IRPI CNR - FRANA, le colate rapide nella Valle Caudina (AV) | 16 Dicembre 1999
Tra pochi giorni la Valle Caudina commemorerà il tragico alluvione di Cervinara e San Martino del 16 dicembre 1999. L'evento è stato analizzato sulla rivista specializzata Polaris dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
Le fonti degli studi sono due lavori molto preziosi eseguiti magistralmente, da leggere molto prima delle emergenze. Il primo approfondimento venne redatto nel 2001 dai dottori Fiorillo, Guadagno, Aquino e De Blasio: The December 1999 Cervinara landslides: further debris flows in the pyroclastic deposits of Campania (southern Italy). L'altro, pubblicato nel 2003 sempre in inglese, dal titolo legato al gergo tecnico scientifico: "Velocity and runout simulation of destructive debris flows and debris avalanches in pyroclastic deposits, Campania region, Italy. Environmental Geology, ricerca basata sugli approfondimenti della squadra composta da Revellino, Hungr, Guadagno ed Evans.
Depositi da frana a Cervinara. Il 70% del materiale comprende clasti calcareiL’Istituto, che opera nell’ambito del Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente del CNR, svolge attività di ricerca e sviluppo tecnologico nel settore dei rischi naturali e della protezione territoriale, offre consulenza scientifica e tecnica alla pubblica amministrazione ed a privati, e collabora ad attività di formazione e di disseminazione sui rischi naturali e i loro effetti, con particolare attenzione ai rischi geo-idrologici.
FRANA - Colate rapide nella Valle Caudina (AV)
16 Dicembre 1999
A partire dal primo pomeriggio del giorno 14 dicembre 1999 la Campania, e in particolare la zona della Valle Caudina in provincia di Avellino, venne interessata da piogge persistenti che in 48 ore superarono i 325 millimetri di cumulata (pluviometro di San Martino Valle Caudina). La notte del 16 dicembre dal versante nord del monte Cornito si staccarono sei colate di detrito una delle quali, dal volume stimato di circa 30mila metri cubi, investì le frazioni Ioffredo e Castello di Cervinara. Colte nel sonno, quattro persone persero la vita nelle proprie case, mentre un’altra venne travolta dal fango in strada nel tentativo di mettersi in salvo. I feriti furono 15.
Poche ore dopo altre colate si staccarono dal versante nord del monte Pizzone, nel territorio di San Martino Valle Caudina, travolgendo un operaio che, alla guida di un escavatore, stava lavorando per la rimozione di materiale precedentemente franato. La dinamica degli eventi franosi di Cervinara e San Martino Valle Caudina, analoga a quella degli eventi accaduti a Sarno nel maggio del 1998, è tipica di questa parte della Campania.
Si tratta di frane complesse coinvolgenti le coltri piroclastiche che una volta sature d’acqua, iniziano a scivolare sul substrato di rocce carbonatiche che ricoprono con spessore variabile. Le coltri piroclastiche sono costituite dalla parte più fine e leggera dei prodotti derivanti dalle fasi eruttive del sistema vulcanico Somma-Vesuvio. A seguito delle precipitazioni del dicembre 1999, i materiali piroclastici, che nell’area in questione raggiungono i 4 metri di spessore, cominciarono a scivolare verso valle.
A causa delle elevate pendenze le colate raggiunsero velocità dell’ordine di 14-15 metri al secondo, acquisendo in tal modo una forza in grado anche di demolire gli edifici. Complessivamente si registrarono sei morti, quindici feriti e circa 1500 sfollati in varie località della regione.
Nel tentativo di contribuire a valutare il rischio geo-idrologico per la popolazione italiana, da anni l’Istituto raccoglie ed elabora informazioni storiche su frane, inondazioni e altri fenomeni naturali che hanno provocato danni alla popolazione.
Polaris contribuisce a dare visibilità ai risultati di tali ricerche. In questo caso gli esperti hanno inserito due video per testimoniare l'ultimo alluvione del Novecento: uno è della Comunità Militante Caudina e l'altro della Redazione di UserTv.
«Spesso, media, amministratori nazionali, regionali e locali, e anche singoli cittadini - si legge sull'interessante sito - chiedono all’Istituto informazioni sulle frane e le inondazioni, e sul loro impatto sulla popolazione. Polaris contribuisce a rispondere a tali domande e fornisce, infine, semplici suggerimenti su cosa fare (e non fare) prima, durante e dopo un evento alluvionale».
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