domenica 31 ottobre 2021
3 - Julius Evola - Orientamenti - Audiolibro 3 di 11
ALESSANDRA MUSSOLINI - Tokyo Fantasia (1983)
Artista: Alessandra Mussolini
Album: Amore
Brano: Tokyo Fantasia
Anno: 1983
LE CASTAGNE SONO BUONE (1970) - lungometraggio completo
(Pietro Germi 1970 film completo Gianni Morandi)
CASTAGNE, COVID E CIMITERI CAUDINI | POLITICA
A Cervinara togliere la castagne dal fuoco non è più sinonimo di problemi risolti. La rocambolesca tarantella legata alla Sagra della Castagna ha infiammato questa fine d'ottobre, calda come non mai.
КАУДИН ВИЛКА БИТВА - Le Battaglia delle Forche Caudine giocata in Russia | CAUDIUM
"Chi sparò ad Acca Larenzia? Il settantotto prima dell’omicidio Moro" (2018) - VIDEO
MAURIZIO COSTANZO intervista MARIO MEROLA (1979)
SottoFasciaSemplice - Sorpasso elettronico (2007)
Gruppo: SottoFasciaSemplice
Album: Filospinato
Brano: Sorpasso elettronico
Anno: 2007
EMIGRANTI - In attesa del Rapporto Italiani nel Mondo 2021 | POLITICA
Questi sono i risultati di un esodo biblico oltre confine che in realtà non si è mai fermato dalla nostra Provincia dal dopoguerra in poi.
Nel prossimo RIM 2021 troveremo, oltre ai numeri e alle percentuali, una vera analisi sulla delicata questione, portata al centro del discorso dalla pagina della Tifoseria Avellinese. Su Facebook i Lupi Biancoverdi hanno collegato lo spopolamento di un'intera provincia, che si riversava in massa allo Stadio Partenio di Avellino, con la mediocre media di spettatori dopo la riapertura delle gradinate post-covid. Una riflessione agghiacciante, senza ombra di dubbio.
L'approfondimento sulla nuova andata di Emigranti ha ribaltato anche alcuni stereotipi. Sono i non laureati i più numerosi a lasciare la provincia di Avellino, oltre alla corposa Irpina Universitaria fuori sede. Non ci sono più differenze rilevanti tra area del Capoluogo, Valle Caudina, Mandamento o Alta Irpinia. Tutte soffrono questo fiume in piena di partenze, spesso senza ritorno.
Tra i centri più in difficoltà, purtroppo, troviamo San Martino Valle Caudina insieme ad Avellino, Lioni, Teora ed Avella, quest'ultima amministrata dal Sindaco Domenico Biancardi, quell'avvocato brizzolato fervido sostenitore del traforo del Partenio.
La tanto decantata opera strutturale mastodontica e utopica, a nostra avviso per di più dispendiosa e inutile, potrebbe facilitare le partenze verso altri lidi, più o meno tra una quarantina d'anni.
Le variazioni in negativo, in termini assoluti del rapporto, colpiscono i centri più grandi, a partire dal capoluogo che dall'inizio del nuovo secolo ha registrato una perdita di oltre 3.000 unità, seguito da Ariano Irpino (-1.302), Volturara Irpina (-1.074), Calitri (-1.023) e Cervinara con -860 residenti. Se, invece, adottiamo quale criterio di variazione l’incremento di iscritti AIRE, le iscrizioni maggiori si registrano ad Avellino +852, Lioni +808, Teora +691, Avella +650 e San Martino Valle Caudina +650.
I nuovi risultati della Fondazione Migrantes, attesi tra una manciata di giorni, ribadiranno la necessità di un ritorno alla politica degna di tale nome, con al centro della discussione non solo le linee programmatiche, ma soprattutto alcune azioni concrete per avviare una lotta contro la dilagante e inarrestabile nuova ondata di Emigranti 2.0.
Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo
DE LUCAUDIUM, risorge l'Unione dei Comuni Caudini? | POLITICA
- La prima, che fa riferimento a un ambito individuato in via preliminare, consiste in un'analisi delle tematiche rilevanti presenti nel contesto considerato e finalizzata a evidenziare lo stato dei luoghi, le criticità e le potenzialità del territorio, le attività economiche presenti, il contesto sociale e le caratteristiche storico-culturali e ambientali.
- Nella seconda fase vengono definiti gli assi strategici di sviluppo ossia le strategie, i progetti e le azioni volte alla valorizzazione del sistema economico e del patrimonio culturale, sociale, ambientale, del paesaggio, per l'ambito considerato.
