La resa incondizionata di Caserta divenne operativa a partire dal 2 maggio 1945. L'atto formale e conclusivo fu firmato nella Reggia dei Borbone il 29 aprile 1945. Esso sancì la vittoria degli Alleati nella campagna d'Italia e la definitiva sconfitta delle forze dell'Asse nella penisola. La seconda guerra mondiale, quindi, si chiude in Campania. A pochi chilometri dalla Valle Caudina finisce l'incubo della guerra con la firma sull'atto intitolato "Strumento di resa locale delle forze tedesche e delle altre forze poste sotto il comando o il controllo del Comando Tedesco Sud-ovest e relativi allegati". Alla presenza di ufficiali delegati del Regno Unito, degli Stati Uniti d'America, dei tedeschi e di un osservatore Comunista Sovietico, l'Italia ammaina la bandiera, senza condizioni.
la resa
Nel documento stilato dalle potenze vincitrici, le forze armate tedesche erano associate a quelle della Repubblica Sociale Italiana in quanto questa, essendo uno Stato non riconosciuto dagli Alleati, non era in grado di stipulare accordi diretti con queste ultime: per tale motivo il rappresentante tedesco era dotato di una delega scritta rilasciata dal Ministro della difesa della RSI, Rodolfo Graziani.
La RSI fu riconosciuta da Germania, Giappone, Bulgaria, Croazia, Romania, Slovacchia, Ungheria, Repubblica di Nanchino, Manciukuò e Thailandia, mentre con Argentina, Portogallo, Spagna e Svizzera furono mantenute molte relazioni ufficiose e addirittura commerciali.
25.04.2021
Le celebrazioni istituzionali per il 25 Aprile 2021, in occasione del 76esimo anniversario della Liberation of Italy in Valle Caudina, sono terminate senza strascichi. Tutti i comuni hanno ricordato questa data con messaggi, deposizione di fiori alla base delle lapidi o monumenti e comunicati stampa di rito, a firma dei Sindaci e degli assessori alla Cultura. In ottemperanza delle norme anti-Covid il Prefetto ha invitato le Istituzioni ad evitare eventi pubblici.
Il rispetto per tutti i Caduti, rossi, bianchi e neri, è un principio basilare per poter raggiungere una pacificazione nazionale, soprattutto dopo una sanguinosa guerra civile (1943-45), capace di prolungarsi, materialmente, fino alla fine degli anni di Piombo e culturalmente fino ad oggi.
rispetto
Lo Schiaffo 321 è in prima linea nella custodia e nell'attuazione dei valori legati alla Sovranità Nazionale in democrazia. Siamo l'ala libertaria per la promozione della memoria condivisa di quella grande stagione di difesa della Libertà che fu l'eroica resistenza agli AngloFrancoRussoAmericani da parte della Repubblica Sociale Italiana.
Gli Italiani che hanno combattuto e sono caduti, tra prigionie, atti di guerre, violenze e stenti meritano il nostro rispetto, indipendentemente dalla bandiera, dalla cravatta o dal fazzoletto al collo. Equiparare i Caduti rappresenta, a nostro avviso, un passo in avanti per l'intera comunità. Basta morti di serie superiori o inferiori. In effetti la morte dovrebbe azzerare l'odio ideologico, affinché proprio quel messaggio di cordoglio, rispetto e riflessione dovrebbe arrivare forte e chiaro sia alle nuove generazioni, sia alla Vecchia Guardia, spesso ancorata a stereotipi, utili solo ad aumentare le distanze, le dissonanze e le divisioni.
Tutte non Tante
«Nostro dovere è quello di non dimenticare il sacrificio di tante persone che si sono immolate per dare a tutti noi un futuro migliore. Il 25 aprile si celebra la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazionalsocialista e dal regime fascista grazie al grande contributo offerto dalle forze armate anglo-americane e all’eroismo di tanti partigiani impegnati nella lotta di resistenza».
Il Sindaco Caterina Lengua e l’Assessore alla Cultura Dolores Perrotta, entrambe di Fede Cattolica misericordiosa hanno dichiarato: «Nel corso di questa pandemia stiamo combattendo una vera e propria guerra e saranno gli stessi principi che hanno ispirato la resistenza italiana (solidarietà, amore per il prossimo e grande senso di responsabilità) a condurci definitivamente fuori dal tunnel e permetterci di ritornare ad una condizione normale».
