domenica 7 novembre 2021

VERGOGNA A ROMA! Profanata la stele dedicata a Francesco Cecchin | MILITANZA

Da Roma arriva la brutta notizia del vile attacco alla memoria di Francesco Cecchin. L'altra notte in Piazza Vescovio l'eroico antifascismo ha colpito di notte il monumento in suo onore. Gli/Le Antifa hanno vergato l'opera con una scritta, un gesto ignobile e vigliacco verso il giovane militante Irpino del Fronte della Gioventù, assassinato nel 1979 e sepolto a Nusco. Una morte assurda, generata da un odio mai sopito del tutto, fin dagli anni di piombo. Il silenzio della stampa nazionale è emblematico. Nessun cenno per denunciare l'infame azione dei soliti balordi, protetti come al solito. Assassini senza un nome, vandali politicizzati pure.

Il sacrificio di Francesco deve essere, in ogni caso, un insegnamento per le nuove generazioni che difendono un'Idea. Il rispetto per i Caduti, sotto tutte le bandiere, è un tassello etico basilare, che sia chiaro. Basta odio politico.

L'amministrazione capitolina, guidata da Gianni Alemanno, dedicò quel giardino pubblico in Piazza Vescovio alla memoria del nostro caro Camerata, un sacrificio legato alla violenza politica. L'unica persona che al momento ha difeso la memoria di Francesco è Roberta Angelilli, che proprio in quella zona iniziò la sua gagliarda militanza politica nel Movimento Sociale Italiano:

 “ECCO L’ANTIFASCISMO! Il vile atto vandalico di una scritta rossa ANTIFA fatta vigliaccamente a piazza Vescovio - scrive Angelilli su Fb - per sfregiare un monumento pubblico e insultare la memoria di un ragazzo di destra, Francesco Cecchin ucciso a 17 anni, nel 1979, proprio in nome dell’antifascismo militante. Il Sindaco Gualtieri faccia rimuovere immediatamente questa ignobile scritta”. 

Lo scorso 11 giugno venne presentato un libro per fare luce sull’omicidio mai chiarito di Francesco Cecchin. Tra i drammi degli anni di piombo quello del diciassettenne Francesco Cecchin del maggio-giugno 1979, morto dopo ben diciotto giorni di coma, è sempre stato segnato da un dubbio. Caduto da un terrazzo alto cinque metri nel tentativo di sfuggire ai suoi aggressori, oppure picchiato e gettato di sotto? Un interrogativo al quale fornisce una risposta definitiva il libro “Una morte scomoda: l’omicidio di Francesco” di Federico Gennaccari, edizioni Fergen. Il volume ripercorre nel dettaglio la vicenda attraverso documenti e testimonianze, giornali e atti giudiziari.

Il libro di Gennaccari venne presentato martedì 15 giugno alle ore 17 proprio alla vigilia del 42esimo anniversario della morte. Presenti i giovani dirigenti del Fronte della Gioventù di quegli anni, come l’ex sindaco Gianni Alemanno, il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri e il vice-presidente della Camera Fabio Rampelli, i testimoni dell’epoca e quelli che sono stati i loro successori come il vice-segretario dell’Ugl Luca Malcotti e l’ex-vice presidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli. Intervenne l’avvocato Giuseppe Valentino, legale della Famiglia Cecchin durante il processo e oggi Presidente della Fondazione Alleanza Nazionale. Il dibattito, moderato dal giornalista Rai Roberto Rosseti, venne arricchito dalle testimonianze di amici di Cecchin come Giancarlo Monti, Fabio Righi, Fabrizio Bruschelli nonché di Giulio Buffo e Paolo Holljwer

Chiediamo che venga ripulito il monumento per Francesco Cecchin.

Repentinamente! 

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immagini tratte dalla rete

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