Anche il rumore della coppia che fa sesso non può superare la normale tollerabilità; non si può impedire però il leggero gemito solo perché ci sono bambini nell’appartamento vicino.
Baccano molesto di letto e cigolio del materasso, stridore più o meno intenso, ma insistente e fastidioso, frasi di tutti i tipi, anche le più colorite: di certo, nulla e nessuno possono impedire a una coppia di fare sesso, né si può considerare il «rumore dell’amore» come illecito. Ma come ci si difende in questi casi da chi, per adempiere ai doveri di matrimonio o per vivere un’esperienza focosa di una notte, non lascia dormire i vicini di casa o il proprietario del piano di sotto?
La soluzione, in realtà, non è scritta in nessuna Legge se non in quella famosa – e unica – disposizione del codice civile secondo cui la soglia dei rumori molesti non può superare la «normale tollerabilità».
Bisognerebbe avere l’accortezza di non disturbare, non tanto per una questione di censura – non esistono norme, come detto, che vietino di fare sesso e di farlo sentire ai vicini, anche se ci sono bambini piccoli – ma per tutelare il riposo delle persone.
Senza giungere a una soluzione drastica come quella adottata, di recente, dal giudice di pace di Foggia: la sentenza, citata dalla Gazzetta Meridionale, ha posto un veto a una coppietta di avere amplessi tra le ore 23 e le 7, visto il disturbo che questi provocavano ai limitrofi proprietari di appartamenti. Il provvedimento è solo il culmine di una serie di contestazioni cui, in prima battuta, lo stesso giudice aveva tentato di porre rimedio, ordinando agli amanti di usare un tono di voce più basso. Ordine che, evidentemente, era stato ignorato, tant’è che è stato necessario un secondo intervento del magistrato, questa volta più categorico.
«Sesso protetto», quindi, ma solo per i vicini, molestati dai rumori purché intollerabili. Non è necessario impegnarsi in manovre acrobatiche per dar fastidio agli altri appartamenti confinanti.
Basta anche il semplice gemito, ripetuto per più fasce orarie durante tutto l’arco della notte, a svegliare i condomini. Ed è su questa partita che si gioca la valutazione del giudice: la tollerabilità dei rumori non è tanto sulla natura degli stessi e sulle frasi dette, quanto sull’intensità. Insomma, a prevalere non è tanto la tutela dei minori, quanto il riposo dei vecchietti.
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