- La terza fase consiste “nell'animazione”, messa in opera e gestione delle azioni volte alla realizzazione del Master Plan. Essa comprende un processo complesso di integrazione con gli strumenti della pianificazione urbanistica e con i programmi finanziari approvati in accordo di programma o con altre forme di strumenti finanziari: un processo che prevede fasi di monitoraggio e di feedback. Presuppone l'adozione di una metodologia comune che permette a tutti gli attori del progetto di arrivare congiuntamente a definire l'assetto desiderato secondo indirizzi espressi e condivisi.
OBIETTIVO
In effetti l'obiettivo resta sempre lo stesso, anche se con varie forme estetiche. Bisogna far tornare la Valle Caudina un’area viva e centrale per la Campania e non solo. Tutti i Sindaci della Città Caudina, uniti come non mai e quasi per magia hanno consegnato al Governatore Vincenzo De Luca un documento che prefigura una strategia d’interventi ed azioni per il territorio, che conducono ad un “O'Masterplan Valle Caudina” redatto dalla struttura del Comune di Montesarchio, su presunta iniziativa corale degli appartenenti all’Unione dei Comuni della Valle Caudina".
Strano, però, che fino a ieri l'Unione era agonizzante ed appariva senza prospettive. Evidentemente Rambo De Luca dato la spinta ed ha preso in carico le proposte che dovrebbero essere analizzate e discusse presso Palazzo Santa Lucia a Napoli, in collaborazione con i due presidenti della Provincia di Avellino e Benevento, i due commissari dei parchi del Taburno e del Partenio, senza tralasciare l’Asi di Avellino del Presidente Pisano.
«Essendo la Valle Caudina un’area vasta - affermano i Sindaci Caudini - che comprende comuni ricadenti nella provincia di Avellino e nella provincia di Benvento, è condizionata da regole e da burocrazia che ostacolano la creazione di una programmazione omogenea, e gli effetti negativi purtroppo hanno portato ritardi nello sviluppo e nella crescita del territorio. Noi chiediamo innanzitutto di creare un Campo Territoriale Complesso, come individuato dal Ptr, nei comuni della Città Caudina e da qui sviluppare un Masterplan, in modo da presentare un piano anche per utilizzare i fondi del Pnrr per la crescita e lo sviluppo del territorio.
Obiettivo primario naturalmente è la rottura dell’isolamento, con la realizzazione della strada a scorrimento veloce Benevento – Caserta via Valle Caudina, l’ammodernamento della tratta ferroviaria Benevento – Cancello ed il collegamento con la stazione Alta Velocità di Afragola e Alta Capacità di Benevento, tramite il passaggio della linea a Rfi; il completamento dell’asse attrezzato Paolisi – Avellino-Pianodardine.
E poi la creazione di sistemi e servizi per lo sviluppo delle imprese artigianali ed industriali, la valorizzazione dei nostri attrattori storico - architettonici come il Museo del Sannio Caudino, delle nostre produzioni enogastronomiche ed agroalimentari d’eccellenza, del Parco Regionale del Taburno e del Partenio, del sistema di fiumi e torrenti. Insomma, un vero e proprio masterplan per il futuro della nostra valle. E siamo fiduciosi, - chiudono i Primi Cittadini Caudini - vista la disponibilità e l’interesse con cui il Governatore De Luca ha accettato il documento invitando noi sindaci a restare uniti nella proposta per avviare subito a Napoli il confronto con le strutture regionali, testimoniando così, ancora una volta l’attenzione che questo governo regionale riserva al nostro territorio».
DeLuCaudium
L'Unione dei comuni Città Caudina agli albori venne costituita tra i comuni di Bonea, Montesarchio, Rotondi, Cervinara, Roccabascerana e San Martino Valle Caudina, a cui poi hanno aderito poi Airola, Arpaia, Bucciano, Forchia, Moiano, Pannarano e Paolisi in prospettiva di potere contrattuale e politico con la Regione Campania. I comuni così uniti rappresentavano una città di oltre cinquantamila abitanti, con l’obiettivo, inoltre di sviluppo economico, servizi ed economicità, e immagine di un territorio tutelato, valorizzato, rispettato, in grado di fornire servizi sempre più efficienti con un risparmio di risorse.
