domenica 11 aprile 2021

MORTESARCHIO - Tre Ponti Mille Tarantelle | Seconda Parte

C'era una volta la rivolta in Valle Caudina,

un movimento spontaneo e popolare che riuscì a limitare i danni e le tonnellate di rifiuti che dimorano ancora in località Tre Ponti e attende una bonifica radicale dell'area. Bisogna mantenere alta l'attenzione sulla triste vicenda che interessa tutta la nostra amata Valle Caudina, stritolata dalle divisioni e adibita a mero parcheggio di problemi. In questo caso la sosta è fin troppo onerosa per il territorio, sia in termini di costi, sia per l'intero ecosistema Caudino.


Ogni goccia di percolato è una coltellata alla nostra Terra, in passato guerriera e all'epoca pattumiera.

L'istinto guerriero del Popolo Caudino esplose nel 2005 e restò in piedi per un bel po'. Il famoso presidio fisso, ultimo baluardo per la difesa della salute e dell'ambiente, nacque spontaneamente. Gli strascichi della maledetta Crisi dei rifiuti in Campania, che scatenò lo stato di emergenza relativo allo smaltimento ordinario dei rifiuti solidi urbani, oggi sono fin troppo tangibili e pericolose come evidenziato dalla puntata di Status Quo, la trasmissione a reti caudine unificate che riportiamo:

Lo Speciale Tre Ponti

 
La RIVOLTA - 2005

«Noi non siamo la pattumiera della regione», polemizzava il sindaco di Montesarchio, Antonio Izzo, nel febbraio 2005. Dopo i primi blocchi stradali e le legittime proteste locali, il Primo cittadino montesarchiese prese le redini in mano e invitò tutti i Sindaci della Valle Caudina ad unirsi alla rivolta, confluendo nel fiume umano che avrebbe preso forma grazie al corteo/blocco sulla "Nazionale" dell'8 febbraio. 

I manifestanti persero il sonno e restarono in strada, allestendo tende e falò. La zona venne tappezzata di striscioni sarcastici e polemici, ma non politicizzati. 

No Global

Infatti, l'unica forza che cercò di mettere il cappello, con la stella rossa, fu quella capeggiata dal Che Guevara 1.0 di Benevento, Francesco Karuso, e dal folkloristico prete no global, Don Vitaliano della Sala. In ogni caso i reds bloccarono la stazione ferroviaria del capoluogo sannita, ma non riuscirono a politicizzare le rivolte, anche perché la gente in strada era palesemente trasversale ed ostile a tutte le forme di politica, soprattutto quelle extra-Caudine. 

L'APPIA

BarricaderoS 

I Barricaderos della Nuova Caudium per scaldarsi allestirono tende e falò. Tra mille sigarette e milioni di caffè. si creò davvero un clima unico, capace di resistere alle pressioni dall'alto e molto deciso a non cedere di un metro. Tutti i vertici politici, nazionali e regionali, non avrebbero mai pensato di incontrare un'opposizione popolare, unitaria e agguerrita. 

In un'area divisa e spezzettata tra due province e decine di amministrazioni municipali, purtroppo ostili tra di loro, appariva meno ostico. almeno sulla carta, creare una discarica 'a vol 'a vol a Tufara Valle, il comune fantasma che è di tutti e di nessuno. Il miglior posto in assoluto, nonostante i parchi naturali del Partenio e del Taburno, per tamponare l'ennesima emergenza rifiuti in Campania, giunta a livelli disumani a causa di vomitevoli gestioni politiche e di sporchi affari che puzzano di morte.

BLOCCO CAUDINO

Blocco e Spari 

Tutta Italia ammirò la rivolta Caudina, capace di resistere a tutto e a tutti. «Sulla statale Appia, presidiata in cinque punti dai manifestanti che da ieri hanno "isolato" l'intera Valle Caudina, è stato organizzato un servizio di navetta-bus per consentire di raggiungere località Tufara, superando così i blocchi allestiti lungo la statale - che collega Benevento a Napoli e Caserta scrive La Repubblica dell'8 febbraio 2005 - e che non consentono il passaggio ad alcun mezzo privato».

BASTA DEGRADO

«Ci sono stati momenti di alta tensione quando, questa mattina, alcuni colpi di pistola sono stati esplosi in aria dal conducente di un furgone che, esasperato, ha tentato di forzare uno dei posti di blocco alzati per protesta. Il conducente, pare un pregiudicato della zona, giunto ad Arpaia ha tentato di passare il posto blocco con il proprio mezzo. Qui ha però trovato resistenza da parte dei manifestanti. E' nata una discussione che poi si è conclusa con l'esplosione in aria di qualche colpo di pistola da parte del guidatore che subito dopo è fuggito». 

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