15 gennaio 1943. La guerra sta cambiando ed è la data in cui viene pubblicato il Canzoniere futurista amoroso guerriero, a cura di F.T. Marinetti, Farfa, Giovanni Acquaviva e Aldo Giuntini (Savona, Istituto Grafico Brizio).
Che la guerra stesse cambiando era nell’evidenza dei fatti in Africa e in Russia, nonostante il trionfalismo della propaganda. Questo libro fatto di canzoni, invenzioni grafiche, slogan e sogni è quasi un addio all’utopia futurista di ricostruire l’universo. E’ una esplosione di creatività collettiva che coinvolge poesia musica pittura e arte grafica: un vero e proprio libro d’artista, testimonianza di quel che sarebbe stato possibile.
La copertina è di Osvaldo Peruzzi, Enrico Prampolini è presente con un disegno a piena pagina «Creattività di Marinetti», Francesco Cangiullo con una tavola parolibera. Poi ci sono le tavole musicali di Aldo Giuntini, Primo Fonario e Ferrato disegnate da Acquaviva, Dall’Asta e Vercelli.
L’introduzione di Marinetti è una esaltazione della radio come mezzo ideale di comunicazione e conseguente abolizione del “bel canto” banale con aerocanzoni futuriste cariche di voluttà, velocità, stati d’animo, attualità – da cui il patriottismo e la guerra. Per questo vengono riprodotti i due manifesti di Marinetti sull’estetica futurista della guerra e il Manifesto dell’amore mediterraneo di Antonino Tullier, già pubblicato in AUTORI E SCRITTORI, Anno VI n. 9, 1941. Seguono infine una serie di slogan, fra cui spicca:
CHI NON INVENTA MUORE
Le poesie e le canzoni, Marinetti a parte, sono dei giovani dell’ultima generazione. La grafica, curata da Giovanni Acquaviva (come dichiara Marinetti nell’introduzione) è di impostazione razionalista con una novità: brevi note compaiono spesso in piccoli riquadri al margine delle pagine.
Dulcis in fundo c’è un foglietto di errata con una nota di Marinetti: “…ma cosa vuoi gli errori balzan su col piombo dalle stesse cassette dei compositori…“.
Il manifesto di Tullier sintetizza l’esperienza futurista: “il grande Amore sintetico futuro” è una sintesi di voluttà e fecondità, pudore ed esibizione, carezze e ostilità, un incontro e una collisione, evidenza e mistero, il piacere semplice e naturale capace di accogliere e contaminare – non di respingere – il male e il brutto.
“Ridi ridi pur del Futurismo o passatista a zonzo sopra un istmo di mediocrità…” (Marinetti).
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