
I bimbi videro l'aereo, Giuseppe, il più grande di tutti, interruppe il gioco, prese il pallone di pezza e indicò l'aereo. Giuseppe Catone aveva 14 anni, gli altri 13 compagni, tra i 6 e gli 11. Così con gli altri bambini salutò l'aereo in avvicinamento, quei bambini erano abituati a salutare gli aerei che sorvolavano il paese, ma questa volta l'aereo non andò dritto, scese a bassa quota e radente su piazza San Vito il pilota rispose al saluto aprendo all'improvviso sventagliate di mitra e i 14 piccoli calciatori restarono immobili sul selciato nel loro sangue.
Bambini innocenti che poco prima sorridevano, urlavano e giocavano con una palla di pezza, forse credendosi Mazzola del Torino o Piola della Lazio.
Il pilota invasato, non limitando la sua furia cieca, continuò nella sua opera assassina, le sue raffiche precedettero di pochi minuti il bombardamento angloamericano sul centro storico di Buccino, un paese privo di nemici e di uomini armati, lasciando un bilancio drammatico. 53 vittime (se ne contarono quaranta inizialmente, le successive tredici morirono poco dopo per le gravi ferite riportate) e oltre 150 feriti, tutte persone anziane, madri e bambini perché i maschi adulti quasi tutti erano lontani, al fronte.
Maria Cipriani, oggi novantenne, figlia di Vincenzo, Carabiniere, abitava proprio a piazza San Vito. Amava guardare dalla finestra suo fratello minore Antonio di 10 anni mentre giocava con la palla di pezza con gli amici. E lo fece anche quel 16 settembre. Quando sentì i proiettili violare il campetto, corse giù per soccorrere i feriti, ma era già troppo tardi e, incurante delle bombe che già colpivano il paese raccolse la salma del fratello, colpita in pieno petto e addirittura priva di una gamba.
Una strage come tante altre, portata a termine da chi avrebbe dovuto salvare l'Italia, così dicevano... "vi liberiamo e portiamo la democrazia".
Ci furono talmente tante vittime che non c'era nemmeno abbastanza legno disponibile per le bare. Furono le donne di Buccino a reperirle nella vicina San Gregorio Magno. Trasportarono le casse a piedi, in equilibrio sulle loro teste, per sei chilometri di strada sterrata, fino alla chiesa di Sant'Antonio.
Nessun colpevole tra i "liberatori" fu condannato per quel massacro, per tanti anni nessuna medaglia civile fu data ai caduti né vi furono onoranze o manifestazioni indette da questa Repubblica in loro ricordo. Per tanti anni le Istituzioni hanno taciuto, il sangue di Buccino fu dimenticato e quel pallone fatto di pezza divenuta rosso sangue, calciato da quei bimbi innocenti, per questa repubblica democratica non è mai esistito, non deve esistere.
Ogni domenica, come in tutte le domeniche, è una giornata dalle tante partite di pallone, e per alcuni, quelli che non scordano, quelli che non ci stanno al gioco del dimenticatoio che promuove questo Stato, Giuseppe ed i suoi compagni, come fu in quel lontano 16 settembre, sono pronti a scendere in campo.
LE VITTIME DEL 16 SETTEMBRE 1943
BARTILOTTI ELENA anni 12
BARTILOTTI IOLANDA anni 5
BARTILOTTI LUCIA anni 10
BARTILOTTI RITA anni 16
BASILE GIUSEPPE anni 12
CANDELA CARMELA anni 19
CAPUTO VITO anni 51
CATONE ANTONETTA anni 23
CATONE GIUSEPPE anni 14
CIPRIANO ANTONIO anni 10
CLEMENTE LUCIA anni 29
DEL CHIERICO ADOLFO anni 13
DEL MONTE CARMELA anni 23
DE LUCIA G. NICOLA anni 10
FONTANA ELIO anni 4
FUMO PASQUALINA anni 11
GIGLIO GIUSEPPE anni 66
GRIECO CONCETTA anni 45
GRIMALDI COSIMO anni 13
GRIMALDI ERCOLE anni 10
GRASSI GENNARO anni 6
LEPORE PASQUALE mesi 11
LEPORE TERESA anni 40
LI SANTI ARMANDO anni 14
LORDI ROSA anni 42
MARUOTTOLO GIUSEPPE anni 46
MARZOCCA CATALDO anni 25
MONACO GERARDO anni 7
MOSCATELLI ANTONIO mesi 10
MOSCATELLI CARMELA anni 3
NATALE CARMINE anni 67
PARISI GIUSEPPE anni 13
RE SABATO anni 2
RUSSO GERARDO anni 9
SALIMBENE FERDINANDO anni 10
SCAFFA ETTORE anni 11
SCIARRILLO PASQUA anni 64
SOLITRO CLOTILDE anni 60
SOLITRO FRANCA anni 32
TUOZZO FRANCESCO anni 11
VOLPE ANGELA anni 60
VOLPE CONCETTA anni 56
ZINNO ANTONIO anni 62
ZITAROSA TERESA anni 18
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