Travolti da un insolito destino, nell'azzurro mare d'agosto
La trama
Raffaella Pavone Lanzetti, una ricca borghese anticomunista, passa le sue vacanze su uno yacht in mezzo al mar Mediterraneo assieme ai suoi ricchi e viziati amici. Durante la crociera non fa altro che rimarcare il proprio elevato rango sociale, umiliando i suoi sottoposti, tra cui Gennarino Carunchio, rozzo marinaio siciliano comunista, che nutre sentimenti di insofferenza e disprezzo verso i ricchi turisti, ma che deve suo malgrado servire per sopravvivere.
Gennarino si ritrova a dover soddisfare le richieste della "padrona", fino a che, per un guasto al motore di un gommone, i due si ritroveranno soli in mare aperto. Approdati su un'isola deserta, i ruoli si invertono e la Pavone Lanzetti diventerà, giocoforza, schiava del marinaio, che sfoga su di lei antiche frustrazioni sociali e sessuali, facendo nascere una forte passione tra i due.
Dopo che in un'occasione Raffaella evita di farsi notare da una barca apparsa in lontananza, non chiamando quindi soccorso per non infrangere quello che entrambi vivono come un magnifico sogno ad occhi aperti, in una seconda occasione Gennarino, nonostante l'opposizione di Raffaella, decide di farsi trarre in salvo, in modo da mettere alla prova l'amore di lei.
Ma, tornati nella civiltà, anche se il loro amore si conserva, il differente rango sociale li separa bruscamente. Alla fine, l'uomo cerca di convincere l'amata a tornare insieme a lui sull'isola, ma Raffaella non se la sente e scappa in elicottero col marito. A Gennarino non resta che tornare con la moglie, che, nel frattempo, ha capito tutto.
Una metafora politica molto interessante proiettata nei cinema d'Italia in un 1974 così lontano, ma allo stesso tempo perennemente attuale grazie a questo lungometraggio d'epoca.
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