La promozione di servizi e funzioni associate avrebbe identificato un territorio specifico con caratteristiche e tradizioni specifiche e la forma associata avrebbe dovuto perseguire l’obiettivo primario del contenimento della spesa, e quello della qualificazione dei territori migliorando la quantità e la qualità di funzioni e servizi, nel pieno rispetto dell’autonomia e della volontà dei singoli Comuni.
Fra gli obiettivi è, bene ricordare, ci sono realizzazione di un unico Distretto sanitario, trasporti adeguati, Tribunale unico, e valorizzazione del ruolo importante dell’Appia. Riduzione delle spese correnti e promozione degli investimenti, alleviare la situazione economica delle famiglie più disagiate, accrescere le entrate turistiche e migliorare la sicurezza urbana. Realizzazione di un Canile Caudino, mai costruito dopo una valutazione del progetto, la diffusione del Banco Alimentare e la realizzazione di un Portale turistico della Valle Caudina, ed infine integrare il servizio di Protezione Civile e di Polizia Municipale.
Anche un incremento degli investimenti ed il coinvolgimento delle comunità locali, attraverso la stipula di appalti integrati per l’illuminazione, manutenzione, verde pubblico, rifiuti. Integrazione del servizio tributi, la redazione di un dossier con le opportunità di investimenti, ed infine la realizzazione della segnaletica “Città Caudina”, e l’avvio di attività culturali-sportive in comune. Infine, nel programma era prevista anche la realizzazione di un punto di Pronto Soccorso.
Per dare slancio alla Valle Caudina dobbiamo aspettare qualche altra tragedia per attirare l'attenzione politica necessaria alla tutela del territorio? L'intervento del Governatore Vincenzo De Luca ha toccato molti temi di attualità, tra tutti il tema della Vaccinazione e la potenziale emergenza sanitaria in Campania.
Non abbiamo digerito l'aspra battuta su Padre Pio alla domanda "Quando riaprirà la linea ferroviaria?". Dobbiamo chiedere lumi direttamente a Padre Pio. Pure per la nube tossica di Airola, la difesa delle lavoratrici e dei lavoratori Caudini compresa quella delle migliaia di neo-emigranti? A quale Santo dobbiamo rivolgerci? A San Vicienz da Saliern, o'patrono r'a Campania e ora pure della Valle Delucaudina?
Amen.
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Cusano, Cominium e le Forche Caudine | REVISIONISMO STORICO
Amante di strade alternative, come l’esercito romano accampato presso Capua, a Calatia, ho la “presuntuosa” convinzione che le pietre, come la matematica, parlino una lingua universale, ed utilizzo toponimi, detti popolari e leggende per avere una chiave di lettura personale di qualche pagina di storia locale, come quella della N’zilla, la ballerina che comparirebbe, in abiti discinti, vicino alla Chiesa di San Giovanni, che mi sembra proprio nata dalla boccaccesca vicenda di Suor Giulia De Marco rinchiusa dall’Inquisizione nel Monastero di Cerreto Vecchia, e quella, forse, dell’origine “popolare” del nome Cusano. E poi, anche se fossero caxxate, se ben congegnate e mescolate alla realtà dei luoghi, generano quella curiosità che è lo stimolo per guardare oltre, magari partendo da una versione dal latino, come successo per le Forche Caudine.
Quando, studente liceale, tradussi il brano di Livio, e ne ho parlato fino alla nausea, fu istintivo chiedere al prof.:
“ma che c’azzecca la gola di Arpaia se i Romani per quella strada, l’ex via del Mare poi Via Appia-Traiana non ci sono proprio passati?”.
Ebbi le prime mazzate ed i primi consigli:
“Morone, ma tu vuoi cambiare il mondo?”.
Nacquero così quei timori che mi sono portato appresso per anni: in fondo, chi ero-sono io per sconfessare i grandi che ne hanno parlato? Però, a furia di rodermi dentro, ho trovato la forza, da qualche tempo, di esternare quella che in fondo è l’unica verità possibile, stando a chi ha narrato l’episodio, relativamente alla localizzazione delle Forche Caudine.
E, se ad essere buono assegno l’1% di possibilità alla gola di Arpaia e compagnia, intendendo per compagnia tutti i percorsi che poi finiscono inevitabilmente sulla Via Appia-Traiana, il 98% spetta di diritto alle gole del Titerno. E l’1%? All’imponderabile…ovvero al fatto che Tito Livio abbia mentito.
