Il tema della brutalità e della violenza in amore, già scandalosamente sviluppato da Valentine de Saint-Pont, viene ripreso da Marinetti nel suo manifesto Abbasso il tango e Parsifal (1914), uscito contemporaneamente in versione italiana e francese in volantino e in italiano sulla rivista Lacerba il 15 gennaio 1914.
Il bersaglio sono i salotti dell’aristocrazia intellettuale, gli snob un po’ decadenti e schizzinosi, indifferenti all’avvicinarsi del conflitto mondiale ma prontissimi a indignarsi se Marinetti esclama:
“Possedere una donna non è strofinarsi contro di essa, ma penetrarla“.
Detto così pare la frase di uno che a letto non sappia nemmeno da che parte cominciare. In realtà è una provocazione che costringe a riflettere sulla natura del sesso: possedere, prendere piacere da una donna è un impegno e non un gioco da nulla, penetrare la donna è entrare in lei nel suo modo di essere e di sentire: decidersi, scegliere, senza esitazioni, con coraggio e passione, disposti a una avventura come a un amore eterno, accettando quel che è per come è: amore maturo e consapevole ben diverso dallo strofinio dell’innamoramento, da quella timidezza che non viene dal pudore ma dal timore di perdere qualcosa:
“Contagocce dell’amore. Miniatura delle angosce sessuali. Zucchero filato del desiderio. Lussuria all’aria aperta. Delirium tremens. Mani e piedi d’alcoolizzati. Mimica del coito per cinematografo. Valzer masturbato. Pouah!
Abbasso le diplomazie della pelle! Viva la brutalità di una possessione violenta e la bella furia di una danza muscolare esaltante e fortificante. (…) Tango, lenti e pazienti funerali del sesso morto! Oh! Non si tratta certo di religione, di morale, né di pudore!
Queste tre parole non hanno senso per noi! Noi gridiamo «Abbasso il tango!» in nome della Salute, della Forza, della Volontà e della Virilità…”
Sono amori da nulla, come nulla è l’arte, la poesia e la politica di cui si parla nei salotti dove si distrae la classe dirigente, salotti in cui all’epoca sono di moda appunto il Tango come Wagner, l’uno a rappresentare una passione che non c’è, l’altro una mistica rivolta che non tocchi le tasche. Quanto veleno contro questo mondo nella chiusa:
“D’altronde voi dimenticate quest’ultimo argomento, l’unico persuasivo per voi: amare oggi Wagner e Parsifal, che si rappresenta dappertutto e specialmente in provincia… dare oggi dei thè-tango come tutti i buoni borghesi di tutto il mondo, suvvia, NON E’ PIUUU’ CHIC!“
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