Purtroppo, nessuna considerazione e nessuna pietà per Francesco, Alfonso, Mario, Giovambattista, Michele e Antonio, i giovani Cervinaresi caduti sotto la bandiera della Repubblica Sociale Italiana per difendere l'Onore della Patria. Lo Schiaffo 321, grazie all'Albo Caduti RSI, porta a galla sei storie nascoste nei meandri del passato scomodo.
albo rsi
Altra motivazione, di solidarietà umana, è stata la possibilità di donare la pubblicazione stessa alle famiglie dei Caduti contenuti nell'Albo.
Esemplari dell'Albo vengono donati anche alle ricercatrici e ai ricercatori che, in ambiti particolari, svolgono ricerche sui Caduti della RSI. Noi lo suggeriamo, vivamente, a tutti i sindaci della Nuova Caudium per una semplice e necessaria ricerca storica, senza per forza politicizzarla o, peggio ancora, utilizzarla per inutili polemiche e ricostruzioni parziali.
cervinaresi
Francesco Cioffi, nato a Cervinara il 22 giugno 1917, era un Brigadiere della Polizia Repubblicana in servizio presso la Questura di Savona. Morì assassinato a ventotto anni il 26 aprile 1945 proprio a Savona.
Alfonzo Larena, nato a Cervinara il Primo Agosto del 1923, era un ventiduenne volontario cantoniere presso l'Autostrada Torino-Milano. Risulta disperso in Piemonte dal 25 febbraio 1945, quando venne prelevato con il Camerata Ugo Conti dai partigiani a Saluggia in provincia di Vercelli,
Mele Mario, nato a Cervinara il 3 aprile 1907, Capitano della Guardia Nazionale Repubblicana morì a Bologna il 31 marzo 1944. Il trentasettenne pagò con il sangue in uno dei vili attentati portati a termine dai partigiani gappisti. La mattina del 31 marzo 1944 - riportano le fonti - in via del Ricovero, zona stazione San Vitale, due ufficiali della GNR appartenenti alla milizia artiglieria contraerea di Riolo, il capitano Cervinarese Mario Mele ed il tenente Giuseppe Massobrio, vennero freddati alle spalle.
I partigiani jugoslavi appartenenti all'Esercito Popolare di Liberazione Jugoslava, di ispirazione comunista, ammazzarono due cervinaresi a Cettigne in Montenegro l'11 dicembre del 1943. Da sottolineare che pochi giorni prima, il 3 dicembre, nei pressi di Plevlja, fu costituita così una feroce formazione partigiana, esclusivamente su base volontaria e individuale: la Divisione italiana partigiana "Garibaldi", composta da quattro brigate, alle dipendenze strategiche del II Korpus dell'Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo del Maresciallo Tito.
Giovambattista Miele e Michele Piccolo erano compaesani e persero la vita insieme a Cettigne Virpazar, in Montenegro. Giovambattista, nato a Cervinara il 28 agosto 1910 e Michele Piccolo, nato a Cervinara il 21 luglio 1914, furono due valorose CC.NN. del 144esimo Battaglione di stanza ai piedi delle montagne di Gornji Brčeli, simili al tanto amato Massiccio del Partenio.
Antonio Ruggiero, nato a Cervinara il 15 settembre 1913, aveva il grado di Caporal maggiore del 5^ reggimento della Milizia di difesa territoriale, la sigla della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) nella Zona d'operazioni del litorale adriatico. Tonino morì anche lui in un agguato nemico a Pordenone, precisamente il 12 settembre 1944, tre giorni dopo il suo trentunesimo compleanno, festeggiato con i Camerati in Friuli.
riflessioni
Lo Schiaffo 321 continuerà a difendere la memoria di tutti i Caduti Caudini, Irpini, Sanniti in guerra ed invita lettrici e lettori a contribuire alla ricerca storica. Reputiamo giusto onorare la memoria dei cittadini Caudini di Moiano trucidati dai Tedeschi dopo l'8 settembre 1943. Giovanni Luciano, Isidoro Perone, Michele Notariello, Nicola Quarantiello o Genio Bove di Paolisi devono essere ricordati e su questo non ci piove. Non esistono bilance delle Memoria e rispettiamo le persone che hanno donato loro un fiore, ma difendiamo a spada tratta chi viene dimenticato.
In onore delle Famiglie dei Caduti e dei Dispersi della Repubblica Sociale Italiana pubblichiamo l'ultimo e aggiornato Albo Caduti e Dispersi della RSI - Edizione 2019.
Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo
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