Penso che sia impossibile accettare certe motivazioni relative alle diversità tra quanto lo storico ha de-scritto minuziosamente e quanto oggettivamente si riscontra nella gola di Forchia. Qui, sulle orme dei “grandi ingegni, ma poco intelligenti di latino” (Francesco Danieli-Le forche Caudine-1811), tanti pensarono inopinatamente di “traslocare” le gole dell’agguato “sconfessando” lo storico patavino. Come dire: “Il Colosseo? Cercatelo a Firenze!”.
Così, pur di far collimare le caratteristiche delle gole con quelle descritte nel libro IX di Ab Urbe Condita, si tirano in ballo mutamenti geologici che solitamente avvengono in milioni di anni, tali da stravolgere le gole. “Sim sala bim…abracadabra” e, per magia, le gole si uniscono, si allargano, i monti diventano dolci colline, i massi con cui sbarrare il percorso si sbriciolano e, dulcis in fundo, scompare il fiume che le attraversava:
“Iacet inter eos satis patens clausus in medio campus herbidus aquosusque”.
Ma non finisce qui! Livio dice che le strade per Lucera erano due? “duae ad Luceriam ferebant viae”, una seguiva il percorso decisamente più lungo “… tanto fere longior”, quello della Via Appia-Traiana che menava al “Superi maris”, il mare Adriatico, l’altra “viam brevior” attraverso i monti. Momsen, non conoscendo il tratturo lungo le gole del Titerno, inopinatamente sentenziò:
“Per arrivare in tempo non si poteva prendere che una via…là dove in continuazione della via Appia fu poscia costruita la via romana che da Capua, per Benevento, sbocca verso l’Apulia…"cioè la Via Traiana, l’ex Via del Mare.
Saranno miei limiti, ma non capisco in base a cosa si sia collocato su tale percorso i luoghi della grande beffa! A meno che, non c’è chi pensa di conoscere il teorema di Pitagora…meglio di Pitagora!
A suffragare le mie convinzioni c’è il testo “in latino”: carta canta, è vero, ma manca…la leggenda. Ho accolto così come manna caduta dal cielo quanto letto sul sito ufficiale di Cusano Mutri. Spiegando l’etimologia del nome Cusano, si riporta quanto raccontato da Vito Maturo, uno studioso locale “con i baffi” che dà i numeri a parecchi esperti. Secondo l’appassionato, una gustosa, direi pure qui boccaccesca storiella popolare di antica tradizione racconta di un gruppo di soldati romani che, sfuggiti alla trappola tesa dai Sanniti nelle Forche Caudine, si sarebbe rifugiato nei dintorni di Cusano dando origine al nome dovuto alla loro “integrità” fisica.
L’interrogativo che mi/vi pongo è: d’accordo! E’ solo una celia, un “pettegolezzo” che nulla leva e nulla mette a quanto da me sostenuto. Ma come è venuto in testa al buontempone che fosse possibile per un manipolo di soldati fuggire da Forchia, attraversare la pianura Caudina per poi avventurarsi, da Faicchio, nelle gole impervie del Titerno, nel cuore del territorio Pentro?
Forse, per l’anonimo burlone, le Forche Caudine che lui aveva conosciuto attraverso “vox populi”, erano le gole del Titerno, proprio davanti l’uscio di casa, la via più breve per raggiungere Lucera da Capua ove l’esercito Romano stazionava. Un tratturo pericoloso per gli insediamenti Pentri, ma che non faceva paura perché i terribili Sanniti erano tutti ad assediare Lucera, alleata di Roma, stando all’inciucio fatto girare ad arte da alcuni pastori sanniti. Trappola perfetta per attirare i Romani in gole selvagge, sul terreno adatto agli agguati, proprio come voleva la strategia escogitata da Gaius Pontius che, “Telesinus”, ben conosceva i luoghi.
Affrontare i Romani in campo aperto, come nell’ampia Gola di Forchia, sarebbe stato un suicidio!
Tornando a Cusano, non ho idea da dove possa provenire il nome, e la cosa mi intriga da tempo, penso però che un filo di Arianna unisse lo splendido borgo del Matese alla storia di Saipins e di Cominium. Il filo era costituito proprio da quel tratturo
“..due gole profonde, strette e coperte di boschi, collegate da una catena ininterrotta di montagne…. In mezzo a queste si apre una strada scavata nella roccia…”
che partiva dalla “postierla” orientale di Terravecchia, difesa da “soli” due ordini di terrazzamenti, raggiungeva i pascoli degli altopiani della Parata e Cominium, protetta da una fortificazione di ben cinque terrazzamenti (Tutium rouinata?), che sono ancora lì ad aspettare tempi migliori: recuperate, sarebbero la più imponente opera di fortificazione sannita esistente…, e poi, attraverso le gole del Titerno, sboccava sulla pianura allora Caudina, come Telesia.
