lunedì 27 settembre 2021

TRAFORO DEL PARTENIO - Esclusione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza? | POLITICA


Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è il tema snocciolato ad Avellino, qualche giorno fa, grazie ad un interessante incontro tra istituzioni e forze sindacali. Il PNRR è la manna dal cielo per il Governo Tecnico guidato da Sir. Drake ed il Corriere dell'Irpinia di Gianni Festa, in collaborazione con Il Quotidiano del Sud, ha dato vita un convegno ad hoc

Purtroppo, dai lavori è emersa, ancora una volta, la palese Napolicentricità della Regione Campania a danno della Provincia di Avellino. 

PNRR

Il PNRR si articola in sei missioni e sedici componenti. Beneficia della stretta interlocuzione avvenuta in questi mesi con il Parlamento e con la Commissione Europea, sulla base del Regolamento RRF. Le sei missioni del Piano sono: 

digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. 

Il Piano è in piena coerenza con i sei pilastri del NGEU e soddisfa largamente i parametri fissati dai regolamenti europei sulle quote di progetti “verdi” e digitali. 

NGEU

NGEU è l'acronimo di  Next Generation EU, meglio noto in Italia con i nomi angloamericani di Recovery Fund o Recovery Plan, ossia il fondo approvato nel luglio del 2020 dal Consiglio europeo al fine di sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia di COVID-19. L'Italia conterà su 65,456 miliardi di sovvenzioni - si legge sul Sole24ore - a fondo perduto: il 70% delle allocazioni delle risorse, cioè 44,724 miliardi, è riferito agli impegni per progetti 2021-2022, il resto, cioè 20,732 miliardi, è riferito agli impegni relativi al 2023

Nel complesso la “quota” italiana è di circa 209 miliardi ripartiti in 81,4 miliardi in sussidi e 127,4 miliardi in prestiti. Il resto dei sussidi saranno canalizzati attraverso altri “pilastri” dell'operazione anticrisi tra cui le risorse aggiuntive del React Eu, un vero e proprio ponte tra vecchia e nuova programmazione della Politica di Coesione, previsto da Next Generation EU per assicurare continuità al sostegno alle imprese, già duramente colpite dalle conseguenze dell'emergenza sanitaria. 


FONDI

Il Just transition fund è il Fondo per una transizione giusta. Rappresenta l'ennesimo strumento finanziario nel quadro della politica di coesione, che mira a fornire sostegno ai territori che devono far fronte a gravi sfide socio-economiche derivanti dalla transizione verso la neutralità climatica. 

In particolare, esso è volto a garantire che il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici assunti nell'ambito dell'European Green Deal - finalizzato a rendere l'UE climaticamente neutra entro il 2050 - avvenga in modo equo e non lasci indietro nessuno.


CALIMERO

Insomma, una pioggia di soldini, che in parte si trasformerà in ulteriore debito da pagare con tasse e strategie usuraie varie. In tutto questo Biancardi si trasforma in Calimero, il simpaticissimo pulcino sorridente degli anni Sessanta famoso per la frase:

"Eh, che maniere! Qui fanno sempre così, perché loro sono grandi e io sono piccolo e nero... è un'ingiustizia però".

NAPOLI SORDA

Il dibattito avellinese, frutto di una mobilitazione dal basso, ha fatto emergere la totale inefficienza della classe politica Irpina, incapace di farsi ascoltare nelle sedi adatte del Capoluogo di Regione. Il forte grido di allarme è un'arma a doppio taglio: 

«A Napoli nessuno ci ascolta. Ci sembra che la Regione voglia portare avanti un piano da cui veniamo esclusi». 

ISOLATI

Domenico Biancardi, presidente della Provincia di Avellino, durante il prezioso incontro politico, ha dichiarato di avere grosse difficoltà di dialogo sia con la Regione e sia con il Governo. Siamo isolati, confermano Sindacati & Imprenditori. L'agghiacciante vuoto di interlocuzione tra enti ed entità potrebbe spingere il Presidentissimo a presentare delle clamorose dimissioni dalla guida di un'Irpinia relegata in un angolino.

La Regione Campania è da sempre Napolicentrica, lo sanno pure le pecore di Nusco, ma Mimì di Avella frigna e finge di meravigliarsi dell'ostile silenzio istituzionale, quasi a giustificare il mastodontico buco nell'acqua, talmente grande da sembrare un traforo.

CHIACCHIERE?

Si è ragionato con imprenditori e commercialisti di digitalizzazione e di infrastrutture, ma il pezzo forte del Presidente Irpino resta la viabilità. Nonostante l'orecchio da mercante partenopeo, Mimì continua a pretendere il traforo, a tutti i costi. Attrezzare il territorio interno verso le vie di mare dei porti di Napoli e Salerno, viste le condizioni dell'entroterra, potrebbe risultare inutile, controproducente, nonché dispendioso in termini economici. 


RIFLESSIONI

La Provincia ha presentato la progettualità senza ottenere risposte? La migliore strada da percorrere, per il bene della Verde Irpinia, è quella che porta alle dimissioni non solo del Presidente, ma di tutto il Consiglio Provinciale, non eletto dal Popolo, bensì nominato con elezioni interne di scarso valore socialdemocratico. 

Serve un gesto clamoroso, uno schiaffo politico, necessario per farsi ascoltare, con stile, da Regione e Governo nazionale.

A che punto siamo con la Valle Caudina - Pianodardine? 

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo

*Copertina fotocomposizione UserTv


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