LA RIVOLTA DEGLI KSHATRIYA _6
Presso quasi tutti i popoli, in epoche diverse, e sempre più spesso via via che ci avviciniamo alla nostra epoca, i detentori del potere temporale, come abbiamo visto, hanno tentato di rendersi indipendenti da ogni autorità superiore, sostenendo di trarre solo da sé il proprio potere, e di separare completamente lo spirituale dal temporale, quando non addirittura di sottomettere il primo al secondo.
Questa «insubordinazione», nel senso etimologico del termine, ha diversi gradi, i più accentuati dei quali sono anche i più recenti, come abbiamo indicato nello scorso capitolo; mai come nell’epoca moderna le cose si sono spinte tanto oltre, e soprattutto non sembra che, in precedenza, le concezioni per vari aspetti corrispondenti si siano mai tanto integrate alla mentalità generale come durante gli ultimi secoli. A questo proposito, potremmo ripetere quanto già dicemmo in altra occasione sull’«individualismo» considerato come caratteristica del mondo moderno:
la funzione dell’autorità spirituale è la sola che si riferisce a un ambito sovraindividuale; quando questa autorità è misconosciuta, è logico che subito l’individualismo faccia la sua comparsa, almeno come tendenza.
[…]sono di ordine puramente umano, e l’individualismo è precisamente la riduzione dell’intera civiltà ai soli elementi umani. Lo stesso discorso vale per il «naturalismo», come si diceva prima: l’autorità spirituale, essendo connessa alla conoscenza metafìsica e trascendente, è la sola ad avere un carattere veramente «sovrannaturale»; tutto il resto è di ordine naturale o «fisico»[…]. (p.86)
[…]in linea del tutto generale si può constatare che la comparsa di dottrine «naturalistiche» o antimetafisiche si verifica quando, in una civiltà, l’elemento che rappresenta il potere temporale ha il sopravvento su quello che rappresenta l’autorità spirituale.
[…] e va aggiunto che, sottomettendo l’intero essere al mutamento, lo si riduce con ciò stesso all’individuo, giacché ciò che permette di superare l’individualità, ciò che la trascende, non può essere altro che il principio immutabile dell’essere; qui si vede dunque assai chiaramente la correlazione tra naturalismo e individualismo di cui abbiamo appena parlato. (p.89)
Infatti, quando venga negato il principio stesso della gerarchia, non si vede come una qualunque casta possa conservare la supremazia sulle altre, né, peraltro, in nome di che cosa possa pretendere di imporla; chiunque, in queste condizioni, può pensare di avere gli stessi diritti al potere di chiunque altro, non appena disponga materialmente della forza necessaria per impadronirsene e per esercitarlo di fatto; e, se si tratta di una semplice questione di forza materiale, non è forse evidente che questa debba trovarsi in sommo grado presso gli elementi che sono al tempo stesso i più numerosi e i più lontani, per le loro funzioni, da ogni preoccupazione che tocchi, anche indirettamente, la spiritualità?
La negazione delle caste apriva dunque la porta a tutte le usurpazioni; anche gli uomini dell’ultima casta, gli Shudra, potevano approfittarne[…].
Scritto da René Guénon
Stralci tratti da ADELPHI – Collana PICCOLA BIBLIOTECA ADELPHI n. 661 – 2014
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