Ecco perché il toponimo Furculas Caudinas: gole a forma di forca accessibili dalla pianura Caudina. Non meravigli la maggiore “possanza” delle fortificazioni di Monte Cigno rispetto a quelle di Sepino: il pericolo, per i Pentri, veniva dalla pianura campana!
Cosa ne fu del pagus sannita di Cominium l’insieme di villaggi (vici) ubicati tra Monte Maschiaturo e Monte Coppe (Ocritum? = tra i monti)?
Pochi anni dopo l’umiliazione delle Forche Caudine, nel corso della terza guerra sannitica, Cominium fu conquistata dai Romani e distrutta con Terravecchia ed Aquilonia. Molti sopravvissuti si rifugiarono a Bojano, altri, acquisito il titolo di “civis Romanus”, si spostarono più a valle, fondando nuove comunità, la più famosa delle quali fu Saepinum. I tratturi esistenti, secondo la strategia di Roma, furono migliorati e sul nostro furono magistralmente costruiti i ponti di Fabio Massimo e di Annibale. Quello del Mulino, come narrano le sue pietre, era, almeno in parte, preesistente e collegava, penso, la Rocca con Civitella. Ma di ruderi la gola è piena…
Basta indagare con occhi nuovi, scavare nella necropoli dei dimenticati perché “spesso la storia viene scardinata e rivoluzionata dalla lettura più attenta di opere in lingua originale, e mentre noi andiamo avanti, il passato si muove con noi, si trasforma perché di tanto in tanto da uno scavo, reale o immaginario, vengono fuori testimonianze dimenticate e di straordinaria qualità CHE LO RIVELANO DIVERSO DA COME CREDEVAMO”. Secondo Vittorio Sgarbi…e secondo pure me.
Scritto da Renzo Morone
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sabato 30 ottobre 2021
2 - Julius Evola - Orientamenti - Audiolibro 2 di 11
EROTICA FUTURISTA - Abbasso il Tango e Parsifal | CULTURA
Il tema della brutalità e della violenza in amore, già scandalosamente sviluppato da Valentine de Saint-Pont, viene ripreso da Marinetti nel suo manifesto Abbasso il tango e Parsifal (1914), uscito contemporaneamente in versione italiana e francese in volantino e in italiano sulla rivista Lacerba il 15 gennaio 1914.
Il bersaglio sono i salotti dell’aristocrazia intellettuale, gli snob un po’ decadenti e schizzinosi, indifferenti all’avvicinarsi del conflitto mondiale ma prontissimi a indignarsi se Marinetti esclama:
“Possedere una donna non è strofinarsi contro di essa, ma penetrarla“.
Detto così pare la frase di uno che a letto non sappia nemmeno da che parte cominciare. In realtà è una provocazione che costringe a riflettere sulla natura del sesso: possedere, prendere piacere da una donna è un impegno e non un gioco da nulla, penetrare la donna è entrare in lei nel suo modo di essere e di sentire: decidersi, scegliere, senza esitazioni, con coraggio e passione, disposti a una avventura come a un amore eterno, accettando quel che è per come è: amore maturo e consapevole ben diverso dallo strofinio dell’innamoramento, da quella timidezza che non viene dal pudore ma dal timore di perdere qualcosa:
“Contagocce dell’amore. Miniatura delle angosce sessuali. Zucchero filato del desiderio. Lussuria all’aria aperta. Delirium tremens. Mani e piedi d’alcoolizzati. Mimica del coito per cinematografo. Valzer masturbato. Pouah!
Abbasso le diplomazie della pelle! Viva la brutalità di una possessione violenta e la bella furia di una danza muscolare esaltante e fortificante. (…) Tango, lenti e pazienti funerali del sesso morto! Oh! Non si tratta certo di religione, di morale, né di pudore!
