L'unico momento di silenzio resta quello del funerale, gonfio di lacrime, rabbia e incredulità. Una piccola parentesi in questi giorni fatti di brusii e chiacchiericci digitali, indici puntati, soloni di professione, luminari della morale, senza dimenticare i classici esperti di vite altrui. Cadono nel vuoto gli appelli dei parenti ad essere lasciati in pace.
La macchina dell'informazione 2.0 è partita e solo il tempo lascerà cadere il sipario su questa grottesca vicenda.
Troppe le similitudini con la tristemente celebre tragedia di Erika e Omar, la coppia di assassini che distrusse una famiglia a Novi Ligure nel 2001 senza pietà. Questa volta lo scenario del crimine è Avellino con l'appendice di Cervinara come prima e ultima tappa della fuga. Anche qui la pietà è assente.
Erika e Omar non avevano né Instagram, né Facebook o Twitter. La tragedia di Avellino, invece, è caratterizzata dai messaggi intercorsi tra i due amanti e non solo, da giorni triti e ritriti da parte di una massa affamata di particolari inquietanti. Una ricostruzione che lascia senza parole, con molti dubbi ed una certezza: il decesso di un padre di famiglia.
Il suono delle sirene della FMA ad Avellino ha omaggiato la memoria del lavoratore scomparso a seguito di ben quattordici coltellate, dopo un corpo a corpo, purtroppo fatale. Nelle conversazioni sono registrati i messaggi che fanno emergere tutta la dinamica della storia. Sarà chi di dovere a rendere giustizia. Intanto, la stampa nazionale ha portato la tragedia nelle case degli Italiani, che come al solito si tuffano a capo fitto nelle trame misteriose e nei fiumi di parole. Altro che Netflix, Sky o Twich. Questa serie amara, appena iniziata, è frutto della realtà, quella capace di superare anche le più nefaste fantasie dell'orrore.
La spettacolarizzazione dell'episodio di cronaca nera era prevedibile. Una tragedia che appare insensata, un crimine aberrante senza giustificazioni o attenuanti.
L'unico modo per onorare la memoria di Aldo Gioia è rendere giustizia con condanne esemplari. Una storia di amore e odio che scavalca i limiti dell'orrido. Lo Schiaffo 321 in questi giorni ha scelto il rispetto ed il silenzio, rallentando le pubblicazioni. Un gesto silenzioso, ma in controtendenza, visto lo schiamazzo assordante delle piazze virtuali.
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