Queste tre parole non hanno senso per noi! Noi gridiamo «Abbasso il tango!» in nome della Salute, della Forza, della Volontà e della Virilità…”
Sono amori da nulla, come nulla è l’arte, la poesia e la politica di cui si parla nei salotti dove si distrae la classe dirigente, salotti in cui all’epoca sono di moda appunto il Tango come Wagner, l’uno a rappresentare una passione che non c’è, l’altro una mistica rivolta che non tocchi le tasche. Quanto veleno contro questo mondo nella chiusa:
“D’altronde voi dimenticate quest’ultimo argomento, l’unico persuasivo per voi: amare oggi Wagner e Parsifal, che si rappresenta dappertutto e specialmente in provincia… dare oggi dei thè-tango come tutti i buoni borghesi di tutto il mondo, suvvia, NON E’ PIUUU’ CHIC!“
APPELLO AI CAUDINI da Fratel BIAGIO: "Non promuovete Halloween, trasmette violenza e orrore"
Riceviamo da una lettrice e pubblichiamo l'appello di Biagio Conte, conosciuto come Fratel Biagio. L'eremita 2.0 ha lanciato questo messaggio dalla grotta in cui si trova in ritiro da diverse settimane in preghiera e digiuno, a pane e acqua, sente nel suo cuore di inviare un forte appello a tutti sulla pericolosità della ‘’festa’’ di Halloween. Lo Schiaffo 321 "gira" alle lettrici ed ai lettori, direttamente, dal sito Missione di Speranza e Carità le parole rivolte alle Caudine e ai Caudini.
Buona lettura.
Dalla grotticina dove vive in preghiera e penitenza, Fratel Biagio ci fa pervenire uno scritto che ci ricorda un grande vizio molto diffuso in questi tempi e cioè quello di sfruttare ed inveire sul cuore dell'uomo, promuovendo la cultura dell'orrore e del terrore, per finalità di guadagno di denaro. Il riferimento è in particolare ad Halloween.
Dice Fratel Biagio:
"Il bene e il giusto non sono più accettati, perché non producono commercio e non seguono le mode. Ed invece il male e le ingiustizie sono ben divulgate e pubblicizzate perché producono profitto.
Halloween trasmette violenza, orrore e danneggia i bambini e loro crescita. Mi è doveroso fare un appello a tutta la società affinché possa fare una attenta riflessione per comprendere che la festa di Halloween non è uno scherzo, un gioco, ma è un rito altamente negativo, pericoloso, violento, macabro e diseducativo per tutti, ma soprattutto per i bambini.
Halloween trasmette e istiga al male, all’orrore, alla violenza e così danneggia e inganna i bambini plagiandoli e illudendoli che è una festa come tutte le altre ed invece è tenebrosa ed è un rito satanico. Attenzione, siamo già schiacciati e terrorizzati da una società piena di fatti di violenza e di omicidi in ogni paese o città, nelle famiglie, nelle scuole e nelle piazze. Adesso basta diseducare, trasmettere il negativo ed istigare alla violenza, cioè al male, i piccoli, i giovani e i meno giovani.
Avete trasformato questa negativa festa in un business commerciale. Preoccupato mi rivolgo a tutte le istituzioni, a tutte le realtà religiose, ai non credenti, alle scuole e a tutte le famiglie; non si permetta di divulgare questa orribile festa facendola apparire come uno scherzo, un gioco con teste decapitate, occhi cavati, mani e piedi tagliati, scheletri e mostri di ogni genere.
Rispondiamo al male con il bene, divulgando i veri valori, i sani principi, il bello e il giusto, la pace e la vera giustizia; educando e formando così le nuove generazioni alla non violenza.
Siamo diventati fautori e responsabili di una società malata nel corpo, nella mente e nello spirito e responsabili di trasmettere e inculcare la violenza e il macabro agli uomini, alle donne e, ancora più grave, ai bambini.
Il risultato è che le cose positive non fanno audience ed invece le cose negative, che inducono alla violenza, come Halloween, sono acconsentite e ben accette. Ma attenzione chi permette e divulga questo commercio di immoralità ne risponderà al Buon Dio e riceverà la Giustizia Divina.
Mi rivolgo alle istituzioni e ai giornalisti: non permettete e non acconsentite di divulgare tutto questo male alla società attuale e alle future generazioni."
Pace e Speranza
Scritto da Fratel Biagio
Fratel Biagio Conte (fondatore della Missione di Speranza e Carità, che ospita in gratuità circa 500 poveri in nove comunità in Sicilia) mentre si trova in preghiera, in penitenza e in digiuno a pane e acqua dal 9 luglio 2021 (da ben 113 giorni) in una grotta nei monti in provincia di Palermo.
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